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Cari studenti e cari genitori,
vorremmo provare a spiegarvi i motivi che ci hanno fatto scegliere di scioperare il 5 maggio 2015 e a bloccare prima le prove INVALSI e poi gli scrutini di fine anno
Questa è una lettera un po' lunghetta, ma tanti e complessi sono i problemi e noi vorremmo provare a spiegarvene alcuni.
Ci piacerebbe vi fosse chiaro che non siete voi la nostra controparte.
Lo sapete bene, quando si protesta si perde lo stipendio di quella giornata o si hanno le trattenute orario come nel caso del blocco degli scrutini; quindi chi decide di scioperare è come se pagasse direttamente per manifestare il proprio disaccordo.
Sui volantini e sui Siti internet dei Sindacati scuola potrete trovare i motivi dello sciopero e noi protestiamo per quei motivi ma anche perché crediamo che le proposte del Governo Renzi, in discussione in questi giorni, siano contrarie a quelle necessarie a creare davvero una “Buona scuola”.
Infatti, se verranno approvate le proposte presentate, il senso della scuola pubblica (così come previsto dalla nostra Costituzione) verrebbe completamente alterato.
In questa lettera non vi parleremo di come potrebbe cambiare il nostro lavoro, ma di come potrebbe cambiare la scuola per le famiglie e per gli alunni.
Vi sarete accorti che, da qualche anno, chi parla di scuola lo fa come se parlasse di un negozio, di un’azienda, di una fabbrica. Ci sono le “offerte” formative, si cerca di “risparmiare” razionalizzando, i responsabili sono i “dirigenti” e non più i presidi, le scuole si fanno “pubblicità” sui giornali, i “profitti” degli alunni sono valutati con i test; perfino il termine “competenza” è spesso avvicinato al significato della “competizione”, cioè di una gara, e non interpretato nel suo senso originario che è “andare insieme” o ancor meglio “arrivare tutti e tutte ad uno stesso punto”.
È molto importante fare attenzione alle parole che si usano e che vengono usate.
La scuola non è un supermercato o un’azienda dove ognuno può essere illuso dalla pubblicità e poi comprare ciò che desidera; “la scuola è un Organo costituzionale “ che ha il compito di istruire facendo acquisire conoscenze e competenze, di far crescere e formare cittadini valorizzando la loro persona nel rispetto delle differenze e delle identità di ciascuno e di ciascuna.
La nostra Repubblica ha il compito di “dettare le norme generali sull’istruzione ed istituire scuole statali per tutti gli ordini e gradi.”
Questi compiti assegnati alla scuola pubblica sono costosi, sia nel senso economico che dell’impegno ma, come recitava uno slogan di qualche anno fa, l’ignoranza costa molto di più.
I costi per mantenere la scuola sono pagati dalle tasse che ciascuno dei cittadini italiani paga.
Quando si legge sul piano della “Buona Scuola” che “Le risorse pubbliche non saranno mai sufficienti a colmare le esigenze di investimenti nella nostra scuola” vuol dire che non ci saranno maggiori investimenti pubblici, ma che si chiederanno soldi ai privati cittadini. In definitiva le famiglie, che già contribuiscono in maniera importante, pagheranno molto di più anche perché sul piano della cosiddetta “Buona Scuola” sono previsti: l’entrata di “sponsor” che condizioneranno i programmi ed i piani dell’offerta formativa e il finanziamento delle scuole private.
In televisione è stato detto che sarebbero stati assunti molti insegnanti precari che avrebbero risolto il problema dei supplenti; poi però, quando è stato il momento giusto per assumerli, il Governo non lo ha fatto.
In televisione è stato detto che è ridicolo che qualcuno protesti contro un governo che assume gli insegnanti precari ma non si è detto che, in realtà, il nostro Paese è stato condannato dalla Corte di Giustizia Europea ad assumerli perché erano già stati impiegati per il periodo giusto a maturare il loro diritto di lavorare stabilmente.
In televisione non si dice che l’integrazione degli alunni con disabilità sta per assumere un carattere sempre più sanitario e meno scolastico; in tal modo il personale di sostegno sarà sempre di meno, i centri specializzati sempre di più e si realizzerà quel processo di separazione fra alunni cosiddetti normali ed altri cosiddetti con “Bisogni Educativi Speciali” .
