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A che punto è l’atto di recesso di Nuova Villa Reale Monza?
Ad aprile scade l’ultimatum lanciato dal concessionario del corpo centrale della Villa Reale di Monza, la società Nuova Villa Reale S.p.a., guidata dall’imprenditore Attilio Navarra, al Consorzio per rescindere in anticipo il contratto di concessione per il recupero e la valorizzazione del corpo centrale della Villa Reale.
Il contratto tra Nuova Villa Reale S.p.a. e Consorzio Villa Reale e Parco di Monza era stato sottoscritto il 7 luglio 2011 e avrebbe dovuto scadere nel 2033.
Il concessionario lamenta la mancata risposta del Consorzio alla richiesta di revisione del Piano Economico Finanziario e chiede il versamento, entro 120 giorni dalla notifica dell’atto di recesso, ossia entro il 2 aprile, di 8milioni e 307mila euro come “somme dovute” per penali, copertura costi e recupero dell’investimento.
Questa situazione che decreta il fallimento ampiamente previsto e denunciato del modello pubblico-privato con cui si è proceduto, tramite bando, al restauro e all’affidamento in gestione del corpo centrale della Villa Reale, rischia di costare alla collettività la cifra ingente di 8.307.370 euro e, soprattutto, la totale incertezza sul futuro della Villa.
Dando voce alle legittime preoccupazioni dei cittadini, chiediamo al Sindaco, Dario Allevi, Presidente del Consorzio, di voler rendere noto cosa si sta facendo per scongiurare che siano i cittadini a dover pagare per gli errori di gestione e programmazione del privato ed evitare l’abbandono della Villa Reale a un destino infausto, facendo in modo che il Consorzio si assuma i compiti di guida e sorveglianza che gli competono da Statuto.
I portavoce
Bianca Montrasio
Roberto D’Achille
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SAN FRUTTUOSO: LO SVILUPPO EDILIZIO IN ALTEZZA NON CI REGALA UN BEL NIENTE
Nel corso delle ultime due settimane la stampa locale ha riportato alla ribalta il progetto di riqualificazione dell’area di Via Ticino immaginato dall’amministrazione Allevi nell’ambito delle varianti al Pgt per la parte riguardante il quartiere San Fruttuoso.
Come ogni progetto di recupero e di rigenerazione di aree degradate, si tratta di un’opera rilevante per le sue ricadute sul quartiere e sulla qualità della vita degli abitanti, oltre che sull’intera fisionomia del territorio. Proprio per la loro natura e per la loro portata, interventi di questo tipo non possono essere affrontati senza un confronto e una concertazione con la cittadinanza. Questo il principio che la Consulta di Quartiere ha sempre rivendicato sin dalle prime esternazioni sul progetto fatte da Martina Sassoli, assessore alla partita, avvenute tutte rigorosamente ed esclusivamente a mezzo stampa. Ancora oggi, dopo ben due anni di proclami sull’iniziativa, nonostante i ripetuti solleciti e inviti a discutere la questione di concerto con la Consulta, organo di rappresentanza dei cittadini, questa giunta annuncia a mezzo stampa di aver approvato una proposta di variante al Pgt incentrata sulla edificazione di un manufatto che, dai dieci piani di altezza massimi consentiti, passa addirittura a venti e che nulla ha a che vedere con il contesto ambientale, paesaggistico e urbanistico esistente, essendo finalizzato unicamente alla massimizzazione dei profitti per il privato e ricalcando una logica che vediamo applicata anche nel resto della città, ovvero il privilegio degli interessi di pochi rispetto all’interesse generale. Con circa 7.000 alloggi vuoti, ai quartieri, alla città, servono nuove case?
Nel corso della giunta itinerante (giugno 2018) la Consulta aveva espresso chiaramente quali fossero le necessità del quartiere San Fruttuoso, lamentando carenze infrastrutturali e di servizi che si sono accumulate nel corso di decenni nei quali, a fronte di una notevole espansione edilizia, non si è assistito ad un altrettanto necessario adeguamento del quartiere in termini di opere pubbliche, di tipo viabilistico, di tipo aggregativo e culturale in primis, se pensiamo che San Fruttuoso vanta il triste primato a Monza di non avere neppure una sede per il centro civico. Eppure in tutti questi decenni di sviluppo edilizio il Comune ha introitato ingenti somme derivanti dagli oneri di urbanizzazione. Dove sono finite? In che modo sono state spese e in quali zone della città, visto che il quartiere non ne ha mai beneficiato?
