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Dal blog del nostro collaboratore Alfio Sironi: «Vorrei portare all’attenzione il virtuoso caso di Capannori, cittadina della provincia di Lucca in cui l’amministrazione comunale ha allestito un progetto per portare la massa dei rifiuti prodotta in paese al riciclo completo entro il 2020. Nell’intervista sottostante l’assessore all’ambiente Alessio Ciacci spiega da dove nasce il progetto, quali passi sono stati fatti e quali saranno da fare in futuro. Inutile dire che la Brianza produttiva e innovativa dal punto di vista economico, arranca e insegue per quanto concerne questo tipo di iniziative che dimostrano più coscienza civica, più senso della politica con la “p” maiuscola, più voglia di fare. Capannori ha 44.000 abitanti, Casatenovo non arriva al riciclo del 40% dei suoi rifiuti con una popolazione (arrotondata all’eccesso) di 13.000. L’evoluzione di questo caso toscano è sicuramente da seguire nella sua evoluzione, anticipa i tempi e crea un precedente, un esempio, un’esperienza che è auspicabile seguano in molti.
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Presentazione del libro di Diego Colombo e Angelo Villa "Il sogno di Telemaco. L’eredità del Sessantotto e i nuovi padri".
Dialoga con gli autori Pippo Civati. Presso l'auditorium della Provincia MB, in piazza Cambiaghi a Monza, ore 21.
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“aprendo la porta alle parole” Sabato 7 Giugno 2008 ore 21,30, Roseto della Villa Reale di Monza (ingresso libero)
«La Performance art di poesia e danza è progettata “per il luogo”, con lo scopo di condurre il pubblico anche verso la drammaturgia del corpo come poetica in azione, Il nuovo progetto proposto è per il “Roseto della Villa Reale” sul tema “una Rosa è una Rosa”. Ci sembra evidente la disponibilità a riconoscere che l’ambiente è tale nel momento in cui è visitato e vissuto, elemento, questo, di notevole importanza per noi».
Un progetto a cura di: Nicola Frangione/Ariella Vidach /Claudio Prati
Coreografia Ariella Vidach. Danzatori Stefano Cristofanello, Rebecca Pesce, Stefania Trivellin, Ariella Vidach
Testi poetici Nicola Frangione. Scenografia Claudio Prati. Composizione sonora Paolo Solcia
www.hartaperformingmonza.it
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Il Comune si occuperà della raccolta delle domande di assunzione, complete di curriculum, che potranno essere presentate fino al 26 giugno 2008 presso:
Punto Comune
presso Sportello al Cittadino di piazza Carducci
da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 14.00
sabato dalle 8.30 alle 12.00
oppure trasmesse a sportelloalcittadino@comune.monza.mi.it complete di curriculum.
Il ruolo del Comune si limita alla raccolta delle
domande di assunzione, non può quindi fornire alcuna informazione in
merito alle selezioni e all'eventuale assunzione, nè svolgere alcuna
azione in proposito».
Qui i dettagli
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Finalmente avremo modo di incontrarci, conoscerci, presentarci. Giovedì 19 giugno alle 20,30 La Feltrinelli di Monza ci ospita per presentare La rivista che vorrei. Ci saranno il direttore Antonio Cornacchia e Antonio Piemontese. L'occasione è ghiotta perchè presenteremo anche il libro "Economia della felicità" insieme all'autore, Luca De Biase, giornalista, scrittore e responsabile di Nova24, il supplemento del giovedì del Sole 24 ore dedicato all'innovazione. Sarà un'occasione per parlare di web, gratuità, informazione e... felicità. Non mancare, segnati l'appuntamento!
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È stato uno dei cavalli di battaglia di Mariani alle ultime elezioni comunali. Il grande cantiere di Piazza Trento e Trieste per la costruzione di un parcheggio interrato nel pieno centro di Monza fu ferocemente attaccato dal Centrodestra e forse fu anche uno dei motivi della sconfitta di Faglia. Come per tante battaglie inutili — vedi il Centro commerciale del Rondò dei Pini, sempre a Monza — i lavori proseguono indisturbati e il parcheggio l'anno prossimo dovrebbe essere pronto. Per gli amanti del genere è anche possibile vedere a distanza lo stato dei lavori sul sito del Comune del capoluogo. Siccome qui a La rivista che vorrei abbiamo a cuore anche le minoranze sessuali, ecco per i cantierofili l'immagine di oggi:
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Il prossimo "dossier" della Rivista che vorrei sarà dedicato alla Lega, ai temi che le stanno a cuore, al suo radicamento territoriale qui, in Brianza. Per una redazione piccola e volontaria come la nostra, si preannuncia uno sforzo ancora maggiore che per quello dedicato alla "Brianza che verrà" del primo numero. Per capire cos'era vent'anni fa il movimento (ma è giusto chiamare ancora così un partito con 4 ministri?), riprendiamo un articolo firmato Guido Vergani su la Repubblica del primo giugno 1988. Qui il testo integrale.
