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Il TAR della Lombardia, con ordinanza cautelare n.1269/2011, ha accolto le ragioni dei lavoratori rappresentati da Filcams CGIL e Fisascat CISL nel ricorso contro l’ordinanza del Sindaco di Brugherio n. 49 del 2011.
Il Sindaco di Brugherio Infatti aveva deciso unilateralmente che nel distretto commerciale di Brugherio appunto (dove in particolare opera Bennet, noto supermercato) i negozi potessero rimanere aperti praticamente tutte le domeniche dell’anno.
L’ordinanza n.49 rendeva operativa la decisione del Sindaco nonostante la mancanza di un requisito fondamentale: l’accordo sindacale tra i lavoratori e le aziende commerciali interessate all’apertura, accordo mai sottoscritto.
Da qui il ricorso delle Organizzazioni Sindacali di categoria C.G.I.L e CISL assistite dall'Avv. Prof.Vittorio Angiolini.
Gli accordi tra le parti, preventivi rispetto alle ordinanze di apertura domenicale, in altre circostanze hanno consentito ai lavoratori di negoziare la disponibilità al lavoro festivo con il rispetto dei limiti contrattuali del settore in materia. Inoltre , hanno procurato maggiore stabilità al personale attraverso l’allungamento dei contratti, hanno garantito attività di formazione e persino qualche riconoscimento salariale.
Invece l’ordinanza del Sindaco di Brugherio accoglieva solo le richieste della parte datoriale al netto di qualsiasi diritto dei lavoratori interessati, obbligati al lavoro festivo con contratti precari.
Il TAR, per il momento, rimette a posto le cose: interrompe gli effetti dell’Ordinanza del Sindaco e dispone da subito la sospensione delle aperture domenicali e festive, a pena della risarcibilità dei danni eventualmente prodotti. Riconosce quindi la fondatezza della richiesta delle Organizzazioni Sindacali di far precedere l’ordinanza necessariamente dalla contrattazione e dal coinvolgimento dei lavoratori.
Infine il TAR dispone che il Comune di Brugherio sostenga le spese del giudizio: ancora una volta il Sindaco costringerà i cittadini a sostenere una spesa evitabile attraverso un confronto sereno così come altrove avviene.
ll TAR della Lombardia deciderà in via definitiva sul merito della questione il prossimo 2 dicembre 2011: qualora il Sindaco di Brugherio voglia risparmiare ai suoi cittadini le spese legali, basta che:
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vigili attentamente sul rispetto della sentenza del TAR della Lombardia e faccia sospendere le aperture festive;
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solleciti le aziende interessate ad istituire tavoli di confronto con i lavoratori e le Organizzazioni Sindacali sul tema delle aperture domenicali e festive e della occupazione. Solo ad accordo sottoscritto il Sindaco potrà tradurre i contenuti dello stesso in Ordinanza. Esattamente come vuole la legge.
FILCAMS CGIL MB FISASCAT CISL MB
Gerardo Galassi Elena Varinelli
Monza 3 agosto
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COMUNICATO RSU BAMES–SEM al Gruppo BARTOLINI PROGETTI
Come noto a tutti, pochi giorni fa si sono svolte due importanti iniziative finalizzate a favorire la re-industrializzazione del sito ex-Celestica di Vimercate.
# Mercoledì 20 luglio 2011 le Organizzazioni Sindacali della Brianza FIM-Cisl, FIOM-Cgil e la RSU BAMES-SEM con una significativa ed importante presenza dei lavoratori, hanno attuato una manifestazione a Milano in via Cardano davanti alla sede della Agenzia Regionale per Impiego e Formazione Lavoro (ARIFL).
# Lunedì 25 luglio 2011 si è svolto presso la sede di Regione Lombardia, un incontro Istituzionale tra i soggetti coinvolti nel “caso Bartolini-Bames”; erano presenti il Vicepresidente di Regione Lombardia Andrea Gibelli, l'assessore regionale all'Istruzione, Formazione e Lavoro Gianni Rossoni; erano inoltre presenti il consigliere regionale Enrico Brambilla, il presidente della Provincia. di Monza-Brianza Dario Allevi, l'assessore provinciale con delega al Lavoro Giuliana Colombo, il sindaco di Vimercate Paolo Brambilla, l'assessore comunale con delega al Lavoro Angelo Villa e il direttore di ARIFL Fulvio Matone.
Da quest’ultima riunione sono emerse, a nostro avviso (RSU), la concreta volontà e la disponibilità delle istituzioni di rilanciare quest’area industriale del Vimercatese, che da ormai 5 anni e mezzo è in costante sofferenza.
Come RSU guardiamo con interesse e riteniamo importante questo nuovo strumento innovativo - RAID (Rete per l' Affiancamento alle Imprese in Difficoltà) - messo a punto dalla Regione Lombardia per promuovere l'economia e il sistema produttivo; potrebbe e deve essere un valido aiuto per attrarre nuovi soggetti imprenditoriali in Vimercate.