Il quartiere non ha un centro aggregativo, aveva un cine-teatro parrocchiale, chiuso ormai da diversi anni perché pericolante; il quartiere non ha una piazza; il quartiere non ha una biblioteca, un teatro, uno spazio polifunzionale; il quartiere ha pochissimi impianti sportivi che, pur essendo di proprietà del Comune, sono tutti gestiti in maniera privatistica; il quartiere vive ogni giorno notevoli difficoltà sul piano viabilistico, sia dal punto di vista interno che di attraversamento per chi, a dispetto del tunnel, cerca di evitare la direttrice di Viale Lombardia. Solo per citare alcune delle principali criticità.
Ora si cerca di far passare l’idea che lo sviluppo edilizio possa “regalare” qualcosa al quartiere.
La verità è che l’idea proposta dall’assessore Sassoli, di fatto, toglierebbe tanto al quartiere:
- La demolizione del più antico insediamento industriale presente in città. L’ex officina di Via Ticino è dismessa ma la struttura esterna è recuperabile, come dimostra un interessantissimo progetto di Tiziana Mori, architetto monzese che risiede e lavora a Cambridge, al quale il Cittadino di Monza ha dedicato attenzione e che la Consulta ha avuto modo di visionare.
- Il manufatto di venti piani in un’area compresa tra il Castello del Torneamento e il complesso storico del Collegio della Guastalla si porrebbe in maniera assolutamente irrispettosa del contesto circostante, non solo in termini architettonici, ma anche urbanistici e paesaggistici, in spregio alla connotazione territoriale del quartiere che conserva, per fortuna, ancora qualche preziosa testimonianza della sua identità agricola.
- Nuove edificazioni comporterebbero ulteriore incremento di traffico in un’area già pesantemente gravata da migliaia di veicoli provenienti non solo da viale Lombardia (oggi ridotto ad una sola corsia per senso di marcia), ma da tutto il circondario. La ricaduta sul quartiere in termini viabilistici sarebbe a dir poco disastrosa.
- Al peggioramento delle condizioni viabilistiche corrisponderebbe un inevitabile peggioramento della qualità dell’aria, in una zona già pesantemente caratterizzata da inquinamento atmosferico.
- Assurda la proposta di un grattacielo in un posto dove NON C’E’ esigenza abitativa ed anche vi fosse, i destinatari non sarebbero certamente le fasce più bisognose della popolazione.
- L’assessore non è chiara quando dice che la monetizzazione della riduzione di quota convenzionata verrà destinata agli alloggi comunali esistenti. Nel quartiere San Fruttuoso o in generale?
- L’assessore non è chiara circa la quantificazione delle metrature a disposizione per la realizzazione delle opere pubbliche che verrebbero realizzate, non chiarendo i motivi che spingono a realizzare proprio su quell’area il palazzetto per l’hockey menzionato, quando da anni i cittadini chiedono altro.
- Discutibile la realizzazione di ben due strutture commerciali di media distribuzione in una zona già abbondantemente servita e dove il commercio di prossimità da anni fatica a resistere.
Ma al di là del progetto, ciò che sconforta e offende è che in questi anni la Consulta ha registrato la più totale indifferenza da parte di chi governa la città, pur essendosi sempre dimostrata attiva, propositiva e attenta alla tutela dell’interesse generale del quartiere. Una Consulta che crede nel valore della partecipazione e che, nonostante le porte in faccia, è fermamente convinta che l’amministrazione condivisa del bene pubblico sia l’unica via per raggiungere un punto di equilibrio in grado di garantire il bene di tutte le parti in gioco, senza sbilanciamenti verso l’interesse di pochi. Una Consulta che richiama questa amministrazione ad applicare quegli stessi principi di partecipazione e di cittadinanza attiva che sono stati oggetto di un recente convegno nel quale si è molto parlato di partecipazione e si sono firmati patti di cittadinanza su progetti, a onor del vero, del tutto marginali per la città. Perché sulle questioni nevralgiche, sugli investimenti e sui progetti urbanistici a lungo termine, il cittadino viene sistematicamente tagliato fuori. Tant’è che al tavolo istituito per la variante al Pgt le Consulte non sono state invitate. Questo modo di agire è profondamente irrispettoso e controproducente perché mette a repentaglio il rapporto di fiducia tra cittadino e amministrazione.
