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COMUNICATO STAMPA
VARIANTE PGT DESIO: L’ANTIMAFIA DEI FATTI CANCELLA
UNMILIONE E MEZZO DI MQ DI NUOVA CEMENTIFICAZIONE
Dall’assessoreCassanmagnago e dalla Giunta di centrosinistra, passo coraggioso e importante
Dichiarazionedi Giulio Cavalli e Chiara Cremonesi,
consiglieri regionali di Sinistra Ecologia Libertà
“Ci congratuliamo conl’assessore all’urbanistica di Desio, Daniele Cassanmagnago, e conl’amministrazione comunale per la risposta chiara, pronta e decisa chehanno saputo dare contro la cementificazione selvaggia e gli appetiti dellacriminalità organizzata.
A pochi mesi dall’insediamentodel centrosinistra alla guida del Comune brianzolo, l’approvazione di unavariante al Piano di governo del territorio che cancella un milione e mezzo dimetri quadrati di nuova urbanizzazione rappresenta un passo coraggioso eimportante.
In una fase di presa di coscienza edi analisi dopo troppi anni di negazionismo, la declinazione in un attopubblico delle buone pratiche di difesa del suolo dimostra chel’antimafia dei fatti esiste nelle delibere delle amministrazioni localimolto più che in tante roboanti declamazioni.
Se oggi votarsi alla legalità eall’etica dell’agire politico-amministrativo appare rivoluzionario,dichiariamo tutto il nostro sostegno a Cassanmagnago, oltre cheall’intera Giunta, affinché possa proseguire in un ruolo che ha giàdimostrato di saper portare avanti con onore. Quello richiamato, a propositodelle funzioni pubbliche, dall’articolo 54 della nostraCostituzione”.
Milano, 10 novembre 2011
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COMUNICATO STAMPA
Concerto a …. 33 giri a Stellapolare
Domenica 20 novembre presso il Centro Stellapolare della Cooperativa Novo Millennio, in occasione dell’evento di novembre, ci saranno i "33 giri" che si esibiranno in un grande e divertentissimo concerto dal titolo: "Figli delle stelle". Il pomeriggio di musica inizierà alle 16 per terminare alle 18.30 e si svolgerà, come detto, negli spazi di Stellapolare a Monza in via Montecassino, 8. Il concerto di domenica 20 novembre sarà occasione per ricordare, con la musica e le danze, le principali tappe della nostra esistenza. Tenteremo di immergerci nei ricordi e nei momenti più significativi della nostra vita: dalla nascita alle elementari, dall'adolescenza ai primi amori e rivivremo i ricordi grazie al ritmo di musiche e parole delle canzoni che hanno fatto epoca e che saranno interpretate dai ragazzi dei “33 giri”. Per chi non ha avesse vissuto l’epoca dei dischi neri di vimini, 33 erano i giri compiuti al minuto da quel disco grande e nero che racchiudeva le complition dell’epoca e che grazie a una puntina di diamante che solcava il disco, si poteva ascoltare musica e canzoni. Non stiamo parlando del neolitico ma di qualche decennio fa!
Attenzionedomenica 20 novembre il pubblico non sarà spettatore passivo, ma sarà coinvolto in tanti e sorprendenti modi. Vi aspettiamo. Come sempre durante lo spettacolo saranno attivi il mercatino e il punto info su corsi e attività di Stellapolare.
Comeè noto Stellapolare ogni terza domenica del mese ospita un evento culturale, ricreativo e musicale, gratuito, aperto a tutti i cittadini con lo scopo di favorire l’aggregazione e le relazioni sociali.
Perinfo 039 2319693,
www.stellapolare.org
www.novomillennio.it
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"Il Popolo dell'Esilio" di Moni Ovadia
In pagine di alta e rara intensità, Moni Ovadia esprime la propria posizione sulla questione mediorientale, con la voce ironica e commossa di un ebreo che desidera intensamente la pace fra i due popoli, rompendo il proprio canto con quesiti difficili e oscuri presagi della discordia che separa terre e uomini.
http://www.peacelink.it/tools/author.php?u=437
IL POPOLO DELL’ESILIO
Opera di Moni Ovadia
Recensione di Laura Tussi
Editori Riuniti, Aprile 2011.