Il sciur Brambilla è invulnerabile alle provocazioni. Gli si domanda: Se sua figlia sposasse un calabrese?. Ci pensa un attimo, prende tempo. Quesito difficile, dice. Poi, risponde: Anche fra di loro ci sono bravissime persone. Capolista a Monza, Giorgio Brambilla è uno dei tre eletti che la Lega Lombarda catapulta in quel consiglio comunale. Ha sessantadue anni, ma pimpanti. Sa come siamo fatti noi lombardi dice. Andiamo sempre di corsa. Siamo dei pistola. Ha una piccola ditta di detergenti industriali a Caronno Pertusella. Per rimanere sulla linea della provocazione, gli si chiede: Mai avuto dipendenti meridionali?. Questa volta, la risposta è immediata: Sì, due. Uno ottimo. Ho fatto un infarto e lui mi ha mandato avanti l' azienda. Meraviglioso. L' altro, appena l' ho assunto, si è messo in malattia e ha continuato ad ammalarsi. Si vede che era cagionevole. La verità è che c' è del buono e del cattivo anche fra di loro. Ma lei cosa vuole sapere? Se siamo razzisti? E' sempre la solita storia. Noi siamo contro lo Stato centralista e discriminatorio. A casa nostra, non comandiamo più. L' etnia meridionale è egemone, è maggioranza. Ma quale razzismo? Nel nostro programma sta scritto a chiare lettere che chi risiede in Lombardia da almeno cinque anni è da considerarsi lombardo a tutti gli effetti. Il problema, insomma, é che si integrino e che non vogliano sopraffare.
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«In questi giorni ho
girato un po’ la Brianza alla ricerca delle sue architetture
contemporanee più famose. A stimolarmi è stato l'elenco delle opere
realizzate dal 1950 a oggi, oggetto del concorso fotografico, bandito
dall’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori
di Monza e Brianza con l’obiettivo di costruire in questo modo un
archivio di immagini delle architetture esistenti sul territorio.
Ho
scoperto che tra i 20 edifici da fotografare c'erano opere di molte
star del design italiano e internazionale che in Brianza hanno
progettato e realizzato chiese, scuole, aziende, ville e case popolari,
cappelle funerarie, edifici pubblici e università. Opere firmate da
Botta, Aulenti, Magistretti, Rossi, Bellini, Mangiarotti, Caccia
Dominioni, Gio Ponti, Citterio, Gregotti, e altri maestri». Dal blog di Carlo Arcari. Qui l'articolo integrale.
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Gustoso articolo di Marco Pirola su L'Esagono a proposito del PD e dei suoi leader. Fino a qualche anno fa i Perdenti per eccellenza erano i Nerazzuri di Massimo Moratti; adesso che, in un modo o nell'altro, hanno preso anche loro l'abitudine di vincere, il triste scettro degli sconfitti a vita resta in mano ai veltroniani?
Poteva essere l’ennesimo articolo “sciapo” sui perchè di una sconfitta. Poteva essere l’annuncio asciutto dell’ennesma rinione del Pd che si lecca le ferite cercando di capire dove ha sbagliato. Già mi stavo scervellando come rendere digeribile l’ennesima “zuppa politica” quando mi è venuto in mente un personaggio e la sua storia che sintetizza tutto quanto.
