- Dettagli
- Dettagli
Numerosi clienti brianzoli dei negozi di arredamento Aiazzone denunciano di non aver ricevuto in tutto o in parte la merce ordinata e già interamente pagata. Oppure c?è chi, dopo aver lasciato un acconto in negozio, si ritrova a pagare un finanziamento senza aver ancora i mobili a casa. In questi giorni, molte segnalazioni stanno pervenendo agli sportelli e alle sedi locali del Movimento Difesa del Cittadino Monza (MDC), ha deciso di scrivere alla Panmedia SpA, che nell?agosto 2010 ha rilevato l?azienda operante con il marchio Aiazzone.
?E? nota, infatti, - spiega l'avv. Mattia Cappello responsabile del dipartimento legale MDC-Monza - la vicenda del marchio Aiazzone e dell?istanza di fallimento della Società che lo controllava. Ma dall?agosto 2010 è subentrata la Società Panmedia S.p.A., Società torinese, che ha rilevato l?azienda operante con il marchio Aiazzone e che ha informato tutti gli acquirenti Aiazzone che provvederà essa stessa alla consegna della merce. Nella lettera che la società ha inviato ad alcuni clienti si legge: ?La Panmedia ha rilevato l?azienda operante con il marchio Aiazzone. In riferimento ai prodotti da Lei ordinati e non ancora consegnati, Le rappresentiamo che gli stessi verranno regolarmente effettuati dalla nostra società al più presto. La contatteremo quanto prima per definire con Lei il nuovo piano di consegna?.
Tuttavia, nonostante i mesi siano trascorsi, ad oggi, molti acquirenti denunciano la mancata consegna della merce e i continui rinvii: fenomeno che riguarda tutta Italia.
Nel frattempo, il Movimento Difesa del Cittadino- Monza (MDC) consiglia agli acquirenti ?traditi? di mettere in mora la Società per la consegna della merce acquistata. Per maggiori informazioni e per ricevere assistenza dalla sede MDC di Monza e Brianza, i cittadini possono contattare lo 039.94.66.098 o 334.84.83.713 o scrivere a monza@mdc.it.
A cura di Bianca Luongo responsabile della sede MDC-Monza
tel. 039.94.66.098 ? 334.84.83.713 e.mail monza@mdc.it
--
Movimento Difesa Cittadino Monza
sede operativa - Viale Libertà, 33 c/o Circolo Legambiente - 20900 Monza (MB)
sede legale - Via Correggio, 59 c/o Casa del Volontariato - 20900 Monza (MB)
tel +39 0399466098 cellulare 334 8483713
si riceve il venerdì previo telefonico
- Dettagli
Anche quest’anno il Comune di Monza sarà presente alla Fiera-Forum Risorse Comuni giunta alla sua nona edizione, mostra/convegno promossa dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani. La manifestazione si svolgerà dal 23 al 25 novembre al Palazzo delle Stelline a Milano.
L’obiettivo della fiera è creare, con i seminari e l’area espositiva, una base di scambio e approfondimento per gli Enti locali su temi di rilievo per la pubblica amministrazione grazie al contributo di amministratori e dirigenti, esperti ed aziende (programma scaricabile su: www.risorsecomuni.it ).
All’interno della Fiera il Comune sarà presente con uno stand, coordinato dall’Assessorato alla Comunicazione, in collaborazione con gli Assessorati ai Sistemi Informativi, ai Servizi Demografici ed ai Tributi per presentare due progetti.
Il primo è “Conoscere per servire” un progetto innovativo per la raccolta, l'organizzazione e la gestione dei dati presso il Comune e il Polo catastale. Mediante l'integrazione delle banche dati comunali (anagrafe-tributi-catasto-commercio-edilizia) è possibile infatti avere un quadro omogeneo sullo status delle varie unità immobiliari allo scopo di verificare e sanare eventuali incongruenze catastali; la contemporanea sovrapposizione con altre fonti esterne (agenzia entrate-catasto elettrico-PRA-ecc…) consente di effettuare controlli incrociati più approfonditi, nell'ottica di combattere l'evasione fiscale.
