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Riccardo Borgonovo, Sindaco di Concorezzo e delegato di Forza Italia, ci parla dell'Area Vasta. Il 4 dicembre, nel contesto del voto sul referendum costituzionale, si decide anche sul destino delle realtà amministrative locali

 

Avevamo recentemente intervistato qui il presidente attuale Gigi Ponti, Sindaco di Cesano Maderno ed esponente del Pd, sul tema della ex provincia. La nostra inchiesta prosegue con questa intervista a Riccardo Borgonovo, Sindaco di Concorezzo ed esponente di Forza Italia, nonché unico rappresentante del centrodestra al Consiglio Provinciale, eletto nel 2014 come organo di secondo livello da tutti i consiglieri comunali dei 55 comuni della Brianza.

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Riccardo Borgonovo e la sua squadra a Concorezzo - foto di archivio

 

Fin dall'inizio abbiamo sostenuto e creduto nell'istituzione della nostra provincia. Ancora oggi crediamo che sia utile una funzione di governance nell'area sovra locale

Cosa pensano Forza Italia e il centrodestra in generale della provincia di Monza e Brianza?
Fin dall'inizio abbiamo sostenuto e creduto nell'istituzione della nostra provincia. Ancora oggi crediamo che sia utile una funzione di governance nell'area sovra locale. Perché per noi è importante dare alla Brianza la possibilità di potere decidere e perseguire in modo democratico le politiche territoriali più idonee. Per avere certezza sul proseguo dell'esistenza dell'ente, bisognerà però attendere il 4 dicembre.

E' la data del referendum costituzionale. Per quale motivo? Influirà anche sul destino dell'ente provincia?
Sarà una data fatidica. Perché, in base all'esito del referendum, potrebbero essere affossate definitamente le province e poi, per conseguenza, potrebbe toccare la stessa sorte anche alle regioni. Anche se mi auguro che questo non avvenga.

Cosa è ora la provincia?
Per il momento sono rimaste a carico dell'ente solo alcune funzioni d'ambito, tra cui la scuola, le strade e i trasporti. Per la pochezza di risorse disponibili, si è di fatto impossibilitati a non garantire neppure le minime attività. Anche se in futuro venisse annullata la legge Delrio e si tornasse a capo, in questa situazione confusa di risorse e di competenze assegnate, saremmo ugualmente in una situazione amministrativa molto problematica da gestire. Ci sono per esempio una serie di funzioni che sono passate a carico della Città Metropolitana o alla regione e non sono più di competenza provinciale, o area vasta che sia, che potrebbero generare seri conflitti di competenza tra un ente e l'altro.

 

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Triste presentimento, olio su tela del 1862 di Gerolamo Induno

 

Dal 15 ottobre è scaduto il nostro mandato come consiglieri provinciali. Resta in carica solo il presidente fino alle nuove elezioni, previste a gennaio 2017. La provincia sta diventando un'altra cosa

Ma la provincia ancora esiste?
Dal 15 ottobre è scaduto il nostro mandato come consiglieri provinciali. Resta in carica solo il presidente fino alle nuove elezioni, previste a gennaio 2017. La provincia sta diventando un'altra cosa. In questa fase siamo in uno stato di grande confusione. Non si riesce a stabilire nulla. Come centrodestra ci auspichiamo di poter riuscire a valorizzare al meglio quel che resta della nostra provincia. Quantomeno vogliamo provare a evitare di annullare tutti gli sforzi fatti in questi sette anni di esistenza. Arrestare quel processo di smantellamento di quelle strutture, per noi sono preziose nell'ambito territoriale: la Camera di Commercio, la Prefettura o l'associazione di Confindustria ecc.