È facile prevedere cosa accadrà nel giro di pochi anni: si moltiplicheranno le scuole private per chi potrà permettersele, si creeranno le scuole pubbliche di lusso nei quartieri bene delle città e si moltiplicheranno le scuole pubbliche senza risorse e senza speranza nei quartieri popolari e nelle periferie. Scuole di serie A e scuole di serie B, scuole per ricchi e scuole per poveri. Un salto indietro di decenni. Cresceranno le disuguaglianze in modo drammatico, di nuovo accadrà che i figli dei dottori faranno i dottori mentre i figli degli operai faranno gli operai o, molto più drammaticamente, saranno condannati ad un lavoro precario a vita se non ad una lunga disoccupazione.
Non è una “buona scuola” quella nella quale si creeranno sempre più momenti di separazione, di competizione, di conflittualità; non lo è quella dove le decisioni verranno condizionate dalle aziende; non lo è nemmeno quella dove le “buone scuole” saranno finanziate solo se le stesse otterranno un buon risultato nei test; non lo è infine quella dove il contributo dei genitori è più alto dei contributi statali.
È contro questo simile progetto di scuola che manifestiamo il nostro dissenso.
Noi pensiamo che una buona scuola sia quella dove ci sono edifici sicuri, dove le classi siano composte da un massimo di 24 alunni, dove si impara insieme sentendosi attivamente parte di una Comunità, dove si lavora in modo cooperativo, dove si sperimentano concretamente forme di democrazia.
Nel bellissimo film “Gli anni in tasca” di Francois Truffaut il maestro Richet parla ai suoi alunni, prima delle vacanze, dicendo loro: “Il mondo non è giusto e forse non lo sarà mai, ma è necessario lottare perché ci sia giustizia, bisogna farlo: le cose cambiano, ma lentamente; le cose migliorano, ma lentamente…. E i cambiamenti si ottengono solo reclamandoli energicamente…”
Crediamo in queste parole come crediamo in un’altra scuola e quindi in un’altra società: solidale, inclusiva, pacifica.
Non investire sulla scuola è grave per il futuro dei vostri e dei nostri figli.
I veri problemi della scuola andrebbero affrontati seriamente garantendo partecipazione, dialogo, confronto, ascolto, rispetto delle persone, delle loro capacità, abilità e competenze.
Siamo a disposizione per confrontarci con chiunque lo desideri e per eventuali richieste di materiale utile ad una corretta informazione.
Ringraziandovi per l’attenzione, Vi chiediamo di aiutarci a difendere la vostra scuola, la nostra scuola.
Gli insegnanti delle Scuole di Limbiate in lotta
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Con i Paesaggi quotidiani, Marzio Franco intende proseguire nella stessa linea di ricerca iniziata con la mostra Il tempo sospeso (Urban Center di Monza, dicembre 2013): la città di Monza viene immortalata a tutte le ore del giorno, nelle settimane, nei mesi, nelle stagioni, con la pazienza di chi sa aspettare che la luce illumini le cose, dilati lo spazio, forgi forme che appaghino l’occhio di chi le osserva. Non si tratta di cartoline: lo sguardo di Marzio appartiene a chi gira a piedi e, pur nella monotonia del tragitto quotidiano casa-lavoro, si riserva di osservare la realtà con gli occhi del fotografo. Emerge così qualcosa, sia pure un particolare irrilevante, che incuriosisce e stimola il fruitore della fotografia, a cui è così permesso di vedere ciò che prima soltanto guardava. “Susan Sontag negli anni Settanta ha detto che la fotografia è un oggetto surreale assoluto: queste immagini di Monza pescano nel nostro inconscio e ci raccontano di ricordi a cui non siamo mai riusciti a dare forma” (dal testo critico in introduzione al catalogo). In occasione della mostra è pubblicato un ampio catalogo in 100 copie numerate, edito da Paragrafiedas. Con testo critico introduttivo di Bianca Trevisan, comprende numerose fotografie di Monza scattate da Marzio Franco e alcuni racconti di cittadini monzesi che i paesaggi quotidiani li vivono tutti i giorni. Marzio Franco Nella sua storia fotografica l’uso della camera oscura, lo sviluppo e la stampa in bianco e nero hanno influenzato molto l’approccio allo scatto. Al centro del suo interesse sono le banalità che popolano il quotidiano. Molte le sue mostre in ambito cittadino: “Il Parco, non solo ville” al Serrone della Villa Reale negli anni ’80, alle più recenti “ Banalità”, “Per volontà e per caso”, “Oui…Paris”, “Il tempo sospeso” (Urban Center, 2013), “Geometrie Irrilevanti” (Punto Arte, 2014). Il suo volume fotografico “OUI PARIS” è stato selezionato tra i migliori della sua categoria al “FEDRIGONI TOP AWARD 2015”, ed è stato esposto alla Stationer’s Hall di Londra, nel marzo 2015.