Il secondo progetto presentato sarà "Monza on line - Il Comune in casa" che permette ai cittadini di poter richiedere online un numero sempre più vasto di servizi. Da oggi a Monza diventa più facile accedere ai servizi pubblici. Con la Carta Regionale dei Servizi (CRS), visualizzare e comunicare i propri dati, prenotare e inviare pratiche, pagare e segnalare diventano operazioni che si possono compiere da casa o dall’ufficio. In particolare, è in fase di conclusione il processo di rilascio di certificati mediante Timbro Digitale.
“Il Comune di Monza si presenta a questa manifestazione con una serie di servizi sviluppati dai nostri settori Comunicazione e Sistemi Informativi che in questi ultimi anni sono stati impegnati in progetti che possono essere oggi esportati anche in altre pubbliche amministrazioni – sottolinea l’Assessore alla Comunicazione Pierfranco Maffè -. Risorse Comuni rappresenta un importante momento di confronto sui temi della comunicazione pubblica che ci permette di rapportarci con le altre realtà a beneficio di una sempre migliore interazione tra cittadini e Comune”.
23-24-25 novembre
Palazzo delle Stelline
Corso Magenta, 61 Milano
Stand b4 – orario: 9 - 18
Ingresso gratuito
www.risorsecomuni.it
Monza, 16 novembre 2010
Ufficio Stampa
- Dettagli
Il 20 Novembre, anniversario della Convenzione sui Diritti dell’infanzia, COOPI lancia “A Tavola per bene”,
un’iniziativa che coinvolge i più importanti ristoranti della città di Milano ed altre città, volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sui diritti dei bambini.
Il 20 novembre, data in cui si celebra l’anniversario della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia, COOPI lancia l’iniziativa “A tavola per bene” per sensibilizzare l’opinione pubblica sui diritti dei bambini. Dal 20 Novembre al 31 Dicembre, numerosi locali di Milano e di altre città inviteranno i loro clienti ad ordinare durante il loro pasto un piatto solidale: l'ordine ovviamente è virtuale, ma la donazione andrà a favore dei progetti di Sostegno a distanza di COOPI.
L’iniziativa coinvolge già i più importanti ristoranti delle città di Milano, Pisa, Torino, Roma, Padova, Cagliari, Monza, Genova, Grosseto e tanti altri potranno ancora aderire, per un giorno, per tutto il periodo, per una settimana. I locali hanno deciso ad esempio di inserire un piatto nel loro menù e maggiorarlo di 1 euro, di devolvere una percentuale di ogni conto ai progetti di COOPI, di sensibilizzare i clienti sull’iniziativa.
Tra i locali che già aderiscono a Milano ricordiamo:
-
Al grande cerchio, Via Buonarroti, 8
-
Il Caffè Nazionale, Via Sanzio,24 ang. Via Ravizza
-
Zena, ripa di porta ticinese, 37
-
Rigolo, Via Solferino 11
-
La Bettola di Piero, via Orti 17
-
St. Andrews, Via Monte Bianco 2
-
Vietnamonamour, via A. Pestalozza 7
-
Bianca, Via Panizza, 10
-
La lisca, via Friuli 7
-
La lisca, via Marghera 29
-
Il Liberty, viale Monte Grappa 6
-
Asso di Fiori. L’Osteria dei formaggi, Alzaia Naviglio Grande 54
Gli altri aderenti si trovano su:
http://www.adottareadistanza.org/a_tavola_per_bene.html
Con solo 1 euro, ad esempio, si può ordinare il Lakh, miglio bollito con zucchero e latte. Una colazione molto nutriente e golosa.
"Non vedo ragione per la quale non aderire ad un'iniziativa così illustre – spiega Betty Pavese del St Andrews Restaurant - agli esercizi pubblici non è richiesto alcun impegno. E’ un piacere e una gioia aderire ad un'iniziativa così importante".
I fondi raccolti saranno destinati ai progetti di Sostegno a Distanza di COOPI volti a garantire ai bambini cibo, salute, istruzione e protezione in Etiopia, Repubblica Centrafricana, Uganda, Senegal, Sierra Leone, Haiti e Perù.