Ci sono altre strutture di valenza sovra locale?
Con la riforma regionale della Salute, è stata istituita di recente l'Agenzia di Tutela della Salute in sostituzione dell'Asl. Con questa struttura ci stiamo organizzando a fonderci con l'Area Vasta di Lecco, piuttosto che con la Città Metropolitana di Milano. Abbiamo già eseguito una serie e di delibere per l'istituzione di organi che in futuro dovranno regolare il sistema di governance territoriale nel campo della salute. Tuttavia non siamo certi di quale proseguimento avrà il nostro lavoro. Il principe dei problemi resta l'attribuzione delle risorse. Perché se vengono assegnate le competenze alla regione piuttosto che ai comuni o ad altri enti che potrebbero continuare la funzione di provincia, in ogni caso occorre un economia amministrativa per renderle funzionali. Siamo all'assurdo: viene affossata l'economia della provincia e nel contempo gli si chiede di gestire senza soldi le scuole e i trasporti.

La responsabilità dipende dal governo?
Dal governo ma anche dalla regione. Nel settore trasporti non siamo riusciti a indire un nuovo bando per garantire il servizio di trasporto pubblico locale, né per poterlo ottimizzare e bilanciare i costi e nemmeno di venire incontro alle mutate esigenze della fruizione dei passeggeri. Non abbiamo i soldi per la manutenzione delle strade o per garantire la prestazione di servizi ai disabili nelle scuole superiori. Per questo, come ho detto prima, anche se prossimamente venissero soppresse in modo totale le province, o limitate nel loro campo di azione, mancherebbero comunque soldi per garantire l'erogazione dei servizi.

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Giornata dell'ambiente 2010, Concorezzo Piazza del Comune - foto di Pino Timpani

 

Vogliamo evitare il rischio evidente di essere fagocitati dalla Città Metropolitana e divenire periferia nella periferia di Milano

Se il proseguo sarà l'accorpamento con altri ex enti provinciali, voi saresti più favorevoli a fondere Monza e Brianza con Lecco, piuttosto che con la Città Metropolitana?
Si: in questo ente avremmo un solo rappresentante, il Sindaco di Monza. Vogliamo evitare il rischio evidente di essere fagocitati dalla Città Metropolitana e divenire periferia nella periferia di Milano. Con questo sistema di rappresentata la nostra posizione sarebbe molto più indebolita, sia nelle relazioni con la Città Metropolitana, sia nelle negoziazioni con la regione, dovendo relazionarci con essa attraverso la Città Metropolitana e non direttamente come facciamo ora. Peraltro la Brianza su diversi aspetti, in quello demografico o nella morfologia territoriale, ha poco attinenza con la metropoli. Per questi ed altri motivi non è conveniente per noi confluire nella Città Metropolitana. Nei 7 anni di esistenza abbiamo dimostrato di potercela cavare in piena autonomia: pur nella scarsità dei trasferimenti dello stato, abbiamo condotto un buon livello amministrativo. Inoltre ci sono alcune contraddizioni a nostro favore: la soglia per restare provincia è stabilita dalla legge Delrio in 700 mila abitanti. Noi la superiamo, arrivando a quasi 800 mila. Non sarebbe necessario aggregarci con altri, anche se in un regime di ottimizzazione dell'economia è più conveniente unirsi. Perché si condividono le strutture ed è più facile ottimizzare e risparmiare le risorse.

Quindi potreste anche non unirvi?
Ci sono dei problemi insolubili. Per esempio l'estensione territoriale, che avrebbe l'accorpamento con Lecco, sarebbe molto vasta, perché metterebbe insieme troppi comuni. L'assemblea dei sindaci dell'Ats, che si svolge da qualche tempo, è composta da rappresentati sindaci di 88 comuni di Lecco e di 55 di Monza per un totale di 143. A parte la difficoltà di riunire così tanti rappresentati, il problema principale è evidentemente la disomogeneità di molti di questi comuni che si trovano distanti tra loro e in contesti territoriali completamente diversi. Nella pianificazione territoriale per esempio non si potranno utilizzare le stesse linee guida, ma ogni diverso territorio dovrà dotarsi di una progettazione specifica. Quando avevamo istituito l'osservatorio urbanistico nell'ambito del Ptcp, avevamo individuato un massimo di 18 comuni del Lecchese, che avrebbero potuto condividere per omogeneità territoriale, come prevede un requisito delle legge Delrio, una pianificazione urbanistica se non identica almeno assimilabile.

