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LINO GIUSSANI
tra artigianato e arte
Museo d’arte contemporanea di Lissone, Viale Padania 6
13.11 – 4.12.2011
Inaugurazione: domenica 13 novembre, ore 10.15
Domenica 13 novembre, alle ore 10.15, presso il Museo d’arte contemporanea di Lissone, si inaugura la mostra personale “LINO GIUSSANI tra artigianato e arte”, dedicata all’artista del territorio nato nel 1952 a Lissone, dove vive e lavora.
Lino Giussani ha frequentato giovanissimo le botteghe locali del legno. Dal 1967 al 1974 ha frequentato le scuole serali di disegno tecnico a Lissone e Monza, ma anche la Libera Accademia di Pittura a Bovisio Masciago.
Se nelle scuole ha affinato le tecniche di composizione e le logiche di uso e di accostamenti dei colori, in bottega ha invece appreso come trattare il legno e come sfruttare dal punto di vista espressivo le sue caratteristiche.
Come sottolinea l’Assessore alla Cultura, Identità e Tradizioni locali della Città di Lissone Daniela Ronchi, “La mostra di Lino Giussani, oltre a valorizzare una delle potenzialità artistiche contemporanee del nostro territorio, offre un’ulteriore occasione di riflessione e approfondimento sulle interrelazioni tra arte e artigianato, con la consapevolezza di quanto entrambe abbiano rivestito un fondamentale ruolo per la storia e le tradizioni della nostra città”.
Nelle opere che verranno esposte presso la sede museale lissonese è evidente come l’esperienza artigianale abbia un peso rilevante nella produzione di Giussani, che si affida alla tecnica antica della tarsia per raccontare le visioni di alcuni maestri dell’arte del passato, ma anche per dare senso ad interessanti scene costruite con grande cura, in un rigore di geometrie e in una interpretazione cromatica calibrata ed efficace.
Ed è proprio la tecnica della tarsia ad essere il filo rosso dell’interssante percorso espositivo. Tecnica antica già presente nel XIV secolo e con grande diffusione tra la metà del Quattrocento e la metà del Cinquecento, essa consiste nella costruzione di un’immagine mediante l’accostamento di elementi di vario colore, secondo un piano prestabilito in un disegno abitualmente studiato su carta. Si possono quindi avere tarsie in pietra (si vedano certi pavimenti antichi), tarsie in materiali vari (legno, avorio, madreperla, pietre dure, stoffe), tarsie completamente in legno.
Giussani opera esclusivamente con il legno, ritagliando da sottilissimi fogli (di legno) colorati quei frammenti, in gran parte geometrici, che costituiscono le “tessere” di composizioni delle sue figure, dei suoi paesaggi, dei suoi racconti. La maestria della tecnica si sposa con grande naturalità con lo spirito creativo, che sa interpretare le immagini di altri autori - come Depero, De Chirico, Escher, Picasso - ma sa soprattutto gestire in modo originale le proprie “costruzioni”, declinando i valori spaziali e lirici in una composizione attenta e meticolosa di quei sottili frammenti di legno colorato che compongono le sue opere..
Lissone, 4 novembre 2011.
Informazioni: museo@comune.lissone.mb.it; tel. 039 739768
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COMUNICATO STAMPA
Esce in questi giorni il primo numero della rivista “NurCity News”.
Si tratta di una pubblicazione elettronica aperiodica pubblicata a cura dell’Associazione NurCity e disponibile per il download gratuito sul sito www.nurcity.it
È una rivista che si occupa di salute raccontata ai cittadini in un modo nuovo, da un punto di vista privilegiato, quello degli infermieri, da sempre vicini al malato.
Il direttore responsabile è il Presidente dell’Associazione, il Dott. Vincenzo Raucci.
Per qualsiasi informazione scrivere a: raucci@nurcity.it o telefonare al numero 339 1935053.
