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In relazione alla nostra mobilitazione, come cittadini e residenti nell’area di intervento denominata Ex-Feltrificio Scotti, ci interessa sottolineare le caratteristiche salienti del territorio in oggetto e alcuni dati oggettivi che si possono rilevare nei documenti pubblicati sul sito del Comune di Monza.
Con riferimento al testo della nostra petizione (link: http://chng.it/mhMz7ZX9rq ) che ha raccolto in pochi giorni 1.600 adesioni, a metà dello storico Vialone Cesare Battisti (pressoché unico in Italia, non un semplice “viale”), appena dietro le alberature, spunteranno tre “ecomostri” di oltre 30 metri di altezza. Ciò in totale disarmonia con la zona più nobile di Monza e con la sua immagine, iconica, della Villa Reale sul fondo del Vialone. Vialone Cesare Battisti, vincolato con Decreto ministeriale del 1965, è parte fondamentale della storia di Monza e ne verrebbe completamente snaturato il suo significato oltre che la sua forma e la visione prospettica di collegamento ideale con Vienna secondo i disegni originali del Canonica. L’area storica ex Scotti sta per essere cancellata per sempre anche nell’ultimo simbolo di archeologia industriale rappresentato dalla sua ciminiera di mattoni rossi. Ciminiera che, secondo una precedente perizia, avrebbe semplicemente dovuto essere portata a rispetto delle norme antisismiche. Ora se ne prevede invece la demolizione in spregio alla conclamata tendenza virtuosa dell’utilizzo più rispettoso delle aree dimesse e della storia, anche industriale, della città.
INQUADRAMENTO TERRITORIALE e STORICO
Come scritto anche nel Rapporto preliminare pubblicato “Viale Cesare Battisti rappresenta un esempio di elevato valore paesaggistico e vedutistico, esempio risalente ai primi anni dell’800 che ha conferito ordine spaziale e carattere di respiro europeo al complesso della Villa Reale e del Parco, spingendosi fino al territorio circostante collegando la città all’asse viabilistico verso Milano. Anche le opere pubbliche compiute al contorno, come la linea ferrata per Como, realizzata con un passante ferroviario interrato, avveniristico per l’epoca, e la fermata del Re, realizzata sul Viale Battisti, rafforzano il carattere e l’importanza storica e sociale di tutta l’area. Per molti anni qui si sono attestati complessi significativi, laici e religiosi, per servizi, prestigiosi e ricchi di aree verdi a parco, ma anche produttivi e per residenza. Come noto, l’area è compresa tra il viale Cesare Battisti, il complesso della Chiesa del Carmelo, la retrostante via Scarlatti e la via Donizetti. Una posizione quindi centrale al Grande Viale, tra la Villa e il “Rondò dei Pini, partecipe di un insieme complesso che già vede presenti importanti destinazioni complementari al sistema indotto nel passato e nel futuro dalla Villa e dal Parco. In questo sistema si presentano edifici scolastici storici per Monza (Collegio Villoresi), il luogo del regicidio con la Cappella espiatoria, complessi industriali dismessi che inducono per il futuro a scelte importanti (Pastori Casanova con la previsioni della nuova Pinacoteca), complessi religiosi (Carmelo), la Stazione del Re, la Scuola d’Arte nella Villa, il centro per anziani San Pietro con le sue funzioni sociali e sanitarie, il complesso sportivo della Forti e Liberi, ville private con parco e villini d’epoca stile Margherita”. Ricordiamo che l’area è interessata sul vialone Cesare Battisti dal vincolo di tutela paesaggistica ai sensi degli art.136 e 157 del Dlgs n.42/2004, costituito da una fascia di 100 mt. dalla mezzeria del viale stesso. Sono inoltre tutelati gli edifici della ex Casa delle Aste e di Villa Azzurra con uno specifico decreto del 2014.
ALCUNI DATI
Tutto il contesto urbanistico viene contraddetto col il PII attualmente in fase di verifica di assoggettabilità a Valutazione Ambientale Strategica (VAS), totalmente peggiorativo rispetto al precedente. Si dice che con quelle altezze verrà recuperato ulteriore verde in loco. In realtà la dotazione degli standard (aree per servizi) passa dai 12.940 mq del vecchio PII a 13.066 mq di quello proposto, con una differenza di solo 126 mq (pag. 22 del Rapporto preliminare, TAB 2-3) ed a beneficio dei soli privati. Tra l’altro, vengono monetizzati 2.824 mq in più rispetto al PII precedente (Tab. 2-4, pag. 23), per cui si avranno meno aree pubbliche. Ma anche la superficie filtrante, come si evince dalla tabella 5-4 del medesimo documento (pagg. 151, 152 e 153), passerebbe dal 38,9% (P.I.I. vigente) al 39,16% della Variante di P.I.I, da 6.206 mq a 6.246 mq, con un incremento di soli 46 mq.