http://www.confronti.net/EDITORIALI/vivere-da-straniero-fra-gli-stranieri
http://www.confronti.net/SERVIZI/vivere-da-straniero-fra-gli-stranieri
In pagine di alta e rara intensità, Moni Ovadia esprime la propria posizione sulla questione mediorientale, con la voce ironica e commossa di un ebreo che desidera intensamente la pace fra i due popoli, rompendo il proprio canto con quesiti difficili e oscuri presagi della discordia che separa terre e uomini. Un canto che esprime una vocazione libertaria,1'istintiva diffidenza nei confronti del potere cristallizzato, dell'autorità prepotente, contro ogni antisemitismo, indagando la verità, oltre asfittici schematismi ideologici, banali slogan propagandistici e cortocircuiti della memoria. Moni Ovadia, attraverso l'opera “Il popolo dell'esilio”, manifesta una profonda vocazione per la condizione dell’esule, dello straniero, nel regno della giustizia sociale, dove i ruoli non pretendono alcun significato e le gerarchie sono abolite, nel viaggio in cammino verso l'Uomo, sulla Terra che è Santa perché la si abita da stranieri fra gli stranieri, in un alto concetto di economia di giustizia, contro ogni deriva nazionalista. Una condanna all'Europa intrisa ancora di odio per l'altro e che non diventerà mai un'unica nazione degna, finché non accoglierà le alterità e le minoranze, condannando e contrastando le ideologie xenofobe, tramite l'espulsione dalle istituzioni di capi politici che sfruttano il pregiudizio e fomentano l'odio razziale. Moni Ovadia si schiera contro la virulenza e la rigidità sionista, delirio del confine e rivendicazione di un'identità sclerotizzata e ottusa, in nome di una “sicurezza”, sul cui altare si immolano ideali di giustizia, di pace e umanità, tramite la mistica della forza del potere. Dall'opera affiora invece pressante l'esigenza di Pace per far riemergere la memoria dello sterminio nazista dall'ossessione, dalla paranoia, per trasformarsi in un alto momento mnestico creativo di un nuovo umanesimo universalista, nella condizione dell'esilio in cui l'essere umano rivela lo splendore che lo conduce alla pace, all'uguaglianza, all'alleanza con gli altri esseri viventi, con l'ambiente e l'ecosistema, in sospensioni sabbatiche di spazio e tempo, in un’auspicabile diasporizzazione universale, contro la peste del nazionalismo che ingenera guerra e stermini. Occorre abitare la terra da stranieri fra gli stranieri, praticando la giustizia sociale e affermando un paradigma di relazione e accoglienza con il popolo antagonista, in un ideale sublime di erranza, nella prospettiva di una diaspora universale, precondizione necessaria per costruire la pace, dove prevalga l'idea dell'esilio come patria che riconosce le potenzialità della fragilità dell'umano, in profonde strutture dell'emozione e del sentimento comuni, in una riconoscibilità identitaria indefinita e in continua ridefinizione, di tradizioni, narrazioni, lingue, letterature, popoli senza confini, bandiere, eserciti, burocrazie, senza retorica patriottarda, in un infinito e osmotico collettivo di diaspore universali. Dunque la questione ebraica rappresenta proprio il quesito dell'alterità.
Il nazifascismo odiava l'ebreo della diaspora, sradicato, fragile, ubiquo, capace di tenere in sè le contraddizioni, l’ossimoro di molteplici identità, senza rinunciare a nessuna di esse; l'ebreo maestro del pensiero critico, padrone della dialettica del dubbio, portatore dell'idea rivoluzionaria di una redenzione universale, fondata sulla precaria, onirica, evanescente bellezza dell'Uomo fragile, inventore dell'elezione dal basso, di redenzione dalla condizione di schiavo, di straniero, oltre le logiche spietate di teocrazie nazionaliste votate all’annientamento delle diversità. La Torah è un messaggio universalista. La Torah, oltre la formazione marxista e libertaria, ispira il pensiero dell'Autore nelle lotte per la giustizia sociale, per le rivendicazioni palestinesi, per tutti gli oppressi, per le donne, gli omosessuali e per i diritti del creato, degli animali che lo abitano, dove il tempo diviene lo spazio dell'esistenza nell'abolizione della logica del confine, nella vera visione universalistica ebraica. Lo Shabbat è extraterritoriale ed extratemporale, per pensare alla donna e all'uomo come soggetti di pensiero spirituale, etico, di giustizia e amore, nella relazione con se stessi, con l'altro, con la società, per alimentare i circuiti virtuosi dell'esistenza, nella centralità della vita, della dignità, dell'uguaglianza, oltre lo sfruttamento capitalistico, la mercificazione consumistica, in una buildung straordinaria, dove la società può indagare le questioni del proprio esistere, le aspirazioni e le derive, le grandezze e le miserie, le patologie e il sublime dell'Uomo fragile, oltre i falsi idoli del potere, oltre le vocazioni idolatriche. Il passato e il presente si intrecciano nei ricordi per affermare che la terra non è stata donata per alimentare la guerra e il nazionalismo, ma per dimostrare che l'unico modo per costruire la pace è essere “popolo che sa vivere sulla terra da straniero fra gli stranieri”.
