Migliora il clima fra le aziende, a preoccupare è l'occupazione
Crisi economica in Brianza, il peggio sembra essere passato, anche se restano dubbi per quanto riguarda l’occupazione. Lo dicono i dati dell’ analisi congiunturale trimestrale diffusi dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio e di Confindustria di Monza e Brianza e quelli del sindacato. Gli indicatori economici sono infatti tutti positivi nel primo trimestre 2011: la produzione mostra una variazione del +2% rispetto al trimestre precedente e un +7% rispetto allo stesso periodo del 2010, mentre il fatturato globale aumenta del 2,6%, con la quota di estero che rappresenta il 32,3% del totale. Trend positivo anche per gli ordini, con una variazione tendenziale del +3,8%, dovuta anche all’aumento delle commesse estere. Più controverso il fronte dell’occupazione che, pur mantenendo segno negativo, sembra migliorare: il saldo tra tasso d’ingresso e di uscita nel mondo del lavoro passa da -2,1% -0,7% e contestualmente diminuisce la percentuale di aziende che ricorre alla CIG (Cassa Integrazione Guadagni) passando dal 15,3% al 13,1%. L’analisi dei dati mostra che sono le imprese di medie dimensioni a reagire meglio alla crisi, seguite da quelle piccole mentre quelle grandi faticano maggiormente a superare la recessione.
Gli imprenditori brianzoli si mostrano abbastanza ottimisti per il futuro: il 40% si aspetta un aumento della produzione, la maggioranza una stabilità degli ordini interni, più dell’80% degli intervistati prospetta una sostanziale stabilità anche in ambito occupazionale. Carlo Valli, presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza evidenzia le buone performance: “In un contesto complessivo che ci fa guardare con fiducia e cauto ottimismo al futuro, però, non possiamo dimenticare che la situazione del mercato del lavoro suscita ancora preoccupazione. Il nostro impegno continuerà a sostenere imprese e occupazione con bandi e iniziative soprattutto per i giovani”. Sulla stessa linea il presidente di Confindustria Monza e Brianza, Renato Cerioli: “Le imprese operano in un contesto ancora fragile, che richiede interventi decisi per il consolidamento del sistema-Paese. Abbiamo espresso con chiarezza la nostra volontà di responsabilizzare chi governa su temi fondamentali come maggiore produttività, taglio del cuneo fiscale, riforma della giustizia per la certezza del diritto”.
Dario Pirovano della segreteria confederale CGIL di Monza e Brianza mette però l’accento sul fatto che, nonostante il trend positivo, la ripresa è debole e non sembra ancora in grado di riassorbire i lavoratori espulsi dalle aziende. Inoltre, l’aumento di fatturato e ordini è principalmente legato alle imprese che lavorano con l’estero e che sono state in grado di agganciare la domanda oltreconfine. “Il ricorso alla cassa integrazione ordinaria è diminuito, ma è aumentata la richiesta di quella straordinaria e in deroga, quest’ultima soprattutto da parte delle piccole aziende: una misura che spesso prelude alla chiusura e al licenziamento”. Sarebbe corretto quindi parlare di stabilizzazione del mercato occupazionale più che di un reale miglioramento, tenendo anche conto dell’aumento dei contratti a tempo determinato e precari (circa il 60% nella provincia di MB), a volte della durata anche di un solo mese.
I dati forniti da Pirovano confermerebbero questa tendenza: dall’analisi condotta da Camera di commercio con Confartigianato, sarebbe il 95% la percentuale di aziende che prevede di non assumere nel breve e medio periodo, valore che scende all’85% nell’industria. “La ripresa non assicura stabilità - conclude il sindacalista - C’è bisogno di una politica industriale seria a livello nazionale, che preveda incentivi e sostegni soprattutto per quelle aziende che operano in settori competitivi, ad esempio ad alto impatto tecnologico e di una politica fiscale che aiuti le aziende che investono piuttosto che privilegiare le rendite finanziarie”.