Con questo progetto, succede la solita logica speculativa che peraltro prevede 2 palazzoni di 10 piani, 1 di 9 più altri 4 edifici di 4, 3 e 2 piani, 30.000 metri cubi residenziali per oltre 140 abitazioni e 300 nuovi abitanti, privilegio di pochi e con un forte impatto ambientale su tutti. Una ferita al patrimonio storico culturale e paesistico della città, che ne cambierà per sempre l’immagine. Edifici ben visibili dal restaurato Belvedere della Villa Reale.
Inoltre il traffico ordinario del Vialone, già molto congestionato, subirà un ulteriore aggravio, oltre a quello sulle vie intorno. Infatti il progetto prevede che le due uscite carraie delle 142 unità abitative, siano ubicate sulla via Scarlatti, che, almeno in questa fase, rimarrà a fondo cieco, con l’immaginabile intasamento sulle intersezioni Scarlatti/Donizetti/Cesare Battisti, già attualmente in sofferenza soprattutto nelle ore di punta del mattino, durante il periodo scolastico, con il transito e parcheggio di coloro che si dirigono al Collegio Villoresi, alla Scuola Elementare Volta, in centro, a Milano etc... Si stimano dal Rapporto preliminare un centinaio di auto in più nelle ore di punta del mattino e in quelle della sera, ma probabilmente per difetto. Sono infatti previsti 155 box per i nuovi residenti.
LA RICHIESTA
Ci rivolgiamo quindi alla sensibilità dei Cittadini e di chiunque sia interessato per opporci a questo ennesimo sfregio del nostro patrimonio identitario della Città di Monza, gioiello d’Italia. CHIEDIAMO che la Giunta comunale riveda completamente il progetto, andando verso una drastica riduzione dei volumi e soprattutto delle altezze dei palazzi, prevedendo un serio piano di utilizzo dell’area che persegua un reale interesse pubblico. Ci riserviamo poi di intervenire anche nelle successive fasi del procedimento.
COMITATO RESIDENTI AREA SCOTTI
Monza, 3 luglio 2020
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In viaggio verso Libritudine: quattro appuntamenti dall’8 al 29 luglio
Quattro tappe di un percorso letterario che porrà come di consueto al centro il piacere della lettura e il fascino della curiosità dei lettori. «In viaggio verso Libritudine 2021» è il format del Festival del Libro ideato appositamente per quest’anno dall’Amministrazione Comunale di Lissone nel pieno rispetto delle disposizioni anti-contagio.
Una annata “ponte” - pronta ad accogliere gli appassionati di letteratura nel mese di luglio - in attesa di tornare a pieno regime nel 2021 con la 12esima edizione del tradizionale Festival. Saranno quindi 4 gli appuntamenti in programma, tutti con inizio il mercoledì sera alle ore 21 nel Cortile esterno della Biblioteca Civica di Piazza IV Novembre o - solo in caso di pioggia - in una delle sale posizionate al Piano Terra della struttura.
L’ingresso sarà sempre libero, ma con prenotazione obbligatoria limitata ad un massimo di 20 persone per ciascun evento. Sarà possibile prenotare telefonicamente al numero 039 7397461. Come di consueto, «In viaggio verso Libritudine» conquisterà l’attenzione di differenti target di lettori: dagli amanti del “giallo” agli appassionati di disegni e illustrazioni, dai “divoratori” dei grandi classici ai “curiosi” di ascoltare la rilettura di uno dei romanzi che ha segnato la letteratura italiana.
“In questo anno particolare in cui l’emergenza Covid-19 ha cambiato le nostre abitudini anche culturali, l’Amministrazione Comunale con questo mini-Festival e grazie al lavoro dei Bibliotecari vuole dare un segnale di continuità e di proiezione verso il prossimo anno - dichiarano il Sindaco Concettina Monguzzi e l’assessore alla Cultura Alessia Tremolada - L’intento è di offrire comunque la possibilità ai cittadini di vivere alcuni momenti di incontro e svago legati alla lettura. Non a caso è stata presa la scelta di organizzare tutti i momenti in concomitanza con le aperture serali estive, per fare della Biblioteca come negli anni passati un presidio culturale ancora più forte”.