La Consulta si auspica che chi governa la città rifletta seriamente, facendo appello al senso di responsabilità di ciascun membro, sia della giunta che dei singoli gruppi consiliari: il momento di estrema gravità determinato dalla pandemia in corso vi aiuti, ci aiuti, a riportare al centro il valore della vita delle persone che non può continuare ad essere assoggettato a logiche speculative ed unicamente economiche.
I Coordinatori della Consulta San Fruttuoso
Giustina D’Addario
Massimo Arosio
Daniela Colombo
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Riqualificazione di Piazza Libertà e del Centro Storico, approvato il progetto di fattibilità tecnico-economica
Un Centro storico più attrattivo e funzionale, nel quale siano valorizzate le specificità che caratterizzano la Città di Lissone ma dove vi sia un potenziamento dei servizi e la creazione di un’immagine unitaria e definita.
La Giunta Comunale ha approvato il progetto di fattibilità della riqualificazione degli spazi centrali della città, dando così seguito all’esito del concorso di idee indetto nel 2019 che aveva visto vincitore il progetto “Agorà in Libertà”, presentato dagli architetti Stefano Moscatelli, Giorgio Arosio, Alessio Brambilla, Barbara Cavalieri e Matteo Moscatelli. Al raggruppamento di professionisti è stato affidato anche l’incarico di progettazione, direzione lavori e coordinamento della sicurezza.
La riorganizzazione degli spazi della piazza prevede un nuovo arredo urbano, nel rispetto dei canoni stilistici e architettonici degli insediamenti presenti, e il miglioramento della qualità e quantità dell’impianto illuminotecnico pubblico di piazza Libertà. Attrattività e funzionalità saranno anche i pilastri per costruire un Centro commerciale naturale, che valorizzi le realtà commerciali già presenti all’interno delle strutture urbane consolidate.
“Il valore della riqualificazione non sarà prettamente estetico, ma avrà una dimensione sociale, aggregativa, ludica e commerciale - spiega Concettina Monguzzi, sindaco di Lissone - il progetto pensa a una piazza per tutti, ma anche a una piazza per ciascuno. Un luogo dove ci si possa ritrovare tutti insieme, ma anche dove tutte le singole possibili utenze siano considerate”.
Il progetto, già sottoposto alla valutazione della Commissione Tecnica e al giudizio della cittadinanza (in entrambi i casi, risultato il vincitore fra quelli in concorso) è stato oggetto di una presentazione intermedia propedeutica alla stesura definitiva del progetto di fattibilità alle commissioni consiliari “Territorio”, “Economia” e “Cultura”, che hanno avanzato osservazioni e richieste di modifica. Il progetto è stato anche condiviso, a metà dicembre, con il Distretto Urbano del Commercio (DUC) e con le Associazioni culturali del territorio, proprio per favorire l’emergere di suggerimenti e proposte da integrare nel progetto.
Il progetto di fattibilità, infatti, prevede ulteriori opere non previste dal progetto di concorso e in particolare:
- la sostituzione e integrazione dei corpi illuminanti della piazza e dell’area limitrofa, che avranno l’obiettivo di favorire la valorizzazione di Palazzo Terragni e degli spazi di ingresso all’area centrale
- la realizzazione dell’ascensore per il collegamento del parcheggio interrato, finalizzata all’abbattimento delle barriere architettoniche;
- le opere aggiuntive di pavimentazione e sistemazione urbana lungo l’asse est-ovest.
L’importo complessivo stimato dei lavori è di 1 milione e 120mila euro.
“Serve pensare a una Piazza vivibile in tutte le ore del giorno, ma anche in tutte le stagioni dell’anno - conclude il Sindaco Monguzzi - occorre quindi valutare tutti gli aspetti legati alla flessibilità dello spazio, alla tematizzazione delle aree, alla presenza di specifiche attrezzature che possano favorire la permanenza nell’area cruciale della nostra città”.
Lissone, 13 Marzo 2020
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ANCORA COSTRUZIONI IN VIA GALLARANA, GLI IMMOBILIARISTI NON SI FERMANO!
C'è posta per il Comune di Monza, e arriva dagli immobiliaristi: è stata esaminata dagli uffici una richiesta di autorizzare nuove costruzioni (Comparto 6), proprio sul prato tra le vie Gallarana, Bosisio e Aguggiari, già interessata da un Piano di Lottizzazione (PL) che porterà alla costruzione di 10 palazzi, di 5 e 7 piani. Su quest’area, una volta verde, in questi giorni stanno proseguendo i lavori per i nuovi palazzi e la nuova strada; il cantiere ha anche sconvolto la vita della colonia felina di via Aguggiari.
