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- Di Chivas
Il Centro svolgeva una funzione pubblica in collaborazione con imprenditori, sindacati, associazioni private. Di che cosa? Il Centro aiutava quelle che in gergo si chiamano “fasce deboli” (disoccupati, cassintegrati, immigrati, giovani, badanti etc etc.) ad orientarsi nel difficile lavoro di cercare un lavoro.
Ma i numeri per giustificare “l’efficienza” erano pochi: poco più di 200 l’anno, e i costi troppo alti, quasi 80 mila euro l’anno, cioè neanche i cordoli di una rotonda, più o meno una serata dei fuochi di artificio della Festa di San Giovanni. Ma questa appunto non è una notizia.
E in futuro chi se ne occuperà? Probabilmente “le opere verranno fatte in buona compagnia”.
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- Di Vorrei
"Oggi, al riparo degli esami di stato ( in questi giorni di atroce caldo afoso sono impegnato allo storico Panetti di Bari), ho letto il secondo numero della "rivista che vorrei". Ho trovato stimolante la sezione sulla lega per gli approfondimenti e le interviste (quella del reverendo, dirompente e senza veli, mi ha colpito profondamente. Credevo estinte persone così passionali).
Mi piace molto il modo di esplorare le questioni, la realtà emerge senza preconcetti di sorta, senza stereotopi. Le altre sezioni sono un pozzo di san Patrizio a cui attingere continuamente. Complimenti direttore, il progetto editoriale è di buon livello e attraente, la grafica accattivante e non scontata."
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- Di Vorrei
Che l’area sia di Paolo Berlusconi o di altri personaggi, la questione non cambia. “Salvare le residue aree agricole di Monza, sia quelle più delicate perché attraversate dal Lambro e a rischio esondazioni che altre meno in vista ma altrettanto importanti (Boscherona, San Fruttuoso, Casignolo, Sant’Albino, lungo viale delle Industrie), rimane impegno anche per ogni buon amministratore che abbia veramente a cuore le sorti di Monza.”
Gli ambientalisti ricordano che la Cascinazza venne acquista da una società di Paolo Berlusconi nel 1980 per circa 7 miliardi delle vecchie lire. Un Tecnico dell’UTE (Ufficio Tecnico Erariale) nel 1997, su incarico dell’allora Sindaco Mariani, ne stimò il valore in 47 miliardi circa. Oggi l’area è stata venduta per “soli 40 milioni di euro”, cioè 77 miliardi di lire. In 28 anni il valore dell’area si è così decuplicando, senza che la proprietà abbia mai fatto nulla, ma anzi avendo pure perso una causa contro il Comune.
“Ha ragione il Ministro Tremonti quando afferma che la speculazione è la peste del XXI secolo, meccanismo rintracciabile non solo nel campo del petrolio, ma anche in quello edilizio e nel mercato delle aree” dicono. “Altro che Robin Hood Tax: qui le cosa vanno a rovescio! C’è chi a Monza vorrebbe togliere, con alcune modifiche al Piano di governo del territorio appena approvato, la vivibilità patrimonio di tutti i cittadini per far ingrassare qualche imprenditore immobiliare ben introdotto politicamente”.
“Ciò è tanto più odioso in un momento di stagnazioni e restrizioni economiche, in quanto si rende il vivere quotidiano delle persone ancora più difficile con nuovo traffico e congestione viabilistica, altra cementificazione e conseguente aumento della temperatura e dell’inquinamento locale, riduzione degli spazi aperti, delle aree verdi, dei terreni permeabili all’acqua piovana, tutti fattori che riducono la qualità della vita e l’attrattività di Monza.”
Il Circolo Legambiente termina il comunicato dicendo che vigilerà sulle future varianti urbanistiche affinché prevalga l’interesse pubblico, contro vergognose speculazioni edilizie fatte a vantaggio di pochi.
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- Di Vorrei
Riceviamo e pubblichiamo un comunicao del Circolo Legambiente Langer.