Vincenzo Raucci
Presidente Associazione NurCity
gli infermieri incontrano la città
Associazione di Promozione Sociale
via Aspromonte, 13
20861 - Brugherio MB
Sito: www.nurcity.it
e-mail: raucci@nurcity.it
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INVITO AL CONVEGNO
"L'ITALIA DIVERSA", 17 NOVEMBRE 2011, MILANO- TRIENNALE DI MILANO
Vi alleghiamo l'invito al convegno
L’Italia diversa
L’ambientalismo nel nostro Paese: storia, risultati e nuove prospettive
Giovedì 17 novembre 2011
ore 9.00 - 13.00
Triennale di Milano - Salone d’Onore - Viale Alemagna, 6 - Milano
Si prega di confermare la propria presenza: aimstaff@aim.milano.it
Per informazioni AIM - tel. 02 48012060
Per il programma e la recensione del libro, vedi:
http://www.italianostra-milano.org/cms/files/Convegno_L'Italia_Diversa_17novembre.pdf
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Spett.li
Regione Lombardia
Provincia di Monza e Brianza
Comune di Vimercate
Ministero Sviluppo Economico
Monza 4 novembre 2011
Oggetto: situazione Bames – SEM (ex Celestica)
Spettabili Istituzioni,
con riferimento al verbale del MiSE del 3 Ottobre 2011, nel quale si afferma: “...A tal fine, entro la fine di ottobre il MiSE chiede a Regione Lombardia di convocare una riunione con i presenti al tavolo, alla luce anche dei risultati dell’esame delle proposte di investitori per il sito Bames...”, siamo quindi con la presente per sollecitare e richiedere che quanto scritto sia rispettato e venga prontamente attuato.
Come lavoratori e lavoratrici, come delegati sindacali RSU BAMES e SEM e come Organizzazioni Sindacali Fim Cisl e Fiom Cgil di Monza e Brianza, abbiamo estrema necessità che questa convocazione, già prevista entro il 31 Ottobre 2011, avvenga al più presto e sopratutto che vengano presentati i nuovi progetti industriali all’interno del progetto RAID e, in aggiunta a ciò, che venga dichiarata l’area del Vimercatese come area di crisi complessa come decisione politica da parte della Regione, entrambe le iniziative necessarie e funzionali per l’Accordo di programma che dovrà essere sottoscritto da tutti i soggetti coinvolti al tavolo del Ministero dello Sviluppo Economico.
Chiediamo quindi che si prefiguri “una road-map”, un percorso rapido e serrato di incontri con l’obiettivo di favorire le condizioni e l’insediamento di nuovi soggetti imprenditoriali, che possano realizzare iniziative produttive finalizzate alla re-industrializzazione del sito di Vimercate e nel contempo salvaguardare l’occupazione degli attuali 550 lavoratori.
Tutto questo anche alla luce di quanto emerso nel dibattito e nelle conclusioni del Consiglio Regionale dello scorso 25 ottobre e assunto dagli ordini del giorno votati all’unanimità.
La difficile situazione aziendale, soprattutto la drammatica incertezza per il futuro lavorativo e di vita di 550 famiglie ci obbliga ad avere una forte accelerazione dei tempi.
Siamo certi che capirete, IL TEMPO PER NOI STA SCADENDO!
Distinti saluti.
Fim Cisl – Fiom Cgil Monza e Brianza
G. Redaelli – C. Cerri
RSU Bames - SEM
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“CONCERTO FINALE ALLIEVI MASTER JAZZ
SABATO 12 novembre 2011
Ore 21.00
SALA MADDALENA ~ Monza
Ingresso Libero
Sabato 12 novembre alle ore 21.00 presso la sala Maddalena di Monza si terrà il Concerto Finale degli allievi partecipanti al Master jazz tenuto dal Maestro Paolo Tomelleri. La serata che prevede la straordinaria partecipazione di Tomelleri rappresenta la tappa finale di un percorso musicale iniziato nel mese di aprile presso il liceo Musicale “V.Appiani”nell’ambito di un più ampio progetto denominato M3-Monza, Musica e Mestieri finanziato dal Dipartimento della Gioventù Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall’ANCI.
Al corso hanno partecipato quindici giovani musicisti provenienti da diverse realtà musicali della Brianza che si sono costituiti in quattro ensemble diretti dal maestro Paolo Tomelleri illustre musicista jazz del panorama internazionale.
L’importante iniziativa che vede coinvolto il Comune di Monza -Assessorato alle Politiche Giovanili- come capofila e il liceo Musicale “Vincenzo Appiani” rappresenta una novità assoluta sul territorio monzese e vuole essere un inizio per l’apertura a Monza di una sezione Jazz all’interno della struttura del liceo Musicale.
I nuovi corsi saranno tenuti dal maestro Paolo Tomelleri per la sezione delle ance e dal maestro Emilio Soana per la sezione degli ottoni.
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Vivere Monza, per cambiarla!
Sinistra Ecologia Libertà a Monza in questi mesi sta contribuendo a mettere in campo una alternativa credibile a questa amministrazione di centrodestra, che sia anche una rinascita culturale e sociale.