Laura Tussi
Note:
http://www.youtube.com/lauratussi
http://www.confronti.net/SERVIZI/vivere-da-straniero-fra-gli-stranieri
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Il Movimento 5 Stelle di Monza sarà di nuovo tra i cittadini per raccogliere suggerimenti utili a risolvere problemi e migliorare servizi in vista delle prossime elezioni amministrative. Per promuovere la democrazia partecipativa e dare importanza all’intervento di tutti, nella gestione della “cosa pubblica”,verrà messo adisposizione un “muro del pianto” sul quale si potrà elencare ciò che non va nella nostra città e indicare proposte di miglioramento.
Diseguito l'agenda dei banchetti, che si terranno nei luoghi e nelle date indicate, dalle ore 10 alle ore 19:
Novembre
domenica13 in piazza San Paolo
sabato 19 presso GS di Via Boito
domenica 20 piazza San Paolo
sabato 26 presso Esselunga di ViaBuonarroti
Dicembre
sabato 3 presso Esselunga di ViaBuonarroti
domenica 4 Arengario
sabato 10 presso GS di Via Boito
domenica 11 Arengario
sabato 17 presso Esselunga di Via Buonarroti
domenica 18 via Italia (Oviesse)
Sono previsti banchetti in date successive da programmare.
Maggiori informazioni sono reperibili sul sito: www.monza5stelle.it
E-mail:monza5stelle@gmail.com
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Comunicato Stampa
Civati (Pd): “Sull’interramento della linea ferroviaria a Seveso, Formigoni e Cattaneo intendono rispettare il via libera del Consiglio regionale?"
Milano, 10 novembre 2011 – Sono 5 anni che si discute dell’interramento della linea ferroviaria nel territorio del comune di Seveso. Martedì scorso il Consiglio regionale ha inserito nel Documento strategico 2012, approvato dall’aula,un esplicito emendamento al riguardo, promosso tra gli altri dalla Provincia di Monza. Chiediamo al presidente Formigoni e all’assessore Cattaneo se hanno intenzione di dar seguito alla decisione, perché è da anni che anche alPirellone si discute dell’opera. L’interramento è da tempo richiesto dalla comunità locale e dall’amministrazione cittadina, che ha già messo in bilancio 20 milioni di euro per realizzare l’intervento.
Lo dichiara il consigliere regionale del Pd Giuseppe Civati, che al riguardo è intervenuto oggi in commissione Territorio del Consiglio regionale.
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Buongiorno, vi inoltriamo il materiale informativo relativo alla mostra che inauguremo in libreria sabato 19 novembre alle ore 18.00
Franco Fasulo, pittore agrigentino, esporrà una serie di opere ispirate, come la maggior parte della sua produzione, dal mare e dagli scenari dei porti del Mediterraneo e dell'Atlantico. Numerose le esposizioni che l'hanno visto protagonista; la scelta della libreria come luogo espositivo sottolinea l'intimo rapporto dell'autore con la letteratura e con alcuni autori in particolare: Alvaro Mutis, Fernando Pessoa e Bjorn Larsson.
Quest'ultimo sarà ospite della libreria in occasione del finissage della mostra per la presentazione dei suoi libri.
La mostra Marea sarà aperta dal 22 novembre all'11 dicembre durante gli orari di apertura della libreria.
In allegato l'apparato critico della mostra e le note biografiche dell'autore.
Per ulteriori informazioni:
la libreria di via Volta
via Volta 28 - 22036 Erba, CO
http://lalibreriadiviavolta.blogspot.com
viavolta28@tin.it
tel/fax 0313355128
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IL BISTURI E LA PENNA DEL MEDICO-POETA
GIOVANNI RAJBERTI A 150 ANNI DALLA SCOMPARSA
“In medicina le parole hanno sovente un ruolo e un peso non minore del farmaco e del bisturi, tale è la forza che possono convogliare nel complesso “rapporto di cura” che lega il medico al malato”, afferma Vittorio A. Sironi, docente di Storia della medicina e della sanità e direttore del Centro studi sulla storia del pensiero biomedico dell’università di Milano Bicocca nel presentare la giornata di studi del 19 novembre 2011, organizzata in collaborazione con l’Azienda ospedaliera San Gerardo e l’Assessorato all’Educazione, alla Famiglia e alle Politiche Sociali di Monza, sui rapporti tra medicina e poesia in occasione la ricorrenza della scomparsa, centocinquant’anni fa, del medico-poeta (com’egli stesso si definiva) Giovanni Rajberti.