Ricordiamo bene che in una riunione con le Istituzioni l’Ing. Bartolini Giuseppe ha dichiarato che, da sola, la Bartolini Progetti non è in grado di re-industrializzare il sito, per cui, senza togliere spazio ad eventuali possibilità e/o trattative che la Bartolini Progetti avesse già in essere con altri soggetti industriali, riteniamo che non si possa perdere questa strumento /opportunità messo a disposizione della Regione.
Invitiamo pertanto, il gruppo dirigente della Bartolini Progetti, ad attivarsi da subito per dare alla Regione Lombardia la disponibilità all’utilizzo di RAID.
Qualora ciò non avvenisse, il gruppo Bartolini Progetti, si assumerebbe la più completa responsabilità e paternità, di tutte le difficoltà economiche e sociali che circa 550 lavoratori, con le loro famiglie, stanno sopportando da moltissimi anni, e si farebbe più concreto che mai il dubbio che la società Bartolini Progetti, su quest’area abbia degli interessi diversi da quello di fare impresa.
Nonostante la difficile situazione aziendale, riteniamo di essere una fabbrica viva.
Abbiamo ancora un importante patrimonio di professionalità, capacità produttiva, scolarizzazione medio alta; questo è una enorme dote di conoscenze che non deve andare disperso.
Come lavoratori, e come delegati sindacali RSU Bames-SEM, guardiamo con fiducia a questa nuova situazione che, con l’assenso della Bartolini Progetti, potrebbe realizzarsi, ma sollecitiamo tempi d'esecuzione rapidi. Chiediamo che il prossimo incontro sia programmato entro la prima settimana di settembre e che questo passaggio sia propedeutico alla sigla di un vero Accordo di Programma per il rilancio di Bames-Sem.
03 agosto 2011 RSU BAMES – SEM
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al Ministro dell'Istruzione Università e ricerca, al Ministro delle riforme per il federalismo e al Ministro per la semplificazione normativa -
Premesso che:
l'Istituto statale d'arte/Liceo artistico (ISA) di Monza ha sede nella Villa reale di quella città;
la scuola, più nello specifico, ha sede nell’ala sud della Villa, prestigiosa architettura neoclassica, che aveva già ospitato negli anni Trenta l’Istituto per le Industrie Artistiche, legato alla storia delle Biennali e Triennali di Monza e Milano e pertanto edificio dall'indiscusso valore storico, artistico e culturale;
da notizie a mezzo stampa e dalle segnalazioni provenienti da parte di alcuni insegnanti e genitori, si apprende che un intero settore dell'Istituto, composto da una decina di aule destinate all'attività didattica, è stato chiuso perché dichiarato dalle Autorità non agibile;
l'inagibilità della struttura era stata segnalata in passato proprio da alcuni genitori tramite un esposto;
gli amministratori di Monza e della Provincia di Monza Brianza stanno cercando delle soluzioni emergenziali che tuttavia paiono non appropriate alle peculiari attività didattiche dell'istituto così come rischiano di rivelarsi non tempestive in vista dell'apertura dell'anno scolastico all'inizio di settembre;
valutato altresì che:
contestualmente il Ministro delle riforme per il federalismo e il Ministro per la semplificazione normativa con decreti in data 7 giugno 2011 hanno provveduto istituito sedi distaccate di rappresentanza operativa proprio presso la Villa reale di Monza;
da notizie a mezzo stampa si è appreso che simili iniziative saranno intraprese in futuro anche dal Ministro del turismo e dal Ministro dell'economia e delle finanze;
i genitori e i docenti denunciano ora come anni addietro quegli stessi spazi fossero impiegati dall'ISA e poi momentaneamente lasciati dall'Istituto dopo aver ricevuto, da parte delle autorità locali, la promessa di una ristrutturazione e messa a norma della struttura;
considerato infine che:
in una nota del 28 luglio 2011, il Presidente della repubblica ha espresso preoccupazione e chiesto delucidazioni al presidente del Consiglio in merito al decentramento degli uffici ministeriali a Monza;
si chiede di sapere:
se il Ministro dell'Istruzione, Università e ricerca è a conoscenza della situazione di grave disagio che gli studenti, i docenti e i genitori dell'Istituto d'arte di Monza stanno attraversando e se Ella non intenda assumere iniziative urgenti e tempestive per assicurare che l'apertura del prossimo anno scolastico avvenga regolarmente;
se il Ministro delle riforme per il federalismo e il Ministro per la semplificazione normativa sono a conoscenza della grave situazione di disagio che gli studenti e i docenti dell'ISA stanno vivendo e se i ministri non ritengano che la scelta di trasferire presso quella medesima sede i propri uffici possa aver aggravato tale condizione di disagio;
se i Ministri in indirizzo non ritengano più opportuno impiegare delle risorse per la ristrutturazione di edifici destinati ad ospitare aule scolastiche che non per sedi decentrate di Ministeri già pienamente operativi a Roma, a meno che non si debba prendere atto del fatto che i locali di Villa Reale sono in realtà inagibili per essere adibiti tanto ad aule scolastiche quanto ad uffici ministeriali.