IL PROGRAMMA DEGLI APPUNTAMENTI
8 luglio 2020
“Il nome della rosa”, come non l’avete mai ascoltato. Ivano Gobbato ci racconta con il suo personalissimo stile il romanzo di Umberto Eco. Al centro della storia sta l’amore per i libri, i quali - a modo loro, misteriosamente - dicono a chi li legge la verità. Il che è la ragione stessa del loro esistere dal momento che “il bene di un libro sta nell’essere letto: senza un occhio che lo legga, un libro reca segni che non producono concetti, e quindi è muto”.
15 luglio 2020
“I delitti di Villa Salus”, un “giallo” tutto da scoprire. Giancarlo Grilli, lissonese fondatore dell’associazione GPG Film, propone una storia noir ambientata in una struttura che ospita anziani e soggetti in riabilitazione. L’ex detective privato Kraus tenterà di risolvere un caso che ogni giorno si fa sempre più intricato fino ad arrivare a una inaspettata conclusione. Per l’autore sarà questa anche un’occasione per raccontare, con il regista Filippo Grilli, il territorio utilizzando storie tratte da film e libri.
22 luglio 2020
“Io resto a casa” è il titolo di un racconto a disegni realizzati dall’illustratrice giapponese Ayumi Kudo nel periodo del lockdown. Sensazioni e sentimenti nella poesia della vita quotidiana, narrati con semplicità e profondità dall’artista già ospite dell’edizione 2019 di Libritudine.
29 luglio 2020
“Qui comincia la lettura: indovina l’incipit”: si chiude l’edizione 2020 con un gioco a squadre che vedrà impegnati i partecipanti nel riconoscere alcuni fra i più noti romanzi italiani e stranieri semplicemente… ascoltando la lettura delle prime righe. Agli accaniti lettori che scopriranno i titoli selezionati dai Bibliotecari, saranno consegnati premi di inestimabile valore… ovvero libri, libri e libri!
Lissone, 2 Luglio 2020
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Alisei sostiene l’idea degli Stati Generali contro le mafie in Brianza: “Rafforziamo la cultura della legalità mettendoci in rete!”. Dopo Brianza SiCura e Libera, anche l’Associazione di promozione sociale auspica una nuova stagione di attivismo
L’Associazione Alisei ha deciso di aderire agli Stati Generali contro le mafie in Brianza, rispondendo positivamente alle sollecitazioni di Libera e di Brianza SiCura. È quanto emerge dall’ultima riunione del Consiglio direttivo dell’Associazione di promozione sociale che si occupa di formazione sul territorio di Monza e Brianza.
“Siamo in sintonia con la proposta di Brianza SiCura di avviare gli Stati Generali contro le mafie in Brianza, e accogliamo positivamente il richiamo di Libera Como e Libera Monza e Brianza ad attivare subito una rete che coinvolga società e istituzioni contro le mafie nel nostro territorio”, dichiarano i rappresentanti dell’Associazione Alisei.
“Da anni investiamo nella formazione delle nuove generazioni puntando moltissimo sui temi della legalità e dell’etica pubblica – spiegano –. Anche nell’edizione appena conclusa abbiamo dedicato una lezione della nostra Scuola di Formazione Politica alla conoscenza del fenomeno mafioso e, in particolare, alle ecomafie”.
“Vogliamo dichiarare sin da subito la nostra disponibilità a collaborare ad un progetto di prevenzione e contrasto alle mafie in questo territorio”, commentano da Alisei, che aggiungono: “Abbiamo bisogno di rafforzare la cultura della legalità, mettiamoci in rete!”.
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MOBILITÀ POST CORONAVIRUS: SI RIPARTE DALLE PISTE CICLABILI
Corso Milano, via Boito e via Mentana sono tre i percorsi individuati dalla Giunta per «spingere» la mobilità sostenibile
Monza, 29 giugno 2020. Monza ridisegna la mobilità nel post Covid. La Giunta, nella seduta di martedì 23 giugno, ha approvato un progetto per la realizzazione di tre «corsie ciclabili» in corso Milano, via Boito e via Mentana.
Un’opportunità per una nuova mobilità. «L’idea – spiega il Sindaco Dario Allevi – nasce dalla necessità di riservare più spazio alla cosiddetta mobilità dolce». Una decisione dettata dall’emergenza della situazione e pensata nell’ottica di evitare che i cittadini prendano la propria auto visto che i mezzi pubblici possono accogliere un numero inferiore di passeggeri rispetto a prima della pandemia a causa delle misure di sicurezza e distanza tra le persone da osservare. «È un’opportunità da cogliere – prosegue il Sindaco - per accelerare il processo di trasformazione della città. È un’occasione imperdibile per portare avanti quelle politiche sulla mobilità dolce che tanto ci stanno a cuore».