Siamo consapevoli che per costruire è necessario ascoltare, vivere la città, sapersi lasciar contaminare dalle sue diverse anime, mettersi in relazione con le associazioni, i comitati ed i cittadini.
Costruire insomma un laboratorio politico che veda partiti, associazioni e singoli uniti per rendere possibile un cambiamento, una buona politica.
Per questo abbiamo chiesto fin da principio che anche qui a Monza si svolgessero le primarie, strumento con cui la scelta del candidato sindaco non è condizionata dalle nomenclature, ma è lasciata ai cittadini.
Le primarie devono essere un momento di grande partecipazione popolare: non una gara tra partiti dove ci siano vincitori e vinti, ma una scelta tra distinte proposte programmatiche. Proposte avanzate da persone, iscritte e non ai partiti, non in rappresentanza delle proprie formazioni politiche. Persone che si presentano oggi al giudizio delle primarie per guidare domani la coalizione.
Siamo soddisfatti che il processo per le primarie, che si aprirà pubblicamente il 12 Novembre con una conferenza stampa congiunta fra le forze politiche che animeranno questa coalizione, abbracci questi intenti. Siamo convinti che queste primarie saranno l'occasione per sviluppare un dialogo con i Monzesi, che troverà il suo coronamento con l'elezione di colui che sarà il nostro candidato sindaco il 22 Gennaio.
Non affronteremo quindi le elezioni primarie sostenendo a priori una candidatura di bandiera, ma valuteremo i programmi e le persone basandoci sulle loro idee, le loro proposte e la capacità di dare unità e coerenza a tutta la coalizione.
Per questo l’autocandidatura alle primarie di Vincenzo Ascrizzi e la formazione di un suo comitato elettorale non è la candidatura di Sinistra Ecologia Libertà di Monza.
Attenderemo che la rosa delle candidature si completi, per dialogare con ciascun candidato, e per porre le nostre convinzioni.
Saremo ogni fine-settimana nelle piazze monzesi, con il nostro gazebo, per ascoltare e confrontarci con la cittadinanza.
Alessandro Gerosa Renato Magni
Coordinatore circolo SEL Monza Portavoce SEL MB
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Buongiorno, presentate ieri sera in aula semi-vuota, solo 3 assessori presenti su 14 . Certamente un segnale alla città : a questa amministrazione i problemi della città non interessano, il question time è una bufala e l’unico interesse è cementificare , togliere il verde, peggiorare le condizioni di vita dei cittadini . Nessuna progettualità in alcun settore e solo pura accondiscendenza ai poteri forti che di fatto decidono su tutto e su tutti; il traffico insostenibile, l’inquinamento alle stelle , non ci sono aree per lo sport, si chiudono società sportive di vecchia e prestigiosa fama, l’esigenze delle scuole inascoltate, la cultura ormai alla deriva e gli spazi ad essa dedicati trascurati e/o inesistenti del tutto. Che città lasceremo ai nostri figli ? Diciamo che se il politico guarda alle prossime elezioni e lo statista alle generazioni future, i nostri “governanti” non sono né politici e men che meno statisti.
Ufficio stampa Città Persone
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Consumo di suolo: è forum nazionale
Ha preso il via sabato 29 ottobre con la riuscita assemblea nazionale a Cassinetta di Lugagnano (MI), il forum nazionale 'salviamo il paesaggio' (www.salviamoilpaesaggio.it). Un forum che nasce con una agenda molto impegnativa, che pone al centro la redazione e il lancio di una proposta di legge di iniziativa popolare per fermare il degrado del territorio. Legambiente è tra le prime associazioni nazionali ad aver aderito e a farsi promotrice di questo forum. In Lombardia, regione 'numero uno' per consumo di suolo, possiamo farlo a ragion veduta: da quattro anni abbiamo costruito un orizzonte di competenze e di proposte sul tema del consumo di suolo, lo abbiamo fatto con un lavoro sistematico che ci ha portato a costituire presso il Politecnico di Milano il Centro per la Ricerca sui Consumi di Suolo (CRCS, www.consumosuolo.org), insieme ad INU, che oggi è centro europeo di eccellenza per la raccolta e l'elaborazione di dati e conoscenze su questo tema; con una proposta di legge che in questi giorni affronta i primi passi (si spera) della discussione in Consiglio Regionale (www.legambiente.org). Competenze e dati che ora possono diventare una risorsa a servizio di una partecipazione più ampia di società e cittadinanza attiva, all'interno di forum che allargano la partecipazione. Siamo solo all'inizio di un lavoro che, ci auguriamo, possa produrre una autentica novità nel panorama legislativo non solo italiano, ma anche europeo, perchè in Europa, non esiste una disciplina giuridica dei suoli che ne riconosca il valore di bene comune, e non - invece - un attardarsi su temi che appartengono ad un vecchio dibattito ambientalista e di urbanistica illuminata che si attesta sulla apposizione di limiti formali o vincoli su singoli beni paesaggistici. Sapendo che il