Marzio Franco
Paesaggi quotidiani
Negli ultimi decenni la fotografia ha perso sempre più il suo ruolo di racconto, di documentazione, di rappresentazione del paesaggio. È diventata, piuttosto, uno strumento per misurare il rapporto dell’uomo con il mondo esterno, ovvero una finestra di possibile dialogo tra il nostro vissuto, le nostre emozioni, persino la nostra fisicità, e il reale sensibile che è esterno da noi. Roberta Valtorta, in Volti della fotografia, parla di “dilatazioni della fotografia dilatazioni del paesaggio”1: secondo l’autrice, attraverso la fotografia viene dilatata l’idea stessa di paesaggio, ponendo l’osservatore e il fotografo non più “davanti”, ma “dentro” alla scena. Questa viene investita della nostra esperienza e si arricchisce della nostra personale percezione, modificandosi a seconda del significato che di volta in volta le viene attribuito.
Qual è l’identità di un luogo, oggi? Il paesaggio, urbano e non, cambia sempre più spesso e velocemente. Di fronte a luoghi imprevedibilmente irriconoscibili si è verificato un crescente sentimento di smarrimento e conseguente perdita di identificazione. Ciò che accade è uno scollamento tra la “memoria collettiva”, di cui i luoghi cittadini dovrebbero essere custodi, e quella “personale”, di ciascun individuo. Se un paesaggio si spoglia della coscienza storica del cittadino, esso non può fare a meno di essere caricato dai ricordi intimi di ognuno. All’innegabile perdita di identità univoca di un luogo corrisponde la nascita di identità altre, questa volta frammentate, sovrapposte, mutevoli. Si è parlato di “perdita di narrazione” postmoderna: la fotografia, all’impossibilità di dire, reagisce portando dentro al suo stesso linguaggio la frammentarietà del mondo. Piuttosto dell’insieme vengono rappresentate parzialità di scene, cose, persone; il soggetto cambia in continuazione, mentre vengono mescolati elementi tra loro stridenti come ambienti esterni e interni, antico e moderno. Comunemente agli altri ambiti artistici, vengono abbattute le barriere tra i generi, prima invalicabili, e in campo estetico avviene la cosiddetta “rinuncia alla bellezza”: la svolta, in fotografia, viene compiuta tra anni Trenta e anni Quaranta da Walker Evans, per il quale ogni elemento del reale, bello o brutto, gradevole o sgradevole che sia, ha il diritto di essere rappresentato. Tale ricerca viene portata avanti nei decenni seguenti, tra gli altri, da Robert Frank e Lee Friedlander, che si concentrano anche sulle modificazioni impresse dall’uomo sulla natura. Tra gli italiani, Gabriele Basilico, con la sua visione di “paesaggio come corpo”, immortala paesaggi industriali solitari, privi della presenza dell’uomo.
Nel 1987 Luigi Ghirri, in occasione della mostra Dialectical Landscapes. Nuovo paesaggio americano2, individua la differenza tra fotografia americana e europea nel fatto che la prima sarebbe una “fotografia dello spazio”, la seconda una “fotografia del tempo”. Quella americana dunque discenderebbe dal mito della wilderness dei primi esploratori, la conquista della natura incontaminata; l’europea, invece, da una tradizione storica radicata, da uno sguardo, anche laddove dimentico, sempre e comunque rivolto alla dimensione temporale.