Un «network» per le due ruote. Per questo motivo l’Amministrazione Comunale ha messo a punto un piano che prevede di dedicare una corsia alle biciclette su tre importanti arterie cittadine e di creare un vero e proprio «network» per le due ruote senza introdurre troppe limitazioni al traffico. Per creare continuità con la «rete» ciclabile esistente e garantire la connessione con alcuni punti «sensibili» della città, come la stazione ferroviaria, l’ospedale, il centro storico e la futura stazione della metropolitana di Monza Bettola, sono state individuate tre strade: corso Milano – via Borgazzi per collegare il centro di Monza con il percorso ciclabile oggi in cantiere per raggiungere la futura stazione della metropolitana di Monza Bettola; via Mentana per collegare la parte est della città alla stazione ferroviaria; via Boito – via Pergolesi – via Ramazzotti per collegare il centro città con l’ospedale. Oggi a Monza abbiamo circa 40 chilometri di percorsi ciclabili, 4,2 chilometri in realizzazione e altri 40 chilometri potenziali su cui è possibile realizzare degli interventi con la sola segnaletica.
Il progetto. I tre percorsi ciclabili si trovano in un contesto urbano, cioè su strade dove la velocità massima consentita ai veicoli è di 50 km/h. Il progetto prevede, pertanto, la realizzazione delle cosiddette «corsie ciclabili», come introdotte dal Decreto Legge n. 34 del 19 maggio 2020 - noto come «Decreto Rilancio». Per questo è prevista la tracciatura di segnaletica orizzontale per complessivi 4.500 metri di strade, la posa di circa 100 «pittogrammi» con l’immagine di una bicicletta, con il conseguente adeguamento degli attraversamenti pedonali sulle strade oggetto di intervento. Il progetto prevede anche la possibilità di tracciare due «case avanzate», cioè le linee di arresto per le biciclette in posizione avanzata rispetto alla corsia di arresto per tutti gli altri veicoli. Ciò per garantire una maggiore protezione ai ciclisti. Il progetto, il cui costo è stimato tra i 16 e i 20 mila euro, è stato affidato a «Monza Mobilità».
Un altro tassello per costruire una rete di «mobilità dolce». «Le tre corsie ciclabili – spiega l’Assessore alla Mobilità Federico Arena – sono un ulteriore tassello che completa il puzzle della mobilità dolce che stiamo costruendo in questi mesi e su cui lavoriamo da prima che scoppiasse l’emergenza Covid. Abbiamo potenziato le stazioni di bike sharing, abbiamo introdotto il noleggio dei monopattini elettrici e stiamo lavorando sulla nuova ciclabile di via Aquileia via Montesanto – viale Fermi che si collegherà a quella della Brumosa. È poi in fase di realizzazione anche quella di via Borgazzi. In particolare con la corsia ciclabile di corso Milano diamo una risposta concreta ai tanti pendolari che ci chiedono alternative valide per gli spostamenti casa/lavoro: completato il progetto, infatti, i cittadini potranno raggiungere Monza Bettola dal centro in bicicletta. Le tre corsie riservate alle biciclette in corso di sviluppo sono l’occasione per sostenere la mobilità dolce, ma anche per introdurre interventi di sicurezza stradale per i pedoni».
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Dal 29 giugno al 4 luglio, un anno dopo il Brianza Pride di sabato 6 luglio 2019, si terrà il Brianza Pride 2020.