consumo di suolo, dal dopoguerra ad oggi, è uno dei principali terreni di conquista della accumulazione capitalistica e finanziaria, con esiti spesso catastrofici come per la crisi che stiamo vivendo da alcuni anni (e che nasce, non a caso, dall'esplosione di una bolla immobiliare). Non illudiamoci che una legge, per quanto popolare, possa sovvertire il meccanismo dell'accumulazione capitalistica: il vecchio sogno riformista è una lunga teoria di fallimenti, le leggi non sono lo strumento per sovvertire questo 'fondamentale', per quanto iniquo, meccanismo di funzionamento dell'economia. Ma conoscendo il meccanismo di generazione della rendita fondiaria, possiamo, questo sì, introdurre principi che affermino il valore comunitario del suolo e che, a partire dal riconoscimento giuridico questo principio, rendano disagevole e accidentata l'autostrada fino ad oggi aperta davanti agli speculatori immobiliari in cerca di terreni su cui sviluppare il loro business. Il contesto può essere favorevole: anche il mondo delle costruzioni, alle prese più di altri con i morsi della crisi, è consapevole del fatto che l'edilizia estensiva, l'espansione della città sulla campagna, oggi non può essere la base per un ciclo di ripresa virtuosa: gli unici che oggi possono avvantaggiarsi di questa situazione sono i grandi detentori di capitale liquido, che sono sempre meno se si esclude il campo semisommerso della economia criminale. Anche nel settore edile occorre rimettere al centro il lavoro, la qualificazione, le competenze.
Parlare di 'suolo bene comune' non è fare filosofia, ma dire chiaramente che il 'costo' del consumo di suolo non può essere solo quello con cui l'immobiliarista o il concessionario autostradale paga l'agricoltore per poter costruire sui suoi terreni. Che esiste un valore, irriducibile, che corrisponde all'attributo comunitario del suolo, di un bene trasmesso per secoli e coltivato per produrre cibo, o di un ambiente naturale che esprime un valore fondamentale per la comunità che ne dipende. Costruire su suolo libero non deve mai essere l'opzione più conveniente, quella che garantisce il massimo margine di profitto: il capitale deve tornare ad investire sulla città e sugli spazi già costruiti. Solo lavorando su questo principio, in teoria molto semplice (ma politicamente per nulla scontato, come dimostra la nostra proposta di legge regionale) si potrà invertire una tendenza che non si è mai fatta troppo intimidire da vincoli, soglie o moratorie.
Consumo di suolo: on line i dati attuali e storici di uso del suolo di tutti i comuni lombardi!
Da oggi i dati sul consumo di suolo in Lombardia sono a portata di tutti, su base comunale: grazie ai database cartografici di Regione Lombardia (DUSAF) abbiamo potuto trasformare le informazioni contenute nel geoportale regionale in una semplice tabella che riporta, comune per comune, i dati di uso del suolo alle soglie storiche del 1954, del 1999, del 2007 e del 2009 (questi ultimi per le sole province di Milano, Monza, Sondrio e Brescia) . Ad ogni comune il suo consumo di suolo: consulta il sito del Centro per la Ricerca sui Consumi di Suolo, www.consumosuolo.org
EVENTI:
Verona, 5 novembre 2011 - Veneto: un futuro senza territorio? Analisi del fenomeno del consumo di suolo in Italia e nel Veneto
Verona, Sala Barbarani, via Bertoni 4. Evento promosso da Legambiente Veneto
Relatori: M. Bertucco, Legambiente Veneto | G. Nanni, ufficio urbanistica Legambiente | S. Salata, Centro per la Ricerca sui Consumi di Suolo | S. Lironi, Legambiente Padova | L. Albi , Legambiente Verona
SCARICA PROGRAMMA
Bologna, 10 novembre 2011 - GOVERNARE L’USO DEL SUOLO. Collaborazioni istituzionali per contenere il consumo di suolo
Bologna, Basilica di Santo Stefano e Palazzo Isolani. Evento Promosso: CRCS, Legambiente, INU
Relatori: F. Oliva presidente INU | D. Di Simine segreteria nazionale Legambiente | A. Arcidiacono INU, politecnico di Milano| A. Peri Assessore regionale all'urbanistica| L. Frattini presidente Legambiente Emilia Romagna | M. Longoni, servizio territorio, provincia di Monza e Brianza | F. Colombo, sindaco di Ronco Briantino (MB) | A. Del Piano settore pianificazione provincia di Bologna | M. Sani, ufficio di piano dell'Unione di Comuni val Samoggia | B. Fugazza, servizio territorio provincia di Lodi | A. Mariani, sindaco di S. Fiorano (LO) | S. Pareglio
SCARICA PROGRAMMA
news:
BREBEMI: AVANTI SENZA SOLDI - LEGAMBIENTE: CLOSING FINANZIARIO IN ALTO MARE
I lavori della Brebemi proseguono il loro corso sconvolgendo e divorando 900 ettari di territorio agricolo nonostante l’iter di finanziamento dell’autostrada sia ancora in alto mare. Più il tempo passa ed i morsi della crisi finanziaria si fanno sentire in tutta Europa, più si allungano i tempi del cosiddetto “closing” finanziario. In nessun paese occidentale, dove ci sono veri “Project financing” si sarebbe potuto dare il via ai lavori senza la soluzione definitiva degli aspetti relativi al finanziamento dell’opera.