Il tempo sospeso è il titolo della personale di Marzio Franco che si tiene nel 2013 all’Urban Center di Monza3: sono esposti scatti ai monumenti del cimitero di Monza, ripresi nel corso delle stagioni, immortalati con le condizioni climatiche più diverse. Il lavoro non riguarda solo le statue, ma il dialogo che si instaura tra di esse, la natura e, appunto, il tempo.
Con i Paesaggi quotidiani oggi in mostra, Marzio Franco intende proseguire nella stessa linea di ricerca: la città di Monza viene immortalata a tutte le ore del giorno, nelle settimane, nei mesi, nelle stagioni, con la pazienza di chi sa aspettare che la luce illumini le cose, dilati lo spazio, forgi forme che appaghino l’occhio di chi osserva. C’è quindi il murales di via Col di Lana, il campanile del Duomo, uno scorcio ripreso da Via Aliprandi: in tutte queste vedute la luce ha il ruolo di dire il non detto, lasciando che guidi lo spettatore, senza costringerlo.
Non si tratta di cartoline: lo sguardo di Marzio appartiene a chi gira a piedi e, pur nella monotonia del tragitto quotidiano casa-lavoro, si riserva di osservare la realtà con gli occhi del fotografo. Emerge così qualcosa, sia pure un particolare irrilevante4, che incuriosisce e stimola il fruitore della fotografia, a cui è così permesso di vedere ciò che prima soltanto guardava. La vista sulle case di Via Pisacane, i giardini del N.E.I. in via Enrico da Monza, il cortile della scuola media Confalonieri, parlano di una città popolare, ancora prima che borghese. Non è omesso nulla in queste immagini: con ritmo incalzante si alternano il bello e il brutto, il grande e il piccolo, i luoghi centrali e quelli periferici. Più che di democraticità dello sguardo, si tratta di una continua messa a fuoco sui particolari differenti che compongono il reale. Il risultato non è caotico, in quanto tutto - e si tratta della caratteristica che rende lo stile di Marzio Franco riconoscibilissimo - viene ricondotto all’ordine della geometria: le diagonali, la regola dei terzi, la sezione aurea, sono i tratti più distintivi.
La grammatica permette che la lingua veicoli il suo contenuto, e la geometria è la grammatica dell’immagine. Per suggerire un paesaggio quotidiano, conosciuto e vissuto dallo spettatore, bastano così pochissimi elementi, che vengono fotografati anche solo parzialmente. Ma il discorso qui è spinto oltre: spesso i monumenti sono appena accennati, oppure addirittura assenti, suggeriti soltanto da un’ombra, o dal riflesso in una vetrina. Si pensi alla fotografia di Piazza Carrobiolo, al Duomo che compare nelle finestre di un palazzo bianco, alla stazione degli autobus in via Turati immersa nella nebbia: tutto è raccontato da un lessico lieve, mai urlato, fatto di pieni e di vuoti, di silenzi spaziali e temporali. Susan Sontag negli anni Settanta ha detto che la fotografia è un oggetto surreale assoluto5: queste immagini di Monza pescano nel nostro inconscio e ci raccontano di ricordi a cui non siamo mai riusciti a dare forma.
Bianca Trevisan
1 R. Valtorta, Volti della fotografia. Scritti sulla trasformazione di un’arte contemporanea, Skira editore, Milano 2005, p. 151. L’espressione citata riprende e modifica il titolo del seminario Dilatazioni del paesaggio dilatazioni della fotografia, da lei tenuto tra il 1990 e il 1991 alla Facoltà di Architettura di Milano e le cui riflessioni sono pubblicate in M. Galbiati, P. Pozzi, R. Signorini, a cura di, Fotografia e paesaggio. La rappresentazione fotografica del territorio, Guerini e Associati, Milano 1996.
2 P. Costantini, S. Fuso, S. Mescola, a cura di, Dialectical Landscapes. Nuovo paesaggio americano, Electa, Milano 1987.
3 Marzio Franco. Il tempo sospeso, Urban Center, Monza, 5 - 15 dicembre 2013. Mostra a cura del Circolo Fotografico Monzese, in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Culturali.