ADAMO
BAIO
MAZZUCONI
RUSCONI
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In data 13 luglio è stato indetto il nuovo Bando d’Appalto per i 5 Centri Giovani e per la Biblioteca Cederna che ha come scadenza il 28 Agosto.
Già la scelta di indire un Bando di così rilevanza in pieno periodo estivo e di vacanze la dice lunga sulla serietà, correttezza e trasparenza dell’intera operazione.
Inoltre occorre considerare che, come per altre iniziative discutibili, a pochi mesi dal termine del mandato, questa Giunta vuole ipotecare pesantemente il futuro, condizionando l’azione della nuova Amministrazione che verrà eletta nel 2012.
Alla luce della lettura del Bando, del disciplinare d’incarico e del capitolato della gara, abbiamo rilevato una serie di elementi che portiamo all’attenzione dell’Amministrazione e della cittadinanza.
TRE DOMANDE DI CARATTERE POLITICO
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Perché la proposta del Bando non è stata sottoposta né al Consiglio né alla Commissione Comunale?
L’importanza che hanno sempre avuto prima i Cag e poi i Centri Giovani, all’interno delle politiche giovanili e l’entità economica dell’Appalto (oltre 1 milione di euro), avrebbe richiesto, prima dell’indizione del Bando , una informazione riguardo alla proposta e un confronto all’interno della Commissione alle Politiche Giovanili.
Questo non è avvenuto: non c’è stata nessuna informativa in Consiglio, né si è ritenuto opportuno portare in Commissione Politiche Giovanili la proposta di Bando, impedendo così alle forze politiche di conoscerne i contenuti e portare il proprio contributo. Continua a rimanere anche senza risposta l’interpellanza presentata del nostro Gruppo come pure le continue sollecitazioni portate in aula.
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Perché Un appalto triennale che impedisce a chi governerà di definire un nuovo progetto?
Nel 2011 era stato indetto un appalto di due anni, per sperimentare la scelta di passare dai Centri di Aggregazione Giovanile ai Centri giovani. Questo fatto aveva comportato profonde modifiche, in particolare riguardo ai target di riferimento. Si trattava di una sperimentazione che doveva successivamente essere verificata nei suoi risultati.
Non solo questa verifica non è mai avvenuta, ma ad un anno dalla scadenza della attuale Amministrazione, si è voluto indire un appalto con la validità di 3 anni e 4 mesi condizionando le scelte e le azioni di chi in futuro governerà.
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Perché si è scelto un modello di centri giovani che non regge più dal punto di vista economico e sociale?
In questi due anni di sperimentazione, con la creazione dei Centri giovani, si è voluto da parte dell’Assessorato rivolgersi ad una fascia di età che va dagli 11 ai 25 anni, dai preadolescenti ai giovani-adulti. L’Assessore aveva anche esplicitato la volontà che nei successivi anni sarebbe stata superata la fascia dei preadolescenti.
La conferma invece dell’ampia fascia di età individuata, con il taglio del 30% delle risorse economiche ed operative, la riduzione dei monte ore e delle aperture dei centri, dimostrano che il modello sociale ed operativo non regge più. Non regge nè economicamente né nel senso sociale di questa presenza.
Centri giovani quindi, che rischiano di fare “poco e male,” a discapito sia dell’utenza giovanile, sia dalle condizioni operative da parte dei gestori, sia nello spreco delle risorse economiche dei cittadini.
Il gruppo del Pd sta da tempo ragionando sul come dare continuità ad interventi per preadolescenti ed adolescenti con modalità diverse: mettendo in rete e in integrazione sinergica oratori, doposcuola, biblioteche e servizi esistenti.
Riguardo invece alla fascia dei giovani adulti, confermiamo la necessità di individuare una area dismessa adeguata alla realizzazione di un grande centro cittadino “dell’espressività e del protagonismo giovanile” e nel contempo, riguardo alla difficoltà dei giovani nel divenire adulti, vanno pensati servizi ed azioni a sostegno della formazione, dell’occupazione e delle opportunità abitative dei giovani.
alcune valutazioni di ordine tecnico
Sono molti gli aspetti sicuramente discutibili contenuti nel Bando, ma due appaiono più evidenti: l'esiguità delle ore messe a disposizione e la questione delle sedi.
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Le ore
L’Amministrazione prevede 13 ore di "funzionamento". Indicando come "funzionamento" tutte le attività previste per la gestione dei centri giovani, quindi le èquipe, la supervisione ed i lavori di gruppo descritti nel capitolato. Di queste 13 ore, 10 devono essere riservate all'apertura.
10 ore sono pochissime... Significa depotenziare qualsiasi azione educativa. I vecchi standard dei CAG fissati da Regione Lombardia indicavano almeno 15 ore di apertura (il 50% in più).
Nel bando sono richieste aperture di almeno 3 ore, quindi nessun centro potrà essere aperto più di tre volte la settimana. Questo significa dunque un rapporto saltuario e non continuativo con i giovani e il territorio. Inoltre far rientrare la riunione d'èquipe, la supervisione ed i lavori di gruppo e l'eventuale back office nelle tre ore settimanali, significa togliere capacità di analisi e di pensiero agli operatori. L'amministrazione mette a disposizione poche ore e poi chiede di fare molto (vedi gruppi di lavoro obbligatori ma senza reale copertura economica).