I lavori procedono nonostante l’opposizione dei residenti, che hanno depositato in Comune una petizione per fermare la cementificazione, firmata da più di 250 abitanti del quartiere. Malgrado tutto questo, i proprietari di un terreno incluso nell'area, che al momento non è interessato dal PL e dai lavori, chiedono di poter costruire altri edifici residenziali. Sembra incredibile, invece è vero.
Il piano presentato dai costruttori ha volumetrie e altezze superiori a quelle consentite dal PGT vigente, quindi l’Amministrazione, con la recente delibera n. 30 del 3 marzo, ha chiesto di ridurle. Questo permetterebbe però di approvare il nuovo PA senza derogare al PGT (cosa che, invece, richiederebbe un procedimento più lungo e complesso).
Ma il problema è un altro. Il quartiere Libertà si sta trasformando e continuano a sorgere costruzioni, spesso case, senza servizi e soprattutto su aree verdi. Anche rispettando i limiti, qualsiasi edificio in più in quella zona (e in generale a Monza) è troppo! Basti vedere l'eccesso di nuovi stabili che stanno sorgendo nella nostra città, quando ancora ci sono numerosi edifici abbandonati e aree dismesse. I palazzi previsti nella zona di via Gallarana sono troppi, tutti a discapito del verde. È a questo che l'Amministrazione dovrebbe opporsi, e dovrebbe anzi cogliere l’occasione per rivedere le criticità del PL (quelle legate all’eccesso di costruzioni, alla viabilità e alla scarsa salvaguardia del verde e della fauna) che già abbiamo segnalato con la petizione.
Chiediamo che, nell’ambito del procedimento per il rilascio dei nuovi permessi a costruire, si effettui una valutazione degli impatti ambientali e paesaggistici del progetto (proprio lì passava la Roggia, per l'appunto, della Gallarana) che permetta di bloccare ulteriori edifici. Questo potrebbe consentire all'Amministrazione, qualora lo voglia realmente fare, di fermare l'ingordigia dei costruttori e l’“accanimento edificatorio” su questa zona!
Il Comitato Gallarana
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Petizione “Salviamo l’area del Buon Pastore”
Ieri (11/3) è stata inviata via PEC all’Ufficio Protocollo del Comune di Monza la petizione “Salviamo l’area del Buon Pastore” sottoscritta da 412 cittadini monzesi, ai sensi dell’art. 97 dello Statuto del Comune di Monza e dell’art. 14 del Regolamento per la disciplina degli istituti di partecipazione. Si attende quindi la risposta entro 30 giorni, ai sensi dell’art. 18 del Regolamento stesso.
L’oggetto della petizione è il seguente:
A Monza, l’area storico monumentale e naturalistica tra via Pelletier e via Cavallotti sarà oggetto a breve di edificazione. La parte storico monumentale sarà restaurata secondo i canoni artistici ed a fianco verranno costruite palazzine di altezze superiori alla Villa Settecentesca (Villa Angela) in variante al PGT vigente. La chiesa panottica verrebbe restaurata e, secondo le linee guida del Comune illustrate nella delibera della Giunta Comunale n. 81 del, 2019, destinata all’ennesimo centro commerciale, in totale contrasto con il D. lgs del 22/01/2004 n.42 (art. 20, comma1 – Interventi vietati). Quest’ultimo prevede che “i beni culturali non possono essere adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico …”.
La superficie del Buon Pastore presenta un’area verde molto ampia, l’unica ricca di alberi di alto fusto adiacente al centro storico di Monza.
Nel rispetto della proprietà privata che ha acquistato quest’area con il vincolo completo della Soprintendenza, con le prescrizioni del PGT attuale di non edificare al di sopra di certe altezze e di rispettare l’obbligo per i beni culturali/paesaggistici previsto dal Decreto summenzionato e dalla sentenza del Tar di Milano n°00444/2018 pubblicata il 15/02/2018, richiediamo che questa zona storico monumentale e verde, alla quale molti cittadini monzesi sono affezionati , venga rispettata nella sua interezza secondo le norme vigenti.
Come si evince dal testo, la petizione ha lo scopo di richiamare l’attenzione dell’Amministrazione del Comune di Monza sul Piano di Intervento Integrato sull’area del Buon Pastore approvato in via preliminare dalla Giunta Allevi con delibera n° 81 del 26 marzo 2019.