4 Geometrie Irrilevanti è il titolo di una personale di Marzio Franco tenutasi tra il 5 settembre e il 15 settembre 2014 presso lo Spazio Punto Arte di Monza, a cura di Bianca Trevisan.
5 S. Sontag, Sulla fotografia, Einaudi, Torino 1978
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RTI Bonvena in collaborazione con Le Parrocchie della Città di Cesano Maderno
GIORNATA MONDIALE DEL RIFUGIATO
SOSTENIAMO LA SPERANZA
Modelli di accoglienza sul territorio di Monza e Brianza
dopo l’incontro di gennaio un nuovo SEMINARIO
Venerdì 19 giugno ore 17,30
Sala Aurora - Palazzo Borromeo - Via Borromeo Cesano Maderno
17,30 Dal Mediterraneo alla Brianza. L’impegno delle Istituzioni
Gigi Ponti Presidente della Provincia MB e Sindaco di Cesano Maderno
Prefettura Monza MB
18,00 Nawal, Lady SOS, l’angelo dei profughi
Daniele Biella scrittore e giornalista
18,45 Esercizi di ospitalità. L’esperienza di Cesano Maderno: “Il giardino della Carità”
Don Flavio Riva Parroco della Comunità Pastorale Pentecoste
19,15 I profughi in Brianza a che punto siamo. Il Fondo Hope
Roberto D’Alessio Sergio Saccavino RTI Bonvena
Modera: Fabrizio Annaro giornalista
Seguirà aperitivo a sostegno del Fondo Hope
Pensato, realizzato e servito dagli ospiti del Giardino della Carità di Cesano Maderno in collaborazione con gli operatori e i volontari
Ci rendiamo conto delle inquietudini, paure, perplessità, polemiche e speculazioni che solleva l’accoglienza profughi. L’opera doverosa e umanitaria in favore dei profughi è una formidabile sollecitazione che promuove volontariato, lavoro sociale, attività formative e culturali, apre una riflessione sul nostro essere comunità.
Con il Patrocinio della Città di Cesano Maderno
La RTI Bonvena è la rete di enti che gestisce l’accoglienza profughi in Brianza. Ne fanno parte: Consorzio Comunità Brianza; Consorzio Sociale CS&L; ARCI Monza e Brianza; CARITAS Zona Pastorale V; Croce Rossa Italiana; Aeris Coop soc; Fraternità Capitanio coop soc; Associazione Il Mosaico Interculturale onlus; La Grande Casa coop soc; Lotta Contro L’Emarginazione coop soc ; META coop soc; La Meridiana 2 di Mezzago coop soc; Natur& onlus, Novo Millennio coop soc; San Vincenzo coop soc.; Don Orione Seregno.
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A causa delle pessime previsioni per il week end...
- è annullato l'evento GASIAMOCI 2015 organizzato dal Gas pane e Rose
- saltano le biciclettate organizzate dal DESBri nell'ambito del progetto
"Monza Bike Friendly"
Per l'Eat&Ride Tour ci vediamo Domenica 12 Luglio (Special Summer
Edition... a presto tutti i dettagli!), per la biciclettata con Wonder Way
vi comunicheremo presto la nuova data!
Segreteria DESBri
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Per un Museo del Giardino nel Parco di Monza
Nel paese che conta la più alta percentuale di beni artistici al mondo, con un patrimonio storico, artistico e culturale di complessi paesaggistici tra i più importanti in assoluto, non può non sentirsi la mancanza di un Museo del Giardino per accogliere, sulla spinta del nuovo interesse nei confonti della natura e dell'ambiente, una rinascente cultura del giardino, per tanti anni confusa con la pratica del giardinaggio, che sta riscoprendo i valori culturali insiti nel luogo simbolo dell'incontro tra Uomo e Natura e tra Arte e Natura. Un Museo che sia punto di riferimento per la cultura del giardino; per promuovere, studiare e divulgare il Giardino italiano, sia dal punto di vista storico sia come risposta allle nuove istanze e alla nuova attenzione nei confronti del giardino, del paesaggio, dell'agricoltura.