Sostenere un bambino a distanza con COOPI significa quindi rispondere ai bisogni più urgenti di un bambino per costruire il futuro suo, della sua famiglia e della comunità in cui vive.
Per informazioni ed adesioni:
Francesca Castellari – 02.3085057 (int. 221) castellari@coopi.org
Diana Nahum - 02.3085057 (int. 255) nahum@coopi.org
- Dettagli
Oneiros Teatro
Associazione Culturale
Presenta
Anime Selvatiche
Liberamente tratto da Henrik Ibsen: Elaborazione drammaturgica:
Casa di bambola, Quando noi morti ci destiamo, Gloria Geoni
La Donna del mare, Casa Rosmer, Hedda Gabler Alessandro Wagner
Ispirato a Lou-Andreas Salomè: Figure di donne
Regia: Gloria Geoni Alessandro Wagner
Luci: Giorgio Menegardo
Personaggi e Interpreti:
L’Anitra Selvatica: Rosi Tortorella
Nora: Adriana Dell’Arte
Irene: Ornella Rossetto
Ellida: Nicoletta Vitelli
Rebekka: Patrizia Sinatra
Hedda: Ilaria Balucani
Fortemente ispirato all’interpretazione psicanalitica di Lou-Andreas Salomè: mette a confronto sei figure di donne dell’opera matura di Ibsen. L’anitra selvatica, considerata come l’emblema della natura più profonda e libera, è la vera protagonista nella poetica fiaba che avvolge il dramma di cinque personaggi femminili. In ogni essere umano, crediamo, si celi, talvolta molto nel profondo dell’animo, l’anitra selvatica. Col passare del tempo molti credono di dimenticarla dentro di loro, non l’ascoltano più, la scordano, e vivono la loro vita senza slanci, spinte, aneliti che li possano far andare avanti, seguendo la propria vera natura. Però, può succedere che uno strano accidente, un avvenimento, una tempesta improvvisa, un enorme dolore, risvegli l’anitra selvatica assopita, l’anima addormentata. Non resta quindi che ascoltarla, seguirla o semplicemente restare malinconicamente fermi, dolcemente indifferenti al suo richiamo. Ci sarà chi d’improvviso muterà repentinamente il corso della propria vita o incoscientemente o alla ricerca di una matura indipendenza che possa condurre a una libertà responsabile verso il mondo circostante. Oppure chi lentamente muterà anche solo lo spirito che anima le cose che continua a fare nello stesso modo. Oppure chi non riuscirà a continuare a vivere e soccomberà a questo richiamo irresistibile. Dov’ è la vostra Anima Selvatica?
C’era una volta una soffitta. Le pareti basse scendevano oblique verso il pavimento di legno e la luce filtrava a fatica dagli abbaini coperti di ragnatele e dalle fessure del tetto. Perché in quella soffitta gli uomini tenevano prigionieri animali di tutti i tipi e li disabituavano, con l'educazione e la disciplina alla loro libera vita naturale. In un angolo semibuio c'era una cesta che ospitava la più nobile fra tutte quelle creature private della loro libertà: un' anitra selvatica, cioè un "vero selvatico". Non solo pareva la più nobile fra tutte quelle creature, ma anche quella più da compiangere. Perché se i suoi compagni potevano adattarsi magari volentieri a quel paradiso artificiale – un uccello selvatico in una soffitta: non è necessariamente una tragedia?
A questa domanda si possono dare alcune risposte, cinque storie diverse.
Forse l'anitra è stata tolta dal nido materno e messa tra gli animali domestici quando era ancora un uccellino implume e indifeso. Totalmente ignara della sua vera natura e della sua origine, viziata da costanti riguardi e preferenze, si diverte innocentemente nella sua soffitta, come in una grande e allegra stanza dei giochi. Quel che lì vede e trova non da.certo l'impressione di un mondo reale ai suoi limpidi occhi di uccello selvatico. Diventa a poco a poco capace di volare. Ma giunge, ahimè, la stagione in cui le tempeste scuotono l'abbaino, in cui un colpo di vento di inaspettata violenza finisce per spalancarlo, e improvvisamente alla piccola anitra selvatica si rivela la vista della terra e del cielo. Con le prime fluttuanti onde di luce che sorgono libere sopra di lei, qualcosa sorge anche in lei, come un ricordare, un riconoscere, come l'alito e il profumo di una patria, che si stende remota al di sopra di tutte le soffitte e le prigioni. Ancora non sa dove sia la sua patria, sa solo che non può essere lì, glielo dice un irresistibile istinto, una violenta nostalgia, che la costringe a spalancare le sue giovani ali, allora si libra verso l’ignoto, l’infinito, per scambiare la grande stanza dei giochi con il Tutto.
