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Decima edizione per la stagione poetica organizzata dall'associazione culturale Mille Gru: dal 20 al 22 maggio poeti italiani e stranieri animeranno Monza con letture, poetry slam, presentazioni e spettacoli. Intervista a Simona Cesana, presidente, e Dome Bulfaro, direttore artistico

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meriti che si possono attribuire a PoesiaPresente sono vari e diversi. Chiunque abbia partecipato ad almeno uno dei tanti eventi che dal 2006 la rassegna ha portato nel nostro territorio dirà i suoi. Fra i primi, senza dubbio, andrebbe riconosciuta la costanza, la tenacia. La stessa di un giardiniere che cura una rosa su un terreno difficile. Perché è così che PoesiaPresente, quest'anno alla sua decima edizione, ha trattato la poesia, radicandola in Brianza con risultati forse inattesi, forse no, ma senz'altro concreti e degni di nota.

Da venerdì 20 a domenica 22 maggio, PoesiaPresente tornerà ad animare Monza con letture di poeti italiani di grande valore come Roberto Piumini o Tiziano Fratus, con ospiti stranieri come il portoghese Nilson Muniz, con serate dedicate a poetesse come Alessandra Racca (foto sottostante e di copertina) e Marica Larocchi, con divertenti poetry slam (fra cui un Big Slam a squadre – ospiti d'onore Lello Voce e il campione italiano in carica Simone Savogin), presentazioni di libri (fra cui Ogni albero è un poeta – Mondadori – di Tiziano Fratus) e altri appuntamenti di rilievo. Qui il programma completo.

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Gli eventi si terranno in buona parte al teatro Binario 7, da sempre casa di PoesiaPresente, ma anche in via Bergamo – alla galleria d'arte Villa Contemporanea e alla libreria Virginia&Co – e nelle scuole: novità assoluta di quest'anno sarà infatti la prima finale nazionale di Lipstudenti, il campionato italiano poetry slam riservato a studenti delle scuole superiori. Come fu già per il campionato assoluto, anche in questo caso è Monza la sede della "prima volta". Del resto, in poesia, nulla accade per caso.

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Rispetto alla scorsa edizione – Classica contemporanea – incentrata sulla formula della lezione-spettacolo, quest'anno PoesiaPresente per così dire torna alle origini, proponendo la variegata e originale offerta di eventi e serate che per un decennio l'ha contraddistinta rispetto alle altre, pur meritevoli, iniziative poetiche sul territorio. Gli ingredienti per un 10 e lode ci sono tutti, insomma, grazie al tenace lavoro dell'associazione Mille Gru, nelle persone di Simona Cesana, Dome Bulfaro, Enrico Roveris, Anna Castellari, Patrizia Gioia, Barbara Colombo e tutti quelli che con il loro contributo hanno reso possibile per dieci anni la realizzazione di PoesiaPresente.

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Abbiamo parlato di questa decima edizione con Simona Cesana e Dome Bulfaro, rispettivamente presidente dell'associazione Mille Gru e direttore artistico di PoesiaPresente.

Quelli trascorsi sono stati i dieci anni che vi sareste aspettati, quando avete dato vita a PoesiaPresente?
In parte no, perché dopo quattro o cinque anni noi eravamo pronti al salto di qualità, che per noi consisteva nel portare sul palco giovani promettenti insieme a premi Nobel, senza mezzi termini. Non erano pronte le istituzioni, però, tanto che negli anni, a fronte di un certo successo di pubblico, i fondi sono diminuiti costantemente.
In parte sì, comunque, perché, dovendo fare di necessità virtù, PoesiaPresente si è distinta sempre più per la qualità delle idee. Non avendo a disposizione grandi fondi come le iniziative di Mantova o di Pordenone, la necessità ha fatto sì che il nostro diventasse un festival di idee capaci di dettare la linea culturale nazionale, oltre che locale. Abbiamo tenuto viva la poesia orale quando quasi nessuno lo faceva; abbiamo creduto nella poesia sociale (pensiamo ai progetti Leggere con cura, a Poesia buona come il pane...); abbiamo curato la poetry therapy... Insomma, abbiamo sempre cercato di essere un'incubatrice di idee, di portare varietà e di radicare la poesia, sempre coinvolgendo le risorse del territorio.