Nell'ampliare lo sguardo di indagine dal giardino al paesaggio, al territorio e alla sua cultura, infatti la Lombardia è un caso emblematico: da sempre infatti ha sperimentato e innovato tecniche agricole modificando e migliorando il paesaggio_basti pensare alle bonifiche del basso Milanese avviate nel XIII secolo. Fu in Lombardia, nel corso del XVIII° secolo, quando vi fu la massima estensione di terre coltivate in Italia, che il rapporto tra giardino_ luogo principe della sperimentazione_ l'agricoltura e il paesaggio si strinse in un legame fortissimo che portò Pietro Verri, a descrivere nel giornale polemico e letterario ‘Il Caffè’, nel 1764 la Lombardia come “... una vasta pianura tutta sì ben coltivata, che sembra un seguito di non interrotti giardini”.
Monza è un luogo privilegiato a questo scopo: non solo è stata la culla del primo giardino “all'inglese” d'Italia, dal 1778, ma ha visto la realizzazione di uno dei parchi più importanti d'Europa, non solo per la sua estensione, ma anche per la sua caratteristica di parco e insieme di tenuta agricola di moderna efficienza secondo una visione politica illuminata e di grande avanguardia per l'epoca, che rappresenta oggi un altissimo esempio di quel paesaggio curato e coltivato. Ed è proprio Villa Mirabello, prezioso monumento architettonico d'epoca secentesca all'interno del Parco, che potrebbe essere la sede adatta: mostra ancora i lacerti del Giardino del Cardinale, il luogo di delizia voluto alla metà del 700 da Angelo Maria Durini, per adornare il proprio ritiro, a stretto contatto con la natura. A suo sostegno, non solo il Parco ma tutto il territorio è ricco di occasioni: la Scuola Agraria del Parco, Il Roseto e il suo Concorso Internazionale, il Festival degli Orti, le ville di delizia della Brianza, i convegni sul giardino europeo ed internazionale da Villa Ghirlanda a Cinisello a Villa Taverna a Triuggio...
Sulla scia di altre esperienze, il Museo potrebbe accogliere una collezione permanente, ospitare mostre temporanee, fare ricerca e divulgazione su tutti i temi legati al giardino come alla Natura, nei suoi aspetti storici e contemporanei, sia in relazione a tutte le arti e alle discipline con le quali di volta in volta il giardino si è confrontato e con le quali continua a dialogare. Di grande interesse è anche l'opportunità di offrire numerosi servizi a enti pubblici e privati sui diversi temi ad esso legati.
Di questo si parlerà nell'incontro previsto mercoledì 17 giugno presso il Teatrino di Corte della Villa Reale, dalle 18.30, con il Sindaco e Presidente del Consorzio Reggia di Monza, Roberto Scanagatti, con Marilù Biffis, Filippo Pizzoni e Mario Cucchi redattori del progetto, e con le Associazioni e gli enti locali invitati.
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Si è conclusa la “due giorni” di Sciopero degli scrutini in Lombardia. Come è noto l'indizione dello Sciopero è stata diversa da regione a regione in quanto nelle diverse regioni vige un calendario scolastico diverso. Dai dati che via via affluiscono centralmente si evidenzia come poco più del 10% delle classi siano state scrutinate nei tempi prestabiliti. Segno che questo insano progetto di mettere le mani sulla scuola pubblica incontra una compatta ostilità. Nelle scuole di Limbiate in cui è si è attuato ha avuto un'ottima adesione, in particolare all'ITC “Elsa Morante”, nei due giorni, sono stati bloccati gli scrutini di ben 10 classi. Totale, poi l'adesione alla Scuola media “L. da Vinci” (100% di blocco). In precedenza anche tutte le classi terminali dell'ITC “Elsa Morante” e altre 6 intermedie erano state ricalendarizzate su segnalazione del professor Rosario Traina che aveva evidenziato il fatto che i rispettivi scrutini erano stati convocati il giorno prima che si chiudesse ufficialmente la scuola. Cosa non consentita dalla vigente normativa, ma largamente diffusa per accelerare i tempi. Con questo blocco si è voluto ribadire, dopo gli scioperi di aprile e maggio scorsi e il boicottaggio delle insulse prove INVALSI da parte di studenti e docenti al “Morante”, il NO di Limbiate alla Riforma denominata "La buona scuola" che si era già evidenziato nel Sit-in di Venerdì 5 giugno in cui una cinquantina di docenti e altrettanti cittadini avevano partecipato ad una Manifestazione come da tempo non se ne vedevano a Limbiate. Già nel Sit-in di venerdì scorso è stata unanime la volontà dei presenti nel chiedere il ritiro totale del DdL perché incostituzionale e lesivo sia per quanto riguarda i docenti precari che per quelli già in ruolo, nonché gli studenti e la Scuola pubblica in genere. Nel caso in cui ciò non dovesse avvenire, la mobilitazione riprenderà alla riapertura delle scuole legandola alle problematiche delle scuole di Limbiate.