“Non potevamo rinunciare a calcare la città di Monza anche quest'anno. Nonostante il periodo di emergenza, non è assolutamente il momento di annullare o rimandare il Brianza Pride. Le persone LGBTQ+ di Monza e tutta la provincia hanno ancora bisogno di liberazione e celebrazione: molti vivono nell'oscurità e sono obbligate a spostarsi nelle metropoli vicine come Milano per essere se stesse. Questo è inaccettabile. In quanto persone LGBTQ+ siamo state anche noi colpite dalla decurtazione dei nostri legami sociali e dalla precarietà economica, fatti, però, ancora più gravi per molti membri della nostra comunità: coloro che non possono contare sull'appoggio delle famiglie perché sono stat* cacciat*, respint* o allontanat*, coloro che subiscono discriminazioni o sfruttamento sul lavoro, coloro che già vivevano forme di disagio economico, sociale e psicologico e non riescono ad alzare la propria voce all'interno di associazioni o collettivi e a beneficiare del loro sostegno non essendosi potute tenere i loro ritrovi e riunioni, coloro che svolgono lavori non protetti o non riconosciuti come il lavoro sessuale. Vogliamo inoltre sostenere e amplificare le lotte di chi subisce ogni forma di razzismo, sociale o istituzionale, soprattutto, ma non solo, le persone senza cittadinanza, i cui diritti sono fortemente limitati, dove non negati, da leggi nazionalistiche e razzializzanti. Vorremmo che il Pride fosse uno spazio sicuro anche per le persone LGBTQ+ vittime di questo razzismo.” “Questa pandemia ci ha frenato e fatto riflettere: Davanti al virus siamo solo corpi dotati di uno status di salute, ma nel privato delle nostre case o nelle nostre vite pubbliche abbiamo tutti e tutte bisogni ed esigenze diverse. Ognuno può e deve potersi esprimere a suo modo e di fronte a questa crisi sanitaria ed economica ogni differenza è ancora più acuita e escludente." “Soprattutto in questo 2020, 30 anni dopo l’istituzione della giornata mondiale contro l’omofobia e il primo anno in cui la legislatura italiana si avvicina ad approvare il primo provvedimento contro gli atti di omolesbobitransfobia in Italia, non presentarci tra le strade e le piazze della nostre città equivale ad accettare di non esistere, di essere dimenticati dalla cittadinanza e dalla politica.” Il Brianza Pride 2020 sarà spalmato su più serate: un momento musicale con la band tutta femminile Riciclette in Arci Nova il 29 giugno, una birra sociale con conferenza stampa presso Alma Birrificio, una serata di approfondimento sui migranti e rifugiati LGBTQ+ giovedì 2 luglio ad Arci Blob di Arcore. A chiudere il tutto un flashmob in città sabato 4 luglio per riempire Monza dei colori e dei segni del Pride e riportare tra le strade del corteo del 2019 di nuovo i temi e i contenuti di uguaglianza, rivendicazione e libertà.
Tutti gli aggiornamenti saranno visibili sulle nostre pagine facebook Rete Brianza Pride e Instagram @retebrianzapride.
Rete Brianza Pride è alla continua ricerca di nuove idee, spunti, progetti per la nostra provincia. E’ possibile contattare il gruppo alla mail bella@brianzapride.it o al numero 339 336 9765.
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I «BIG» DELLA DANCE MUSIC IN VILLA REALE DI MONZA
Lunedì 6 luglio dj-set in streaming dalla Reggia di Monza. Federico Arena: «Musica di qualità, sonorità all’avanguardia e una location particolare per iniziare l’estate monzese dei giovani»
Monza, 26 giugno 2020. Cinque ore ininterrotte di live streaming da un luogo simbolo della città, la Reggia di Monza, per far ballare le persone dalle proprie case. È il senso di «Intravision – Villa Reale di Monza», promosso nell’ambito del progetto #GiovaniInVilla, che sarà online lunedì 6 luglio dalle 19 a mezzanotte.
L’estate è giovane. «Una delle poche cose che non si sono interrotte durante questo periodo di “chiusura” è stata la musica. Spenta per decreto in discoteche e locali, è dilagata sui social, spiega l’Assessore con delega alle Politiche Giovanili Federico Arena. Se per ora non si può ballare in pista, di sicuro lo si può fare in salotto. Per questo abbiamo deciso di usare la tecnologia per aprire l’estate monzese dei giovani con un evento unico che mixa musica di qualità, sonorità all’avanguardia e una location particolare, perfetta per unire cultura e musica elettronica. Un’occasione unica anche per far scoprire o riscoprire la nostra Villa ai più giovani non solo monzesi, ma di tutto il mondo. #GiovaniInVilla, nato in epoca pre Covid, prevedeva un evento conclusivo in Villa che, a causa dell’emergenza Covid, è stato rimandato. I giovani, però, non si sono persi d’animo: hanno dimostrato la capacità di reinventarsi e di sperimentare formule nuove con un contest “virtuale” che libererà la loro voglia di divertimento, il loro entusiasmo e il desiderio di ascoltare musica e ballare».
Il programma. Il contest prevede la performance di musicisti e artisti internazionali – veri «big» del mondo della musica elettronica (Manuel Parravicini, Lele Sacchi, Capo Fortuna e Brina Knauss) - che si esibiranno «in serie», uno dopo l’altro. L’Avancorte della Reggia di Monza sarà trasformata in un palcoscenico luminoso grazie a particolari istallazioni artistiche e la Reggia sarà illuminata con il tricolore. L’evento sarà ripreso da tre videocamere fisse e un drone. Lo show sarà trasmesso attraverso Youtube.
