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Speciale elezioni di Vimercate: l'attuale assessore alla cultura guida un'alleanza di centrosinistra. Propone un mix equilibrato di interventi per lanciare Vimercate nella sfida del futuro. Cultura, sport, valorizzazione delle aree agricole e della vocazione alla produzione High-Tech

 

Mariasole Mascia, cosa l'ha spinto a candidarsi come sindaco per Vimercate?
E' stata una conseguenza naturale del lavoro svolto in questi ultimi anni, prima come consigliere e poi come assessore alla cultura. L'attività, l'incontro e le relazioni con le persone. Molte hanno cominciato ad apprezzarmi, a incoraggiarmi e a spingermi verso la candidatura. Sul tema del candidato da scegliere si è discusso all'interno del Partito Democratico. Alla fine sono emerse più candidature. Quindi si è ritenuto opportuno utilizzare le primarie e coinvolgere alla scelta tutta la nostra comunità del centrosinistra di Vimercate.

Aldilà di come è andata, esiste una motivazione preminente?
Credo che Vimercate debba avere una prospettiva di futuro. E' una città che ha sempre guardato avanti. Credo che debba continuare a farlo. A prescindere dai dati anagrafici di chi è incaricato ad amministrare. La mia motivazione principale è qui.

Per far questo l'età è ininfluente?
Ha certamente un peso. La prospettiva di un sindaco, che dovendo affrontare quotidianamente le problematiche tipiche dei giovani, per esempio formare una famiglia o dedicarsi al lavoro, sicuramente aiuta a comprendere meglio il sentire comune. Perché si può approcciare ai problemi con la mentalità più adatta, più attuale. Aiuta forse a coinvolgere maggiormente le nuove generazioni alla vita amministrativa. Di questo c'è un grande bisogno.

Cosa può fare per i giovani Mariasole Mascia?
Per cominciare stanno avendo molto spazio nelle liste. Stimolare la partecipazione per un loro ruolo attivo nella rivitalizzazione della città.

C'è un rinnovamento ma non mi sento una “rottamatrice” tout court

L'elemento ringiovanimento è una caratteristica?
Questo si. C'è un rinnovamento ma non mi sento una “rottamatrice” tout court. Ho sempre pensato che l'esperienza non vada rottamata. Semmai va coltivata e valorizzata nel migliore dei modi. Così può essere in grado, quando è opportuno, di cedere il passo a figure con più forza, più idee ed energie. Si può procedere a un ricambio generazionale, non rottamando indistintamente, ma facendo contemporaneamente tesoro delle esperienze del passato.

 

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Mariasole Mascia - Foto di Pino Timpani

 

Nella sua attività amministrativa ha lavorato soprattutto nel campo della cultura. C'è una vocazione particolare?
A dire il vero il Sindaco Paolo Brambilla ha ritenuto opportuno assegnarmi la delega alla cultura. La decisione è maturata quando Roberto Rampi, l'assessore in carica, è stato eletto deputato. Quindi sono subentrata nel ruolo. Questa delega mi è piaciuta tantissimo. Perché è una di quelle più stimolanti per le tematiche che affronta. Dalla presentazione di libri alle proposte di arte. E' un settore di ampio spettro dove ogni giorno ci sono novità. Per questo si è costretti anche a studiare e ad aggiornarsi. E' stata un'esperienza utile ad acquisire conoscenza. Ma anche a relazionarsi con la moltitudine. Perché il settore cultura coinvolge un gran numero persone di Vimercate e non. 

La cultura è stata una scommessa per la vostra amministrazione?
Si. E' una scommessa vinta. Ma bisogna continuare a tener duro. Perché è un settore più di altri soggetto a critiche. Investire in cultura è un atto di coraggio. Alcune nostre operazioni sono state molto criticate dal centrodestra.nvestire in cultura è un atto di coraggio

Perché con la cultura non si mangia?
Perché in un contesto di crisi economica, come quello che stiamo vivendo, la prima cosa che si pensa di tagliare è proprio la cultura. La nostra amministrazione invece ha ritenuto opportuno tenere la barra diritta. Certo, ridimensionando ovviamente le risorse destinate, ma tuttavia conservando la lungimiranza degli investimenti. E questi alla lunga ripagano.

La cultura nel suo programma resta un settore importante?
Sarà un settore di riguardo. Nel mio programma è previsto un riequilibrio. Si è investito tanto in cultura ma poco in altri settori.

Quali settori?
Per esempio lo sport. La Città di Vimercate vive tanto anche di questo.

