Il docente del politecnico: questo è il primo passo per un Pgt sostenibile
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roseguiamo il servizio sulla variante urbanistica di Desio intervistando il prof. arch. Paolo Conte, segretario del circolo locale di Legambiente e portavoce della rete composta da una ventina di associazioni ambientaliste, comprese nelle linea pedemontana che va dalla provincia di Como a quella di Milano e Monza e Brianza: Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile.
Paolo, come hai accolto la clamorosa novità della variante, non era mai capitato un ribaltamento di queste dimensioni. L'ambientalismo desiano può ora riprendesi dall'incubo di vedersi urbanizzare quasi tutto il perimetro comunale?
La reazione immediata è stata: questo è il primo passo! Subito dopo sono ritornato con il pensiero al 2002, anno iniziale della mia militanza in Legambiente. Da allora nel comune dove vivo sono seguiti nove anni di non-politiche urbanistiche e ambientali, oltreché una non-visione al futuro dell’intera città che abbiamo cercato di contrastare e arginare come potevamo.
Dal 2004 l'amministrazione è passata nelle mani dell'alleanza Pdl-Lega: sembrerebbero partire proprio da quell'anno i meccanismi e le dinamiche della cementificazione iperbolica, protagoniste della scena amministrativa degli ultimi due mandati. Legambiente Desio ha avuto un gran da fare per difendere il territorio, ci puoi parlare delle azioni più significative?
Ancora nel 2004 chiesi alla Soprintendenza di Milano di vincolare una frazione rurale miracolosamente sopravvissuta all’urbanizzazione: Villa Buttafava e la località rurale di sua pertinenza San Giuseppe
Si fece subito avanti la Pam-Antares con il suo centro commerciale da edificare a Desio sud: il circolo locale di Legambiente, grazie al supporto di molti comitati locali di Muggiò, riuscì temporaneamente a respingerlo. Ricordo che persino l’allora Sindaco di Desio Mariani dichiarò pubblicamente che mai avrebbe consentito la realizzazione di un centro commerciale a Desio, salvo rimangiarsi tutto un paio di anni dopo. La Provincia di Milano e il Politecnico organizzarono alcuni convegni con lo scopo di convincere gli amministratori desiani ad istituire un raccordo con il Parco Locale di Interesse Sovracomunale (Plis) Brianza Centrale, istituito da Seregno nel 2001. Ne seguirono solo parole e nessun fatto concreto. Venne invece varata la cosiddetta “Variante Industriale” al Piano Regolatore Generale (Prg), documento che modificava assurdamente a macchia di leopardo sull’intero territorio comunale le aree agricole in aree industriali, le quali a tutt’oggi sono ancora sfitte o nemmeno realizzate. Legambiente fece ricorso al Tar, così come la Provincia di Milano. Per dirimere la questione la regione nominò un commissario ad acta che diede parzialmente torto all’amministrazione comunale, prescrivendo d’ufficio alcuni corridoi ecologici stralciati da aree rese industriali. Fu inserita così all’interno dello strumento urbanistico locale questa definizione. Ancora nel 2004 chiesi alla Soprintendenza di Milano di vincolare una frazione rurale miracolosamente sopravvissuta all’urbanizzazione: Villa Buttafava e la località rurale di sua pertinenza San Giuseppe. Il Ptcp (piano territoriale di coordinamento provinciale) dell’allora provincia di Milano ci diede ragione, evidenziando questa località come di importanza sovracomunale. Non fece altrettanto, purtroppo, la Soprintendenza che rimise la decisione nelle mani dell’amministrazione comunale. Gli anni che seguirono furono di duro impegno sul tema del consumo di suolo.
Paolo Conte
Poi è arrivato il progetto esecutivo di Pedemontana a riempire gli spazi superstiti: Desio è prima in classifica in quanto a consumo di suolo e impatto causato dalla nuova autostrada, avete trovato rispondenza nell'amministrazione sulle problematicità?