Il P.I.I. prevede (come da nostro accesso agli atti – P.G. 123352 del 08/07/2019)
- la realizzazione di 4 palazzi rispettivamente di 5, 9, 9 e 10 piani e la ristrutturazione della settecentesca Villa Angela ad uso abitativo per un totale complessivo di 239 alloggi.
- la realizzazione di 355 box inglobando l’esistente parcheggio pubblico sotterraneo con accesso da via Pelletier e da via Cavallotti.
- la ristrutturazione della Chiesa panottica destinata ad ospitare una Media Struttura di Vendita (supermercato).
- la realizzazione, a supporto della media struttura di Vendita, di un parcheggio sotterraneo per 56 auto con accesso sempre da via Pelletier antistante l’entrata dell’Istituto scolastico Mosè Bianchi
- l’abbattimento, in netto contrasto con i vincoli posti dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio su tutta l’area del Buon Pastore riaffermati con sentenza del TAR del 30 gennaio 2018, dell’edificio esistente lungo la via Pelletier un tempo utilizzato come sede di aule scolastiche e l’abbattimento dell’edificio esistente lungo via Cavallotti che incorpora l’ingresso al complesso del Buon Pastore.
- l’abbattimento di alberi secolari di alto fusto e di efficace assorbimento del CO2 e la sostituzione con pioppi ed alberi da frutto, mutando irrimediabilmente la fisionomia del parco che è un vero piccolo bosco le cui piante sono in buon stato vegetativo.
La realizzazione delle opere disciplinate dal P.I.I., per il quale l’avvio del procedimento di assoggettabilità a VAS è stato è stato formalizzato in data 28/05/2019 con delibera GC n° 127, produrrà una serie di esternalità negative, generate principalmente dall’elevato numero di alloggi previsto. Un elevato numero di alloggi e quindi di abitanti comporta un incremento del traffico veicolare e dell’inquinamento ambientale.
Recentemente (novembre 2019) in un articolo pubblicato sul giornale “Il Cittadino” il Soprintendente Luca Rinaldi, prima di lasciare il suo incarico a Milano, dichiara di aver esaminato un nuovo progetto per l’area del Buon Pastore, caratterizzato da 3 edifici, ma sottolinea che le altezze di questi ultimi non potranno superare i 6 piani e che le volumetrie non potranno essere superiori ai limiti esistenti. Da ciò si evince che se da un lato il P.I.I. approvato in via preliminare con Delibera GC n° 81/2019 potrebbe essere superato, dall’altro la Proprietà, risulta, stia proponendo un progetto che pur maggiormente rispettoso dei dettami della Soprintendenza persiste nell’edificare un elevato numero di alloggi (l’altezza proposta per i 3 nuovi edifici è di 9,10 e 12 piani) e quindi, se realizzato, produrrebbe le stesse negatività del precedente P.I.I.
In ragione della maggiore sensibilità della popolazione alle problematiche ambientali e climatiche ed alla salvaguardia del verde, tenuto conto dei vincoli storico-artistici dell’area, si richiede all’Amministrazione di intervenire, con le modalità da essa ritenute più idonee, per assicurare che la rielaborazione del P.I.I. tenga conto delle richieste di una minore cementificazione, di protezione del bosco e di una diversa destinazione d’uso degli edifici storici e della chiesa panottica.
In tal modo l’Amministrazione garantirà la tutela degli interessi degli abitanti attuali e futuri del quartiere e della Città in generale.
Il Comitato Buon Pastore
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Il Cammino di Sant’Agostino ora percorribile anche in tour virtuale
E' ormai imminente l’arrivo della primavera, ma per gli appassionati dei cammini lenti la possibilità di percorrere un Cammino italiano o europeo è purtroppo al momento compromessa se non preclusa, a causa delle recenti disposizioni di sicurezza emanate dal Governo.Per accontentare chi volesse compiere un’esperienza di cammino e attualmente non può farlo, essendo vincolato alla propria residenza, l’Associazione Cammino di Sant'Agostino ha messo a disposizione in rete un dettagliato tour visivo - ovviamente solo virtuale, ma di eccellente qualità grafica - che permette di percorrere “a volo d’uccello” questo Cammino, dedicato al Santo della Grazia: 620 km da Monza a Pavia a visitare i luoghi agostiniani e 50 Santuari mariani lombardi, più ulteriori 150 km da Pavia a Genova (o viceversa) lungo l’antica Via del Sale.E' dunque possibile percorrere lo spettacolare Cammino agostiniano anche da casa, da computer o cellulare, ammirandolo in volo per tutto il suo svolgimento col sottofondo di musiche celeberrime. Non sarà forse come camminarlo realmente, ma è almeno una prima intrigante anticipazione "dal divano", che consente di percorrere questo pellegrinaggio tra Lombardia, Piemonte e Liguria senza neppure uscire dalla porta di casa.Nel seguito i link ai video per tutte le 26 giornate lombarde e le ulteriori 10 giornate a piedi tra Lombardia, Piemonte e Liguria del Cammino di Sant'Agostino. Auguriamo a tutti un buon cammino - per il momento solo visivamente - in attesa di poterlo quanto prima camminare su sentieri veri e con le proprie gambe.