La Corte dei Conti infatti non ha ancora registrato la delibera del CIPE del 5 maggio con la quale veniva approvato il 2° atto aggiuntivo della convenzione tra CAL (concessionaria autostradale lombarda) e la Brebemi. La delibera una volta approvata dovrà successivamente essere recepita da un decreto interministeriale (Ministeri delle Infrastrutture ed Economia). Inoltre si aspetta, dopo l’approvazione del Cipe del 3 agosto scorso, il progetto esecutivo della Tem (tangenziale milanese) e la certezza che i tempi conclusivi della tem siano coerenti con quelli di Brebemi. In questo caso si pensa di ricorrere ad un prestito ponte, in attesa del sempre più incerto (dati i costi del danaro) finanziamento complessivo della Tem. Solo a questo punto il pool di banche di Brebemi avranno le condizioni tecniche e quindi le garanzie economiche, per far partire il finanziamento dell’opera. Finanziamento comunque spalmato su numerosi Istituti di credito e sulle spalle pubbliche (Cassa depositi prestiti).Con il “closing” ancora in alto mare come è possibile finanziare i lavori il cui stato di avanzamento è pari al 15-20% ? I finanziatori privati se ne stanno ancora fuori Banca Intesa con 390 milioni,Unicredit e B.Mps 290, Ubi Banca e la Popolare con 200 milioni a testa, mentre la parte del leone dovrebbe farla la Cassa Depositi prestiti (la banca pubblica) con 765 milioni e sempre ammesso che la ricapitalizzazione della banche venga finanziata dagli organismi europei. A metterci una pezza per far partire i lavori ci sono volute le FS (soldi pubblici) che hanno anticipato 175 milioni (gli importi fin qui spesi) di quelli che ancora non sono i costi comuni visto che il progetto Tav, Treviglio-Brescia parallelo alla Brebemi non è ancora partito.Intanto gli scogli da superare non sono finiti:
1) Brebemi e Fs non hanno ancora definito chi esproprierà le aree interposte fra l’autostrada e la nuova linea ferroviaria;
2) la recente sentenza della corte Costituzionale che ha modificato i meccanismi di calcolo delle indennità di esproprio farà aprire nuovi contenziosi da parte dei proprietari terrieri visto che verranno risarciti diversamente;
3) le problematiche della viabilità alternativa vicino ai cantieri sta procurando disagi ai numerosi comuni interessati.
(Legambiente Lombardia, Dario Balotta 30 10 2011)
Malpensa: La terza pista è “irricevibile” secondo la Commissione VIA
Buone notizie per il Parco del Ticino: sono quelle che arrivano dalla Commissione nazionale VIA, che nei giorni scorsi ha giudicato di fatto irricevibile il master plan per l'ampliamento di Malpensa e la terza pista, che minaccia 350 ettari di boschi e brughiere del Parco. Secondo la commissione, infatti, non è possibile una pronuncia di compatibilità su un progetto che tale non è: il master plan infatti non prevede una singola opera, ma un complesso di interventi, programmati con diverse scadenze, destinati a modificare radicalmente i connotati del territorio circostante.
