Sabato 24 alla Cgil di Monza Susanna Camusso inaugura la nuova scuola di politica promossa dall'associazione Aliesi. Ci parlano del progetto il segretario generale Maurizio Laini e il segretario Simone Pulici
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opo un anno di gestazione, il progetto di scuola di formazione politica proposto al territorio dalla Cgil Brianza prende corpo con la nascita formale dell'associazione Alisei. Composta da un comitato scientifico presieduto da Samuele Tieghi, Alisei si occupa della gestione completa della scuola, finalizzata alla formazione di giovani interessati e compresi nella fascia di età tra 18 e 35 anni. La frequenza alla scuola è gratuita, ma è tuttavia subordinata all'iscrizione all'associazione, con la quota di 20 euro. L'intervento di Susanna Camusso è previsto alle 10.45 di sabato 24 gennaio per l'inaugurazione ufficiale. Qui la locandina dell'evento.Maurizio Laini, da cosa nasce l'idea di creare una scuola di politica?
Nasce dalla constatazione di tre aspetti fondamentali: c'è una insoddisfacente qualità della politica in questo territorio; c'è un deserto di occasioni di formazione politica per i giovani; possiamo presumere che esista un interesse per la buona politica, ancorché in nicchie di giovani, che chiede di essere aiutato a capire.
La cattiva politica, purtroppo oggi molto diffusa, nasce dall'incompetenza totale
Perché il problema se lo pone la Cgil?
Il sindacato ha bisogno di buona politica. Lo vediamo quotidianamente nelle attività di relazioni sindacali con le istituzioni. Spesso ci si trova a interloquire con figure lacunose e con manifesta impreparazione. Da parte nostra tendiamo, pur con tutti i limiti che abbiamo, a dare risposte ai problemi che diventano sempre più complessi. Ci impegnano in ricerche, anche con carattere scientifico, ma poi nella relazione con la politica tutto questo lavoro viene svilito da una interlocuzione grossolana e sbrigativa. Perché in generale la politica è concentrata alle lotte interne di potere, più che alla ricerca delle soluzioni da dare ai problemi. La cattiva politica, purtroppo oggi molto diffusa, nasce dall'incompetenza totale: dal trascurare la cognizione della storia al non conoscere i concetti fondanti della esistenza stessa della politica.
Il riferimento è verso alcuni parlamentari e ministri degli ultimi governi?
Non solo, ma anche se non a sindaci, a consiglieri comunali. Insieme alla scarsità di cultura politica, in questi anni si sono progressivamente affievolite le motivazioni, i riferimenti valoriali e il senso stesso della politica. Non a caso, nel primo modulo proposto nella scuola di formazione politica, ci siamo ritrovati la discussione e la ricerca di riattribuzione di senso alle parole sinistra e destra. Oggi è consuetudine assistere a discussioni in cui i rappresentanti politici hanno perso in modo evidente l'attribuzione del senso. Si discutono gli argomenti, spesso senza nemmeno conoscerli, sulla base di configurazioni preconcette di schieramento. Così a volte si confondono i ruoli di chi dovrebbe essere di sinistra e viceversa di destra sulla base del posizionamento ideale. Perché il confronto è viziato da una contrapposizione fittizia, di concorrenza e contrapposizione fine a se stessa.
Simone Pulici, Samuele Tieghi e Maurizio Laini - Conferenza stampa presso Cgil di Monza e Brianza
Cos'è la buona politica per la Cgil?
Abbiamo bisogno di buoni amministratori. C'è da rimontare il sistema della corruzione, della legalità e delle competenze della politica. Noi riteniamo che la cultura, l’istruzione, la conoscenza e la consapevolezza siano condizioni necessarie per l’agire politico delle persone. Condizioni che diventano indispensabili nel momento in cui si ha l’ambizione di rappresentare un pensiero collettivo, dentro un partito, un movimento, un’associazione, un’organizzazione sociale o un ente locale.
Cosa propone la scuola?
Un itinerario caratterizzato da un’impostazione laica, esplicitamente pluralista, fondato su una tavola di valori condivisi, dall’antifascismo alla solidarietà, dall’uguaglianza alla partecipazione, dalla pace alla tutela ambientale, dal lavoro all’equità. Una formazione su temi larghi e trasversali: il valore della politica, il senso; le responsabilità della politica, l’etica; la storia della politica nel nostro paese e l’esperienza dalla resistenza a oggi; le teorie fondamentali della politica e dell’agire politico; i contenuti valoriali dell’attualità politica. Vogliamo cimentarci in questa che riteniamo essere una missione.