Musica da condividere. «”Intravision” è nato per unire la musica al patrimonio culturale del nostro Paese, spiega Jacopo Massironi di “PicNic”, partner tecnico del progetto. Oggi i sistemi di streaming sono una risorsa importante per l’arte. I DJ Set e i Live, infatti, possono essere condivisi mai come prima d’ora».
Risorse per la ripresa. I fondi raccolti attraverso le donazioni dei partecipanti saranno devoluti al conto corrente aperto dal Comune di Monza per sostenere le famiglie colpite dall’emergenza Covid - 19. Le donazioni possono essere effettuate tramite bonifico usando le seguenti coordinate bancarie: IT46 N 05034 20408 000000009103 intestato al Comune di Monza con la causale. «Un aiuto per Monza». L’eventuale versamento gode delle detrazioni fiscali previste dalla legge.
I giovani al centro. #GiovaniInVilla è un progetto finanziato con oltre 84 mila euro dal bando regionale «Lombardia è dei giovani» per un valore complessivo di 120 mila euro. L’obiettivo è riportare i giovani al centro della scena, ridargli un ruolo da protagonisti. I partner del progetto, guidato dal Comune di Monza (ente capofila), sono: Comune di Besana in Brianza, Comune di Bovisio Masciago, Comune di Concorezzo, Comune di Lentate sul Seveso, I.P.S.S.E.C. «A. Olivetti», Liceo Artistico Statale della Reggia di Monza «Nanni Valentini», Associazione «Antonia Vita Carrobiolo» e Associazione Culturale «Liberi Svincoli».
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Lo Spi Cgil sostiene il Centro Aiuto Donne Maltrattate, 1000 euro dal sindacato pensionati. I dirigenti sindacali hanno incontrato le volontarie nella sede dell’associazione per un confronto sulla tematica
Spi Cgil Brianza e Spi Cgil Lombardia hanno donato 1.000 euro al Cadom, il Centro Aiuto Donne Maltrattate di Monza. Un aiuto che testimonia, nuovamente, la vicinanza che il sindacato dei pensionati ha nei confronti dell’associazione che si occupa di contrastare la violenza contro le donne.
“Con questo contributo vogliamo dimostrare tutto il nostro sostegno per il grande lavoro che state facendo per le donne, anche in tempo di Covid”, ha affermato Anna Bonanomi, segretaria generale dello Spi Cgil di Monza e Brianza, in occasione dell’incontro con le volontarie del centro di via Mentana. “Immaginiamo che la difficoltà per le donne maltrattate sia stata enorme in questo periodo”, ha aggiunto Bonanomi.
Le fa eco Gloria Giannessi, segretaria organizzativa dello Spi brianzolo: “Quando con il Coordinamento Donne abbiamo avanzato la proposta, sapevamo di trovare il favore di tutto lo Spi. Il problema, purtroppo, è sempre attuale”.
“Vi siamo grate per questo aiuto”, ha fatto sapere la presidente del Cadom Anna Levrero, che poi ha aggiunto: “Sono stati mesi di grande difficoltà, soprattutto quando in fase di lockdown siamo state costrette a chiudere; ma non abbiamo mai abbandonato nessuna donna e la linea telefonica è rimasta attiva”.
Una situazione inedita che ha messo a dura prova donne costrette a vivere chiuse in casa con i mariti e i figli senza possibilità di chiedere aiuto. “Non bisogna dimenticare – precisa la presidente del Cadom – che non tutte hanno gli strumenti per farsi sentire. Difatti – aggiunge – gli appuntamenti con le donne sono ripresi appena possibile”.
Ogni sostegno al Cadom è ancora più prezioso da quando l’associazione ha deciso di non sottoscrivere il protocollo di Regione Lombardia che prevede la raccolta centralizzata dei dati delle donne che si rivolgono ai centri antiviolenza, legando la presa in carico e, quindi, i finanziamenti, alla compilazione di una scheda nominativa. Un “no” che il Cadom ha condiviso con altre realtà associative e che ha l’obiettivo di tutelare l’anonimato ma che, purtroppo, è costato l’esclusione dai finanziamenti.
“Malgrado l’esclusione dagli accrediti, riusciamo a rispondere efficacemente alle richieste che ci arrivano grazie al rafforzamento delle relazioni con le associazioni e con Polizia e Carabinieri. Relazioni costruite nel tempo: siamo noi che guidiamo la formazione a tutti i soggetti che operano nella rete, si parla il nostro linguaggio”, precisa Levrero.