Ma forse è l’anitra selvatica stessa a cercare di proposito la morte nell' angusta prigione. Forse non è valso a niente che si sia abituata a vivere in quel luogo, o che addirittura vi sia volata spontaneamente. Questa volta è un uccello audace e temerario che si è lasciato sedurre dall'idea di imporre il proprio dominio su creature deboli e addomesticate. Il suo piano ha un successo che va di là di ogni aspettativa. Gli animali domestici sono a tal punto intimiditi dalla sua superiorità, che presto tutti finiscono per piegarsi e sottomettersi. Dello scompiglio e del sovvertimento dell' ordine tradizionale che questo necessariamente comporta, l'anitra selvatica non mostra la minima preoccupazione: la sua è la legge del più forte. Ma i compagni più deboli invece si vendicano di lei. Certo non con la violenza e l'ostilità, di cui l'anitra selvatica sa avvalersi meglio di loro, ma con l'amore e l'amicizia con cui 1'avvincono sempre più strettamente a sé. Ed è così che lasciano che il pericolo nascosto compia la sua opera: il pericolo dell'influenza del domestico sul selvatico, il contagio della debolezza sulla forza. Pian piano, furtiva, come un ladro nella notte, incomincia a insinuarsi nel suo essere una coscienza da animale domestico. Emerge lentamente dall'umida penombra della soffitta un inconsistente spettro sinistro che snerva e fa rabbrividire. L’anitra selvatica si è "nobilitata", come dicono gli uomini, ma a lei, creatura selvaggia nata in libertà, pare soltanto di essere diventata triste e malata, debole e misera. Può dunque accadere che un giorno gli uomini, le aprano una finestra del tetto senza che lei osi volare. Sanno di poter lasciare aperte le porte della sua prigione, perché più forte di ogni vincolo esterno è la catena che ha dentro, ormai prigioniera del potere della docilità. Ma troppo presto hanno esultato, perché un' anitra selvatica finisce per riappropriarsi della libertà, anche se è una libertà diversa da quella che aveva sognato. Mentre se ne sta lì appollaiata, appoggiata con nostalgia alla finestra aperta, viene colta da un confuso smarrimento. E' inesorabilmente presa dalle vertigini ... si sporge ancora un po', e poi sempre più, finché precipita sul selciato del cortile.
Ma forse ci sarebbe una soluzione, se l’anitra selvatica non si estraniasse dai suoi domestici compagni , se fosse volata in quel rifugio sotto il tetto spinta da necessità e inesperienza, con mite timore. Non appena si avvede che con quel suo volo si sarebbe irrevocabilmente condannata alla prigionia è colta da un immenso dolore - selvaggio e violento - per la libertà perduta. Non fa che svolazzare da una parete all' altra, vagando smarrita e sbattendo le ali tremanti. Gli uomini tentano invano di mitigare la sua nostalgia offrendole e concedendole tutto ciò che potrebbe conciliarla con la sua permanenza fra loro. Ma lei quasi non se ne accorge, non arriva a vedere quanto è curata, coccolata, perché continua a vivere in mezzo a loro come un'estranea, chiusa nel suo isolamento.-Dominata unicamente dal pensiero della sua prigionia, è così distante dagli altri nel suo dolore e nella sua desolazione, che non si rende conto di quel che le accade intorno. I suoi padroni e i compagni sono stregati dalla sua natura selvaggia ma lei resta tormentata dal suo struggente anelito per l'irraggiungibile. Uomini e animali non possono stare inermi a guardarla lentamente morire di quell'incessante, inguaribile nostalgia: più grande ancora del loro desiderio di trattenerla e stringerne i legami è il loro amore per la povera prigioniera. Così decidono di dirle addio e con tristezza, ma senza esitazione, le aprono la finestra. Accade l'incredibile, l'incomprensibile: l’anitra selvatica, libera di farlo, non vola via. E neppure si getta giù. E' come se un maleficio le cadesse di colpo di dosso, non appena le è concesso di muovere liberamente le ali. Poiché era solo il terrore della prigionia a spingerla alla rivolta. La paura di una creatura nata libera, che mai può adattarsi alla costrizione e alla cattività. Ma l'amore che le ha ridato la libertà dissolve in lei ogni ombra e la generosità di quel gesto le rivela quanto saldo sia il legame che la unisce ai suoi docili compagni e quanto profondamente appartenga a loro. Non vuole abusare delle sue ali, ma solo poterle spiegare e muovere a suo piacimento; non per abbandonare i compagni, ma
per rimanere tra loro libera nell' amore.