Apprendiamo dalla stampa che l’area della Cascinazza è stata definitivamente acquistata da una cordata di Società private. Che l’area sia di Paolo Berlusconi o di altri personaggi, per noi l’impegno ambientale non muta. Salvare le residue aree agricole di Monza, da quelle più preziose perché attraversate dal Lambro e a rischio esondazioni, a quelle forse meno in vista ma altrettanto importanti come aree agricole e libere (Boscherona, San Fruttuoso, Casignolo, Sant’Albino, viale Industrie/Libertà) è sempre stato un nostro impegno prioritario. E riteniamo che debba esserlo anche per ogni buon amministratore che abbia veramente a cuore le sorti del territorio di Monza.(Per leggere tutto clicca sul titolo).
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- Di Vorrei
Domenica 29 giugno presso la Sala Maddalena di Monza (Via Santa Maddalena, 7) alle 18 e alle 21 proiezione del cortometraggio di Andrea Monguzzi "REC". Incontro con gli autori.
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- Di Vorrei
Nel film vero, gli intoccabili erano gli investigatori guidati da Kevin Costner; nell'Italia di oggi gli intoccabili - almeno secondo la volontà del Consiglio dei Ministri - sono i boss del Governo, dello Stato, del Parlamento e del Senato. Di questi quattro chissà chi è quello che ha più bisogno di immunità che di occuparsi dei problemi di noi poveri toccabili. Siamo tutti uguali, ma loro sono più uguali di noi.
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- Di Vorrei
L'indice di giugno della Rivista che vorrei si arricchisce di un'intervista a Cherubina Bertola della Caritas Monza curata da Greta Gandini per conoscere l'accoglienza riservata agli immigrati nel nostro territorio, del resoconto di Pino Timpani della presentazione della Dorsale Verde Nord Milano, e dell'articolo di Emanuela Beacco sulle infiltrazioni mafiose in Brianza dopo il primo di alcune settimane fa.
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- Di Pasquale Cicchetti
Partiamo dai fatti. Per due settimane, in Italia, si è tornati a
parlare di cinema. Sui giornali, nei luoghi della cultura e del
confronto politico, per strada, nei bar. Per un momento, con la nuda
realtà del loro film, Garrone e Sorrentino hanno restituito il cinema
italiano ad una dimensione apertamente sociale, culturale nel senso più
ampio della parola. E questo sia detto con buona pace della crisi
sempiterna, dei festival troppo patinati e dei critici da orticello.
Ora, io non so dire quanto di questo fenomeno fosse fumo commerciale
uscito dagli alambicchi del marketing, ma mi è capitato personalmente
di camminare per strada, parlando di Gomorra con un'amica dagli occhi
oceanici, e incrociare dall'altro lato del marciapiedi due sconosciuti
che discutevano del Divo.
Amici che lavorano in multisala diversi mi raccontavano ancora
settimana scorsa di sale piene fino all'ultima poltrona, e io stesso ho
assistito a proiezioni in cineteca con persone disposte a restare in
piedi pur di entrare.
Per leggere tutto, clicca sul titolo
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- Di Vorrei
È un vero piacere annunciare la nascita di una nuova rubrica. "La valigia dei libri" impreziosisce la nostra rivista con i racconti di Adamo Calabrese. Benvenuto e grazie per la gentilissima disponibilità.
I lettori hanno un motivo in più per sfogliare queste pagine.
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- Di Vorrei
"Le olimpiadi a test" di Francesco Facchini. Morandi, nato a Vimercate, è uno dei ginnasti di punta della rappresentanza in partenza per partecipare all’Olimpiade di Pechino.
Francesco Facchini, milanese di nascita, udinese di adozione, come giornalista sportivo ha collaborato con varie testate, tra cui Corriere della Sera ed Eurosport, e con Telenova. Attualmente cura le pagine sportive delle edizioni locali del quotidiano Metro. Per Alpha Test ha pubblicato Il Calcio a test (2007).
Alle 20,30 "Il popolo della Repubblica Cinese" Inaugurazione della mostra fotografica di Marco Imperadori. Ci saranno anche Guido Scarabottolo e Michele Calzavara.