E le parole non possono essere casuali quando si ha a che fare con donne maltrattate, motivo per il quale l’associazione di via Mentana ha tra le sue numerose volontarie anche psicologhe e avvocate: “Quello della denuncia è un momento delicato – avverte Levrero – che va preparato con calma, perché la donna non può tornare a casa e va costruita con cura una via di fuga”.
Ma la condizione fondamentale per la salvezza sembra essere sempre la stessa: avere un lavoro. “Il tema centrale è l’autonomia economica, perché l’uomo violento tende a tagliare tutti i rapporti con l’esterno e la donna si convince di essere la responsabile di ciò che le accade”, convengono Bonanomi e Levrero nello scambio di valutazioni.
Nel 2019 il Cadom ha registrato 4700 ore di accoglienza, 1200 ore di aggiornamento per i volontari, 900 ore di attività organizzative, 600 ore di incontri sul territorio. Nel 2019 le donne italiane che si sono rivolte al Cadom sono 164, contro le 67 straniere. Per un totale di 231 donne accolte e il coinvolgimento di 357 figli.
Numeri che, alla luce delle difficoltà annunciate, potrebbero non diminuire.
Attualmente, il Cadom è aperto solo su appuntamento telefonando al numero 039.2840006, ed è raggiungibile anche attraverso il sito web https://www.google.com/url?
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AGGIORNAMENTO INIZIATIVA AAA SARDINE CERCANO SARTINE
Carissimi, vi informiamo che la nostra operazione AAA SARDINE CERCANO SARTINE si è conclusa con successo. In poco meno di due settimane abbiamo raccolto duecentododici mascherine fatte con materiali di recupero da parte di 7 fantastiche sartine da Nova Milanese, Vimercate, Limbiate, Monza e Cesano Maderno che ringraziamo di tutto cuore. Ringraziamo anche tutte le persone che hanno contribuito donando stoffe ed elastici e chi si è offerto per la distribuzione. Metà delle mascherine sono state distribuite al mercato centrale di Cesano Maderno venerdì 19 giugno e la restante metà lunedì 22 giugno al mercato sud di Desio. Insieme alle mascherine è stato consegnato un volantino su alcuni degli errori di Regione Lombardia nella gestione dell’emergenza sanitaria.
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PERCHE’ MONZA NON È NEL PARCO LOCALE DI INTERESSE SOVRACOMUNALE (PLIS) GRUBRIA?
Il Coordinamento ambientalista Osservatorio PTCP di MB e i Comitati di Monza hanno lanciato insieme una petizione online che ha raccolto più di mille adesioni. Ora tocca alla politica ascoltare la volontà dei cittadini e scegliere la tutela dell’ambiente e della salute.
La petizione chiede all’Amministrazione comunale di Monza di procedere con tutti gli atti necessari per l’adesione al nuovo PLIS GruBria, con l’aggregazione del territorio libero, in precedenza inserito nel Parco del Grugnotorto - Villoresi. Verrebbero così ulteriormente protette le aree verdi e agricole della Boscherona, della parte ovest di San Fruttuoso e quelle del Casignolo, a sud di viale Campania. Una scelta opportuna per Monza e tutto il territorio della Brianza, la provincia con il più alto consumo di suolo in Italia. Una scelta importante, soprattutto oggi, perché un parco è serbatoio di biodiversità e questa riduce la vulnerabilità alle malattie infettive.
Cos’è il GruBria?
Lunedì 3 Febbraio il nuovo PLIS GruBria ha iniziato a muovere i nuovi primi passi. I comuni consociati e le associazioni presenti sul territorio si sono incontrate per valutare le possibili iniziative da porre in campo. L’obiettivo è quello di rendere partecipi i cittadini per la valorizzazione e la salvaguardia di questo Parco. Nato nel Maggio del 2019, dall’unione del Parco del Grugnotorto-Villoresi con quello della Brianza Centrale, è un importante tassello per la salvaguardia dei territori liberi dalla cementificazione, per la realizzazione dei corridoi ecologici e per comporre un sistema verde a nord di Milano. Sono dieci i Comuni consorziati nel PLIS: Bovisio Masciago, Cinisello Balsamo, Cusano Milanino, Desio, Lissone, Muggiò, Nova Milanese, Paderno Dugnano, Seregno, Varedo e 2.063 gli ettari di terreno vincolato (verde-agricolo) per oltre 350.000 abitanti.
A questi numeri mancano quelli di Monza, che non risulta tra i Comuni consorziati. Perché?