Nato a Milano il 18 aprile 1805, laureatosi a Pavia in Medicina nel 1830, egli esercitò la professione di chirurgo presso l’Ospedale Maggiore della sua città natale sino al 1842, anno in cui si trasferì come primario chirurgo presso l’ospedale di Monza, città nella quale morì l’11 dicembre 1861.
Spirito vivace e animo rivoluzionario, Rajberti non era tenero con i governatori di allora (le sue idee risorgimentali furono una delle ragioni per le quali fu costretto a lasciare Milano), né lesinò critiche ai colleghi e alla medicina del tempo, denunciando “certi pregiudizi del popolo, rivelatori – come scrisse – di deplorevoli condizioni sanitarie imputabili, per sottintesi, alle autorità governative”.
Nemico dichiarato dell’omeopatia e delle altre “mode” sanitarie allora in voga (l’idroterapia e il magnetismo) nonché dei rimedi che non giovavano al paziente bensì solo a chi li produceva, la sua opera letteraria in versi meneghini si colloca nell’alveo della migliore poesia dialettale milanese, che da Carlo Maria Maggi (1630-1699) attraverso Carlo Porta (1775-1821), Giuseppe Bossi (1777-1815) e Tommaso Grossi (1790-1853), sarebbe giunta, attraverso la stessa opera di Giovanni Rajberti, alla poesia novecentesca di Giovanni Barella (1884-1967), Delio Tessa (1886-1939) e Franco Loi (1930-vivente).
Il ruolo critico e terapeutico del verso, nell’ambito di una pratica – quella medica – in cui la parola (ancora più se in rima) può assumere una valenza non solo esplicativa, ma anche consolatrice e curativa, è il filo conduttore della riflessione che, partendo dalle vicende biografiche e bibliografiche di un personaggio che tanta parte ha avuto nella storia di Milano e di Monza, porta a cogliere l’importanza della componente “artistica” di una disciplina – la chirurgia – dove il bisturi e la penna possono non solo coesistere, ma anche reciprocamente integrarsi.
Il programma prende avvio da una riflessione, in parte autobiografica, della poetessa Stefania Crema (Medicina e poesia: il verso come terapia) a cui seguono interventi dello storico della medicina Vittorio A. Sironi (La vita avventurosa di un medico poeta tra Milano e Monza), dello storico della salute Giorgio Cosmacini (Rajberti e la medicina del suo tempo), del ricercatore Michele A. Riva (Le opere del periodo monzese), del direttore della Biblioteca Civica di Monza Giustino Pasciuti (Le carte su e di Rajberti presso la Biblioteca di Monza) e si chiude con una relazione dell’ex-direttore della Biblioteca Civica di Monza Giuseppe Colombo (Rajberti e la poesia dialettale milanese).
CESPEB (www.cespeb.it)
E-Mail: cespeb@unimib.it">cespeb@unimib.it
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Il Comune di Monza misura la customer satisfaction
sul Sistema Bibliotecario Urbano
Il Comune di Monza, nell’ottica di una strategia finalizzata a porre il cittadino al centro dei servizi e al loro continuo miglioramento, avvia a partire dal 21 novembre 2011 un’indagine finalizzata ad analizzare il rapporto tra il Sistema Bibliotecario Urbano e i fruitori dei servizi bibliotecari. L’indagine verrà condotta al fine di misurare il grado di soddisfazione percepito e si svolgerà nel corso di quattro settimane a partire dal 21 novembre 2011 interessando un campione di almeno 400 utenti che avranno accesso diretto alle biblioteche in città e un gruppo di circa 1.200 utenti regolarmente iscritti alla mailing list.
Le opinioni saranno acquisite attraverso l’auto-compilazione di un questionario anonimo posto nelle sedi delle biblioteche con l’ausilio di “facilitatori” appositamente istruiti, tra i bibliotecari operanti nelle diverse biblioteche cittadine, per promuoverne la compilazione e per spiegare l’importanza dello strumento messo a disposizione dei cittadini. L’indagine verrà effettuata anche tramite web in collaborazione con Brianza Biblioteche, il centro servizi interbibliotecari della Brianza.
