Dossier: Braccia ridate all'agricoltura. Intervista a Christian Novak, docente del Politecnico di Milano impegnato nel progetto Parco Agricolo Nord Est (P.A.N.E.) del Vimercatese
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opo il convegno di novembre, che avevamo seguito in questo servizio, nel Vimercatese è avviato il percorso per la costruzione del progetto di territorio presentato a Vimercate. Christian Novak ci spiega come procede il lavoro. Gli abbiamo anche chiesto di chiarirci alcuni concetti che stanno alla base di questa idea e delle sue implicazioni con il Ptcp provinciale, ormai in fase di approvazione definitiva.
Christian Novak, insieme al gruppo del Politecnico guidato dal professor Arturo Lanzani avete tracciato le basi strategiche del Ptcp di Monza e Brianza. La giunta Allevi ha recepito in gran parte l'impianto basato sugli Ambiti Agricoli Strategici, ma questa prospettiva richiede a sostegno il rilancio dell'agricoltura in Brianza. E' davvero possibile oppure la definizione degli Ambiti è soltanto una estrema ratio per vincolare e salvare quanto rimane di non urbanizzato?
Di sicuro la definizione degli ambiti agricoli strategici è una condizio sine qua non è possibile immaginare un progetto unitario ed esteso sulle aree agricole. Senza un vincolo, seppure disegnato in base agli interessi forti che guidano la giunta provinciale nelle sue decisioni, e nonostante i molti errori ed omissioni, le aspettative di trasformazione delle aree agricole avrebbero reiterato quel progressivo disinvestimento sulle aree agricole, che è più evidente quanto sono migliori le rendite posizionali dei terreni. Le aree agricole strategiche insieme a gli ambiti di "azione paesistica" costruiscono uno scenario di lungo termine, un immagine da condividere, e forse non ancora pienamente condivisa.
Data una base normativa e vincolista, è oggi possibile, e necessario, mettersi a lavoro per costruire un nuovo ruolo dell'agricoltura, che se da un lato è presidio del territorio, dall'altro ha contribuito fino ad oggi, salvo rare eccezioni, ad un impoverimento paesaggistico (scomparsa delle piantate di gelsi, delle siepi, dei cascinotti, delle vicinali, dei boschi). A mente fredda e con in mano le foto degli anni '50 (impressionanti sono le foto aeree dell'IGM del '37 e del '56) è urgente capire come porre rimedio alla desertificazione della campagna, alla perdita di paesaggio e come reinventare un paesaggio agricolo contemporaneo, senza nostalgie per un passato, che non può tornare e che era fatto di agricoltura di sussistenza, povera, frammentata.
Il convegno Pane a Vimercate
La nostra rivista ha seguito il progetto PANE del Vimercatese, cioè l'idea di innestare un processo di territorio centrato sullo sviluppo dell'agricoltura. A che punto siamo, la carta d'intenti firmata a Vimercate sta trovando attuazione?
Il processo di ideazione di un grande parco agricolo è un processo di medio periodo. Si è sperato in una possibile accelerazione, in una regia dall'alto, in un cambiamento netto di direzione, nella tutela e nella promozione del paesaggio in occasione delle elezioni regionali. Ma tale svolta non c'è stata. Allora bisogna ripartire, dal basso, costruendo per piccoli passi una idea condivisa, ancor prima che uno strumento (Parco regionale o aggregazione ed estensione di PLIS).
La carta d'intenti è un primo passo. Un secondo passo si sta facendo in questi giorni, promuovendo un possibile cammino per la definizione del nuovo parco.
La carta d'intenti è un primo passo. Un secondo passo si sta facendo in questi giorni, promuovendo un possibile cammino per la definizione del nuovo parco, con la candidatura del progetto per il bando Cariplo corridoi ecologici. La costruzione dei corridoi ecologici est ovest nella definizione della struttura territoriale del parco è fondamentale, e può essere il punto da cui partire per costruire un progetto dal basso, condiviso, fattivo. Il bando finanzia studi di fattibilità estesi per la costruzione di corridoi ecologici di scala vasta, e permette quindi di avviare un ragionamento molto concreto su definizione di priorità, progetti, condivisione di obiettivi, anche molto operativi, fra i PLIS, definizione di possibili confini. Ciò che fino ad ora si è fatto su base volontaria, secondo tempi e modi in qualche misura ritagliati dagli impegni istituzionali di tutti i soggetti, potrebbe diventare un lavoro che ha un suo specifico finanziamento, obiettivi chiari, tempi certi. E' un passaggio fondamentale per dare concretezza alle idee e per discuterle e condividerle con un'ampia platea di soggetti.
