Cominciamo col dire che Dio è maschio, altrimenti l’avremmo chiamato Dea… Considerazioni semiserie alla luce delle stelle
Voglio premettere che sono, o cerco di essere, un buon cristiano e, in linea generale, un buon credente, in quanto credo che ogni religione di questo mondo abbia dei fondamenti di verità da conoscere e perseguire. Credo nell’esistenza di Dio, “essere perfettissimo, creatore e signore del cielo e della terra”, che è sempre stato e sempre sarà, senza limiti di spazio e di tempo, concetti peraltro terreni e quindi limitati. Non credo molto nella remissione dei debiti , cosa di cui non ho mai goduto e che, ammetto, mi è difficile concedere, così come non credo che il Dio vero sia quello che da secoli mi raccontano.
Ma questa è un’altra storia.
Credo che Dio e Allah siano lo stesso dio e quindi nessuno si senta autorizzato ad offendersi per quello che scrivo in quanto amo Dio e ritengo che anche Lui mi ami un po’ e quello che scrivo non tocca il nostro rapporto che rimane, direi, discreto. E comunque quello che scrivo riguarda me e Lui. Si astengano quindi i sedicenti interpreti delle religioni.
Ma partiamo dall’inizio. Cominciamo col dire che Dio è maschio (si, lo so, il concetto maschile di Dio racchiude anche l’essenza femminile in quanto puro spirito…ma perché non è avvenuto l’incontrario?). Perché è maschio? Semplice: altrimenti l’avremmo chiamato Dea ( non noi, naturalmente, ma le storiche sacre scritture) e allora sarebbe stata una femmina. Ma avete mai visto un Dio femmina? Non siamo mica in India. Come la si poteva raffigurare sulla cappella Sistina? Con o senza barba? Inoltre Gesù stesso, figlio di Dio non si rivolse a Lui almeno un centinaio di volte chiamandolo “il Padre mio” (e non “madre mia”)?
Quindi abbiamo stabilito che qualcuno, presumibilmente maschio, decise, tanti anni fa, che a Dio ci si dovesse rivolgere al maschile.
Ebbene Dio, circa 14 miliardi di anni fa, decise di creare l’universo. Creò la materia iniziale da cui partì l’esplosione conosciuta come Big Bang, da cui, a varie velocità nacquero le galassie, le stelle ed i pianeti. Come noto, la nostra galassia, larga 100.000 anni luce, si chiama “ Via Lattea” –nome derivante dal greco - e contiene qualche centinaio di miliardi di stelle e miliardi di pianeti, molti dei quali simili alla Terra. La Terra, rispetto alla Via Lattea è come una capocchia di spillo nell’Oceano Pacifico e la Via Lattea è altrettanto nell’Universo. Sopra questa capocchia ci scanniamo tutti i giorni gli uni con gli altri dall’inizio dei secoli. Ma questa è un’altra storia.
Qualche milione di anni fa, circa, Dio, stanco di stare solo, decise di creare qualcuno a Sua immagine e somiglianza, e siccome Lui era maschio, creò il primo uomo che, ci dicono, chiamò Adamo. Da una costola di Adamo creò e modellò la donna, che chiamò Eva (in ebraico: creta). Ora,che bisogno c’era, dico io, di togliere una costola ad Adamo? Non poteva crearla direttamente senza passare da Adamo? No, la nascita di Eva doveva essere subordinata a quella di Adamo. Se non ci fosse stato Adamo, cioè, non ci sarebbe stata neppure Eva. Veniva quindi certificato che la donna era subordinata all’uomo.
E, tanto per chiarire subito quale fosse il suo ruolo nella storia letta al maschile, la donna, tentata dal serpente, tentò a sua volta e indusse l’uomo a mangiare la mela della conoscenza, cosa proibita da Dio. Una puttana, appunto, perché furono entrambi espulsi dall’Eden e da lì iniziarono i dolori per il genere umano. O forse solo per le donne…
Adamo ed Eva ebbero tre figli: Caino, Abele e poi Set, uno dei quali, Caino, odiava l’altro che poi uccise, tanto per chiarire come sarebbero andate le cose su questo mondo. Per autogamia, o forse da altri figli di Adamo, nacque da Caino il genere umano(!).
Forse non è andata esattamente così, sta di fatto che passano i millenni e si arriva a circa il 1400 a.c. Nasce Mosè, personaggio fondamentale per la fede ebraica, cristiana e musulmana. Dio comunica a Mosè i dieci comandamenti, cioè la legge per il Suo popolo eletto. Mosè era naturalmente maschio. Ed è comprensibile: come poteva una donna portarsi giù dal monte Sinai le tavole della legge incise su pietra? Circa 600 anni dopo cominciarono a presentarsi i profeti che trasmettevano la parola di Dio. Tutti maschi. Loro preannunciavano l’arrivo del Messia, figlio di Dio. Ma non poteva predirlo anche una donna? I sacri testi, scritti da uomini, non ne parlano.