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Le sedi
Chiedere al Gestore di reperire e mettere a disposizione la sede per lo svolgimento di un servizio comunale rappresenta un grosso errore metodologico, perché non consente ai servizi di radicarsi su un territorio, ai ragazzi ed alle famiglie di avere dei punti di riferimento.
Significa che ogni tre anni ( con le gare d'appalto e con il possibile cambio dei gestori) la sede cambia, con inevitabili disguidi per le famiglie ed i ragazzi. Ogni volta si dovrà affrontare una nuova apertura, con le difficoltà connesse all'instaurarsi di relazioni, a partire da quelle con le realtà confinanti ( vicini compresi).
Oltretutto, nonostante le assicurazioni, molto spesso le sedi non sono adeguate alle normative. Sarebbe sufficiente visitare le sedi attualmente messe a disposizione dai gestori per rendersene conto.
Oltre a questi due punti principali il Bando contiene altri aspetti di forte criticità non meno importanti.
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La durata
La durata dell’appalto supera, come abbiamo già detto, i tre anni e la sua validità decorre dal 15 di ottobre 2011. Questo ovviamente comporterà la chiusura dei centri per due mesi e mezzo,a discapito della continuità delle attività e dei progetti e penalizzando così i ragazzi e le famiglie durante il periodo estivo e autunnale. E’responsabilità dell’Assessorato se si è creata una condizione di questo genere, ritardando continuamente le decisioni.
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Un gestore unico
A differenza del passato, ci sarà un unico lotto e un unico soggetto che gestirà l’insieme dei centri. Questo andrà a mortificare la pluralità e diversità dei soggetti che nel territorio hanno permesso una ricchezza di esperienza sociali e professionali importanti andando invece a premiare grandi imprese economiche e sociali. La scelta poi di porre, come una delle condizioni di partecipazione, un congruo fatturato sui servizi bibliotecari rischia di snaturare un appalto centrato sui centri giovani e di privilegiare in maniera “anomala” chi si occupa di un servizio importante ma collaterale e che riguarda solo un centro (quello del Cederna)
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Il taglio delle risorse
La riduzione drastica delle risorse economiche, oltre che a mettere in forte discussione la qualità e il senso dei servizi, rischia di impedire ai partecipanti al bando, di rispettare i dettami contrattuali e professionali richiesti.
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Attività discrezionali
Il capitolato indica molti obiettivi sociali e culturali condivisibili, nel contempo chiede ai futuri gestori di scegliere all’interno dei singoli centri di quali fasce occuparsi (tra pre-adolescenti e giovani) penalizzando comunque una parte della domanda presente.
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Indicazioni fumose
Il capitolato pone obiettivi e modalità ambiziose, nel contempo si riducono risorse, giorni di apertura e ore dedicabili per il back office e si chiede ai gestori di dedicare parte delle ore per aperture serali o nel week end rivolte al mondo giovanili, con margini di attività assolutamente risibili
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Progetti educativi blindati
Il Comune Così come è già stato sperimentato in questi due anni, il capitolato pone come pregiudiziali alcune indicazioni tematiche prioritarie definite dagli Uffici dell’Assessorato, cosa che impedisce un modello pedagogico che dovrebbe vedere operatori e giovani a scegliere le azioni e i temi che interessano. Questo vale quando si intende “imporre” il dovere fare degli eventi decisi con l’Assessorato e però con i costi previsti dai gestori.
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Diventa un servizio a pagamento
Avere previsto 10 euro per l’iscrizione di ogni giovane ai Centri contraddice il valore della gratuità del servizio. Prevedere un bonus di 5 mila euro di premialità per i centri con più performance, introduce criteri aziendali in maniera impropria in progetti sociali ed educativi
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Reperire tre sedi in un mese
Per 3 centri su 5 viene confermato, che chi partecipa alla gara, dovrà essere anche in grado di individuare le sedi e fornire i servizi necessari al loro funzionamento. Al di là della discutibilità di questa scelta, l’aver dato un mese di tempo per reperire soluzioni idonei e ci costi conseguenti pongono seri dubbi sulla reale possibilità di fattibilità
Partito Democratico, Gruppo consiliare Monza
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Milano, 28 luglio 2011 – Per i 150 dell’Unità d’Italia la Regina Margherita torna a Monza e apre gli appartamenti di Villa Reale. A partire da venerdì 29 luglio le stanze del primo piano nobile della reggia apriranno per la prima volta al pubblico grazie agli allestimenti della mostra “Regina Margherita”, curata da Elena Fontanella, ideata e promossa da Fondazione DNArt , che inaugurerà ufficialmente il 12 settembre prossimo.
Gli arredi e gli oggetti che animeranno gli appartamenti provengono in gran parte dalla mostra “Regina Margherita. Il mito della modernità”, promossa da DNArt, che si è appena conclusa, con un grande successo di pubblico, al Palazzo Reale di Napoli.