Campagna nel Vimercatese
Un percorso è possibile, cercando di costruire un gioco a somma positiva fra imprese agricole, istituzioni, produzione, abitanti, servizi, associazioni e istituzioni culturali, immaginando una forma parco che sia innanzitutto una forma di promozione del territorio.
In Italia si discute in generale su un binomio virtuoso esistente tra il Distretto Culturale e il Distretto Agricolo, ci sono in atto alcune esperienze come il Distretto Culturale in Valtellina, nel Vimercatese possono nascere relazioni virtuose tra le diverse vocazioni quale quella culturale, quella agricola e l'alta tecnologia?
Mutuando il detto "se non ora quando?" si potrebbe dire "se non qui, dove?". La viva e approfondita discussione al workshop di novembre scorso sui temi dell'agricoltura e su quelli della cultura, paesaggio e fruizione, il contributo importante del MUST (Museo del territorio di Vimercate), hanno messo in evidenza come i temi siano profondamente connessi, in particolare in un territorio dove il legame fra persone e terra è ancora vivo, anche se indebolito dalle profonde trasformazioni territoriali e sociali degli ultimi decenni. Un percorso è possibile, cercando di costruire un gioco a somma positiva fra imprese agricole, istituzioni, produzione, abitanti, servizi, associazioni e istituzioni culturali, immaginando una forma parco che sia innanzitutto una forma di promozione del territorio, di marchi di qualità, di prodotti alimentari, di collaborazione delle imprese, in particolare quelle della green economy, alla costruzione del parco, che può essere oggetto anche di specifiche politiche di impresa (compensazioni, carbon foot, impatto zero, progetti a km 0). Inventare giochi a somma positiva, dove tutti hanno un guadagno misurabile in termini di qualità ambientale e di vita, è la chiave per costruire questa relazione e chiudere per sempre una sterile contrapposizione fra sviluppo e tutela, perché lo sviluppo è la tutela e la promozione del territorio.
Abbiamo visto che anche nella Brianza ovest si sta tentando la costituzione di un grande Parco Regionale. Nell'ovest le possibilità di un recupero dell'agricoltura sembrano essere molto limitate per via dell'elevata urbanizzazione (80% media). Ci possono essere delle relazioni con quanto sta maturando a Est, cioè sulla possibilità di interazione tra aziende agricole e imprese legate alla green economy?
Nella Brianza centrale si tratta di salvare gli ultimi brandelli di spazio aperto...l'agricoltura qui non può più avere un ruolo trainante...nella prospettiva di medio periodo sarà più utile trovare un diverso equilibrio fra agricoltura e fruizione, con la costruzione di estesi parchi ibridi.
Le due situazioni sono oggettivamente diverse. Nella Brianza centrale si tratta di salvare gli ultimi brandelli di spazio aperto, e qui non uso il termine territorio agricolo coscientemente. E' un ultimo disperato tentativo di non precipitare un intero territorio nel disastro ambientale, coscienti della crisi già in atto e non rimediabile, fatta di urbanizzazione selvaggia, inquinamento dei suoli, scarsa permeabilità dei terreni, scarsa cura paesaggistica dei residui spazi aperti, impatto delle infrastrutture previste e dei piani di espansione dei Comuni. L'agricoltura qui non può più avere un ruolo trainante, non ci sono le dimensioni utili, ne le condizioni ambientali, perché possa essere l'elemento volano su cui agire. Nella prospettiva di medio periodo sarà più utile trovare un diverso equilibrio fra agricoltura e fruizione, con la costruzione di estesi parchi ibridi (agricoli e fruitivi) sul modello del parco della Porada a Seregno o delle prime fasi del Parco Nord Milano.
Questo non è utile che avvenga ad est, anzi sarebbe dannoso. Lo spazio aperto del Vimercatese è lo spazio agricolo, che va ripensato e ristrutturato, recuperando le vicinali, le cascine abbandonate, ricostruendo una struttura verde e fruitiva leggera e reticolare. Se la Brianza orientale riuscirà a coniugare una produzione agroalimentare di qualità con un settore produttivo di alte tecnologie sostenibile è ancora difficile a dirsi. E' una direzione di lavoro promettente, ma è necessario che ci sia un soggetto o una pluralità di soggetti, che inneschino questo processo, che chiamino ad un tavolo operatori economici e sociali e propongano loro un cammino da condividere.
Chi è Christian Novak
Architetto urbanista, docente a contratto al Politecnico di Milano (corso Spazio e Società), si occupa di pianificazione urbana e territoriale, di progettazione e pianificazione paesaggistica, di ricerca in campo territoriale e sociale in collaborazione con il (DAStU Dipartimento di Architettura e Studi Urbani). E' consulente del Parco Regionale della Valle del Lambro, ha collaborato alla pianificazione di diversi comuni della Provincia di Monza e Brianza, e al PTCP della Provincia di Monza e Brianza.