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- Di Vorrei
Riceviamo e pubblichiamo dalle formazioni politiche di opposizione a Monza. "UN ANNO DI GIUNTA MARIANI: MONZA SI E' FERMATA", Sabato 28.6 dalle 9 alle 13 in Piazza Roma CORSO ITALIA ANG.VIA PIERMARINI/MADDALENA.
incontro con la cittadinanza con consiglieri comunali e responsabili del PD,CittàPersone;Rifondazione Comunista.
Clicca sul titolo per leggere il documento integrale.
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- Di Vorrei
Per chi ha nostalgia della sinistra che sapeva ridere ed è stufo di quella che fa ridere (senza volerlo) due segnalazioni: la prima è l'uscita del libro Non avrai altro Cuore all'infuori di me. Vita e miracoli di un settimanale di resistenza umana, (Bur Edizioni) la seconda è per un blog molto divertente dedicato al secondo arrivato delle scorse elezioni: UolterUeltroniIsOnMyMind.splinder.com di cui riprendiamo alcune delle tante geniali frasi:
Ora sta contrattando con Lombardo per avere almeno un paio di pupi siciliani.
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- Di Vorrei
A fare un salto indietro di 10 o di 20 anni sembra che dalle parti di Monza e della Brianza non cambi molto.
Da Repubblica del 1° giugno 1988:
QUELLI CHE DICONO: 'TERRONI'
MONZA Il sciur Brambilla è invulnerabile alle provocazioni. Gli si
domanda: Se sua figlia sposasse un calabrese?. Ci pensa un attimo,
prende tempo. Quesito difficile, dice. Poi, risponde: Anche fra di loro
ci sono bravissime persone. Capolista a Monza, Giorgio Brambilla è uno
dei tre eletti che la Lega Lombarda catapulta in quel consiglio
comunale. Ha sessantadue anni, ma pimpanti. Sa come siamo fatti noi
lombardi dice. Andiamo sempre di corsa. Siamo dei pistola. Ha una
piccola ditta di detergenti industriali a Caronno Pertusella. Per
rimanere sulla linea della provocazione, gli si chiede: Mai avuto
dipendenti meridionali?. Questa volta, la risposta è immediata: Sì,
due. Uno ottimo. Ho fatto un infarto e lui mi ha mandato avanti l'
azienda. Meraviglioso. L' altro, appena l' ho assunto, si è messo in
malattia e ha continuato ad ammalarsi. Si vede che era cagionevole. La
verità è che c' è del buono e del cattivo anche fra di loro. Ma lei
cosa vuole sapere? Se siamo razzisti? E' sempre la solita storia. Noi
siamo contro lo Stato centralista e discriminatorio. A casa nostra, non
comandiamo più. L' etnia meridionale è egemone, è maggioranza. Ma quale
razzismo? Nel nostro programma sta scritto a chiare lettere che chi
risiede in Lombardia da almeno cinque anni è da considerarsi lombardo a
tutti gli effetti.
Dal Corriere del 28 giugno 1998
Monza, Formigoni scende in pista " Folle demolire la sopraelevata"
MONZA
- "Penso che un capolavoro di ingegneria come la pista sopraelevata
abbia un valore storico e forse paesaggistico: dovrebbero bastare
queste considerazioni per mettere da parte anche il pensiero di
abbatterla". All'autodromo per un corso di guida sicura, il presidente
della Regione Roberto Formigoni (nella foto) ha risposto cosi' quando
gli e' stato chiesto se sara' necessaria una legge regionale per
salvaguardare l'autodromo dichiarandolo impianto sportivo di pubblica
utilita'. A proposito della demolizione della sopraelevata prevista
dalla convenzione tra la societa' che gestisce l'impianto e i Comuni di
Monza e Milano, Formigoni ha aggiunto: "Sarebbe folle anche perche'
l'autodromo e' un'impresa economica".
Per leggere per intero l'articolo di Guido Vergani per Repubblica, clicca sul titolo.
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- Di Antonio Cornacchia
Ci scrive un lettore:
«Avanti così, il vostro impegno è molto apprezzabile. Però...