Forse, se gli uomini potessero vivere questa umiliante e felice esperienza non chiuderebbero più gli abbaini delle loro soffitte; aprirebbero nuove, grandi finestre nei muri, per far circolare liberamente luce e aria e lasciare che gli uccelli entrino ed escano a loro piacimento. Quale creatura potrebbe mai rimanere esclusa da un luogo simile, da una tale comunione? Può essere solo un uccello condannato a rimanere estraneo fra i suoi simili. Un uccello che non ha in realtà un vero anelito ad andarsene perché manca dell' audacia di chi è nato libero, ma disprezza anche la protezione e la pace che regnano fra i suoi compagni, perché altrettanto gli manca la sensibilità e la mitezza di chi è addomesticato. Incapace di lottare contro le regole della società, è costretto a rimanere per sempre nella sua impotente inquietudine, cieco al vasto mondo esterno della libertà, nella cui luminosa bellezza non sa vedere che una minacciosa e vuota lontananza, ma senza occhi anche per il piccolo mondo che lo circonda, perché anche nel nido più caldo non sa vedere che limitatezza. Opponendosi con avversione all'istinto di ogni creatura di crearsi una casa, si condanna a perdere l'istinto vitale stesso. Non resta perciò per lui alcuna forma di esistenza possibile nel mondo di chi vive e crea, e neppure più un modo per evaderne. A meno che non finisca per cadere nelle mani degli uomini, liberando così la vita da un'esistenza inutile: una rapida morte davanti alla canna di fucile del cacciatore.
Ma forse alla piccola anitra è dato in sorte un caso sfortunato. Una tempesta arriva a scuotere le porte della sua prigione, un colpo di vento le spalanca con violenza improvvisa. Una cocente delusione quando viveva libera nei boschi e amava la luce, le ha insegnato a considerare le tarlate pareti di legno come una prigione dalle barriere insormontabili, la disciplina e le regole del mondo degli animali domestici come immutabili leggi di natura che la portano a sentirsi un cadavere. La povera anitra selvatica cerca in tutti i modi di emulare la docilità degli animali domestici, di frenare le forti ali frementi, che di notte, nel suo sonno di morte, si spalancano in sogni meravigliosi, sbattendo impazienti contro le pareti marce. Ma il richiamo delle origini, della natura selvaggia, giunge comunque fino a lei, risvegliandola: per lei il raggio di sole non abbellisce ciò che la circonda, ma le rivela tutta l’illusorietà di quella scena Capisce che è un mondo finto, morto quello in cui vive, e che il mondo vero deve trovarsi lontano, dietro le finestre cieche. E come in un sogno le sorge dinanzi l’immagine di quella realtà, come un mormorio di acque montane e boschi innevati. In mezzo alla polvere e ai ristretti confini della soffitta, l’anitra selvatica sogna di unirsi con la creatura che ancora crede libera e felice e con la quale, sulla vetta della montagna più alta, vuole librarsi finalmente senza impedimenti sopra la terra, verso la luce del sole. E chi può mai sapere se in quel sogno non vi sia, in realtà, per l’anitra selvatica, l’ultimo riscatto, che la innalza al di sopra delle barriere costrittive, mentre muore improvvisamente sommersa dalla neve, unita alla creatura sempre desiderata, gli occhi tesi verso l’alto, verso il sole, le ali abbassate contro il vento della tormenta…
- Dettagli
4 Novembre, PD critica sindaco e presidente provincia di Monza: “Domenica diserteranno il saluto ai partigiani caduti per la libertà e la democrazia: pessimo segnale ai giovani”
Monza, 4 novembre 2010 – “Il sindaco e il presidente della Provincia di Monza non onoreranno i partigiani caduti per la libertà e la democrazia. Un pessimo segnale da parte dei responsabili delle principali istituzioni brianzole, in un momento in cui bisognerebbe invece coltivare la memoria per aiutare soprattutto i giovani a rispettare tutti i morti ma anche a ricordare di chi furono le colpe della dittatura e a chi va il merito della nascita della democrazia. I morti vanno tutti rispettati ma la riconoscenza va a chi è morto per darci la libertà”.