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ECCO LE PROSSIME PROPOSTE TARGATE “MONZA BIKE FRIENDLY”!
Appuntamento sabato 13 giugno con la biciclettata gratuita organizzata all'associazione milanese Wonder Way in pieno stile flower power che combina bicicletta, scoperta del territorio e azioni di guerrilla gardening. A seguire domenica 14 giugno torna il consueto appuntamento con il tour ciclo-gastronomico “Eat&Ride” all'interno del Parco di Monza.
Bici, fiori, piante per collegare due città piene di luoghi e beni artistici da riscoprire. Questi gli ingredienti del “Bike & Flower day” organizzato sabato 13 giugno a partire dalle 10.00 da "WonderWay" insieme al "DESBri" (Comitato verso il Distretto dell'economia Solidale Monza e Brianza) con il supporto del Comune di Monza nell'ambito del progetto “Monza Bike Friendly”.
La giornata di sabato 13 giugno comincia a Milano con una biciclettata in compagnia per arrivare a Monza attraverso un percorso tra ciclabili e vie periferiche con alcune soste in luoghi che escono dall’immaginario che spesso si ha della “periferia”. Partenza da Bici&Radici in via Nicola d’Apulia 2 (pochi passi da piazzale Loreto) alle 10.00 e arrivo dopo circa 2 ore presso i Boschetti Reali, dove incontreremo l'associazione “Andiamo ai Boschetti” che da tempo si impegna a far vivere questa zona verde dimenticata di Monza. Qui i partecipanti troveranno alcune coloratissime piante per “far fiorire” il parchetto e rendere il picnic ancora più divertente con azioni di guerrilla gardening.
Alle 15.30 si riparte dai Boschetti Reali, (piazza Citterio, Monza) per zigzagare tra le bellezze meno conosciute della città di Monza in sella alle bici. I cittadini di Monza sono invitati a unirsi al gruppo per riscoprire la propria città con occhi diversi.
La durata dell’itinerario in città è di 1 ora e 30 minuti circa. E termina vicino alla stazione di Monza dove i ciclisti milanesi potranno decidere di tornare indietro in treno o ancora pedalando.
L’iniziativa è gratuita con prenotazione. E’ possibile iscriversi anche a una singola parte o all’intera giornata scrivendo a mi.wonderway@gmail.com.
Numero massimo partecipanti: 30 per la pedalata Milano-Monza / 50 per l'esplorazione in città
Altre informazioni anche su Facebook WonderWayMI o Monza Bike Friendly e sul sito www.wonderway.it
Domenica 14 invece non perdetevi un'altra occasione per provare l'Eat & Ride Tour!
Un itinerario gastronomico e culturale guidato alla scoperta del Parco di Monza e dei prodotti tipici della Brianza. Fra ponti e cascine sono previste 6 tappe gastronomiche presso i punti ristoro del Parco: ogni tappa una portata! Il costo è di € 24 a testa e comprende un pranzo completo (dall'antipasto al dolce) e la visita guidata. Il percorso è alla portata di tutti, bambini compresi (tariffa speciale € 14).
Inoltre se venite da fuori Monza o se non disponete di una vostra bicicletta potrete usufruire di una proposta speciale grazie alla
collaborazione con Leri Biciclette!