Dopo dieci anni di esperienza, pensate che sia cambiato il pubblico di riferimento delle vostre iniziative? Se sì, in che modo?
Non crediamo che esista un pubblico di PoesiaPresente, perché abbiamo sempre proposto la poesia in modo orizzontale. Crediamo invece che esistano tanti pubblici diversi a cui ci rivolgiamo: chi viene a un poetry slam spesso non è la stessa persona che viene a sentire la lettura di un poeta elitario. Per noi è sempre stato decisivo differenziare, proponendo coraggiosamente eventi di elite insieme a serate "di cassetta", per difendere la qualità in tutti i suoi aspetti, tentando di trovare il meglio per sostenere ogni tipo di ricerca, dal pop all'avanguardia. Entrambi i percorsi hanno spesso raggiunto numeri interessanti, ovviamente in proporzione.

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Negli anni, avete portato la poesia in luoghi svariatissimi, da aree dismesse alle piazze, dalle scuole ai pub e ai circoli. La vostra casa, tuttavia, è sempre stata il Binario 7. Si tratta solo di una collaborazione felice (con la compagnia La Danza Immobile di Corrado Accordino), oppure è il teatro ad avere effettivamente un rapporto priviliegiato con l'espressione poetica?
Il Binario 7 non è solo il cuore della poesia a Monza: è proprio il centro culturale della città. Quando è nata la nostra associazione, la poesia non aveva un palco adeguato, una scena, né un'azione culturale che la sostenesse concretamente. Il nostro obiettivo perciò è stato da subito di dare un luogo dignitoso alle persone che incarnavano socialmente un ruolo per noi primario: quello del poeta. Ci è stato chiaro fin dall'inizio che il Binario 7 era – ed è – il nostro luogo ideale. L'azione che La Danza Immobile fa nel teatro è analoga alla nostra – la stagione teatrale si chiama Tempo Presente, facciamo notare – e l'esigenza è la stessa: riempire un'assenza, un deserto, una voragine.
In ogni caso sì, il teatro è il luogo ideale per la poesia, ma soprattutto lo è il Binario 7 perché non sono tanti i teatri in Italia capaci di offrire così tanta poesia nelle proprie stagioni regolari.

Con le scuole PoesiaPresente ha avuto sempre un legame forte (le lezioni-spettacolo, i progetti didattici...), ma quest'anno c'è anche la novità del campionato Lipstudenti: qual è stata la risposta degli alunni? E la qualità dei finalisti?
Saranno tutti bravi? Non possiamo saperlo, è una prima volta. Certo, resta un fatto storico: il primo campionato italiano poetry slam under20, che ho voluto fortemente sia come direttore artistico di PoesiaPresente sia come presidente della Lega Italiana Poetry Slam. La sua realizzazione comunque si deve anche al contributo della onlus Amici dei Musei di Monza e Brianza, che hanno adottato l'idea fin subito, dando supporto organizzativo e logistico: molti ragazzi (che provengono da diverse parti d'Italia) sono ospitati proprio dall'associazione presieduta da Raffaella Fossati.
Questo evento è fondamentale per la nostra missione perché contribuisce a insegnare che i poeti sono vivi e che la poesia contemporanea può essere amata, e molto. Ognuno di noi, oggi, può avere il suo poeta preferito: gli stili sono tanti e diversi. Questa è forse la più importante scoperta che un giovane può fare e il poetry slam, mettendoti a tu per tu con poeti contemporanei, la rende possibile.
L'attività con le scuole non si ferma qui: lunedì 23 maggio alla primaria "Raiberti" terremo uno slam dedicato agli scolari. Un altro, aperto invece ai genitori, seguirà presto.