Giornate 1-5: da Monza a Monguzzo
Giornate 6-10: da Monguzzo a Bevera di Barzago
Giornate 11-15: da Bevera di Barzago a Monza
Giornate 16-19: da Monza a Milano per Busto Arsizio
Giornate 20-23: da Milano a Monza per Caravaggio
Giornate 24-26: da Monza a Pavia, per Milano
Giornate 27-36: da Pavia a Genova (o viceversa) lungo la Via del Sale
Associazione Cammino di Sant'Agostino
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PERCHE’ MONZA NON È NEL PARCO LOCALE DI INTERESSE SOVRACOMUNALE (PLIS) GRUBRIA?
Lunedì 3 Febbraio il nuovo PLIS GruBria ha iniziato a muovere i nuovi primi passi. I comuni consociati e le associazioni presenti sul territorio si sono incontrate per valutare le possibili iniziative da porre in campo. L’obiettivo è quello di rendere partecipi i cittadini per la valorizzazione e la salvaguardia di questo Parco.
Nato nel Maggio del 2019, dall’unione del Parco del Grugnotorto-Villoresi con quello della Brianza Centrale, rappresenta un importante tassello per la salvaguardia dei territori liberi dalla cementificazione, per la realizzazione dei corridoi ecologici e di un sistema verde a nord di Milano.
Dieci i Comuni consorziati (Bovisio Masciago, Cinisello Balsamo, Cusano Milanino, Desio, Lissone, Muggiò, Nova Milanese, Paderno Dugnano, Seregno, Varedo) con 2.063 ettari di terreno vincolato (verde-agricolo) per oltre 350.000 abitanti, sono i numeri del nuovo Parco. A questi numeri mancano quelli di Monza, che non risulta tra i Comuni consorziati.
Eppure il 24 ottobre 2016 il Consiglio Comunale di Monza con delibera n. 77 aveva approvato l’adesione al Parco del Grugnotorto-Villoresi con l’inserimento di 218 ettari di aree libere; decisione avallata, il 9 marzo 2017 dal Presidente della Provincia di Monza e Brianza. Ma questa disponibilità da parte del Comune di Monza non è stata resa effettiva nella stipula della convenzione con l’Ente parco.
Incomprensibilmente l’Amministrazione Comunale di Monza dal 2017 non ha mai, né versato al Plis Grugnotorto-Villoresi le quote previste con l'adesione, né condiviso il successivo processo che ha portato alla nascita del nuovo Plis Grubria che raccoglie l'importante eredità ecologica e di protezione delle poche aree libere del nord Milano e della Brianza Centrale.
La delibera di adesione non è però mai stata ritirata anche se, a Febbraio 2018, la Giunta Allevi aveva annunciato di voler uscire dal PLIS Grugnotorto-Villoresi, ente sovraccomunale che è peraltro in fase di liquidazione e non appena avrà terminato i lavori, verrà ufficialmente chiuso.
Sembra quasi che il Comune di Monza stia attendendo la chiusura ufficiale del PLIS Grugnotorto-Villoresi, in maniera tale che, questo passaggio formale, eviti alla Giunta in carica lo scomodo e impopolare gesto politico di negare quanto già approvato dal Consiglio comunale, riconsegnando le aree (verdi e agricole) coinvolte ad un futuro incerto.
Non si può escludere che potrebbero verificarsi interventi di cementificazione (come il deposito della linea metropolitana M5 previsto nel relativo studio di fattibilità), all’interno della Provincia MB, che è bene ricordarlo, è capolista nella triste classifica delle province d’Italia con il più alto indice di consumo di suolo.
