Quinta tappa della nostra inchiesta sulla crisi economica. Il lungo declino della blasonata industria del legno-arredo può essere fermato?
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opo esserci occupati della crisi di alcune grandi aziende della Brianza est: la Carrier e la Star e delle due più importanti aziende del polo dell'Higth-Tech vimercatese l'Alactel-Lucent e la St-Microtronics e proseguito con l'intervista, sempre sul tema della crisi in Brianza a Maurizio Laini segretario della Cgil, eccoci arrivati nel territorio dell'industria del legno, altro settore di eccellenza produttiva localizzato nella Brianza centro-settentrionale.
La crisi del mobile in Brianza soffre in modo assai allarmante e suscita l'interessamento dell'informazione locale. Qui possiamo leggere un servizio di Marta Abbà, del maggio 2012 in occasione del Salone del Mobile di Milano. La situazione è stata spesso trattata dalle testate locali del Cittadino e del Giornale di Monza e Brianza: una serie di “bollettini da guerra” particolareggiati sono stati scanditi quasi settimanalmente a seguire le singole vicende di crisi delle aziende interessate.
Nello stesso periodo anche l'informazione nazionale si è interessata del fenomeno con alcuni approfondimenti interessanti di Dario Ronzoni su L'Inkiesta (Tra Armani e Ikea, in Brianza si salva solo chi apre all’estero), di Marco Alfieri su La Stampa (Mobili, in crisi chi non innova) e di Federico Fubini sul Corriere della Sera (Cuneo, Brianza, Udine l'Italia del mobile resiste).
Sempre nel maggio 2012 la Cgil di Monza e Brianza ha pubblicato uno speciale sul distretto del Mobile della Brianza nato da un Forum di alcuni operai e sindacalisti presso la sede di via Aspromonte a Monza: falegnami in cortile, eccellenza del mobile e del design. C'era una volta. Un titolo rievocativo di un passato glorioso di produzione pregiata che ancora può rappresentare una importante attività produttiva della Brianza se essa è ben sostenuta e integrata nel territorio.
Il declino produttivo dell'industria del legno in Italia
L'industria del mobile in Italia riveste un ruolo di primissima importanza: il grafico sottostante riportato in uno studio di settore del 2008 dimostra quanto sia decisivo il settore per la capacità di esportazione italiana. La situazione fotografata nel 2004 vedeva l'Italia al primo posto nel mondo: tale posizione è stata perduta già a partire dal 2007 a favore della Cina e della Germania. La stima di valore delle esportazioni del settore su base nazionale, rappresentava circa il 35-37% del totale della produzione italiana di mobili. Un quarto dell’attivo della bilancia commerciale del paese era rappresentata dal settore del mobile.
Il servizio di Alberto Crepaldi (L’industria del mobile, dove solo chi innova ce la fa) rivela i numeri del declino italiano: - 10 ml di euro del fatturato e -22% tra il 2007 e il 2011. Una serie di dati estremamente preoccupanti, considerando che il settore vanta imprese attive in tutta Italia, anche se la maggiore concertazione è localizzata nel nord e nonostante siano stati attivati da diversi anni una serie di distretti per sostenere con sistemi integrati 11 aree a vocazione produttiva legno e arredamento.
Il Distretto del Mobile della Brianza
Nato nel 1994 il Distretto del Mobile della Brianza è specializzato nella produzione di mobili e manufatti in legno, di mobili in metallo e complementi di arredamento. I prodotti si distinguono tradizionalmente per la qualità dei materiali, delle rifiniture, per il design e lo stile. Qui uno studio di Alberto Bramanti del 2007 sul distretto di Monza e Brianza: Prospettive future tra rischi e opportunità.