Quindi anche operando un accoppiamento di questo tipo, permangono problemi di gestione?
Sicuramente. Oggi stiamo parlando di Sanità, perché stiamo percorrendo i primi passaggi con la riforma regionale e forse in questo campo potremmo arrivare a strutturare un sistema di governance, nel rispetto dell'omogeneità delle linee guida. Ma se ci spostiamo nel settore del trasporto pubblico, in quello delle suole superiori o nella manutenzione delle strade, la situazione gestionale si complica: si spazia dalla situazione disastrosa della Milan-Meda, che grida vendetta per la mancanza per anni di manutenzione, alla Lecco-Colico che ha un tipo completamente diverso di gestione. Per molti comuni sono diversi i modelli di attraversamento delle provinciali nei centri abitati. Ci chiediamo quali saranno i criteri per stabilire le priorità degli interventi in aree così diverse.

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Concorezzo: Riccardo Borgonovo partecipa a una biciclettata - foto di Pino Timpani

 

L'8 novembre ci sono state le elezione per formare il consiglio di rappresentanza: è composto da tre sindaci rappresentati di Monza, me compreso e due di Lecco

L'Ats invece è già funzionate?
L'8 novembre ci sono state le elezione per formare il consiglio di rappresentanza: è composto da tre sindaci rappresentati di Monza, me compreso e due di Lecco.

Che compito avranno?
Dovranno gestire la governance della salute territoriale. In più si aggiungeranno i rappresentanti degli attuali distretti sanitari: Brianza Est. Brianza Centro e Brianza Ovest.

Quindi ancora non c'è un assetto preciso?
E' tutto da definire e da verificare. E' bene fare le leggi, ma poi queste devono essere applicate. Quando si passa alla pratica si vedono i limiti delle buone intenzioni. L'idea di condurre la gestione con un sistema assembleare può funzionare. Ma questo non è risolutivo per affrontare le problematiche di un territorio così vasto. Un assaggio di questa complessità già l'ho potuto constatare, essendo rappresentante per le case Aler di Monza e Brianza nella gestione dell'edilizia pubblica: qui siamo stati accorpati in un ambito di area vasta che ci include con Como, Lecco e Busto sotto Varese. Una volta al mese dobbiamo andare a Varese per parlare dei nostri problemi.

Cosa bisogna fare per evitare queste difficoltà?
Mantenere un ente più omogeneo di secondo livello. Più vicino a noi. Perché se si va a relazionarsi con un ente distante o enormemente superiore a noi, si riducono le possibilità che almeno vengano prese in considerazione le nostre problematiche.

In Italia il livello amministrativo è in peggioramento?
Purtroppo si. Devo ripetere che il 4 dicembre nel quesito referendario ci sarà anche un pronunciamento sull'autonomia fiscale. E' la cosa che mi preoccupa di più. Non dal punto di vista ideologico. Ma perché questo ci potrebbe togliere quel poco che abbiamo di margine nell'azione di amministrazione locale e consegnarci completamente ai trasferimenti statali.

Avrete un bilancio ingessato dalle normative della legge finanziaria decisa a Roma?
Saremo stra-legati, non potremo disporre di nulla, non potremmo fare più nulla: i cittadini saranno ancora più arrabbiati perché, pur continuando a pagare le tasse, di queste non vedranno nessun ritorno in ricaduta nel territori. Tutte le risorse saranno trasferite a Roma e da qui ritorneranno in quantità inferiore sotto forma di trasferimenti. Paradossalmente, avendo amministrato bene e con oculatezza, a Monza e Brianza ci vengono riconosciuti trasferimenti molto inferiori alla media. Vengono premiate le amministrazione che invece spendevano di più.