L'intenzione è di costruire nel tempo un gruppo di opinion leader territoriale sui temi di carattere politico, magari la classe dirigente del futuro
E questo la fa la Cgil?
Non lo fa la Cgil direttamente. Abbiamo costituito una associazione, Alisei che ha un suo comitato direttivo e tecnico-scientifico. E' dichiaratamente estranea a strumentalità di schieramento o di partito. L'intenzione è di costruire nel tempo un gruppo di opinion leader territoriale sui temi di carattere politico, magari la classe dirigente del futuro. I giovani che costituiscono il gruppo di docenti è composto essenzialmente da persone libere, all'interno del centrosinistra. Non sono legate direttamente alla dimensione dei partiti, intesa come programmi e opzioni di finalizzazione alla costruzione di opinioni su temi di attualità politica. C'è l'attenzione alla costruzione del profilo della buona politica. Poi saranno loro a decidere i percorsi da intraprendere a questo scopo. Ci interessa solo che siano attrezzati.
Inizialmente però avevate tentato un coinvolgimento più ampio di altri soggetti territoriali. Perché non si è realizzato?
Si. Onestamente devo ammettere che abbiamo fatto questo tentativo. Il progetto iniziale era molto più ambizioso. Ma poi purtroppo abbiamo perso più di un anno per varie vicende nostre. Anche non siamo riusciti a trovare un percorso comune con il mondo cattolico. Peraltro l'unico soggetto che possiede già una scuola di formazione è la curia di Milano, che offre corsi attivi anche a Monza. Abbiamo tentato, interloquendo con diversi soggetti dalla Cisl alle Acli. Le risposte sono state cortesi. Ma abbiamo dovuto prendere atto che sul terreno della formazione e in particolare di quella politica, la diocesi di Milano ritiene che il mondo cattolico deve stare da solo. A questo punto, dopo che il progetto è stato fermo a lungo, la realizzazione si è fatta più stringete e siamo stati costretti ad accelerare. Senza la partecipazione di quel pezzo importante avremmo corso il rischio di creare una scuola frontista. Così abbiamo scelto di dar vita a una creatura completamente autonoma e staccata dalla Cgil.
Però la scuola ha sede presso la Cgil. Non corre così il rischio di essere etichettata come scuola di parte?
Mi rendo conto che è difficile fugare, specie nella situazione attuale, il sospetto che ci siano interessi diretti. La Cgil non è un'organizzazione politica. Per questo non è finalizzata a occupare il posto della politica. Come ho detto prima, avvertiamo la mancanza di un humus culturale nella società, di una base in cui si possano sviluppare dinamiche in grado di stimolare la formazione e la partecipazione di figure culturalmente attrezzate. Una volta esistevano le scuole di partito. Oggi quel che rimane di esse ha come finalità, non già la formazione del bagaglio culturale, ma piuttosto la specializzazione su singoli e specifici argomenti. Siamo in presenza di un impoverimento complessivo, in cui sono venute progressivamente meno le funzioni e la ricchezza costituite dal vivere sociale. Il nostro è un tentativo di seminare e ricreare nel territorio un tessuto culturale e sociale. Chi frequenterà la scuola potrà scegliere il suo percorso, aderire direttamente o meno a partiti e progetti nell'ambito della politica. Quel che conta è fornire la possibilità, per quanto ci è possibile, mettendo gratuitamente a disposizione le nostre strutture a chi è interessato e incline alla passione per la politica, di potersi attrezzare adeguatamente. Proviamo a seminare.
Allegoria degli Effetti del Buon Governo in Città (1338-1339) - Ambrogio Lorenzetti - Sala dei Nove, Palazzo Pubblico, Siena
Come funziona la scuola di formazione politica Alisei
Sarà la scuola di formazione politica offerta al territorio, con un percorso di formazione politica di qualità e rigorosamente strutturato
Simone Pulici, il progetto quindi riparte con l'associazione Alisei. Non è un poco ridimensionato?
Partiamo indubbiamente da un punto diverso. L'intenzione iniziale di coinvolgimento delle associazioni del territorio non ha funzionato come speravamo. Con Alisei si parte da un campo diverso. Può essere che si arrivi allo stesso obbiettivo. La nostra intenzione è comunque che non sia la scuola della Cgil o la scuola di un micro cosmo. Sarà la scuola di formazione politica offerta al territorio, con un percorso di formazione politica di qualità e rigorosamente strutturato. Sarà ricco di culture politiche diverse. Perché la platea sarà sicuramente composta da culture politiche di provenienza variegata. Finito il corso i partecipanti potranno decidere in futuro se impegnarsi direttamente in politica o utilizzare l'apprendimento come arricchimento di cultura personale e altro. Quantomeno la scuola sarà in grado di fornire ai giovani gli strumenti per interpretare meglio quanto succede nel territorio.
