- Dettagli
- Di Adamo Calabrese
Accarezza l’amuleto, chiude gli occhi, si volta sul fianco, si rigira, gli prude il naso, cerca il fazzoletto ma la pezzuola non c’è, rivolta i cuscini, li sprimaccia, nessuna traccia del fazzoletto.
- Dettagli
- Di Adamo Calabrese
Era sopraggiunta la pioggia estesa, senza più tuoni, una adunata di acque sulla collina, una raccolta di rigagnoli da ogni fessura, giù dagli scoscesi verso il mare che lambisce la costa.
- Dettagli
- Di Adamo Calabrese
Andiamo alla stazione, dove passano i treni che non fanno sosta.
- Dettagli
- Di Adamo Calabrese
Apro il libro. Faccio scorrere le pagine, sono tutte immacolate. Prendo un altro volume da uno scaffale. Anche su quella copertina è stampato “Cervantes, Don Chisciotte”, ma anche quelle pagine sono prive di scrittura.
- Dettagli
- Di Adamo Calabrese
“Dove andiamo? Per ora andiamo al mercato di San Colombano. Poi si vedrà.” “Veniamo anche noi ” dicono i fuggitivi accodandosi ai fantasmi che si sono rimessi in marcia.
- Dettagli
- Di Adamo Calabrese
Ci eravamo rifugiati nel paese dove mia madre era nata, dove abitavano le sue sorelle e dove viveva mia cugina Anna figlia della zia Lidia. Anna aveva la mia stessa età e aveva fatto i miei stessi studi.
- Dettagli
- Di Adamo Calabrese
Tali e quali le illustrazioni della Enciclopedia del nonno Siro. Alteri sui loro altissimi cammelli.
- Dettagli
- Di Adamo Calabrese
L’Arcangelo Gabriele e la cornacchia sono davanti alla porta del nonno. Bussano. Tutto zitto. Eppure il lumino è acceso dietro la finestra. Bussano ancora. Nessuna risposta.
- Dettagli
- Di Adamo Calabrese
Rosetta deve occuparsi di far stampare e affiggere sui muri della città il manifesto funebre con l’elogio del defunto e il dove e il quando si sarebbero svolte le esequie, possibilmente nell’aula magna del Ginnasio
- Dettagli
- Di Adamo Calabrese
È una bella giornata, fredda ma limpida. Nella piazza la fontana zampillante è piena di pesci rossi. E’ la piazza della stazione. Nella stazione c’è un pappagallo che mi saluta
- Dettagli
- Di Adamo Calabrese
E nei corridoi orchestrine di violini a suonare orientali zingaresche. Finché non era accaduto l’irreparabile. Il sottufficiale, marito di Celeste, aveva scritto una seconda cartolina dall’Affrica: “Ti aspetto a Tripoli.”
- Dettagli
- Di Adamo Calabrese
“Dimmi la verità” ma lei non dice il vero e io capisco che da lei fa freddo, molto freddo.
- Dettagli
- Di Adamo Calabrese
Altri passi su per la scala. Tobia cade in ginocchio davanti ai nonni, ai bisnonni, agli avoli. C’è anche l’insegnante di latino, c’è anche il suo compagno di banco bocciato all’esame di stato.
- Dettagli
- Di Adamo Calabrese
La nebbia avanza oscurando la blanda luce del cielo. Nelle case del mondo i vecchi sfogliano libri squinternati senza più ardire di leggere.
- Dettagli
- Di Adamo Calabrese
Agamennone aveva decretato che fosse strappato ogni legame amorevole tra i troiani maschi da una parte, destinati alle isole dei Lotofagi, e le troiane destinate alla reggia di Sparta