Per quale motivo?
I trasferimenti sono in relazione alla spesa sostenuta dai comuni e registrata con una sorte di foto istantanea dei bilanci di alcuni anni prima. Così, chi più spendeva, magari andando in passavo, si vede riconosciuto un trasferimento in riferimento alla spesa sostenuta. Noi che abbiamo approntato bilanci virtuosi, avremo trasferimenti proporzionalmente inferiori ai di loro.

 

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Giornata dell'ambiente 2011 - foto di Pino Timpani

 

In questo momento non saprei dire cosa esattamente sta facendo l'Area Vasta di Monza e Brianza, nemmeno nella Brianza Est. Perché non abbiamo deliberato quasi nulla, se non atti di routine burocratica.

Da consigliere di minoranza, che giudizio da all'attuale maggioranza che governa la provincia?Ci sono degli errori, oppure cose che si potevano fare meglio?
Dal punto di vista funzionale c'è stata una rarefazione delle riunioni di consiglio: fino a luglio se ne faceva una ogni 15 giorni e questo garantiva un minimo di nostra informazione sulle problematicità del territorio. Poi ci sono svolte solo alcune riunioni, ma per questioni di emergenza. In questo momento non saprei dire cosa esattamente sta facendo l'Area Vasta di Monza e Brianza, nemmeno nella Brianza Est. Perché non abbiamo deliberato quasi nulla, se non atti di routine burocratica. Il nostro compito è stato di traghettare la ex provincia con la legge Delrio e dunque non sarebbe cambiato molto se fossimo stati noi in maggioranza piuttosto che il centrosinistra. La legge prevedeva lo scioglimento del consiglio entro la fine del 2016

Allora come vengono gestite le relazioni con i comuni?
C'è l'Assemblea dei Sindaci. Per assurdo e per fortuna, il presidente della provincia ha organizzato molte più assemblee dei sindaci che non del consiglio provinciale.

Gigi Ponti, nell'intervista che gli abbiamo fatto, ci ha parlato di un trasformazione compiuta: da un ente di secondo livello, alla gestione collegiale dell'Assemblea dei Sindaci. Questa formula ha funzionato?
Più che funzionare ha permesso un contatto diretto tra gli amministratori. I sindaci dei grossi comuni, che hanno maggiormente conoscenze del territorio, sono stati invogliati a partecipare. Se si è amministratori seri e ci si interessa dei problemi, la modalità dell'assemblea è meglio del modello del consiglio.

Le differenze politiche di destra e sinistra sono così annullate?
Sono quasi annullate su intessi sovra comunali, perché le decisioni sono prese dai sindaci. Qui sono in maggioranza di centrosinistra e dunque la differenza politica tra destra e sinistra si ripropone ugualmente: le scelte alla fine le decide il centro sinistra nel complesso dell'assemblea.

Ci sono state scelte da voi ritenute sbagliate?
Ci sono stati programmi non attuati, perché non erano in accordo all'interno del centrosinistra. Uno è la mancata fusione della polizia locale: aldilà di pochi comuni non si è andati, così il progetto non è partito. Oltre a questo, nella vostra intervista Gigi Ponti vi ha riferito la situazione attuale, laddove afferma di poter far poco e di essere vincolato.

Ma c'è un qualcosa che avreste fatto diversamente da loro se eravate maggioranza?
Il Ptcp. Senz'altro. Se sono stati fatti 106 ricorsi, vuol dire che il Ptcp conteneva qualcosa di sbagliato. Visto che il piano era stato adottato dal vecchio centrodestra, loro del centrosinistra potevano fare qualcosa per migliorarlo.