Il 24 ottobre 2016 il Consiglio Comunale di Monza con delibera n. 77 aveva approvato l’adesione al Parco del Grugnotorto-Villoresi con l’inserimento di 218 ettari di aree libere; decisione poi avallata, il 9 marzo 2017 dal Presidente della Provincia di Monza e Brianza. Ma questa disponibilità da parte del Comune di Monza non è stata concretizzata perché non v’è stata alcuna stipula della convenzione con l’Ente parco. Incomprensibilmente l’Amministrazione Comunale di Monza, dal 2017, non ha mai né versato al Plis Grugnotorto-Villoresi le quote previste con l'adesione né condiviso il successivo processo di nascita del nuovo Plis GruBria che raccoglie l'importante eredità ecologica e di protezione delle poche aree libere del nord Milano e della Brianza Centrale. La delibera di adesione non è però mai stata ritirata anche se, a Febbraio 2018, la Giunta Allevi aveva annunciato di voler uscire dal PLIS Grugnotorto-Villoresi, ente sovraccomunale che è peraltro in fase di liquidazione e non appena avrà terminato i lavori, verrà ufficialmente chiuso. Sembra quasi che il Comune di Monza voglia attendere la chiusura ufficiale del PLIS Grugnotorto-Villoresi, utilizzando, questo passaggio meramente formale, al fine di evitare alla Giunta in carica lo scomodo e impopolare gesto politico di negare quanto già approvato dal Consiglio Comunale.
Cosa si rischia con la mancata adesione di Monza al parco?
Le aree - verdi e agricole - del Villoresi, di S. Fruttuoso e del Casignolo che dovevano essere aggregate al PLIS verrebbero così riconsegnate ad un futuro incerto. Non si può escludere che potrebbero verificarsi interventi di cementificazione (come il deposito della linea metropolitana M5 previsto nel relativo studio di fattibilità), nella provincia MB che, l’abbiamo già ricordato, è capolista nella triste classifica delle province d’Italia con il più alto indice di consumo di suolo.
Il Coordinamento di Associazioni e Comitati di Monza
Legambiente Circolo di Monza, CCR Gruppo ambiente e territorio, Comitato Parco di Monza A. Cederna, Comitato Bastacemento, Comitato via Boito-Monteverdi, Comitato via della Blandoria, Comitato Triante, Comitato quartiere S. Albino, Comitato quartiere San Donato, Comitato quartiere San Carlo e San Giuseppe, Comitato Buon Pastore, Comitato Gallarana.
Il Coordinamento ambientalista Osservatorio PTCP di MB
Comitato ampliamento parco Brianza Centrale, Comitato Parco Regionale Groane-Brughiera, Legambiente circolo di Monza, Legambiente circolo di Desio, Legambiente circolo di Seregno, Legambiente circolo Laura Conti Seveso, Sinistra e Ambiente Meda, Un Parco per Bernareggio, WWF Lombardia, WWF Insubria, Associazione Culturale Brianze, Impulsi - Sostenibilità - Solidarietà (gruppo promotore adesione di Meda al GruBria).
Monza, 23 giugno 2020
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Preoccupazione dei residenti per la costruzione della rotonda tra le vie Bosisio e Prampolini.
Nell'ambito dei lavori per la realizzazione del piano attuativo Gallarana Bosisio Aguggiari è prevista la costruzione di una rotonda. Il disegno del tracciato ha però messo i residenti in grande agitazione. I cittadini che abitano nella zona denunciano i gravi effetti che la prevista impostazione della viabilità produrrebbe, in primis per la sicurezza della circolazione: in un tratto di strada in cui molte abitazioni hanno l'uscita delle auto, la presenza della rotonda creerebbe evidenti situazioni di pericolo.
Inoltre, la costruzione della rotonda comporterebbe l'abbattimento di alberi e la riduzione del verde, in un momento di grave crisi climatica, con oltretutto un impoverimento del valore delle abitazioni.
Si creerebbero infine problemi di circolazione alla linea del 321 che passa proprio nelle vie Prampolini e Bosisio.
Si chiede quindi la revisione del piano e della convenzione con il comune e una diversa impostazione della viabilità e un incontro con l'amministrazione per discutere di una diversa soluzione.
Il comitato Gallarana ha già consegnato in comune una petizione con 265 firme di cittadini per salvare il “Parco della Gallarana”, che chiedeva una revisione del piano di lottizzazione (e una modifica della viabilità prevista) e aspetta ancora una risposta dall'amministrazione.
Comitato Gallarana