Ne fanno parte imprese di prodotti finiti: mobili, sedie, divani, tavoli, camere da letto, infissi e pavimenti. Ma anche di componentistica: vernici, collanti, materie plastiche, minuteria metallica e ferramenta, produttori di macchine per la lavorazione del legno e produttori di tessuti. Si tratta insomma della ricomposizione della filiera produttiva del Legno Arredo che comprende sia i settori a monte, ovvero l'industria del legno per i mobili e l'edilizia, dei semilavorati e dei componenti dell'arredamento, sia i settori a valle dell'industria dell'arredamento: mobili per uso domestico e non, gli apparecchi per l'illuminazione, e i complementi di arredo, passando in vari processi produttivi: l’assemblaggio dei mobili, l’intaglio, l’intarsio, la lucidatura, la laccatura, la doratura, le imbottiture, la lavorazione di vetri, di metalli e plastiche. Molte imprese si sono specializzate nei componenti d’arredo. Consorzio Brianza - Il sistema legno arredo
Nel mercato le imprese brianzole operano soprattutto nella fascia medio alta, puntando sulla eccellenza qualitativa dei prodotti. Questa caratteristica è riconducibile alle particolari condizioni storiche del territorio interessato: qui viene narrata la particolarità storica di Lissone, considerata la città del mobile della Brianza. L'alto potenziale creativo del sistema produttivo, la capacità di progettazione e design, le competenze tecniche e professionali esistenti nel territorio costituiscono l'asset competitivo del distretto, tanto da ideare un passaporto del mobile, una certificazione territoriale come valore aggiunto di riconoscimento.
Tuttavia il limite principale del distretto è costituito dalla dimensione artigianale di piccole e piccolissime imprese in forma più elevata che altrove: la frammentazione costituisce un grave problema, perché genera ricadute negative sulla capacità competitiva delle imprese di stare sul mercato, di strutturare una propria strategia industriale, di investire nella qualità dei propri prodotti e nell'innovazione. A questo si somma un certo grado di ritardo culturale: l'imprenditore tipo brianzolo per tradizione è diffidente, individualista, tendenzialmente portato a lavorare per conto proprio e mette di conseguenza in atto una scarsa capacità di collaborazione con le altre realtà imprenditoriali dello stesso territorio: si relaziona con sospetto e le vede come concorrenti. La difficoltà a fare rete nel distretto rende quindi più difficile ad esempio la costituzione di associazioni temporanee di imprese: spesso ai concorsi e agli appalti sia della pubblica amministrazione che di livello internazionale le imprese brianzole si presentano separate e non riescono a competere con altri gruppi più strutturati per aggiudicarsi le commesse. Qui un interessante raffronto con il distretto della Murgia, fatto da una ricerca del gruppo Sistemarredo - SDA Bocconi.
Nella figura viene evidenziata la bassa capacità competitiva delle piccole imprese: il rombo marcato in rosso dimostra che pur beneficiando di una contrazione del costo del lavoro la piccola impresa soccombe nella capacità di innovazione, in quanto il volume produttivo non da sufficiente capacità di investimenti.
La crisi del mobile in Brianza
Il settore del mobile della Brianza è in evidente declino: anni fa occupava circa il 35% dei lavoratori del settore del legno di tutta la Lombardia. La metà circa degli addetti era occupata in imprese di piccolissime dimensioni con meno di dieci dipendenti, mentre la percentuale di occupazione delle grandi imprese superiori ai 100 addetti rappresentava solo l’otto per cento circa del totale. Nel decennio che va dal 1987 al 1997 già il numero delle imprese del settore si era ridotta di circa il 20% con un decremento doppio rispetto a quello fatto registrare in Lombardia. Lo stesso dato vale per l’occupazione: meno 20% in un decennio.
Molte piccolissime imprese, tra cui alcune grandi, hanno chiuso. Quello che resta si trova in seria difficoltà: i principali marchi rimasti sono: Boffi - Giorgietti - Cassina - Flou - Flexiform - Molteni - Lema - Zanotta - Tre P - Tecno - T70 - Ivm., mentre i comuni del distretto del mobile in territorio di Monza e Brianza si sono dimensionati a 20.
Per lenire il lento e costante impoverimento del settore la ormai disciolta provincia di Monza e Brianza ha tentato di organizzare nel corso del 2012 due tavoli di gestione della crisi, coinvolgendo gli attori principali del territorio e cercando di risolvere uno dei problemi principali consistente nella mancanza di liquidità finanziaria delle aziende. Strangolate nella morsa operata dai ritardati pagamenti dei crediti e dalla stretta creditizia degli istituti finanziari e bancari, molte piccole imprese sono fallite.
La maggior parte delle aziende ha quindi fatto ricorso a quantità massicce di cassa integrazione straordinaria e ai licenziamenti per mobilità. Nel 2010 chiude la Capdesign a Mariano Comense ma grazie alla mediazione sindacale una trentina di lavoratori vengono assorbiti dalla Cassina, l'azienda principale del gruppo Frau: qui continueranno a produrre il marchio nell'ambito di una riorganizzazione del gruppo.