SCHEDA TECNICA MOSTRA
titolo Regina Margherita
luogo Villa Reale, Monza
Viale Brianza, 2
data 28 luglio: inaugurazione appartamenti reali
29 luglio – 30 settembre 2012 apertura appartamenti reali
12 settembre: inaugurazione mostra
13 settembre 2011 – 9 gennaio 2012 Regina Margherita
Orario estivo
Lunedì 14.30 – 20.30
Martedì – Domenica 10.00 – 20.30
Orario invernale dal 1 ottobre
Lunedì 14.30 – 19.30
Martedì – Domenica 9.00 – 19.30
progetto di Fondazione DNArt
in collaborazione con Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Consorzio Villa Reale e Parco di Monza
Comune di Monza Assessorato alla Cultura e alla Villa Reale
con il patrocinio e la collaborazione di
Regione Lombardia
Provincia di Monza e Brianza
Camera di Commercio di Monza
Comitato 150° anniversario Unità d’Italia 1861- 2011
Alto Patronato Presidente della Repubblica Italiana
con il sostegno di Intesa Sanpaolo
Responsabile di progetto Elena Fontanella
Comitato scientifico Annamaria Andreoli
Gina Carla Ascione
Imma Ascione
Sergio Baldan
Gian Mario Benzing
Gabriella Bonacchi
Romano Bracalini
Filippo Bruno di Tornaforte
Gian Paolo Caprettini
Paolo Cazzaniga
Loredana Conti
Giorgio Cosmacini
Pietro Crociani
Cecilia Dau Novelli
Renata de Lorenzo
Massimo Ferrari
Maria Fratelli
Giuseppe Galasso
Riccardo Garosci
Alessandra Ghidoli
Mauro Giancaspro
Stefano Gizzi
Maurizio Griffo
Giulia Guazzaloca
Roberto Guerri
Anna Maria Isastia
Giancarlo Lacchin
Enrica Magnani Bosio
Paolo Mascilli Migliorini
Aldo Alessandro Mola
Mariaserena Mormone
Laura Mosso
Carmine Napoli
Ivana Novani
Gianni Oliva
Pietro Petraroia
Annalisa Porzio
Rosanna Roccia
Matteo Sanfilippo
Emilia Sarogni
Marcello Staglieno
Antonietta Taglialatela
Anna Maria Terafina
Antonio Varone
Andrea Vento
Stefano Zecchi
Musei prestatori Associazione Bancaria Italiana, Roma
Biblioteca Reale di Torino
Collezione Anna ed Enrica Sanfelice di Monteforte
Collezione Contessa Julia Langosco di Langosco Giavi
Collezione Roberto Devalle, Torino
Fondazione Mondragone – Museo del tessile e dell’abbigliamento “Elena Aldobrandini”, Napoli
Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, Firenze
Museo Ascione, Napoli
Museo dei Argenti e delle Porcellane, Firenze
Museo del Telefono, San Marcello (An)
Palazzo Reale, Caserta
Palazzo Reale, Napoli
Real Casa di Savoia – Collezione S.A.R. Principe Vittorio Emanuele
Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica
Informazioni e Prenotazioni
Tel. 02.29010404
prenotazioni@fondazionednart.it
Ufficio stampa
Tel 335.8124248
ufficiostampa@fondazionednart.it
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Agli organi di informazione Alle istituzioni Alle forze politiche e sindacali
Monza 27 luglio 2011
Nota di Gigi Redaelli segretario generale Fim Cisl Brianza sul lodo del Prefetto di Monza e Brianza per la soluzione della vicenda Yamaha Motor Italia di Gerno di Lesmo.
Fim e Cisl Brianza “aderiscono con criticità” al testo ultimativo proposto dal Prefetto e dal Presidente della Provincia di Monza e Brianza per la ricollocazione dei lavoratori Yamaha Motor Italia.
Yamaha Motor Italia conferma tutte le sue chiusure e non mette a disposizione nessuna risorsa economica aggiuntiva ai lavoratori per ripagarli dal danno sociale causato ma ne aggiunge solo alcune per cercare di favorirne la ricollocazione.