“La commissione ha di fatto accolto le nostre tesi, evitando che l'Italia venisse esposta alla minaccia di una pesante infrazione comunitaria per inadempienza agli obblighi in materia di valutazione ambientale strategica (VAS)”. Dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia, associazione che aveva già minacciato di ricorrere alla Commissione Europea se il master plan fosse stato approvato senza previo espletamento della VAS. “Il master plan di Malpensa è scandaloso: oltre a una terza pista di cui nessuno, nemmeno le compagnie aeree, sente il bisogno, spalma centinaia di ettari di capannoni industriali e commerciali, nemmeno connessi alla funzionalità aeroportuale. Di fatto si tratta di una gigantesca speculazione immobiliare, di cui l'ampliamento dell'aeroporto è solo il pretesto: per questo deve essere assolutamente bloccata”.
La pronuncia della Commissione VIA è un riconoscimento importante, ma la battaglia resta ancora tutta aperta. “Siamo contrari alla terza pista nei suoi fondamentali - afferma Dario Balotta, responsabile trasporti di Legambiente Lombardia - Malpensa deve abbandonare le sue ambizioni di hub aeroportuale, non esistono più le condizioni e ormai anche le grandi compagnie aeree la stanno abbandonando (Lufthansa e AirFrance). La Lombardia deve smettere di inseguire un sogno sbagliato continuando a gettare via enormi risorse pubbliche inutilmente, e invece deve fare un piano aeroportuale al fine di una ottimale utilizzazione degli scali aeroportuali esistenti: alcuni dei quali come Orio al Serio sono sovraccarichi, mentre altri come Montichiari sono letteralmente deserti. Malpensa può solo migliorare l'efficienza aeroportuale, ridurre i costi di gestione e diminuire l'impatto ambientale”. (Ufficio stampa Legambiente Lombardia, 27 ottobre 2011)
Legambiente Lombardia a congresso: fermare il consumo di suolo e il delirio autostradale lombardo
Nel futuro della Lombardia c'è anche il Mediterraneo, secondo Legambiente: il mare squassato da conflitti e rivolte alla cui radice c'è l'accesso alle risorse energetiche custodite dal sottosuolo dei Paesi arabi e nordafricani. Il congresso di Legambiente Lombardia, che comincia oggi nel capoluogo della provincia orobica, propone una visione e un ruolo della Lombardia come ponte tra due culture, due sistemi socio-economici: quella lombarda è infatti la principale metropoli del Sud Europa, e questa posizione implica l'assunzione di una responsabilità nei confronti delle sorti del Mare Nostrum.
“Le energie rinnovabili possono concorrere a tracciare una nuova geopolitica dell'energia, che disinneschi il potenziale esplosivo dei conflitti e offra una chance di democrazia e di sviluppo per il bacino del Mediterraneo – dichiara Damiano Di Simine, presidente uscente di Legambiente Lombardia - La Lombardia farebbe bene a immaginare un futuro che valorizzi questa grande opportunità, che implica grandi possibilità di investimenti e trasferimenti tecnologici nel segno della green economy: anche perchè se non saranno le imprese sane a muoversi, ci penserà la concorrenza, che in troppe aree del nostro Paese si chiama ecomafia”.
Insomma, c'è la crisi, l'aria è inquinata, le autostrade devastano la pianura, ma non ci si toglie il gusto di guardare ad un futuro migliore. Ma si sta anche con i piedi ben piantati nel presente, perchè la situazione di crisi pesa sull'economia, sulla società e anche sul terzo settore. E perchè Legambiente fa i conti con la sfida lanciata al precedente congresso, quella di fermare il consumo di suolo che in Lombardia ha assunto numeri di una gravità vertiginosa.
“Quattro anni fa abbiamo posto una questione fino ad allora affrontata solo in modo superficiale e propagandistico: il suolo ci sta scomparendo da sotto i piedi, sostituito da distese di cemento. Oggi possiamo dire che sicuramente la questione è entrata nell'agenda politica, si parla di consumo di suolo con cognizione di causa e disponendo di dati oggettivi, ma le soluzioni sono ancora lontane: la nostra proposta di legge di iniziativa popolare è ferma da due anni in Consiglio Regionale, i politici di ogni parte e in ogni occasione si dicono d'accordo con noi, ma la legge non viene portata in aula. Adesso chiediamo alla politica regionale di prendersi le sue responsabilità: vogliamo un voto, a scrutinio palese, che ci dica chi davvero vuole fermare il cemento speculativo che divora la nostra campagna”.