Cosa c'era di migliorabile?
Andavano risolti alcuni contenziosi. Non solo il nostro di Concorezzo, di cui ancora aspettiamo il pronunciamento del Consiglio di Stato e che ci tiene bloccato da tre anni il Pgt. Diversi sindaci hanno esposto una serie di problemi. E' vero che Ponti ha avuto le mani legate e non si è potuto appoggiare su una giunta vera, ma comunque avrebbero potuto procedere a modificare con lo strumento di variante urbanistica. Se devo muovere una critica è certamente per non avere colto l'opportunità di discutere di queste problematiche, che sono di tutti, di centrodestra e centrosinistra. Si è parlato tanto di trasporto e di emergenza immigrazione, ma molto meno dei temi urbanistici.

Le Aree Agricole Strategiche andavano messe in discussione?
Sono anche io per il consumo zero di suolo e per il recupero, perché stiamo andando verso una direzione che non va bene. Però, a parte quei comuni come che sono urbanizzati al'80%, vanno fermati i comuni che agiscono su una concezione speculativa. Solo per fare cassa. Poi ci sono comuni, come il nostro, che fanno parte del polmone verde della Brianza Est. C'è una differenza enorme nel consumo di suolo tra noi e gli altri.

 

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Carotaggio nella super strada Milano-Meda- maggio 2016

 

La realizzazione dell'autostrada non può che portare benefici per tutti: collegando la Brianza a Como e disponendo uno sviluppo urbanistico, sarebbe stata una notevole valvola di sfogo per i territori che vanno da Como al Lecchese

Un altro problema irrisolto della Brianza è la Pedemontana. Come pensate di affrontarlo?
La Pedemontana non passa da Concorezzo, però ho conosciuto il progetto quando nel 2013 la regione ci ha scelto per realizzare la banda larga. Inizialmente il cablaggio doveva partire da Monza e passare da Concorezzo per raggiungere Agrate. Da qui sarebbe partita seguendo la super strada per poi incanalarsi nel tracciato di Pedemontana.

La Pedemontana sarebbe divenuta utile a ospitare la banda larga?
A veicolare servizi di vario genere. Noi eravamo interessati alla banda larga. Ma la realizzazione dell'autostrada non può che portare benefici per tutti: collegando la Brianza a Como e disponendo uno sviluppo urbanistico, sarebbe stata una notevole valvola di sfogo per i territori che vanno da Como al Lecchese. Ora è gravata da una serie di difficoltà di difficile soluzione.

Come andrà a finire?
Rischia di terminare così com'è e creare un caos viabilistico.

Attualmente è ferma a Lentate e sono emersi gravi problemi di contaminazione della diossina, ne avevamo trattano qui in questa interista al geologo Gianni del Pero. Sarà la diossina a fermarla?
Dovrebbe arrivare almeno fino a Bellusco. Ma i problemi di sostenibilità dei costi e della manutenzione, difficilmente gli consentiranno un proseguo se non sarà rivisto il progetto iniziale.

Ma a questo punto non converrebbe fermentarla e non farla più?
Il problema non è fermarla. E' l'economia che non gli permette proseguire. Forse bisognerebbe ripensarla in maniera diversa e ridimensionarla.

Come sono le relazioni tra voi sindaci del Vimercatese?
Ottime. Faccio parte del comitato di garanzia del Cem e di Brianza Acque. devo dire che nonostante noi del del centrodestra siamo pochi e siano loro a determinare gli indirizzi, permane tuttavia un filo di dialogo. In questo senso il mio approccio si basa sul concetto che quando si tratta di territorio le differenze non sono più tra destra sinistra. E' fondamentale interloquire con loro. Ci deve essere un'azione convergente per gli interessi delle nostre comunità. Bisogna perseguire progetti che vadano bene a tutti i cittadini. Nei comitati mi sforzo, insieme agli altri, di agire per il bene del territorio.