Si è tenuto oggi 27 luglio 2011 un incontro in Prefettura, convocato direttamente dal Prefetto, per affrontare la situazione relativa alla vicenda Yamaha che sta vedendo una protesta con il presidio permanente da parte dei lavoratori di fronte all’azienda e che sta durando da mesi. In questo incontro il Prefetto, d’intesa con il Presidente della Provincia di Monza e Brianza, ha presentato un testo, di fatto un “lodo”, come ultimo e irrinunciabile tentativo di mediazione per conseguire l’obiettivo di un necessario allentamento delle tensioni e con un possibile percorso di ricollocazione dei lavoratori in cassa integrazione. Si tratta infatti essenzialmente di un piano di incentivo alla ricollocazione e come tale va considerato, il Prefetto ha chiesto all’azienda e al sindacato di rinunciare a far valere alcune delle proprie ragioni per giungere ad una intesa. Intesa necessaria, sempre a detta del Prefetto, anche a fronte degli aspetti pubblici della vertenza che sino ad oggi si sono manifestati, chiedendo sia a noi che all’azienda, di fare un passo indietro. Il testo non modificabile sottoposto dal Prefetto alle parti e che ha chiesto venisse firmato dalle parti oggi, non risponde in maniera adeguata alle aspettative dei lavoratori e alle richieste avanzate dalla Fim Cisl alla direzione di Yamaha Motor Italia sin dal 15 ottobre 2010. Il cambio di atteggiamento da parte dell’azienda manifestato nell’incontro del 10 dicembre ha portato le parti distanti tra di loro facendo sfociare la protesta nel presidio permanente che sta durando tuttora. Ad oggi questa protesta non ha fatto cambiare atteggiamento a Yamaha Motor Italia. Il testo non ci piace, ma a fronte di una situazione che sta perdurando da mesi e che non ha visto sino ad oggi nessuna via d’uscita, come Fim Cisl Brianza unitamente alla UST Cisl Brianza e con un forte senso di responsabilità, abbiamo dato la nostra disponibilità ad aderirvi. Questa nostra adesione è fatta anche per offrire una ulteriore possibilità di soluzione ai problemi delle lavoratrici e dei lavoratori in CIGS di Yamaha Motor Italia e consentire loro di avere delle alternative in aggiunta a quanto già previsto nell’intesa Ministeriale del 7 gennaio 2010.
Queste possibilità le abbiamo colte in alcuni aspetti contenuti nel testo che ci è stato sottoposto ed in particolare:
Risorse economiche aggiuntive messe a disposizione da Yamaha Motor Italia per favorire la ricollocazione dei lavoratori
Salvaguardia del diritto individuale dei lavoratori per chi non vuole accedere a questa opportunità.
Sul primo aspetto Yamaha Motor Italia aggiunge risorse economiche per favorire la ricollocazione mettendo a disposizione un “incentivo assunzione” destinato alle imprese che assumono i lavoratori attualmente in CIG straordinaria e in mobilità sino a tutto il 31marzo 2012 nella misura di 4.000 euro per ogni assunzione a tempo determinato con durata di almeno 12 mesi e di 9.000 euro per assunzioni a tempo indeterminato, anche per le trasformazioni di rapporti di lavoro, questo punto decorrerà dal 15 settembre 2011. L’incentivo verrà erogato dietro presentazione del contratto di lavoro firmato dal lavoratore e dalla azienda che lo ha assunto. Inoltre per i lavoratori che intendono avviare percorsi di auto imprenditoria avranno una dote di 7.500 euro a cui sarà aggiunta la quota residua relativa al percorso di ricollocazione non fruito. L’incentivo verrà erogato a seguito di presentazione dell’iscrizione alla CCIAA. Yamaha Motor Italia riconosce all’ente accreditato (AFOL MB) una dote di 1.500 euro per ogni lavoratore preso in carico e che aderisce al percorso di ricollocazione. Su questo punto, il Presidente della Provincia si è impegnato, attraverso una delibera di giunta, appena AFOL riceve la somma da Yamaha Motor Italia, di metterla a disposizione ai lavoratori in CIGS che svolgeranno il percorso di ricollocazione. Si prevede inoltre che per coloro che al 31 dicembre 2011 non saranno ricollocati di mantenere attiva per tutto il 2012 la presa in carico da parte di AFOL MB nella ricerca di opportunità lavorative. La Provincia di Monza e Brianza si impegna a convocare un tavolo di monitoraggio occupazionale almeno ogni tre mesi. Per i lavoratori in CIGS che aderiranno al piano, vengono previste diverse soluzioni per la ricollocazione a patto che sottoscrivano un impegno a rinunciare a qualsiasi pretesa nei confronti dell'azienda. Yamaha Motor Italia riconosce un contributo, pari al 30% della normale retribuzione lorda annua (RAL) a quei lavoratori che pur maturando durante il periodo di mobilità i requisiti soggettivi per accedere al sistema pensionistico, non vi possono di fatto accedere a seguito dell’introduzione delle nuove finestre previste dalla legge. Sarà messo a disposizione un “supporto incentivante alla ricollocazione, alla formazione e all’esodo” che prevede l'erogazione di 6.000 euro lordi come “dote" in quattro rate mensili da 1.500 euro a partire da settembre e fino a dicembre 2011. Al termine del percorso formativo per chi non troverà una nuova collocazione occupazionale sarà riconosciuto un importo ulteriore di 2.000 euro. Chi non adempirà alle azioni previste dal piano senza giustificazioni adeguate o che non accetti proposte di lavoro a tempo determinato di almeno 12 mesi o a tempo indeterminato (ritenuto congruo), perderà i diritti previsti da questo “lodo”.