Vogliamo continuare con il ruolo esercitato dalla biblioteca e implementarne l'azione in nuovi progetti anche nelle funzioni del Must

Pensa di dirottarci le risorse destinate alla cultura?
Pensiamo non tanto di togliere risorse alla cultura, quanto di aggiungerne allo sport. Riequilibrare i settori più importanti per la vitalità della città. Sono due settori centrali per lo sviluppo. Interessano gran parte dell'associazionismo cittadino. Influiscono entrambi alla crescita individuale e collettiva. Nel settore cultura abbiamo due centri: la biblioteca e il Must. Sono ben strutturati e di riferimento sovra locale. Vogliamo continuare con questo assetto già ben collaudato. Continuare con il ruolo esercitato dalla biblioteca come centro di aggregazione e implementarne l'azione in nuovi progetti anche nelle funzioni del Must.

 

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Inaugurazione mostra di Renato Guttuso - Foto di Pino Timpani

 

Non pensa di creare un consorzio sovra locale della cultura sul modello di Offerta Sociale?
Ci ho pensato. Sono convinta sia la strada giusta da intraprendere. E' però un lavoro complicato. Perché bisogna convincere gli altri comuni dell'importanza da attribuire all'investimento nel settore della cultura.

Ma i comuni di piccole dimensioni non avrebbero dei vantaggi a consorziarsi?
Certo. Il problema è che bisogna andare a convincerli. Comunque è un lavoro che voglio assolutamente fare. In parte già svolgiamo un servizio di valenza sovra locale con i laboratori scolastici. Hanno partecipato più alunni di altri comuni che non di Vimercate. Un altro aspetto cardine, su cui si può costruire un percorso di consorzio, è il turismo. Il Must nel 2015 ha aperto lo Iat, lo sportello di informazione e accoglienza turistica. Questo strumento si aggiunge alle iniziative già precedentemente esistenti quali Ville Aperte e il turismo a Km Zero. Queste ed altre iniziative permettono al Must una funzione di valenza sovra comunale. Quindi ci sono in essere alcune attività. Il loro successo potrebbe divenire un grimaldello per convincere gli altri comuni.

Ci sono comuni già interessati?
Per il momento si può contare sui comuni che aderiscono anche all'unione dei parchi. Ci sono senz'altro Carnate e Ornago. Ma penso potrebbero essere interessati Bellusco e Mezzago. Ma anche Bernareggio. Sono tutti comuni che hanno a cuore il tema della cultura. Probabilmente hanno più criticità nel bilancio di Vimercate e di conseguenza maggiori difficoltà a sostenere la progettazione. Anche perché, aldilà delle risorse disponibili, hanno una minore presenza di personale impegnato negli uffici. Vimercate invece ha una struttura ben funzionante e con una adeguata capacità progettuale. Esattamente quello che manca ai piccoli comuni.

Il motivo centrale resterà il consumo di suolo zero

Avete da poco approvato una variante al Pgt. Le minoranze hanno sollevato più critiche sia all'impostazione, sia ai due piani attuativi contenuti: Esselunga ed ex ospedale. Nel suo mandato manterrà la stessa impostazione o procederà a modifiche?
Il motivo centrale resterà il consumo di suolo zero. Ci sono questi due piani a cui dovremo dar corso. Quello dell'ex ospedale è prioritario. Essendo l'area abbastanza estesa e in posizione centrale, vogliamo evitare un possibile degrado per la lunghezza dei tempi, con ricadute negative nel centro storico. Quindi pensiamo di lanciare impulsi per far decollare quanto prima il recupero. Le critiche sono infondate: anche se è vero che c'è una previsione di edilizia residenziale, non c'è consumo di suolo, perché viene recuperata un'area dismessa. Inoltre il residenziale è una parte nel contesto di un mix che prevede commerciale, servizi, attraversamenti pedonali per mettere in connessione varie parti della città, oltreché una forte attenzione agli spazi dedicati al verde. Ovviamente, nel contesto della crisi attuale, non sarà immediato far decollare il progetto. Noi ci vogliamo provare. Con l'occhio vigile del pubblico. Affinché tutti gli interessi pubblici previsti nel piano siano portati a compimento.

 

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Torri Bianche Vimercate, Montevecchia, Grignone

 

E per il piano dell'Esselunga?
Questo è un piano che opera su un'area da sempre edificabile. Il consumo di suolo a Vimercate è comunque nettamente inferiore rispetto agli altri comuni. Le polemiche si sono concentrate piuttosto su altri aspetti.