Insieme ad altre associazioni ambientaliste abbiamo spinto affinché venissero realizzate contestualmente alla Pedemontana una serie di compensazioni ambientali
La Pedemontana è arrivata come ultima tegola, rischiando di far diventare i territori un'unica megalopoli padana, per citare Eugenio Turri, da Venezia a Torino e cancellando le identità locali. Insieme ad altre associazioni ambientaliste abbiamo spinto affinché venissero realizzate contestualmente alla Pedemontana una serie di compensazioni ambientali. Dal 2007 vengono monitorate nel sito del coordinamento di Insieme in rete per uno sviluppo sostenibile. Ma le compensazioni sono state viste come elementi di fastidio da parte degli amministratori locali non solo desiani: preferivano spendere i soldi per altre cose, ritenendo la qualità ambientale un bene superfluo.
Nel secondo mandato l'amministrazione Pdl-Lega ha approvato con una certa rapidità rispetto agli altri comuni il Pgt, in sostituzione del vecchio Prg, come previsto dalla legge regionale n° 12. E' stato questo passaggio a essere fatale per l'amministrazione Mariani?
In un certo senso si. Nel 2009 con l’approvazione del Piano di Governo del Territorio di Desio i nostri peggiori incubi urbanistici hanno assunto consistenza: la Pam-Antares si sarebbe realizzata, San Giuseppe si sarebbe urbanizzato, molto suolo agricolo sarebbe stato consumato. Seguirono nel 2010 altre manifestazioni No-Pam, un tentativo di referendum cittadino sul Pgt, ritenuto non accettabile dai tre saggi nominati dall’amministrazione comunale e l'avvio dell’inchiesta Infinito, per indagare negli intrecci fra ‘ndrangheta e politica. Desio finì alle cronache nazionali e si avviò il conseguente sbriciolamento dell’amministrazione comunale in carica, costretta a dimettersi non prima di aver iniziato una variante al Pgt da poco approvato, la stessa che oggi è stata ripresa dall'amministrazione di Roberto Corti e toglie un milione di mq all’urbanizzato, per restituirli agli spazi liberi ed aperti.
Quindi siete tornati al punto di partenza, a quel fatidico anno 2004 in cui è cominciato il degrado urbanistico di Desio. Come pensi vada affrontato il nuovo corso della politica amministrativa, pensi ci siano maggiori possibilità di incidere per l'ambientalismo desiano?
Avanti tutta verso il Plis della Pieve, chiediamo un nuovo Pgt sostenibile e partecipato che punti sull’ambiente e sul riuso dell’edificato e per quanto possibile renda meno impattante l’arrivo di Pedemontana
Non siamo purtroppo tornati al punto di partenza: gli anni precedenti, fra usi ed abusi del territorio comunale, avevano già eroso diverso terreno agricolo. L’unica consolazione è che questa variante ci dà ragione. Come diciamo da dieci anni a questa parte bisogna cambiare rotta. Questo però non è che il punto di partenza, affermare che lo spazio libero ha un milione di mq in più non basta. Alle precedenti amministrazioni chiedevamo una cosa e la chiediamo anche a questa in carica, a cui facciamo naturalmente i complimenti per una politica del territorio che va in controtendenza (e ci vuole coraggio) ma che ci porta verso il futuro: la creazione di un Plis che raccolga le aree strappate alla cementificazione e che realizzi finalmente la necessaria unione territoriale ed ambientale fra i Plis Grugnotorto e Brianza Centrale, con la prospettiva in futuro di vederli trasformati in un unico parco regionale. Mi piacerebbe fosse chiamato Plis della Pieve, un toponimo che ricorda come un tempo Desio avesse un ruolo di riferimento per le città circostanti, da Seregno a Paderno Dugnano, ruolo che è chiamata a ricoprire ancora oggi dal punto di vista ambientale. Avanti tutta verso il Plis della Pieve, chiediamo un nuovo Pgt sostenibile e partecipato che punti sull’ambiente e sul riuso dell’edificato e per quanto possibile renda meno impattante l’arrivo di Pedemontana
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