Parlando di slam, ci sarà spazio anche per la presentazione della Guida liquida al poetry slam di Dome Bulfaro (Agenzia X): che cosa troveremo in quelle pagine?
Con orgoglio, posso dire che si tratta del primo libro in Italia così esaustivo sull'argomento. Ci sono la storia e le storie del poetry slam: aneddoti, episodi e testimonianze. Non manca un approfondimento teorico, oltre a una selezione antologica – che presuppone una scelta critica degli autori più rappresentativi e una categorizzazione in generi – e una parte pratica, con indicazioni destinate a chi voglia organizzare uno slam.
Il linguaggio è semplice, diretto, colloquiale: nonostante la corposità (304 pagine) si lascia leggere. È un libro a misura di qualsiasi fruitore, proprio come il poetry slam. Dentro, io mi muovo come un mc, cercando di riunire la family: le testimonianze sono di più di cinquanta slammer italiani e una decina di stranieri.
È stato difficile il lavoro di ricostruzione storica: gli slam sono estemporanei, spesso è difficile averne notizia, è difficile avere informazioni concrete e verificabili.

Il sottotitolo, La rivincita della poesia, sembra provocatorio.
Vuole esserlo. In realtà, però, la rivincita non è della poesia ma del pubblico, dato che con lo slam la poesia torna ad averne uno. Marc Kelly Smith si era reso conto già nel 1986 che la poesia doveva riconquistare uno spazio seducendo il pubblico con una formula innovativa.

Esatto: lo slam di base consiste nel cattivarsi la simpatia del pubblico. Non rischia di diventare pericoloso, di deragliare dal senso stesso della poesia?
Lo slam ha una natura empatica, anche se è un tipo di empatia da costruire in tre minuti, quindi tutt'altro che facile. Il poeta e il suo carisma sono determinanti. Certo, richiede un'abilità innata nel sedurre, nel convincere, che poi va anche sviluppata. Per me è necessaria l'onestà, è necessario ricordarsi di declinare questo con-vincere come un vincere con: allora a vincere saranno il poeta e il suo pubblico, non lui da solo.

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Bulfaro, l'edizione del decennale non poteva che concludersi con una tua lettura: che cosa hanno significato per te e per la tua carriera poetica questi dieci anni di PoesiaPresente?
In realtà non la concludo io, ma la concludiamo noi: con la regia di Enrico Roveris, porteremo sul palco un estratto di quindici minuti della nostra ultima produzione, Marciafilm. È la parte in cui sul palco ci sono solo io, ma resta un lavoro corale.
Io, da un lato, so di essere stato un privilegiato e di aver imparato tanto, avendo visto in azione – anche dietro le quinte – grandi autori, a cui ho potuto rubare idee e spunti.
Dall'altro, a volte mi viene da pensare che se avessi dedicato alla mia ricerca personale tutto il tempo speso per produrre gli altri chissà dove sarei ora. Credevo, tuttavia, e credo tuttora, che servisse un esempio di abnegazione e dedizione in un tempo in cui l'ego divora tutto. Un po' come a Torino ha fatto Tiziano Fratus con Torinopoesia, che ha indicato una via di crescita diversa, alternativa.
Certo, il rischio di morire artisticamente l'ho corso più volte in questi dieci anni. Decisivo è stato Enrico Roveris, che mi ha letteralmente preservato, spingendomi a prendere del tempo anche per me stesso, per i miei progetti. Ma c'è una persona sola a cui tutto si deve: Simona.

Gli autori di Vorrei
Simone Camassa
Simone Camassa

Nato a Brindisi il 7 maggio del 1985. Insegnante di Italiano, Storia e Geografia nella scuola pubblica, si è laureato in Lettere, in Culture e Linguaggi per la Comunicazione e in Lettere Moderne, sempre all'Università degli studi di Milano. Suona la chitarra elettrica (ha militato in due gruppi rock, LUST WAVE e BLACK MAMBA) e scrive poesie.

Appassionato di sport, ha praticato il nuoto a livello agonistico fino ai diciotto anni, per un anno ha anche giocato a pallacanestro. Di recente, è tornato al cloro.
È innamorato della letteratura in tutti i suoi aspetti, dalla poesia fino al fumetto supereroistico statunitense. Sogna di realizzare un supercolossal hollywoodiano della Divina Commedia, ovviamente in forma di trilogia e abbondando con gli effetti speciali.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.