“Per la prima volta il Comune di Monza avvia un’indagine capillare di customer satisfaction su tutte le biblioteche cittadine. – sottolinea l’Assessore al Sistema Bibliotecario Urbano Martina Sassoli - Nonostante il livello di attenzione ai suggerimenti spontanei che arrivano quotidianamente alle biblioteche dagli abituali fruitori dei servizi sia già da tempo molto elevato, è sembrato utile effettuare un monitoraggio rispetto alla percezione complessiva del servizio offerto per poter avviare eventuali azioni correttive. Il nostro obiettivo è quello di garantire una qualità elevata crescente nel tempo e in linea con le aspettative dell’utenza”.
L’indagine è gestita con il supporto della società di consulenza Sistema Susio srl, specializzata nella misurazione della qualità dei servizi e delle performance delle pubbliche amministrazioni.
Monza, 10 novembre 2011
Ufficio Stampa
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Caro amico/a socio/a
anche quest'anno siamo lieti di invitarti
alla festa di San Martino
UNA BELLA OCCASIONE PER RISCOPRIRE
IL GESTO E IL CALORE DELLA BONTA'
con il seguente programma :
VENERDì 11 NOVEMBRE 2011
alle ore 20.45 adulti e bambini si trovano presso la sede
dell'Associazione per costruire la propria lanterna
per la realizzazione della lanterna verrà chiesto
il contributo di 5 euro.Il ricavato verrà devoluto
alla CARITAS di Varedo
SABATO 12 NOVEMBRE 2011
ORE 17.00 : ritrovo presso la nostra sede ,camminata
per le vie con le lanterne accese
ORE 18.00 : arrivo in oratorio di Varedo ,racconto e canti
della Leggenda di San Martino accompagnati
dalle note dell'arpa e da alcuni bambini della
scuola di musica
MERENDA CON BISCOTTI PER TUTTI I PARTECIPANTI
VI ASPETTIAMO !!!!
CHIEDIAMO GENTILMENTE DI CONFERMARE L'ADESIONE PER
POTER ORGANIZZARE IL MATERIALE X LA REALIZZAZIONE DELLE
LANTERNE
E' POSSIBILE PARTECIPARE ANCHE SOLO AD UNA DELLE DUE GIORNATE
TANTI SALUTI A TUTTI
Centro Studi Politeama Artiterapie onlus
via Madonnina, 54 - 20039 Varedo
telfax 0362.544477 info@cspartiterapie.it - www.cspartiterapie.it
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Adottata una variante al PGT di Desio coraggiosa: tolti 1.400.000 mq al consumo di suolo.
Prossima tappa: un nuovo PGT veramente sostenibile e la creazione di un nuovo parco locale di interesse sovra comunale (PLIS)
Desio, 09 novembre 2011.
Ieri sera in consiglio comunale è stata adottata una variante urbanistica senza precedenti che vede la nostra piena approvazione, perché:
1) sottrae 1.400.000 mq al consumo di suolo e li restituisce alla collettività, al paesaggio, agli spazi liberi ed aperti (complessivamente sono state incrementate: le aree agricole di 573.713 mq; le aree per servizio – verde pubblico – di 342.117 mq; oltre ad aggiungere Aree non soggette a trasformazione per 149.885 mq. In aggiunta, alle aree agricole, si devono inoltre sommare ulteriori 400.000 mq circa, che questa variante fa tornare agricoli, e che appartenevano ai 4 ambiti di trasformazione che il vecchio PGT avrebbe urbanizzato);
2) cancella, azzerandone la cementificazione e riportandoli alla destinazione agricola, i grandi ambiti di trasformazione (l’area del centro commerciale PAM e le aree di cascina San Giuseppe e di cascina americana dove erano state previste grosse lottizzazioni a tessuto misto residenziale-commerciale-terziario) che con tutto il vecchio PGT sono attualmente oggetto di indagini da parte della magistratura inquirente anche nell’ambito della criminalità organizzata e per presunti episodi di corruzione;
3) introduce il concetto di compensazione ambientale a difesa del suolo che, infatti, è un bene non rinnovabile;
4) conferma la bontà di 10 anni di battaglie fatte dal Circolo Legambiente “Roberto Giussani” (su cascina San Giuseppe, sulla PAM, sulla sconsiderata “variante industriale” al PRG del 2004,sulla richiesta di un nuovo parco locale di interesse sovracomunale, e sino al PGT), tese a difendere il consumo del territorio comunale da un’edilizia che garantisce profitti per pochi, sottrae suolo e paesaggio a tutti e restituisce solo immobili di dubbia qualità, costosi, sfitti o invenduti. In una parola: inutili. Un’edilizia che va ripensata e che sinora è servita solo a sostenere se stessa; un’edilizia ormai priva di legami con un programma collettivo che dovrebbe invece caratterizzare l’esistenza di una comunità.