Charlie Brown (Pippo Civati) è un “adorabile perdente” capace però di infinita determinazione e testardaggine che è in definitiva dominato dalle sue ansie e manchevolezze. Soprattutto dai suoi compagni che approfittano di lui. Il migliore esempio di ciò è la sua squadra di baseball (il suo partito). Charlie Brown ne è l'instancabile organizzatore ed il lanciatore, ma la squadra perde abitualmente (anche se non sempre 2 a 930). Charlie Brown è un terribile lanciatore, costretto a subire colpi che spesso lo scalzano dalla postazione di lancio (vedasi caso Alessia
Mosca). Va detto peraltroche la maggior parte dei componenti della squadra gioca male. L'unica eccezione è Snoopy (Roberto Scanagatti) che mostra una certa abilità nel ruolo di interbase. Anche Linus (Michele Faglia) mostra ogni tanto una certa bravura e un moderato impegno in ala sinistra, prendendo anche le palle più difficili e scomode, a volte costruendo castelli di sabbia o complesse opere di Lego mentre la palla vola verso di lui. Ogni autunno la sua amica Lucy (i vertici milanesi del Pd) gli promette di tenere in posizione un pallone da football affinché lui lo possa calciare ed ogni volta lei glielo toglie all'ultimo momento cosicché Charlie Brown vola in aria e piomba immancabilmente sulla schiena. Charlie Brown all'inizio è sempre molto titubante, ben sapendo che come tutti gli anni Lucy toglierà via il pallone. Ma lei, lo riesce sempre a convincere in qualche modo. Nonostante tutto ciò e nonostante i torti che spesso subisce, Charlie Brown ha molti amici e ci riprova sempre.
Così ieri sera si è ripartiti dalla collinetta di lancio (sala Maddalena) con l’analisi del voto brianzolo con tanto di grafici e statistica. La Brianza al centro della questione settentrionale, il partito federale, ripartire dai fondamentali, dal sociale. Da quel pallone da football che prima o poi finirà in metà come nel 2005.
Marco Pirola
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Per questo fine settimana, dopo le Lettere di Gramsci, vogliamo farti svagare un po', così ti segnaliamo il nostro giochino dell'uccello Padulo. Per cambiare la tappezzeria del tuo computer puoi usare i nostri desktop (o wallpaper).
Buon fine settimana!
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Riprendiamo il breve articolo di Milena Gabanelli su "Io donna":
Chi fa l’orto abbatte il PIL
Flavio
si è fatto un piccolo orto. Coltiva e raccoglie insalata,pomodori e
carciofi. La sua verdura non deve essere trasportata, non richiede
confezioni e imballaggi, costa solo il prezzo delle sementi. Richiede
solo un minimo di lavoro, ma in compenso non ha conservanti ed è
ricchissima di vitamine; dunque è di qualità superiore a quella
prodotta in modo industriale, costa molto meno e contribuisce a ridurre
le emissioni nocive, evitando il consumo di carburante per il
trasporto, la produzione dei contenitori usa e getta e i loro
smaltimento come rifiuti. Insomma, una scelta che migliora la qualità
della vita di chi la compie e non genera impatti ambientali. Ma cosa
succederebbe se tutti facessero come Flavio? La produzione in proprio
di verdura farebbe calare la domanda di merci, metterebbe in crisi
l’industria dei trasporti e quella delle confezioni e imballaggi e
farebbe diminuire i costi di smaltimento dei rifiuti. Il ministero
delle Finanze vedrebbe assottigliarsi il gettito dell’Iva e delle
accise sui carburanti; quello dell’Ambiente si vedrebbe ridurre gli
stanziamenti e non potrebbe più sovvenzionare le fonti energetiche
alternative nell’ottica dello “sviluppo sostenibile”; le aziende
municipalizzate e i consorzi di gestione rifiuti incasserebbero meno
soldi per le discariche e gli inceneritori. E ancora: la diminuzione
dei camion circolanti su strade e autostrade ridurrebbe i rischi di
incidenti e ciò metterebbe in crisi i carrozzieri, le aziende
ospedalieri e quelle farmaceutiche…In altre parole: ci sarebbe una
decrescita del prodotto interno lordo (PIL), ossia del parametro che
misura la ricchezza del nostro Paese. Però, attenzione al PIL, perché
questo “mostro” non fa distinzione fra le attività che contribuiscono
al benessere e quelle che lo diminuiscono: persino morire, con i
servizi connessi ai funerali, fa crescere il PIL!”Misura tutto, eccetto
ciò che rende la vita degna di essere vissuta” disse Bob Kennedy nel
1968, tre mesi prima di essere ucciso. Meglio cambiare parametro. […]
Nessuno ha in mano la soluzione, ma se non si prova a innescare
meccanismi virtuosi, non sapremo mai se una vita migliore sarebbe stata
possibile.
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- Di Antonio Cornacchia
Correte! La vita vera è lì, l'entusiasmo è contagioso. Altro che le necropoli televisive. Fino al 31 maggio.