Somigliate un po' a "Diario" dei tempi migliori. Nel senso che, qualche
anno fa, si sforzava di capire la realtà senza pregiudizi. Però...
Sforzatevi di più in questa direzione. Ascoltate, ascoltate, ascoltate. Ascoltate di più senza preconcetti.
Per esempio, la vostra inchiesta sulla Lega. Risente troppo di pregiudizi "di sinistra".
Non fate come chi, a sinistra, è convinto di essere il depositario unico e assoluto della verità.
La società è cambiata profondamente. Viviamo in una civiltà
consumistica, piaccia o non piaccia. L'individualismo è considerato un
diritto e un pregio, piaccia o non piaccia.
La democrazia è questo: la scelta elettorale della maggioranza, per
quanto possa non risultare gradita, vince e governa, e non solo.
Cercate di capire quali sono le esigenze che la società esprime, e
perchè è la Lega (qui da noi) che le sta facendo proprie e le sta
rappresentando. Il disegno "di sinistra" deve tenerne conto
pragmaticamente. Deve imparare a ricondurre le esigenze dei cittadini
in un disegno politico organico.
Credo che Penati, per quanto possa irritare, vada imitato. Con meno
occhi alle prossime elezioni, come fa lui, e con più concretezza e
realismo, come una bella rivista digitale dovrebbe fare.
Buon lavoro.
Nando Pessina»
Gentile Nando, grazie per l'incoraggiamento e per il paragone con il meraviglioso Diario.
Ascoltiamo e continueremo ad ascoltare molto, siamo d'accordo. Non siamo d'accordo su una cosa. Prendere atto di quel che accade e adeguarsi è compito che non compete a noi. Come sa, non abbiamo nulla da vendere, per cui se questa stagione va di moda il colore lavanda, non siamo tenuti a mettere in vetrina capi di quel colore. Se va di moda l'egoismo e il consumismo, perchè dovremmo rassegnarci ed esserne orgogliosi? Per capire quello che ci accade o non ci accade intorno, sappiamo molto
bene di dover guardare ben al di là delle punte delle nostre scarpe.
Questo però non significa buttare via le nostre idee, le nostre
sensibilità, le nostre convinzioni. Lo facciano quelli che devono
vendere detersivi e copie di giornale o raccattare voti ad ogni costo. Per fortuna La rivista che vorrei ha scelto di non dover fare nessuna di queste cose.
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- Di Vorrei
Dopo aver scoperto che «la sinistra ansiosa di “dare un senso” al proprio girovagare discute sul sito “Vorrei” della Lega Nord e della sua evoluzione vista da Monza», ci fa piacere riprendere un intervento di Carlo Arcari sul suo blog a proposito del Carroccio. L'articolo integrale qui.
«La Lega è dunque
ideologicamente e politicamente un organismo emarginato dai fenomeni
che pretendeva di cavalcare e determinare da protagonista, che
sopravvive per via del ritardo di sviluppo e della debolezza congenita
del nostro sistema Paese, e purtroppo della incapacità e inadeguatezza
del nostro ceto dirigente, pubblico e privato.
Di cosa vive infatti
la Lega oggi: delle paure crescenti della gente comune che si sente
travolta dai grandi movimenti globali, alla quale ha la faccia tosta di
promettere sicurezza e protezione, non presentando un programma di
sviluppo nuovo, capace di rimettere in moto il Paese, ma schierando
l’esercito a difesa dei negozi di viale Padova. A questo si è ridotto
il progetto di Miglio, che è fallito perché basato su premesse
geopolitiche infondate e analisi carenti delle forze in campo (cosa
avrebbe potuto schierare oggi la piccola Europa delle Regioni contro
l'espansionismo della Russia di Putin?), ma che aveva una sua dignità
teorica e culturale.
La Lega è dunque un fenomeno residuale che sta
in piedi, come molte altre cose in Italia, solo per la debolezza degli
altri protagonisti del teatrino politico nazionale, incapaci di
elaborare una visione adeguata alla sfida che attende l’Occidente,
l’Europa, l’Italia e la Padania».