Sul secondo aspetto e relativo ai lavoratori che non intendano aderire al “piano di gestione degli esuberi”, gli stessi continueranno ad usufruire della cassa integrazione guadagni straordinaria e dell’offerta di incentivazione all’esodo, secondo quanto disciplinato dall’accordo firmato al Ministero del Lavoro il 7 gennaio2010. In questo sarà salvaguardato il loro diritto individuale compreso quello di fare eventuali azioni legali nei confronti di Yamaha Motor Italia. Questa nostra posizione come Fim e Cisl Brianza verrà illustrata alle lavoratrici e ai lavoratori in CIGS in una assemblea che si svolgerà nella serata di mercoledì 27 presso il presidio. La RSU di Yamaha Motor Italia ha apprezzato quanto fatto dalle istituzioni coinvolte, Prefetto e Presidente della Provincia, ai quali ha riconosciuto il merito di aver svolto in modo positivo e propositivo un tentativo di mediazione sfociato nel testo sottoposto, pur in presenza delle rigidità di posizione della dirigenza di Yamaha Motor Italia. La RSU invitando la Fim e la Cisl a sottoscrivere il testo, si è riservata di aderire con la propria firma dopo l’assemblea con i lavoratori.
La Fim Cisl Brianza con l’adesione a questo testo, mette a disposizione una ulteriore opportunità per le lavoratrici e i lavoratori in CIGS e li invita a riflettere con calma su quale strada intraprendere visto che hanno del tempo a loro disposizione prima di decidere cosa fare e fino al 15 settembre 2011.
www.fimbrianza.brianzaest.it - e-mail: fim_brianza@cisl.it
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Monza, 22 luglio 2011 – Ieri sera nel Consiglio provinciale di Monza Pdl e Lega Nord, che hanno la maggioranza a Palazzo Grossi, non hanno votato un ordine del giorno promosso e sostenuto dal partito del Carroccio, che chiedeva che Provincia e comuni brianzoli dicessero no a un eventuale smaltimento di quantitativi di rifiuti provenienti da Napoli, in un'ottica di solidarietà nazionale, come ha chiesto il governo, per contribuire a gestire l'attuale fase di emergenza.
“Dopo alcuni tentativi da parte del Pdl di emendare l’ordine del giorno – dicono il capogruppo Domenico Guerriero e il segretario provinciale Gigi Ponti – la maggioranza si è sciolta come neve al sole e il documento non è stato portato in votazione. Su una grave emergenza come quella campana serve maggiore responsabilità, a cominciare dalle forze che governano il paese, la Regione e anche la Provincia di Monza. Gli impianti lombardi – continua Guerriero - potrebbero contribuire, a fronte di un giusto corrispettivo economico, ad alleviare la grave emergenza ambientale e sanitaria che stanno vivendo i napoletani, la cui amministrazione cittadina deve però al più presto predisporre un sistema integrato fondato sulla raccolta differenziata e sugli impianti necessari per trattare i propri rifiuti”.
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Prenderà il via giovedì 21 luglio la festa provinciale di Sinistra Ecologia Libertà. E sarà una festa sostenibile. Con rifiuti a impatto zero, acqua pubblica direttamente dall’acquedotto e demineralizzata, verdure, formaggi e miele biologici e a chilometro zero.
Fino a domenica 31, presso l’Area delle feste in via Aldo Moro a Brugherio, tutte le sere si potrà discutere di politica, mangiare, bere, ricevere trattamenti shiatsu e hata-yoga, ascoltare musica e ballare.
L’apertura della festa sarà dedicata a Sel con un aperitivo, alle 19.30, e il saluto della capogruppo regionale Chiara Cremonesi alle 21. A seguire, il folk degli Spakkabrianza.
Le serate dei due week-end saranno all’insegna della musica: il rock italiano dei No.Ta, le canzoni e atmosfere africane degli Ormabantu, il ballo liscio di Giovannino e La Band, il latinoamericano degli Oreste Sanchez Y Hanoi Lopez + dj e gli anni 60 e 70 del Gruppo Venturelli. Con un intermezzo di immagini e filmati di esperienze di viaggio e volontariato nel cuore delle Ande domenica 24 alle 21.
E poi i dibatti. Lunedì 25 alle 21 Luca Martinelli, giornalista di Altra Economia, presenterà il suo libro Le conseguenze del cemento. Perché l’onda grigia cancella l’Italia? Protagonisti, trama e colpi di scena di un copione insostenibile. Interverranno il consigliere provinciale Sel di Milano Pietro Mezzi, il consigliere comunale Sel di Monza Vincenzo Ascrizzi e Giuseppe Vergani del Distretto di Economia solidale Brianza. L’incontro sarà arricchito da atti creativi, immagini, poesie, canzoni sull’immaginario ambientale a cura della Commissione Cultura Alternativa.
Martedì 26 alle 21, Storie di mafia e antimafia tra locale e globale con l’attore e consigliere regionale di Sel Giulio Cavalli che presenta il suo libro Nomi, cognomi e infami insieme a Valerio D’Ippolito di Libera Brianza, Daniele Cassanmagnago, assessore all’urbanistica di Desio e Alfredo Luis Somoza, presidente Icei.