Questa, invece, è una variante basata sulla realtà; una realtà scientifica che, attraverso precisi dati statistici racconta di un’inspiegabile offerta in esubero di immobili a fronte di una quasi inesistente domanda. Una realtà che non spiega questa corsa al mattone che, ormai troppo spesso, è utile solamente alle grandi manovre di riciclaggio di denaro di dubbia provenienza o a rimpinguare le esangui casse comunali di amministratori poco attenti. Questa è una variante coraggiosa, che pone al centro il bene comune, che alle parole fa seguire dei fatti, che appoggiamo e che dovrebbe essere presa ad esempio da molte amministrazioni, anche sovralocali – indipendentemente dal colore – perché il partito del mattone inutile non ha appartenenza politica.
Una variante che però è solo un primo passo. Perché se restituire suolo libero alla comunità rappresenta in sé uno straordinario risultato, da solo non basta. Va infatti ora pianificato il futuro di questa città. E questo futuro non può che prevedere il varo di un nuovo PGT davvero sostenibile, che possa conservare e rendere fruibile il tessuto urbano di qualità, che possa concentrare il necessario riuso virtuoso degli immobili laddove oggi si è creato uno spreco edilizio, che punti sulla green economy, ma che soprattutto, possa finalmente dotare Desio di un Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) oggi non più rimandabile.
Perché Desio è un nodo ambientale chiave, riconosciuto anche da Regione Lombardia, della rete ecologica della Brianza Centrale. Perché un PLIS a Desio può unire fra loro il PLIS Brianza Centrale di Seregno a nord ed il PLIS del Grugnotorto-Villoresi a sud, con l’aspirazione di poter diventare un grande parco regionale. Perché un PLIS impedirebbe definitivamente che terreni agricoli vengano sacrificati per fare posto ad inutili nuovi centri commerciali. Perché un PLIS rivitalizzerebbe in maniera armonica la località di San Giuseppe e di villa Buttafava, che non ha bisogno di nuove costruzioni, ma solo di conservare in maniera compatibile quello che esiste già.
Perché questo PLIS contribuirà ad aumentare la biodiversità, ma anche un fondamentale rapporto di permeabilità del suolo, che certamente migliorerà l’assetto idrogeologico cittadino e mitigherà l’invasivo impatto di inutili infrastrutture come Pedemontana evitando che a Desio si produca l’effetto distesadicapannoni (vuoti) come sulla Milano-Bergamo primo avamposto della megalopoli padana. Perché la creazione di questo PLIS, non solo sarebbe a costo zero per le casse comunali ma potrebbe concorrere ad ottenere specifici bandi di finanziamento dedicati. Perché il PLIS avrebbe una valenza “antimafia”, poiché in questo nuovo regime di tutela, grazie ad una rinnovata fruizione pubblica, sarebbe in grado di togliere alla criminalità organizzata occasioni di sfruttamento doloso di aree libere come già successo per i tristi e noti casi di abuso edilizio e discariche illecite di rifiuti.
Per diversi secoli Desio, con la sua Pieve (come ben documentato dal testo Desio e la sua Pieve, di Alberto Cappellini) ha ricoperto un ruolo di riferimento e guida per le città circostanti, da Seregno a Paderno Dugnano, ruolo che è chiamata a ricoprire coraggiosamente ancora oggi dal punto di vista etico ed ambientale.
Per tale ragione sarebbe auspicabile che il nuovo PLIS venisse chiamato PLIS della Pieve, perché il territorio di questo parco, riunirebbe nuovamente fra loro – dal punto di vista ambientale ed ecologico – questi comuni. Chiediamo quindi che si cominci subito, già da domani, un processo di vera partecipazione cittadina alle scelte di pianificazione locale e che si passi da questa necessaria ed improrogabile variante, ad un nuovo, sostenibile, moderno ed utile Piano di Governo del Territorio, che faccia dimenticare e che risolva gli errori ed i problemi mai affrontati che il passato ci ha lasciato e che eviti, per quanto possibile, di compierne di nuovi, mettendo in comunione il futuro di intere comunità.