Torture no, ma danni fisici e morali per 15 milioni di euro, quelli sì
Nel "carcere provvisorio" di Bolzaneto, secondo i giudici di Genova, sono stati commessi solo alcuni limitati casi di “abuso di autorità” . Niente torture, anche perché il reatro non esiste nel nostro ordinamento e dunque non può venire perseguito come tale. Pronunciando la sentenza contro i 44 ufficiali, guardie carcerarie accusate di aver commesso atti indegni e odiosi contro decine di giovani inermi. arrestati dopo il GB di sette anni fa, il Tribunale ha assolto trenta imputati, e ne ha condannati solo 15. Contro una richiesta di quasi 80 anni di reclusione, i giudici ne hanno inflitto solo 24 e, grazie alla prescrizione e all'indulto, nessuno dei condannati finirà in galera.
I torturatori e le torture, insomma, non sono mai esistiti a Genova, secondo i giudici. Ma allora perché gli stessi magistrati hanno deciso di accordare alle vittime per i danni fisici e morali subiti a Bolzaneto un risarcimento di ben quindici milioni di euro, condannando il ministero degli Interni e quello della Giustizia a pagare i misfatti commessi dai loro agenti. In media, settantamila euro per ognuno delle 209 vittime accertate? Menomale che non c’era stata tortura.
Dura e severa era stata la requisitoria della Procura contro i poliziotti e gli ufficiali violenti: un elenco infinito e raccapricciante di "sofferenze fisiche e morali" inflitte senza nessuna giustificazione.
"Le persone erano arrestate; la guerriglia urbana era finita da tempo. Nessuno di loro - aveva spiegato la Procura ai giudici - si era ribellato o aveva fatto resistenza. Erano inermi". Eppure mancò "rispetto, e il riconoscimento dei diritti". Picchiati; umiliati; messi a carponi e fatti abbaiare come cani; offesi; costretti a stare ore su una gamba soa; rapati o insultati. "Speriamo - aveva concluso la requisitoria il pubblico ministero - che nel nostro Paese non si ripetano mai più fatti del genere".
Pia illusione, temo. Chi ha commesso quegli odiosi delitti contro i cittadini non subisce alcuna punizione: nessuno farà un giorno di prigione, nessuno sarà espulso dalla Pubblica Sicurezza, nessuno pagherà risarcimenti di sorta, nessuno verrà licenziato, anzi molti sono già stati promossi. Perché non dovrebbero rifare le prodezze commesse se capiterà un’altra occasione di vendicarsi dei “giovani comunisti”?
Questi alcuni dei “servitori dello Stato” condannati: Alessandro Perugini, l'ex numero 2 della Digos genovese, imputato in un altro procedimento perché sorpreso dall'obiettivo di un fotografo mentre tirava un calcio in faccio ad un adolescente, la Procura aveva chiesto tre anni e mezzo. E' stato condannato a 2 anni e 4 mesi. Un altro vice-questore genovese, Anna Poggi, è stato condannato a 2 anni e 4 mesi contro i 3 anni e mezzo richiesti dal pm. Giacomo Toccafondi, il medico coordinatore del servizio sanitario a Bolzaneto, ha subito una condanna ad un anno e 2 mesi contro i 3 anni e mezzo richiesti dall'accusa. La sentenza più pesante è stata inflitta a Antonio Gugliotta, l'ispettore di polizia penitenziaria responsabile della sicurezza nella caserma: cinque anni, come richiesto dall'accusa, per aver picchiato con il manganello i giovani no global. Accolta la richiesta della Procura anche per Massimo Pigozzi l'agente accusato di aver lacerato la mano ad uno degli arrestati: 3 anni e 2 mesi contro i 3 anni e 11 mesi richiesti dai pm.
Almeno i loro nomi ricordiamoceli bene.