Dopo pizziche, tammuriata, saltarelli e tarantelle dei Malapizzica mercoledì sera, giovedì 28 alle 21 una serata sul vento che sta cambiando, da Milano alla Brianza, con alcuni dei protagonisti di questa stagione politica: Gianni Confalonieri, coordinatore della campagna elettorale di Pisapia, Paolo Brambilla, sindaco di Vimercate, Roberto Corti, sindaco di Desio.
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Ennesimo sgombero per la F.O.A. Boccaccio 003 di Monza. Ennesimo intervento da parte delle forze dell’ordine che hanno assecondato le pressioni di una proprietà colpevole di aver rotto senza preavviso la trattativa in corso con gli occupanti. L’inedita circostanza impone una seria riflessione, considerando che l’operazione di polizia di questa mattina ha interrotto ancora una volta un’esperienza unica per la città Monza.
Chi è stato colpito da questo sgombero sono le decine di migranti che si vedono privati della scuola di italiano per stranieri che da tempo avevamo attivato gratuitamente all’interno dello spazio; sono i bambini che ogni mercoledì fruivano delle attività laboratoriali proposte di fronte allo spazio, sono gli artisti, i teatranti e i musicisti che performavano sul nostro palco, i ciclisti che fruivano del servizio gratuito della ciclofficina.
E questi sono soltanto alcuni dei progetti interrotti questa mattina.
Tante altre attività sono state svolte, dalla realizzazione del murale più grande di Monza sulla parete esterna, al supporto alla festa provinciale dell’ANPI, alla resistenza della popolazione della Val Susa.
Dentro e fuori dallo spazio centinaia di giovani hanno cominciato ad attivarsi: all’interno di uno spazio dismesso per farlo tornare a vivere, coinvolgendo associazioni e comitati; all’esterno per alimentare le tante lotte territoriali e nazionali.
Confermiamo che la mobilitazione per lo spazio a Monza prosegue. Chi ci conosce sa che in quasi nove anni di storia più volte abbiamo dimostrato, grazie all’aiuto di tante realtà e singoli solidali, la capacità di rispondere nei fatti a questa dinamica repressiva.
Ci siamo stancati di vedere marcire gli spazi da cui veniamo allontanati e ribadiamo il nostro impegno per far si che la Monza di questi anni non venga ricordata esclusivamente per la triste gestione del sindaco Mariani.
Vi invitiamo a seguire da vicino lo sviluppo delle nostre vicende, a partire dalle iniziative che, originariamente in programma all’interno dello spazio di via Durini 19, realizzeremo in piazza nei giardini di via Azzone Visconti (venerdì 8 luglio, dalle ore 21 alle ore 24).
VENERDI’ 7 LUGLIO 2011, LARGO MAZZINI, MONZA
PRESIDIO CONTRO LO SGOMBERO
F.O.A. BOCCACCIO 003
boccaccio.noblogs.org
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Non più 99.000, ma addirittura 130.000 mq. Il Centro Commerciale che l'International Business Park realizzerà a Segrate sarà il più grande d'Europa, umiliando il Dolce Vita Tejo di Lisbona (122.000 mq) e l'Istanbul Cevahir (110.000 mq).
La prima versione 99.000, approvata dal Comune di Segrate nel marzo 2009, conteneva la possibilità di trasferire nell'ex Dogana anche la metratura dell'Ellisse, previsto a Novegro e bocciato dall'ENAC perché avrebbe dovuto sorgere proprio in testa alla pista di Linate.
L'IBP, pochi mesi dopo la firma dell'accordo di programma, propone il “Primo Atto Integrativo” che il Sindaco Alessandrini, assieme a Formigoni, Podestà e Percassi, ha firmato il 19 marzo 2010, dieci giorni prima delle elezioni e della scadenza del suo mandato.
Manca però la VIA, la Valutazione dell'Impatto Ambientale.
Zitti, zitti, senza clamore, ma con una efficienza che neanche Brunetta oserebbe sognare, IBP, Comune, Provincia e Regione superano l'ostacolo della VIA concentrando in una sola giornata, il 21 giugno 2011, ben cinque atti, dimostrando che quando c'è la buona volontà la sinergia privato pubblico può fare miracoli.
1. I.B.P. deposita in Regione una nota di chiarimenti/precisazioni.
2. La Giunta Provincia di Milano alle ore 10:50, con deliberazione n. 204/2011 (prot. regionale n. T1.2011.0013667 del 21.06.2011), approva il parere di VIA riferito al ADP3 aumentato a seguito del Primo Atto Integrativo.
3. Nello stesso giorno la delibera provinciale viene redatta, stampata, numerata, firmata e depositata in Regione.
4. La Presidenza della Regione Lombardia, Sede Territoriale di Milano, deposita il proprio parere, l'ultimo degli otto pareri specialistici del gruppo di lavoro regionale.
5. Il dirigente della Struttura di Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Lombardia esprime giudizio positivo in ordine alla compatibilità ambientale degli interventi previsti dall’ADP e firma l'atto relativo che viene immediatamente numerato e diventa ufficiale.
E' fatta. Arrivano a Segrate 14.400 posti auto e un edificio alto 43 metri.
Abbiamo vinto!
8 luglio 2011
Segrate Nostra www.segratenostra.org