“Bella giornata, eh?” “Davvero”»
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Riceviamo e pubblichiamo.
DOMENICA 27 luglio 2008
FOA BOCCACCIO 003 organizza a Monza, presso il controviale di via Boccaccio
(ingresso Villa Reale)
FOA BOCCACCIO IN OGNI STRADA IN OGNI QUARTIERE
Dopo l'occupazione temporanea della CASA DELLE ASTE di due settimane fa torniamo in strada
per dare visibilità alle nostre rivendicazioni, contro una Giunta completamente incapace di soddisfare
le esigenze della popolazione giovanile cittadina.
Coprifuoco, telecamere e criminalizzazione degli spazi
di libera aggregazione sono le uniche risposte messe in campo da Mariani & co. per risolvere il problema
dell'esigenza di spazi da parte dei giovani. Anzi no, ne abbiamo dimenticata una:
il centro commerciale, nuovo spazio pronto per atrofizzare anima e corpo dei monzesi,
dopo aver già deturpato pesantemente il paesaggio della città ed il suo patrimonio storico-culturale. La nostra risposta a tutto questo sarà il massimo impegno a riprenderci ciò che ci è stato toltocon lo sgombero del BOCCACCIO, un centro sociale che esprima conflittualità e crei socialità vera, nel deserto della città vetrina monzese.
dalle ore 15 street festival con banchetti informativi, torneo di calcio-balilla e tanto altro...
conferenza stampa con presentazione del dossier OCCUPIAMO MONZA e tante altre chiacchere interessanti sulla nostra Giunta.
a seguire (ore 15.30) concerto no-stop (fino alle 23) con
MURDER WE WROTE
KKK
KNIFE 49
ROCK TOWER BLUES BAND
BRIAN-Z
THE DAY BEFORE
alle ore 22.30 verrà proiettato NAZIROCK, documentario di Claudio Lazzaro.
http://www.nazirock.it/
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Ci sono stati segnalati problemi nella visione dei filmati. I motivi sono almeno due.1 - Usi Explorer? effettivamente pare esserci qualcosa che non va con il browser Microsoft. In attesa che gli sviluppatori ci diano una mano a risolvere il problema, ci sono due alternative: installare gratis e legalmente Firefox (che noi consigiamo caldamente per navigare SEMPRE) e l'altra è di guardare i filmati direttamente sulla pagina di YouTube, i nostri sono tutti qui: http://it.youtube.com/larivistachevorrei Questo problema è stato risolto.
2 - Hai una connessione lenta? allora non c'è nulla da fare, i contenuti multimediali richiedono l'adsl.
Se riscontri altri problemi, scrivici a info (at) vorrei.org
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Fra una banda caciarona e l'altra, giovedì scorso nel gazebo di via Italia a Monza si è tenuta la lettura del "Firmino" di Sam Savage organizzata da Giuseppe Civati e dalla Feltrinelli. Enrico Roveris ha letto alcuni passaggi di uno dei libri più amati degli ultimi mesi e gli spettatori divertiti hanno applaudito, oppure schiacciavano le fastidiose zanzare, ma l'effetto era identico. Formula efficace, da ripetere. Tanto che per l'autunno La rivista che vorrei lancerà presto un sondaggio fra i lettori (non solo i nostri) per decidere quale libro vorrebbero portare in lettura pubblica. La lettura che vorrei è in arrivo.
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- Di Antonio Cornacchia
Il Giorno di oggi riporta le dichiarazione del vicesindaco di Monza a proposito dell'occupazione temporanea del Boccaccio del fine settimana appena trascorso. Come molto spesso succede, la questione degli spazi per la socialità e per le attività culturali giovanili viene ridotto a mera faccenda di ordine pubblico e repressione, anzi addirittura l'esponente di AN lamenta il mancato intervento della polizia e parla di interrogazione parlamentare. Forse ha nostalgia dei bei tempi del G8 genovese.
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- Di Gimmi Perego
Dal blog del nostro Gimmi Perego.
Anche il Parlamento Europeo, volentieri, da' una mano, o meglio un dito (medio) a Maroni.