Ma per la Cassina la crisi continua e assume un carattere nuovo: nel 2011 è stata prospettata una delocalizzazione in Romania di alcune produzioni. Ne è nata una protesta dei lavoratori e sindacale che ha poi investito la politica locale e l'interessamento della giunta regionale a sostenere pressioni verso la proprietà, in particolare nella persona di Luca Cordero di Montezemolo che ne controlla il pacchetto azionario attraverso una finanziaria del gruppo Poltrona Frau. Le proteste fanno rientrare l'intenzione della proprietà ma aprono una trattativa complicata che prevede un taglio alle retribuzioni, un modo per giustificare la riduzione dei costi prospettata con il trasferimento in Romania. Nel frattempo l'azienda sposta la produzione dalla storica sede di Meda alla vicina cittadina di Lentate sul Seveso. Lo scopo è unificare nello stesso spazio tutta l’attività produttiva ora sparsa sul territorio brianzolo. Decisione che quindi si spiega con la razionalizzazione della produzione insieme alla riduzione dei costi. Ma dopo un anno è notizia recente l'apertura di una mobilità per alcuni impiegati che sembra riaprire un ulteriore travaglio per la delicata ristrutturazione aziendale.
Sciopero Cassina Spa a Meda
Situazione di crisi anche alla prestigiosa Zanotta: dopo un lungo periodo di cassa integrazione, iniziata nel 2010, a settembre del 2012 l'azienda dapprima prospetta una riduzione del personale attraverso l'apertura della mobilità e poi dopo una trattativa sindacale congela l'ipotesi e apre alla possibilità di dimissioni volontarie con incentivi del personale interessato.
C'è un futuro per il mobile in Brianza?
Al forum di operai-sindacalisti del Distretto del Mobile è stata posta questa domanda finale. Ecco la risposta:
“C’è bisogno di internazionalizzare. Di marketing territoriale e aziendale. Di marchi tipo “Made in Brianza””. “Perché non pensare all’innovazione nei materiali e nei processi di lavorazione? Ad una nuova rivoluzione organizzativa e ad una nuova qualità dei prodotti? Perché non investire in linee “verdi” di prodotti d’arredamento. Ecco: la certificazione dell’impatto ecologico delle produzioni. Per me è una prospettiva”.
La storia del legno in Brianza fatta dalle aziende
La localizzazione della Giorgietti nella mappa di Meda
Gli anni ’50 e ’60 sono stati per il settore della produzione di mobili e oggetti d’arredo anni di creatività intensa. Alcune aziende leaders nel campo del design di fama internazionale hanno avuto allora la capacità di declinare al meglio il connubbio design -produzione.
Dopo alcuni anni di apprendistato in botteghe di tappezzeria a Milano nel 1927 Cesare Cassina rientra a Meda e apre un falegnameria con il fratello Umberto. I fratelli Cassina producono prevalentemente tavolini da lavoro per signora in mogano o in acero in vari modelli di linea ottocentesca, foderati in tessuto e trapuntati. I loro clienti sono principalmente negozianti di Milano e fabbricanti locali.
Nel 1935 il sodalizio costituisce la società Figli di Amedeo Cassina con una ventina di addetti tra dipendenti e collaboratori esterni. Inizia la produzione di poltrone e divani imbottiti: il salotto stile novecento diventa la specialità della casa. L'azienda si amplia, potenzia la distribuzione e rinnova in continuazione i modelli disegnati da Umberto Cassina e ispirati genericamente alla moda corrente degli anni '30. La produzione e la qualità dell'esecuzione è seguita da Cesare Cassina: proprio lui è stato il primo imprenditore a creare il binomio mobile e design.
Nel 1937 i Cassina commissionano a Paolo Buffa la progettazione di alcune poltrone: è un primo esperimento di apertura a una consulenza esterna qualificata. La fase più importante dell'azienda coincide con il 1947: alla Cassina viene dato l’incarico di arredare il transatlantico Andrea Doria e poi la Michelangelo. Nel dopoguerra è la collaborazione con i più prestigiosi nomi dell’architettura e del design a determinare l'affermazione e la celebrità della Cassina: da Gio Ponti a Franco Albini, da Angelo Mangiarotti a Tobia Scarpa, da Mario Bellini a Vico Magistretti.