RITROVO H 11.45 CASCINA BASTIA*
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
PER ADESIONI E PRENOTAZIONI www.desbri.org desbri.expodiffuso@gmail.com
*punto noleggio Bici, Parco di Monza, Ingresso Porta Monza
Le iniziative fanno parte del progetto *Monza Bike Friendly, *la rete di operatori “amici della bicicletta” facilitata dal DESBri all’interno del programma di intervento "Monza emozione vera- Monza true emotion", programma cofinanziato dal Comune di Monza e dalla Regione Lombardia nell’ambito del bando "Distretti di attrattività" con il patrocinio di Expo2015.
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"LA NATURA CON GLI OCCHI DI GAE" 2015
Dal 13 giugno al 20 settembre 2015
CONCORSO FOTOGRAFICO
presso la Vasca Volano Oasi Gaetano Nava di AGRATE BRIANZA (MB)
alla pagina dedicata scaricabili regolamento, modulo iscrizione, calendario ingressi oasi
Un concorso fotografico per ricordare Gaetano Nava - appassionato fotografo e birder agratese prematuramente scomparso lo scorso anno - fortemente voluto dal Presidente del Parco del Molgora e da chi ha condiviso la sua passione più da vicino: gli Amici della Volano e tutto il Gruppo Micologico di Agrate Brianza, di cui Gaetano Nava è stato uno stimato socio attivo.
Per la prima edizione è stata perciò scelta una formula speciale, circoscrivendo la zona di "caccia fotografica" ai dintorni dell'oasi naturalistica che a Gaetano Nava è stata dedicata con una cerimonia pubblica lo scorso 09 maggio.
I fotografi, semplici appassionati o esperti, potranno cimentarsi nel riprendere l'area individuata per il concorso sotto i distinti aspetti di flora e fauna, le due categorie tematiche del concorso. Aspetti di cui l'oasi è particolarmente ricca, soprattutto per quanto riguarda gli uccelli: al suo interno sono state infatti censite circa 150 diverse specie, di passo o nidificanti, negli ultimi anni, molte delle quali dallo stesso Gaetano.
Oltre al circondario a libero accesso, sarà possibile accedere all'oasi, normalmente chiusa al pubblico, durante un calendario prefissato di date: alcune aperture saranno su appuntamento esclusivamente dedicate ai fotografi concorrenti (grazie alla disponibilità degli Amici della Volano); in altre l'apertura sarà rivolta a tutti, con possibilità di fare visite guidate condotte da esperti del Gruppo micologico agratese.
La prima apertura al pubblico è prevista per sabato 13 giugno dalle ore 9.00 alle ore 12.30.
Ad ottobre verrà organizzato un momento pubblico a coronamento dell'iniziativa in cui verranno premiati gli scatti migliori, giudicati da una giuria di esperti fotografi e dai convenuti alla manifestazione tramite votazione popolare.
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Monza - Basket: venerdì 12 presentazione 27° torneo internazionale Alberto Giove
Monza, 10 giugno 2015 – Si terrà venerdì 12 giugno alle ore 12.30 in Sala giunta (Palazzo comunale, Piazza Trento e Trieste) la presentazione della 27esima edizione del Torneo Internazionale di Basket dedicato alla memoria di Alberto Giove. Alla presentazione saranno presenti il sindaco di Monza, Roberto Scanagatti, il consigliere incaricato allo Sport Silvano Appiani, Antongiulio Giove e Mario Corno. Organizzato dall’Associazione Monza International Basket con il sostegno, tra gli altri, del Comune di Monza, al torneo parteciperanno le migliori formazioni italiane di categoria ed alcune estere di alto livello. La manifestazione sportiva, in programma dal 19 al 21 giugno, si disputerà in alcuni impianti sportivi comunali. Le finali si terranno nel palazzetto della Forti e Liberi. Come di consueto i giovani atleti provenienti da altre città italiane ed europee saranno ospitati da famiglie monzesi che sostengono l’iniziativa. Alla competizione parteciperanno 24 squadre. Il torneo avrà inizio nel pomeriggio di venerdì 19.
Ufficio stampa del Comune