Per tutti i motivi sopra esposti, chiediamo all’Amministrazione comunale di Monza di procedere con tutti gli atti necessari per l’adesione al nuovo PLIS GruBria, con l’aggregazione del territorio libero in precedenza inserito nel Parco del Grugnotorto - Villoresi.
Verrebbero così ulteriormente protette le aree verdi e agricole della Boscherona, della parte ovest di San Fruttuoso (due fasce di spazi aperti), e quelle del Casignolo (a sud di viale Campania).
Firma la petizione online: https://www.change.org/p/coordinamento-ambientalista-osservatorio-ptcp-di-mb-monza-deve-aderire-al-parco-grugnotoro-villoresi-e-brianza-centrale-grubria
Il Coordinamento di Associazioni e Comitati di Monza
Legambiente Circolo di Monza, CCR Gruppo ambiente e territorio, Comitato Parco di Monza A. Cederna, Comitato Bastacemento, Comitato via Boito-Monteverdi, Comitato via della Blandoria, Comitato Triante, Comitato quartiere S. Albino, Comitato quartiere San Donato, Comitato quartiere San Carlo e San Giuseppe, Comitato Buon Pastore, Comitato Gallarana.
Il Coordinamento ambientalista Osservatorio PTCP di MB
Comitato ampliamento parco Brianza Centrale, Comitato Parco Regionale Groane-Brughiera, Legambiente circolo di Monza, Legambiente circolo di Desio, Legambiente circolo di Seregno, Legambiente circolo Laura Conti Seveso, Un Parco per Bernareggio, WWF Lombardia, WWF Insubria, Associazione Culturale Brianze, Sinistra e Ambiente Meda, Impulsi - Sostenibilità e Solidarietà (gruppo promotore adesione di Meda al GruBria).
Monza, 6 marzo 2020
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Partita la raccolta fondi straordinaria a sostegno dei familiari di Saliou Diouf, operaio morto lo scorso 29 febbraio
È partita, su iniziativa della RSU della Zincol Lombarda e di altre RSU di aziende metalmeccaniche brianzole, la raccolta fondi straordinaria a sostegno dei familiari di Saliou Diouf, operaio di 44 anni tragicamente deceduto sul posto di lavoro lo scorso 29 febbraio.
“Siamo ancora scossi di quanto è avvenuto sabato scorso – dice Gennaro D’Andrea delegato sindacale della RSU della Zincol – e la migliore risposta che adesso possiamo dare in memoria di Saliou è quella di stare vicini alla sua famiglia, alla moglie ed ai suoi quattro figli”.
“Tutti noi colleghi di Saliou – prosegue D’Andrea – doniamo alla sua famiglia una nostra giornata di retribuzione. Siamo sicuri che anche altri lavoratori di altre aziende sapranno fare, nel limite delle loro possibilità, altrettanto”.
“Di fronte a questa immensa disgrazia – afferma Pietro Occhiuto, Segretario Generale della Fiom Cgil Brianza – rincuora il fatto che si sia messa in moto immediatamente la solidarietà delle lavoratrici e dei lavoratori. Il grande cuore operaio fa quadrato attorno alla famiglia di Saliou che oggi ha un forte bisogno di vicinanza”.
Al fine di agevolare la raccolta di fondi è stato aperto dalla RSU della Zincol Lombarda un conto corrente bancario intestato al delegato Rsu Gennaro D’Andrea presso la Banca Unicredit, codice IBAN IT96O 02008 32974 001575418849, e chiunque volesse partecipare alla raccolta fondi può fare un bonifico scrivendo nella causale “Donazione a favore dei familiari di Saliou Diouf”
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7 PARTECIPANTI AL BANDO PER L’AFFIDAMENTO DELL’INCARICO DI REDAZIONE DEL MASTERPLAN – PIANO STRATEGICO PER LA VALORIZZAZIONE DEL COMPLESSO MONUMENTALE VILLA REALE E PARCO DI MONZA
Scaduti i termini per la presentazione delle candidature per l’affidamento dell’incarico di redazione del Masterplan – Piano strategico per la valorizzazione del complesso monumentale Villa Reale e Parco di Monza. Sette i raggruppamenti che hanno presentato domanda di partecipazione. A breve si verificheranno i documenti pervenuti. Verrà nominata un'apposita commissione che valuterà le proposte di partecipazione dei team di professionisti di grande rilievo. Lo stesso dovrà formulare le proposte per definire le strategie, i progetti e le azioni volte alla valorizzazione sostenibile del complesso monumentale della Villa Reale e del Parco di Monza, facendo convivere l’aspetto ambientale, ovvero la conservazione del patrimonio naturalistico e paesistico, quello storico-culturale, per la promozione culturale e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico, e quello economico, individuando le modalità di gestione delle strutture che ne garantiscano la sostenibilità economica.