Lo dichiara il PD, attraverso il segretario provinciale Gigi Ponti, in occasione della festa del 4 novembre dedicata alle Forze armate e all’Unità nazionale che a Monza sarà celebrata domenica 7 novembre nell’ambito di una serie di eventi istituzionali, tra cui la visita dei caduti al cimitero di Monza, in programma alle ore 9.00, a cui parteciperanno tra gli altri il sindaco di Monza Marco Mariani e il presidente della Provincia Dario Allevi.
“Saranno onorati solo i caduti di tutte le guerre, cosa giustissima, ma non i caduti della Resistenza - attaccano i consiglieri provinciali Cecilia Veneziano e Adriano Poletti -, operai, impiegati, insegnanti, che, mettendosi dalla parte giusta, hanno sacrificato la propria vita per riportare la pace, la libertà e la democrazia in Italia. Oltretutto i caduti della Resistenza sono stati riconosciuti per legge come appartenenti alle forze armate. La decisione di Mariani, a cui partecipa Allevi, ci ferisce e risulta anche incomprensibile. Per questo aderiamo alla proposta dell’ANPI di onorare lo stesso i partigiani proseguendo il corteo commemorativo fino al campo dei caduti della Resistenza e auspichiamo che i cittadini ci seguano numerosi”.
- Dettagli
Alle 21 presso l'Auditorium "Residenza il Parco" via Garibaldi 37 Carate Brianza
Si terrà venerdì 19 novembre prossimo alle ore 21 presso l'Auditorium Residenza il Parco a Carate Brianza, la presentazione del libro "Emilia e i suoi ragazzi. L'opera civile della fede" di Emanuele Boffi.
Dalla passione educativa di Emilia Vergani (Carate Brianza, 6 novembre 1949 – Asunción, 30 ottobre 2000) è nato nel 1997 il Centro In-Presa, un luogo dove offrire ai giovani, attraverso il lavoro, la strada per scoprire che la vita ha un senso e che la realtà è positiva. Il libro narra la storia di Emilia, del suo metodo educativo e delle prime famiglie e ragazzi con cui entrò in contatto. Fu grazie alla consapevolezza maturata in seguito ad un affido diurno che Emilia decise di creare, coinvolgendo amici e imprenditori della Brianza, un luogo e un'associazione che si facessero carico di tanti adolescenti che rifiutavano la scuola o che dalla scuola erano rifiutati. Inserendoli in un percorso in cui fossero affidati a dei maestri di bottega, Emilia rese possibile a tanti "emarginati" di sperimentare – come lei diceva – «la bellezza della vita».
Per informazioni e conferma:
- Fondazione Emilia Vergani Tel 0362 903690
Fabiola Abbà - abba@in-presa.it
- CDO Monza e Brianza tel 0362 328825
Mariella Terragni - posta@cdobrianza.it
- Dettagli
Nella notte tra il 29 e il 30 ottobre è morto nella sua Toscana, dove era tornato dopo il pensionamento, il compagno Dante BIANCHI.
Dante è stato un compagno molto noto a Limbiate negli anni '70.