Ha approvato ieri la risoluzione presentata dai gruppi del centrosinistra e liberaldemocratici, con 336 voti a favore, 220 contrari e 77 astenuti. Nel testo si esortano le autorità italiane:
«Ad astenersi dal procedere alla raccolta delle impronte digitali dei rom, inclusi i minori e dall'utilizzare le impronte digitali già raccolte in attesa dell'imminente valutazione delle misure previste annunciata dalla Commissione, in quanto questo costituirebbe chiaramente un atto di discriminazione diretta fondata sulla razza e l'origine etnica»
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- Di Vorrei
«Leggendo il resoconto di Zoro sulla manifestazione dell'altro giorno. Emerge la frase della Guzzanti: «bisogna cercare di sentirsi popolo anche quando non si ha idea di chi sia il leader giusto». Verrebbe da commentare che in questo popolo, che tanto odia il potere, non può certo essere il leader a garantire il sentimento di popolo: perché in questo popolo, che tanto odia il potere, quando il leader prende troppo potere si tende ad abbatterlo...
Ma non è questo il commento che più importa. Perché riguarda i tifosi di una parte politica.
Secondo me, il problema interessante è quello di vedere come fa un popolo ad aggregarsi, a elaborare e far sentire la propria agenda politica a qualunque leader abbia scelto con il sistema democratico. Nella maggior parte dei casi l'agenda ha la forma della coda lunga. Quindi di solito si parla delle cose che interessano poche persone alla volta. Ma in alcuni casi è possibile che ci si trovi a parlare di argomenti che stanno nella parte alta della coda, dove tutti si uniscono per difendere qualcosa di importante. Ebbene: si ha l'impressione che il popolo italiano sia stato capace di farlo in passato (anche dieci anni fa per l'entrata nell'euro...) e che non abbia più la forza per farlo oggi. Sembra stremato. Perché il dibattito degli ultimi dieci anni è stato estenuante. Perché le difficoltà di questo passaggio epocale dalla società industriale all'economia conoscenza sono gigantesche. E perché la società si è sfilacciata: anche chi sarebbe disposto (per cultura o per vita quotidiana) a impegnarsi si sente soffocare in un contesto nel quale tutti gli altri sembrano soltanto impegnati ad arraffare il tanto o il poco che possono arraffare.
Il rinnovamento del «sentirsi popolo» parte probabilmente dalla cultura, dal modo di vedere e raccontare le cose. (Raccontare in modo più essenziale i fatti e le interpretazioni. Vedere che attraversiamo una trasformazione non un declino. Riconoscere che l'arraffo non è un progetto di vita e cominciare a ridefinire che cos'è la ricerca della felicità...).
Per questo la rete - il tempo che doniamo agli altri con la rete - ha profondamente senso».
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Dal blog di Massimo Mantellini a proposito della manifestazione di ieri a Roma e dei commenti sui giornali di oggi:
«(...)le penne piu' affilate avranno nella nottata inchiostrato di indignazione il proprio spazio morale e tuttavia, tutti, indistintamente, parteciperanno oggi a questo bagno purificatore evitando di porsi la domanda centrale: su quale giornale scrivo di etica e volgarita'? Quale Corriere della Sera o quale Repubblica puo' oggi concedersi il lusso della ventata moralizzatrice ad uso dei propri lettori? Le manifestazioni pubbliche di Sabina Guzzanti da un lato consentono al redattore di vergare (finalmente!) la parola "pompini" nell'inchiostro del grande quotidiano (fino a ieri il massimo della trasgressione sarebbe stato "pomp...") dall'altro consegnano alla stampa una illusione etica (il ruolo etico del giornalismo nella societa') che e', oggi in questo paese, completamente fuori luogo.
Con quale coraggio il Corriere dara' sfogo alla indignazione delle proprie migliori penne sulla volgarita' ascoltate ieri (davvero nessuno di voi aveva mai ascoltato storielle sulla ipotetica omosessualita' del papa? ehi ma in che mondo vivete?) dopo aver per settimane (online e su carta) dissertato finemente delle orgie sado-maso di Mosley (che giustamente ieri ben accampato in testa alla homepage di Corriere.it dichiarava che se non capiamo la raffinatezza dell'SM saranno poi affari nostri).
Quanti Ceccarelli e Berselli si sono indignati in questi anni per le camionate di spazzatura volgare e ruffiana che i quotidiani che li stipendiano scaricano ogni giorno nelle edicole e online? Il punto, l'unico punto valido per oggi, e' che praticamente nessuno dei grandi quotidiani italiani ha oggi titolo per indignarsi per i modi e la forma delle proteste di ieri. Se di modi e di forma vogliamo discutere, prima di passare il dito sopra la credenza della casa altrui forse sarebbe il caso di dare una occhiata sotto il comodo divano di casa propria. Che la morale a giorni alterni e' anche peggio di nessuna morale».