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Consegnate oggi in Comune 265 firme per salvare il “Parco della Gallarana”
Sono state depositate oggi in Comune le 265 firme raccolte a sostegno della petizione che chiede la revisione del Piano di Lottizzazione “via Bosisio - via Gallarana - via Aguggiari”, che prevede la realizzazione di 10 palazzine di 5 e 7 piani, per una volumetria di circa 30.000 metri cubi, di parcheggi e di una strada su quella che al momento è un'area verde. Secondo quanto previsto dai progetti, quello che oggi è un prato sarà per la maggior parte ricoperto dal cemento: la superficie verde infatti si ridurrà da 40.000 mila mq a 14.000 mq.
L’estate scorsa, la Consulta del quartiere Libertà si era attivata chiedendo di cambiare il piano: la proposta avrebbe permesso di salvare il bosco di via Aguggiari, rifugio della fauna locale e sede di una colonia di gatti riconosciuta dal Comune, senza modificare le volumetrie previste dai progetti. Tuttavia, la proprietà si era opposta a questa soluzione, e ha iniziato ad aprire il cantiere per alcuni preliminari lavori di urbanizzazione.
I cittadini non si sono fermati, hanno raccolto le firme e chiesto nuovamente all’Amministrazione di intervenire in difesa dell’area verde. La petizione ha avuto un forte sostegno soprattutto da parte dei residenti del quartiere, che hanno attivato una vasta campagna porta a porta, ma anche dei comitati ambientalisti, da sempre impegnati su questo fronte.
“Quello che chiediamo – dicono i promotori – è che si agisca il prima possibile per salvaguardare quest’area libera del quartiere, per evitare un’inutile cementificazione, tanto più grave perché interessa una grande superficie attualmente verde. Il nostro primo interesse è la tutela del prato e del bosco: perché tagliare degli alberi che già ci sono e spendere poi i soldi dei cittadini per nuove piantumazioni, come promesso dall’Amministrazione? Le nuove piante impiegheranno decenni per arrivare al livello di quelle attualmente esistenti. Inoltre, la città di Monza non si può permettere un consumo di suolo così elevato, per di più a favore di edilizia residenziale: in ogni quartiere ci sono cantieri aperti per costruire nuovi palazzi. Otterremo solo inquinamento, traffico, e appartamenti vuoti.”
“La situazione del quartiere – aggiungono – è già compromessa dal fatto che, a pochi metri dall’area, sono in corso i lavori per costruzione delle 2 torri (11-12 piani) sull’area ex IMA di via Messa (le cosiddette torri di S. Ambrogio). Sommando agli appartamenti in costruzione in via Gallarana quelli sull’area ex IMA si possono ipotizzare circa 250 nuovi appartamenti nel quartiere, con un incremento di popolazione del quartiere stimabile in circa 700 nuovi abitanti, con almeno 500 auto in più che circoleranno. Le modifiche alla viabilità previste non sono che un misero palliativo per una mobilità cittadina sempre più intasata. In più, negli anni dal 2009 al 2019, Monza ha sempre superato la soglia annuale delle concentrazioni di PM10 prevista dalla normativa. Nel 2020 la situazione non sembra affatto migliorata: per ben due volte, dal 14 al 21 gennaio e dal 28 gennaio al 1° febbraio, si è già ricorsi alle misure temporanee di 1° livello. Insomma, siamo una città inquinata: occorre preservare le aree verdi che ancora rimangono nei nostri quartieri. Le aree verdi svolgono un concreto ruolo di protezione contro il fenomeno delle “isole di calore”, che assilla i centri urbani nei mesi estivi.”
I promotori precisano che rimangono in attesa di una risposta: secondo il Regolamento Comunale, l'Amministrazione è tenuta a rispondere trenta giorni dalla data di consegna delle firme. “L’attesa dei cittadini è giustificata – concludono – anche dal fatto che le nostre richieste non sono poi così distanti dalle promesse fatte dalla Giunta, che ha aderito al manifesto «Green City Network»”. L’adesione è stata votata in data 30 luglio 2019, e tra i suoi punti programmatici c’è l’attuazione di soluzioni basate sulla natura e che consentano di affrontare le ondate e le isole di calore. E' tempo che alle parole seguano i fatti.”