Poco più che ragazzo, come tanti altri giovani Patrioti, entrò a far parte della Resistenza nei gruppi Partigiani che operavano in Toscana fra Camaiore e Sant'Anna di Stazzema. Per questa sua attività non cercò riconoscimenti di sorta, aveva fatto semplicemente il suo dovere di italiano e di Antifascista e tornò a fare l'operaio
Dopo la guerra si trasferì a Limbiate con la famiglia, trovando lavoro nella Snia Viscosa di Varedo. Anni difficili quelli, di impegno e di lotte. La Snia lo licenziò, assieme a due suoi compagni di lavoro, accusati di intimidire alcuni colleghi crumiri e addirittura di averne mandato uno all'ospedale. La circostanza venne ampiamente smentita sia al Processo in primo grado che in Appello.
La solidarietà per Dante si espresse in tanti modi a cui partecipò anche Dario Fo che, in quegli anni difficili di duro scontro sindacale, organizzò una serie di spettacoli teatrali il cui incasso veniva devoluto agli operai coinvolti in difficili vertenze sindacali e anche Dante usufruì di tali supporti materiali oltre che politici.
Dante, successivamente, venne reintegrato nel suo posto di lavoro grazie all'art. 18 che, in quegli anni, vedeva i primi passi
In seguito e fino al 1980 fu anche Consigliere comunale nelle file del P.C.I. di Limbiate.
I funerali si sono svolti martedì 2 Novembre in provincia di Lucca dove Dante, da qualche anno risiedeva pur con frequenti ritorni a Limbiate dove ancora risiede uno dei suoi figli.
La sezione ANPI di Limbiate lo ricorda a quanti lo conobbero e porge le sue più sentite condoglianze ai famigliari e ai parenti tutti.
CIAO DANTE.
Prof. Rosario Traina
Presidente Sez. ANPI di Limbiate.
Limbiate 1 novembre 2010
- Dettagli
La serata con Padre Bartolomeo Sorge chiude il primo ciclo di cinque incontri per il 2010 “I cristiani e la politica-prendere sul serio la politica”
proposti dalla Comunità pastorale Epifania del Signore ,le Acli ,l’associazione Kairos e tante altre associazioni della città ,un corso che con larga partecipazione ha affrontato in maniera abbastanza esaustiva e completa la tematica da diversi punti di vista. La centratura principale che è stata fatta in questi incontri è ristabilire il legame dell’ impegno del cristiano nel mondo attraverso la lettura della Parola di Dio e la testimonianza della presenza dei cristiani nei primi secoli. La proposta continuerà nel 2011 con un’altra serie di cinque incontri.
L’incontro con Padre Sorge si terrà il giorno martedì 9 novembre alle ore 21 presso il Salone polifunzionale Oratorio S. Giuseppe in via Italia, 68 a Brugherio.
Padre Bartolomeo Sorge, già direttore di Civiltà Cattolica,
parlerà sul tema “Il Concilio Vaticano II”.
Per info telefono 039.870002
- Dettagli
Anche l’associazione dei Comuni della Lombardia esprime contrarietà al progetto di legge regionale sull'acqua votato martedì 26.10 dalla Giunta Formigoni.
Leggete l'articolo pubblicato sul sito di ANCI Lombardia, in cui il presidente Fontana (Sindaco di Varese, della Lega Nord), afferma: "Faremo di tutto affinché questo testo venga modificato dal Consiglio regionale e affinché i Comuni non si trovino spogliati del loro patrimonio di reti e insieme del diritto di decidere su un servizio fondamentale per i loro cittadini" (www.anci.lombardia.it/notizie/Servizi-idrici-Fontana--la-legge-regionale-non-ci-soddisfa.asp).
Potete leggere il testo del progetto di legge (www.circoloambiente.org/acqua/pdl_acqua_lombardia_26102010.pdf).
La parte più importante è:
- art. 1 comma 1 lettere g) e h) , che modificano l'art. 48 LR 26/2003 (soppressione A.ATO e competenza alla province)
- art. 1 comma 1 lettera s) , che modifica l'art. 49 LR 26/2003 (affidamento del servizio idrico, ai sensi dell'art. 23 bis del Decreto Ronchi, ovvero obbligo di privatizzazione)
Saluti, Roberto Fumagalli