Spettacolo ore 21.00. Biglietti € 15/10 . Info biglietteria tel 02. 36.59.25.44 [dal martedì al sabato dalle 16 alle 19] info@teatrofilodrammatici.it
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Social Design Zine è un blog sulla grafica e sulla comunicazione visiva piuttosto frequentato. Il suo articolo più letto però in assoluto non è ne' sull'ultima campagna sociale di Pubblicità Progresso (esisterà ancora?) ne' sul logo delle prossime olimpiadi. Con circa 10.000 lettori l'articolo più letto è quello relativo al cosiddetto "alfabeto degli zingari", «A poco serve dire che si tratta di una leggenda metropolitana o "bufala" — almeno nei termini in cui viene presentata — più volte denunciata. Come nei più classici casi di psicosi collettiva tutti, anche persone affidabili e di cultura, conoscono almeno una persona — un amico, un parente, il vicino — la cui casa è stata visitata dai ladri e che si è accorto di strani segni tracciati sui campanelli o nelle vicinanze dell'abitazione».
Di per sè l'articolo è davvero molto interessante, ma vogliamo scommettere su quanti di quei 10.000 lettori ci sono finiti su via Google cercando conferme alle proprie paure? «Il successo popolare di questa leggenda è facilmente spiegabile. La casa "segnata" è un retaggio fin dai tempi biblici (ricordate l'angelo della morte?) e gli zingari rappresentano, col loro nomadismo, la nostra rappresentazione più atavica e profonda del diverso, anzi di un popolo diverso frammisto a noi — forse più degli stessi ebrei a cui, non a caso, furono accumunati nella soluzione finale dai nazisti».
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- Di Antonio Cornacchia
Il Centro sociale autogestito Boccaccio di Monza è sotto sfratto. La proprietà dell'area dismessa occupata dai ragazzi ha dato 40 giorni per sgomberare. Ci sono stati anche incontri con l'Amministrazione comunale che non hanno, di fatto, dato alcun risultato. Non sappiamo se si arriverà allo sgombero forzato o se ci sarà un abbandono "volontario" dello spazio. Certo è che da più di 4 anni quel luogo, che piaccia o no, ha saputo rappresentare un punto di riferimento anche culturale nel territorio con molti concerti, manifestazioni, rassegne, dibattiti. In una città molto parsimoniosa, diciamo così, nell'offrire occasioni di incontro — soprattutto a chi ha pochi anni sulle spalle — a qualcuno farà pure piacere sapere che quei rompiscatole devono sloggiare, ma resterebbe sicuramente una perdita. L'alterità, il diritto a esercitare la propria indipendenza dalle logiche commerciali che domina il 99% delle nostre vite, credo sia un elemento di crescita e confronto importante che non può essere ridotto ad una banale questione di proprietà del suolo. La rivista che vorrei sicuramente se ne occuperà nelle prossime settimane, intanto riprende il filmato che il Boccaccio ha realizzato per presentare le iniziative in arrivo sotto il nome "Scacco alla regina". Teodolinda, ovviamente.
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"(...) L’odio cieco di una banda di periferia e il clima da guerra civile del
Berlusconi IV, l’adrenalina della cocaina e il protezionismo delle
piccole patrie della Lega e di Tremonti, vanno a braccetto. Sempre di
fascismo si tratta, ma di un fascismo geneticamente modificato. Le
comunità più immaginarie che reali, ma non per questo meno pericolose,
portano con loro il patrimonio di violenza e frustrazione che il
nazifascismo ha sempre strumentalizzato. Ma collocano violenza e
frustrazione in un contesto nuovo, quello delle città globali e dei
quartieri multietnici.
Lo scenario è quello che ci ha descritto efficacemente Saskia Sassen,
quello delle città che sono i cuori pulsanti del mercato globale, che
rispondono alle crisi finanziarie e ai suoi stimoli con la rapidità di
un clic di mouse, che tendono ad azzerare le distanze sia su scala
planetaria che su quella locale, tra centro e periferia. Il Pigneto è
il centro degli atelier artistici o la periferia dei call center dei
bengalesi: tutto si confonde. E a uno scenario inedito, che con le sue
trappole e le sue possibilità si dipana sotto i nostri occhi, dovrebbe
corrispondere una risposta inedita".
Giuliano Santoro su Carta. Illustrazione di GiPi