Su quali?
Le minoranze sostengono che non servono nuove case.

Numerose coppie di giovani si sono trasferite o hanno costituito famiglia fuori da Vimercate, nei comuni limitrofi

E vero?
Penso che dovremmo accompagnare il piano a politiche abitative. Prefigurare la possibilità di richiamare un po' di persone a vivere a Vimercate. Il piano, quando è nato, era impostato sulla previsione di 30.000 abitanti. Si era nel 2009, prima della crisi. Ora siamo fermi da anni ai 26.000 abitanti. Nel frattempo i prezzi delle case sono divenuti insostenibili per molti, soprattutto per i giovani. Negli anni scorsi si è verificato un fenomeno di esodo: numerose coppie di giovani si sono trasferite o hanno costituito famiglia fuori da Vimercate, nei comuni limitrofi. Noi vorremmo provare a mettere in campo politiche abitative per richiamarle e fermare questo flusso migratorio.

Questo si può realizzare senza consumare ulteriore suolo?
Esatto. Comunque dobbiamo dar corso ai due piani. Ripeto, monitorando gli interessi pubblici. Cercando di accompagnarli con politiche per il reinsediamento abitativo, ma anche industriale, altro aspetto su cui stiamo cercando di lavorare. Dove è nato l'Energy Park ci sono attualmente 3000 lavoratori e se ne prevedono altrettanti al suo completamento, raggiungendo 6000 posti di lavoro.

Però non si conta un saldo effettivo di nuovi posti di lavoro per i vimercatesi.
E' vero. Fino ad ora le aziende, arrivate da fuori, hanno tendenzialmente impiegato personale già in nel loro organico. Anche se i dati appena usciti sul tasso di occupazione nel 2015 a Vimercate e nel Vimercatese sono confortanti. Penso tuttavia che sia uno spunto utile. Prima di tutto perché le aziende operano nel nostro territorio e quindi sono comunque un patrimonio importante di attività lavorative per oggi e per il futuro. Perché potranno divenire possibili ambiti di impiego anche per gli abitanti di Vimercate. Oppure, i lavoratori impiegati attualmente, vedendo accogliente il contesto di Vimercate, potrebbero scegliere di trasferirsi qui per avvicinarsi al loro lavoro.

Nel suo programma c'è anche un progetto per mantenere a Vimercate l'High-Tech?
In questo campo abbiamo assoluta necessità di avere un sostegno dagli enti superiori: dal governo e anche dalla regione. Il comune da solo ha poca forza. Può spingere per quanto gli è possibile all'approvazione del protocollo High-Tech che ha la finalità di creare una fiscalità agevolata e con questo favorire sia nuovi insediamenti che la permanenza delle aziende. A questo si aggiunge il prolungamento della metropolitana M2.

E per il distretto High-Tech?
Ha difficoltà di risorse. La mia intenzione è di poterlo rilanciare. E' uno strumento molto utile per raccordare le aziende all'università.
Quali politiche propone per le aree agricole, che pure a Vimercate sono la metà del territorio comunale?
Proprio ieri sera in consiglio comunale, abbiamo approvato un atto di indirizzo: ci porterà ad aver nei prossimi anni il 51% del territorio protetto e inserito nei parchi. Stiamo inoltre lavorando alla creazione di un unico ente parco. Per ora ci sono i tre parchi locali: Cavallera, Molgora e Rio Vallone. Il progetto PANE li sta per unificare in un unico ente. Il 30 aprile ci sarà un convegno a Palazzo Trotti. E' un progetto di territorio importante. Anche qui c'è una valenza sovra comunale e richiama Vimercate al ruolo di comune guida.

Pensiamo sia giusto alleggerire la governance con l'istituzione di un unico e più snello ente parco

Come pensa di proseguire il percorso?
Vogliamo continuare. Pensiamo sia giusto alleggerire la governance con l'istituzione di un unico e più snello ente parco.

Le minoranze però sono contrarie l'ampliamento dei confini del parco del Molgora?
Non tutte. Il Movimento Cinque Stelle si è astenuto. La motivazione è difficile da capire: sostengono che, siccome è difficile raggiungere l'obbiettivo del 51%, allora nel dubbio di non poterlo realizzare, è meglio lasciar per perdere. Sono motivazioni senza senso. Come anche quelle adottate per il piano dell'ex ospedale: siccome l'intervento è di grandi dimensioni, potrebbe essere oggetto di infiltrazioni mafiose. Per non correre questo rischio, è meglio non fare nulla. Sono tesi inconcepibili. Come si può pesare di governare con questi presupposti una città, senza avere il coraggio di assumersi le responsabilità? Stupisce molto la posizione sul parco. Avrebbero dovuto accogliere il progetto con mani alzate. Invece trovano una scusa inconsistente per astenersi. Come se volessero a tutti i costi trovare motivi e pretesti per presentarsi diversi e alternativi a noi. Forse non hanno argomenti sufficienti a cui aggrapparsi.

