3. Dal PRG del 1949 a quello del 1959
Con Decreto del Presidente della Repubblica del 20 ottobre 1949, viene approvato il Piano Regolatore, adottato ben 11 anni prima. Nel DPR si fa riferimento ad ampie parti della città da ristudiare, come richiesto dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici con un proprio parere del gennaio dello stesso anno.
In particolare vengono stralciate dall’approvazione le sistemazioni previste per le piazze Trento e Trieste e Duomo, viene negata la possibilità di copertura del Lambro e si chiede di ristudiare la zona ovest delle città, tra le vie Cavallotti e Sempione, ed est, tra le vie Buonarroti, Cederna e Rota.Nonostante questi stralci, quel PRG era, in fondo, un buon piano sia per il contenimento delle espansioni, sia per le previsioni di popolazione (100.000 abitanti teorici al 1968), sia per l’ampia zona a verde posta intorno alla Città.
Il Piano Regolatore del 1949
Monza aveva allora circa 70.000 abitanti, ma è possibile parlare di contenimento edilizio in quanto, sia il PRG del ‘59 sia quello del’64, avranno ben altre dimensioni, sia pur teoriche.
Si noti in particolare e per mera curiosità (nella planimetria sopra riportata), la destinazione rurale impressa da quel PRG alla zona della Cascinazza, a quei tempi non ancora oggetto di alcun intervento edificatorio e dove verrà approvata nel 1962 l’ormai famosa lottizzazione sulle aree dei Ramazzotti, con volumi residenziali per ben 1.600.000 metri cubi, tutto ciò in evidente contrasto con le indicazioni di quel Piano, anche allora vigente.
Peccato che il PRG del ‘49, con quegli stralci e concepito 10 anni prima, non ebbe vita facile e fin dai primi anni ‘50, l’Amministrazione comunale pensò di rifarlo. Non solo: nel ‘62, in seguito a un ricorso di privati, la Sezione V del Consiglio di Stato, con decisione n. 142, lo dichiarò anche carente delle Norme Tecniche, che pure lo accompagnavano.Per questi motivi nel ‘53 il Comune incaricò un gruppo di professionisti locali (già vincitori di un concorso nel ‘51) che formularono prima alcune ipotesi e poi iniziarono a studiare la variante generale vera a propria, la quale, redatta poi dall’ufficio tecnico del Comune su quelle indicazioni, venne adottata dal Consiglio Comunale il 20 luglio del 1959.
Il Piano Regolatore del 1959
Relativamente a quel Piano, si legge in una ricerca su Monza fatta dal Politecnico, pubblicata nel ‘73: “In circa otto anni di lavoro il gruppo di professionisti monzesi ha elaborato uno dei peggiori piani regolatori dal punto di vista urbanistico, ma, in un certo senso, il capolavoro dell’espressione degli interessi speculativi edilizi. Il territorio comunale è stato concepito come una vasta area da suddividere tra le attività più redditizie per le speculazioni private: le aree libere sono quasi del tutto scomparse, se si eccettuano le modeste aree ai confini comunali a sud-est e a sud-ovest ancora destinate a verde agricolo”.
Si pensi, un esempio per tutti, che le previsioni residenziali individuavano per quel PRG, una capacità insediativa superiore a 500.000 abitanti, quando Monza non ha mai superato, nei fatti, i 123.000 abitanti (nel 1981), attestandosi poi stabilmente intorno a 120.000.
Così, i primi approcci col Ministero per far approvare quel PRG così sovradimensionato, diedero esisto negativo. Ben presto si corse ai ripari, incaricando un urbanistica di chiara fama, Luigi Piccinato, di Roma, che presentò un nuovo piano regolatore, adottato dal Consiglio Comunale il 6 ottobre del 1964.
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