Sul tema delle politiche di sostegno all'Higt-Tech ci sono dei risultati?
Purtroppo in questa fase il settore naviga in mille difficoltà per via delle sua crisi congiunturale. Se fosse andato tutto per il verso giusto, probabilmente saremmo riusciti a realizzare nel Vimercatese il distretto industriale. Qui abbiamo un settore manifatturiero importante, ma la micro elettronica per noi è l'asse portante: nel distretto Higt-Tech abbiamo associate 105 aziende. Facciamo fatica non tanto per colpa nostra, quanto per le conseguenze delle tendenze del settore a livello internazionale. Non siamo più propositivi come lo siamo stati in passato, purtroppo. C'è un calo di investimenti e finanziamenti generalizzato. Non riusciamo ad essere di aiuto e di collante per le aziende rispetto a quanto ci richiederebbe la situazione. (qui una nostra passata intervista sul tema del distretto a Bruno Casati, già assessore provinciale di Milano. ndr)

 

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Alunni delle scuole di Concorezzo in bicicletta nel Parco della Cavallera - foto di Pino Timpani

 

Dal punto di vista progettuale è una buona idea. I comuni possono unirsi e condividere in modo innovativo gli spazi aperti e tutto quanto riguarda la fruizione delle infrastrutture ecologiche e agricole

Nel Vimercatese è attivo un altro progetto territoriale. E' il progetto Pane (Parco Agricolo Nord Est) ne avevamo parlato qui, qui e qui. Concorezzo è orientata a partecipare?
Dal punto di vista progettuale è una buona idea. I comuni possono unirsi e condividere in modo innovativo gli spazi aperti e tutto quanto riguarda la fruizione delle infrastrutture ecologiche e agricole. Purtroppo, anche qui ci sono dei problemi da risolvere. Nel caso di Concorezzo, proprio recentemente abbiamo sostenuto una riunione con i rappresentanti dei parchi Molgora e Rio Vallone. Per inserirci, incorporando i nostri terreni del Parco della Cavallera, ci è stato prospettato un raddoppio della quota da noi stanziata attualmente per il Parco.

Perché c'è così tanta differenza?
La differenza è dovuta alla diversa strutturazione della gestione degli altri due parchi. I territori sono completamente diversi: dovremmo passare dalla gestione del Parco della Cavallera che impegna 25.000 euro, ai 300.000 euro della fusione dei tre parchi. Per noi, ma anche per Villasanta ed Arcore, non è per nulla semplice reperire nel bilancio le risorse. Ci siamo interrogati a lungo anche sul senso stesso dell'adesione: se alla fine l'investimento di una somma, per noi significativa, abbia un saldo di vantaggio tra costi e benefici. Arcore si sta orientando ad entrare nel Parco Valle Lambro, così come potrebbe fare Villasanta. In questo modo parteciperebbero vincolano i loro terreni a un ente sovra locale. Potremmo farlo anche noi.

Aderire anche voi al Parco Valle Lambro?
Dobbiamo riflettere sulla strada da intraprendere. In questo momento ci sono venute una serie di perplessità. Abbiamo incongruenze irrisolte nel perimetro del parco: a causa del regolamento rigido, esistono alcune strutture produttive che non possono trasformarsi come vorrebbero. Poi ci sono anche diverse cascine, abitate da 70 famiglie. Anche queste abitazioni soffrono per le ristrettezze del regolamento.

 

Gli autori di Vorrei
Pino Timpani

"Scrivere non ha niente a che vedere con significare, ma con misurare territori, cartografare contrade a venire." (Gilles Deleuze & Felix Guattari: Rizoma, Mille piani - 1980)
Pur essendo nato in Calabria, fui trapiantato a Monza nel 1968 e qui brianzolato nel corso di molti anni. Sono impegnato in politica e nell'associazionismo ambientalista brianzolo, presidente dell'Associazione per i Parchi del Vimercatese e dell' Associazione Culturale Vorrei. Ho lavorato dal 1979 fino al 2014 alla Delchi di Villasanta, industria manifatturiera fondata nel 1908 e acquistata dalla multinazionale Carrier nel 1984 (Orwell qui non c'entra nulla). Nell'adolescenza, in gioventù e poi nell'età adulta, sono stato appassionato cultore della letteratura di Italo Calvino e di James Ballard.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.