Nel 1964 nasce la collezione "I grandi Maestri" una serie di mobili firmati dai grandi designer: sono riprodotti e riproposti alcuni dei pezzi di Le Corbusier, Pierre Jeanneret e Charlotte Perriand. Nel 1966 da un’intesa con la ditta Busnelli nasce C&B Italia con l'intento di aumentare la produzione industriale e in seguito nel 1973 Cassina cede le proprie quote societarie a Busnelli.
Il 23 maggio 2005 viene costituita la Cassina Holding Spa, società del gruppo Frau detenente l'80% del capitale sociale della Cassina Spa di cui Luca Cordero di Montezemolo è il principale azionista.
Nella sua lunga storia l’azienda brianzola ha guadagnato la fama internazionale: i pezzi da collezione sono esposti nei musei di design del mondo: poltrone, sedie e divani come simboli del made in Brianza.
La Giorgietti è una delle più antiche aziende brianzole del legno: fondata da Luigi Giorgietti a Meda nel 1898 come laboratorio di ebanisteria, si specializza nell'arredamento di qualità della nobiltà lombarda e per le dimore della emergente borghesia milanese. Negli anni '20 diventa esportatrice di prodotti semi lavorati verso gli Stati Uniti.
A partire dagli anni'60 espande la produzione verso il prodotto finito e partecipa al Salone del mobile della Fiera di Milano.
Qui il sevizio di Casa & Design di La Repubblica in occasione dell'anniversario de 110 anni di attività Giorgietti include anche un intervista a Carlo Giorgietti, discendente del fondatore e attuale proprietario.
Negli anni '80 Giorgietti decide di creare uno stile proprio e inconfondibile iniziando la collaborazione con esponenti di alto livello del mondo dell’architettura e delle arti figurative.
Il Caso Giorgietti è qui riportato in uno studio di Marco Bizzero: si tratta di un'azienda particolare a conduzione famigliare con soli 150 dipendenti e specializzata nella gamma alta della qualità. Con questa impostazione l'azienda ha assunto la peculiarità di prodotti di lusso unici, non direttamente in concorrenza con le altre aziende del settore, impostando la sua strategia alla inimitabilità e conferendo un valore intrinseco al prodotto.
La Zanotta è un'altra azienda con solo un centinaio di dipendenti all'attivo che ha fatto la storia del design Made in Brianza.
Fondata nel 1954 da Aurelio Zanotta l'azienda si propone come sinonimo di design particolare fatto di pezzi unici e firmati esclusivamente dai migliori designer: Achille Castiglioni, Marco Zanuso, Enzo Mari, Andrea Branzi, Gae Aulenti, Giuseppe Terragni, Bruno Munari, Ross Lovegrove e tanti altri.
Negli ’50 e ’60 Zanotta cavalca il suo periodo più prolifico con proposte innovative e raffinate, divenendo un marchio di prestigio e di qualità dell'epoca.
Dal 1989 nella produzione Zanotta è stata introdotta la collezione Zanotta Edizioni con la quale vengono commercializzati oggetti d’arredo che sono in realtà delle opere d'arte. I pezzi di questa collezione hanno una elevata componente di lavoro manuale: la caratteristica è unire gli aspetti più significativi dell’artigianato artistico italiano riproponendo tecniche in disuso come il mosaico, l’intarsio o la decorazione pittorica. Questi oggetti sono entrati nella cultura internazionale del design e nelle collezioni permanenti dei maggiori musei di design nel mondo.
Zanotta - La poesia del design from DZINE store on Vimeo
Miini documentario con cui il marchio fondato da Aurelio Zanotta si è presentato agli studenti californiani
La Salda di Meda
In genere le aziende brianzole hanno degli ottimi siti di autopresentazione: pur non riportando tutti i dati storiografici interessanti, quali i passaggi proprietari o le configurazioni aziendali sono tuttavia sufficienti allo scopo. In particolare è assai ben fatto il sito della Salda di Meda fondata nel 1870 e tuttora ai massimi livelli per la qualità espositiva e la documentazione di foto storiche nel sito:
Salda - Meda
Molteni & G - Giussano
Flou - Meda
Lema - Alzate/Giussano