Anche nella provincia orobica, in modo non dissimile dal resto della Lombardia, il cemento trasforma e deteriora il paesaggio: elaborando i dati recentemente pubblicati da ERSAF, si scopre che il suolo urbanizzato, che nei primi anni del boom economico era pari a 83 kmq (pari al 3,1% del territorio provinciale), nel 2007 era salito a 383 kmq (il 14,1% di tutto il territorio, montagne incluse). Detto in altre parole, nei primi duemila anni della nostra storia abbiamo occupato territorio fertile dell'attuale provincia di Bergamo al ritmo di 4 ettari all'anno, mentre negli ultimi cinquant'anni i campi sono scomparsi ad una velocità 140 volte superiore: 566 ettari ogni anno. Una cifra spaventosa, anche perchè indietro non si torna, sui campi coperti di cemento non si seminerà mai più grano, né cresceranno boschi. Ed infatti a sparire è proprio l'agricoltura: le superfici agricole in provincia di Bergamo coprivano 1154 kmq di territorio, nel 2007 il dato era crollato a 780 kmq: una perdita secca pari ad un terzo dell'intero territorio agricolo provinciale. Scorrendo il database di Regione Lombardia sugli usi del suolo dal 1954 ad oggi saltano agli occhi dati eclatanti in molti centri della provincia di Bergamo. E' il caso di San Paolo d'Argon, che nel dopoguerra occupava con il suo borgo una superficie pari a meno di 15 ettari, diventati 220 nel 2007, con una crescita del 1500%. O di Grassobbio, che era un piccolo centro di 11 ettari, diventati 380 nel 2007 con un incremento del 3200%. Per non parlare di Piazzatorre, cresciuta nello stesso periodo del 2000% a suon di seconde case per villeggianti, o di Verdellino, una crescita del 1700% tra lottizzazioni residenziali e capannoni.
Dati così gravi non hanno nulla a che fare con la crescita del benessere: probabilmente un giovane operaio del '54 non aveva un potere d'acquisto inferiore a quello di un giovane laureato del 2011, di sicuro aveva davanti a sé una prospettiva di sicurezza e di garanzie sociali che i giovani d'oggi non hanno. “Col cemento facile di questi anni non si è costruita vera economia ma pura rendita e concentrazione di capitali finanziari. Ora non possiamo permetterci di sprecare la crisi, l'economia lombarda ha bisogno di essere presidiata da nuove regole, che mettano al centro la sostenibilità ambientale e il lavoro, anche del settore edile, che nella green economy può cogliere una grande opportunità, riqualificando le città senza consumare nuovo suolo”. (ufficio stampa legambiente lombardia, 22 ottobre 2011).
tutti gli approfondimenti e i materiali del congresso sul nuovo sito di legambiente lombardia al link:
http://lombardia.legambiente.it/contenuti/articoli/ix-congresso-legambiente-lombardia-2223-ottobre
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Comitati per la Galleria
COMUNICATO STAMPA
I Comitati Galleria ricevuti dal Prefetto:
tema dell’incontro, i molti problemi
di viabilità e di ordine pubblico
agli incroci con la Statale 36
e le troppe discontinuità nel servizio
del Poliziotto e Carabiniere di Quartiere
Una delegazione dei cinque Comitati Galleria è stata ricevuta ieri
pomeriggio dal Prefetto di Monza e Brianza dott. Renato Saccone, a
seguito di un appello a lui rivolto nei giorni scorsi per la difficile
situazione del traffico nell’area del can¬tiere tunnel sulla SS36 e
per la sicurezza in San Fruttuoso e Triante.
I punti portati all’attenzione del Prefetto sono stati i seguenti:
1. La notevole difficoltà ad uscire da Monza e ad attraversare la SS36
tra Monza e San Fruttuoso, con ripetuti episodi di forte tensione tra
automobilisti. Una situazione migliorata dopo i recenti interventi
all’incrocio presso l’ex cavalcavia (vie Romagna e Risorgimento) ma –
per i dettagliati motivi illustrati – ancora preoccupante in taluni
orari, specie per le vie Vittorio Veneto e Taccona.
2. La necessità di una maggiore e migliore presenza delle forze
dell’ordine agli incroci urbani lungo la SS36, con riferimento alla
Polizia Locale, ma anche alla Polstrada ed ai funzionari dell’Anas
specificatamente abilitati (Art.12 CdS). Una presenza già migliorata
per qualche tempo dopo un intervento della Prefettura a seguito di
istanza dei Comitati Galleria nel novembre 2009 (Prefettura Milano
Prot.14.3/09426742) e, più recentemente, a seguito di iniziative
dell’Assessorato alla Mobilità del Comune di Monza e del comando della
Polizia Locale, ma tuttora percepita come insufficiente.