 

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Cascina Cavallera - Foto di Pino Timpani

 

Qui siamo nella sede del comitato elettorale che la sostiene?
Si. Qui si può trovare il materiale di tute le liste alleate. Non c'è quindi una collocazione specifica o partitica. Siamo nel centro di Vimercate. Questa posizione è a diretto contatto con la cittadinanza e maggiormente fruibile per chiunque voglia informarsi del mio programma e delle liste che mi sostengono. Chiunque può agevolmente accedere e maturare senza pressioni di sorta una sua scelta.

Nonostante ci sia stata la competizione delle primarie c'è ancora abbastanza entusiasmo?
Siamo stati per tutto il mandato amministrativo un gruppo compatto. La competizione delle primarie ha interrotto, è vero, il clima. Perché ovviamente è un momento di competizione e di confronto serrato. Però, subito dopo di è ripristinata la nostra compattezza e il nostro modello decisionale ha ripreso vigore.

Non ci sono stati strascichi e conflitti?
Direi di no. Ieri abbiamo presentato la lista Sinistra per Vimercate. C'è tanto entusiasmo. Le liste stanno proponendo la candidatura di nuove persone. Stiamo insieme formulando il programma amministrativo. Procede con un po' di lentezza. Ma proprio perché sta maturando in un processo democratico.

Che criterio avete usato?
Siamo partiti dagli obbiettivi iniziali e da quelli raggiunti. Agli obbiettivi non traguardati sono stati aggiunti i temi nuovi proposti dalla nostra comunità. Abbiamo creato un gruppo di lavoro formato da rappresentati di tutte le forze. E' un programma partecipato, con alla base la persona come elemento centrale dell'attenzione da parte dell'amministrazione. Si è pensato di strutturalo in tre parti: la città delle persone, la città della crescita e la città del futuro.

Dobbiamo essere noi dell'amministrazione ad andare periodicamente nei quartieri e relazionarci con gli abitanti direttamente

Pensate alle consulte come strumento di partecipazione?
Nella fase elettorale no. Perché sono un organo istituzionale e non di parte. Onestamente devo purtroppo ammette che lo strumento, come processo di partecipazione dei cittadini all'attività amministrativa, è in fase calante. Per diversi motivi. Perché, non disponendo di risorse, spesso è divenuto frustrante non poter risolvere problemi che pure si erano individuati. Insomma, con il tempo hanno cominciato a prevalere altre forme di partecipazione. E' più funzionale il contatto diretto. Vimercate non è un comune molto grande. Per queste le relazioni con gli amministratori si possono comunque tenere anche senza un soggetto intermediario. Le consulte sono degli strumenti in più, ma che però possono diventare ridondanti e perdere efficacia. La soluzione praticabile consiste in un ribaltamento di relazione: dobbiamo essere noi dell'amministrazione ad andare periodicamente nei quartieri e relazionarci con gli abitanti direttamente. Con un certa periodicità. I cittadini non devono in ogni caso sentirsi abbandonati.

 

 Speciale Elezioni Vimercate 2016

 

Gli autori di Vorrei
Pino Timpani

"Scrivere non ha niente a che vedere con significare, ma con misurare territori, cartografare contrade a venire." (Gilles Deleuze & Felix Guattari: Rizoma, Mille piani - 1980)
Pur essendo nato in Calabria, fui trapiantato a Monza nel 1968 e qui brianzolato nel corso di molti anni. Sono impegnato in politica e nell'associazionismo ambientalista brianzolo, presidente dell'Associazione per i Parchi del Vimercatese e dell' Associazione Culturale Vorrei. Ho lavorato dal 1979 fino al 2014 alla Delchi di Villasanta, industria manifatturiera fondata nel 1908 e acquistata dalla multinazionale Carrier nel 1984 (Orwell qui non c'entra nulla). Nell'adolescenza, in gioventù e poi nell'età adulta, sono stato appassionato cultore della letteratura di Italo Calvino e di James Ballard.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.