Questi fatti si svolsero in Palestina secondo le fede, la storia e la tradizione ebraica, cristiana e mussulmana. In Cina, in Africa ed in altre parti del mondo, per quanto ne sappiamo noi, non successe nulla, così come non sappiamo, per adesso, se sia successo qualcosa del genere anche su altri mondi simili al nostro.
Il 25 dicembre dell’anno zero (più o meno) nacque a Betlemme, in una mangiatoia, Gesù, figlio di Dio. Sua madre, Maria, sposa di Giuseppe, l’aveva concepito vergine. E per questo verrà chiamata la Santa Vergine, donna santa anche per i mussulmani. Maria poi partorì altri quattro figli, fratelli di Gesù (Giuseppe, Giacomo, Simone e Giuda) ed almeno due figlie, i cui nomi non vengono mai citati. O forse erano figli precedenti di Giuseppe o cugini di Gesù. Non si sa. Dei quattro maschi si sa poco, delle femmine nulla. Quello che sicuramente sappiamo è che Gesù era un maschio. Forse Dio avrebbe potuto mandare Sua figlia (nome da definire), tanto per equilibrare le cose, ma sta di fatto che non lo fece. Aveva le Sue buone ragioni. Divenuto grande e cominciato a predicare le volontà del Padre, Gesù si scelse quello che oggi chiameremmo il Suo “cerchio magico”, cioè i dodici apostoli. Tutti uomini. Ma non c’era una brava donna da inserire nel gruppo? Si, forse c’era, ma in posizione defilata, si chiamava Maddalena: una brava donna, appunto. Ma chi ha scritto queste cose? Beh, si sa, sono stati i quattro evangelisti uomini, Matteo, Marco, Luca e Giovanni, scelti, fra i tanti, come quelli più seri ed informati dei fatti. Anche se Giovanni, addirittura, scrisse il suo vangelo a quasi cent’anni; o forse lo scrisse un suo discepolo. In effetti, perché aspettare tanto? I ricordi poi svaniscono…
In quell’epoca nacquero la Chiesa, il Papa ed il clero sacerdotale, sempre tutti rigorosamente maschi.
Dopo Gesù, che per i cristiani è il figlio di Dio e per i musulmani un importante profeta, intorno al 570 d.c. nacque a La Mecca, Maometto, che tutti i musulmani considerano l’ultimo dei profeti. Uomo giusto, predicò molte cose giuste ( lasciamo perdere gli accenni alla morte agli infedeli, contenuti a piene mani anche nella letteratura cristiana: erano quelli gli anni). Ma, appunto, ancora un profeta maschio. Maometto ravvisò fra le tante cose la necessità che la donna coprisse più o meno le parti del suo corpo per non indurre in tentazione l’uomo. Ora, sappiamo che sia l’uomo che la donna, secondo tutte le religioni, sono stati creati da Dio. Egli ne ha plasmato la natura, ha fatto in modo che l’uomo e la donna si cercassero e si amassero, secondo le leggi e le tradizioni del proprio popolo, per la procreazione e la sopravvivenza della specie umana. Se questo è vero, perché voler coprire il corpo delle donne? Il corpo della donna, come quello dell’uomo per le donne, è forse un insulto a Dio? Non credo, dato che è Lui che li ha creati così. E perché costringere solo le donne a coprirsi, e non l’uomo? E non era più semplice obbligare l’uomo, evidentemente la parte debole, a volgere lo sguardo altrove e lasciare che la donna si vestisse come tutti gli altri? Nei secoli l’uomo musulmano si è convinto che Allah l’aveva delegato a controllare i comportamenti delle donne. E così ancora oggi leggiamo di uomini che picchiano e uccidono donne ree di non portare il velo totalmente o parzialmente.
Chi ha eletto questi uomini a giudici ed esecutori? Non mi risulta che nel Corano vi siano deleghe in questo senso.
Ma non sono gli stessi uomini che hanno comportamenti individuali contro la morale e la decenza di qualsiasi religione (bevono alcool, vanno a prostitute, partecipano a orge su yacht di lusso, rubano, uccidono donne e bambini…) e poi dicono alle donne cosa vuole Dio da loro?
Già, sono gli stessi uomini che per esempio in Italia sotto il fascismo vietavano alle donne l’insegnamento della storia. La storia la devono scrivere gli uomini.
Ma se sono unti da Dio, che si è dimenticato delle donne, è meglio ancora.
Francesco Achille