3. La difficoltà per gli automobilisti e la potenziale pericolosità
per i motociclisti nell’utilizzare il percorso alternativo di cantiere
Monza-Muggiò, lungo le vie Baradello di Monza e Falcone di Muggiò, in
particolare in territorio comunale di Muggiò per la carenza di
segnaletica e per la presenza di rallentatori su una tratta che è
intercomunale in un’area non classificabile come “centro abitato” o
“zona residenziale”, ai sensi del Codice della Strada vigente, dei
regolamenti di attuazione, delle Circolari emesse dalla competente
Direzione Centrale presso il Ministero dell’Interno.
4. La attuale discontinuità del servizio di Polizia di Prossimità,
cioè poliziotto e carabiniere di quartiere, istituito nel dicembre
2008 a seguito di istanza popolare promossa dal Comitato San Fruttuoso
2000 (Prefettura Milano Prot. 12B/200100729).
Il Prefetto ha ascoltato con attenzione le istanze dei cittadini ed ha
assicurato, fatte le proprie verifiche e valutazioni, interventi per
quanto di sua competenza.
Monza, 04 novembre 2011
Comitato San Fruttuoso 2000,
Comitato Triante, Comitato Viale Lombardia, Comitato Romagna, Comitato Monviso
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PGT : a Monza sempre più una questione “privata”
Ieri una decina di ragazze e ragazzi della FOA Boccaccio e alcuni cittadini hanno deciso di partecipare all'incontro organizzato dal Collegio dei Geometri di Monza e Brianza dove l'assessore Clerici era invitato a parlare della variante al PGT. Appena entrati abbiamo distribuito un volantino in cui spiegavamo le ragioni della nostra presenza e ci siamo seduti per ascoltare quello che aveva da dire l'assessore. Dopo un paio di minuti ci hanno però chiesto di andarcene perchè "l'incontro era privato e non pubblico". Crediamo che l'amministrazione abbia già discusso troppo in privato e che ora sono i cittadini a dover dire la loro, non accettiamo che vengano estromessi da queste decisioni. Ricordiamo che stiamo raccogliendo dai cittadini tutte le osservazioni possibili per fermare questo scempio. Questo PGT sta distruggendo la città e d'ora in avanti ad ogni iniziativa pubblica o privata che sia faremo sentire la nostra voce!
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di seguito il testo del volantino:
E' ormai diffusa in città la coscienza di cosa significherà una cementificazione di oltre 4 milioni di metri cubi sul territorio monzese. La minaccia di vedere inglobato il nostro contesto urbano in un’immensa periferia della metropoli milanese, il timore di una città congestionata, invivibile, impensabile, ha riacceso l’attenzione e la passione dei nostri concittadini per il futuro del nostro territorio. Chi non vuole piegare il senso della politica alle esigenze e agli intrallazzi di chi ci governa, ha ritrovato una concezione di politica fatta dal basso e uno spirito di partecipazione civica che ha fatto rinascere i comitati di quartiere. Ha riscoperto la forza di tornare in piazza con ormai diverse manifestazioni. Ha messo insieme delle idee per una nuova progettualità urbanistica e agricola all’interno degli spazi di elaborazione offerti da Memento Urbis. Zero consumo di suolo, parco di cintura urbana, riconversione della produzione agricola alla filiera corta sono solo esempi delle idee emerse dalla cittadinanza per un rilancio economico e ambientale di Monza.
Ma per la giunta Mariani, la posta in giuoco è troppo alta, per permettersi di ascoltare la voce dei centinaia di monzesi, che- una volta tanto - hanno deciso di alzare la testa e avere voce in capitolo. Gli affari, gli accordi personali coi grandi costruttori e proprietari terrieri su tutti i terreni monzesi ancora liberi dal cemento, gli interessi della famiglia Berlusconi sulla Cascinazza…noi non siamo nulla.
L’adozione del Piano è proceduta come un treno in Consiglio Comunale, con sprezzo non solo della diffusa contrarietà dei cittadini e delle controproposte cresciute in città, ma anche delle più elementari regole della democrazia rappresentativa, quale il numero legale nelle sedute. Procedono parallele queste iniziative di scarso valore politico, incontri con gruppi ristretti, addetti e interessati ai lavori. Ma non con i geometri dovrete fare i conti!
Vi aspettiamo per le vie del centro e delle periferie, nei mercati in cui abbiamo conosciuto i nostri concittadini, nelle assemblee tramite cui con loro abbiamo ragionato, nella città che vi ostinate a ignorare, pretendo di essere in diritto a governarla!