In Brianza sta per iniziare in contemporanea anche una scuola proposta ad Arcore da Raffaele Mantegazza (ne abbiamo trattato qui). Non pensate di relazionarvi ed entrare in sinergia con essa?
Ci siamo incontrati con Mantegazza e siamo in contatto con lui proprio per valutare queste cose. Per il momento, avendo constato alcune differenze di impostazione, pensiamo sia utile tornare a relazionarci in futuro. La differenza sostanziale con la scuola di Mantegazza è che la nostra è collettiva e partecipativa. Infatti abbiamo costituito per prima cosa un collettivo docenti composto da giovani. Quasi tutti sotto i 30 anni. Anche qui abbiamo rilevato, con una certa sorpresa, la presenza nel territorio di eccellenze giovanili, che andrebbero valorizzate e che invece in genere restano misconosciute. La visone progettuale è maturata a partire dalla costituzione di questo collettivo, che ha di conseguenza definito il programma e la metodologia. E' il programma del primo anno.
Pensate a una scuola pluriennale?
Si. Partiamo nel 2015 con un percorso che ancora ha un carattere sperimentale e pionieristico. Ma poi contiamo di acquisire una maturazione sufficiente a replicare negli anni successivi per altri giovani e perfezionare i corsi, con evoluzioni anche a livelli più avanzati.
Un visitatore del Museo Banhof di Berlino sosta al centro dell'installazione "Cinque minuti"
Che strumentazione ha il progetto didattico?
C'è un'aula, messa a disposizione dalla Cgil, insieme a tutte le infrastrutture fisiche e mediatiche. Poi c'è l'infrastruttura immateriale del sito web, che è uno strumento importante non solo come vetrina della scuola, ma anche come strumento interattivo, del tutto simile alle funzioni dei siti universitari, con area riservata alle finalità didattiche. All'interno sarà ospitato anche un blog e si potrà accedere a tutta una serie di funzioni, compresa la fruizione di lezioni videoregistrate, l'accesso alla bibliografia e altro ancora.
Tutte le lezioni sono costruite in questo modo: lezione frontale e laboratorio. Al termine di ogni modulo ci sarà una lezione magistrale e si terrà al sabato mattina
Quali sono le modalità di frequenza?
La scuola è organizzata in cinque moduli. Le lezioni si terranno il giovedì dalle 18 alle 21. Ogni lezione si divide in due tempi: un'ora e un quarto di lezione frontale, con un docente, poi una pausa e la successiva seconda parte di un'ora e mezza di laboratorio. Il tema che viene affrontato nella lezione frontale viene poi sperimentato nel lavoro di laboratorio, consistente in una attività variabile a secondo dei temi trattati. La prima lezione per esempio sul tema Cos'è la Destra? Cos'è la Sinistra? Si svolgerà con questo schema: la lezione frontale, probabilmente tenuta da Giorgio Galli, poi seguirà il laboratorio tenuto dal comitato scientifico che prevede la divisione in gruppi: un gruppo dovrà scrivere un discorso di destra e l'altro un discorso si sinistra. Potrebbe sembrare un gioco banale, ma non lo è affatto. Perché qui si possono misurare idee radicate sui concetti valoriali. Tutte le lezioni sono costruite in questo modo: lezione frontale e laboratorio. Al termine di ogni modulo ci sarà una lezione magistrale e si terrà il sabato mattina aperta al pubblico.
Invece alle altre lezioni il pubblico non può assistere?
No. Perché il corso deve contemplare l'integrità funzionale della classe, finalizzato all'apprendimento degli alunni iscritti. Quindi vanno evitate fonti di possibile disturbo alle attività di studio. Però abbiamo predisposto in uno spazio vicino, aperto a chiunque è interessato, uno schermo in cui si riproduce in video streaming la lezione.
Le lezioni magistrali da chi saranno tenute?
Queste, come dicevo, sono aperte al pubblico e saranno orientativamente una al mese, in corrispondenze di ogni modulo. Per il momento non abbiamo definito con precisione la partecipazione completa, perché aspettiamo ancora alcune conferme definitive.
Alcuni nomi si possono fare?
Probabilmente ci sarà Luciana Castellina. Il modulo sulla rappresentanza lo chiuderà Emanuele Macaluso, quello sull'economia probabilmente Gad Lerner e ci sarà anche il magistrato Francesco Greco.
Il pubblico potrà interagire alle lezioni magistrali?
La lezione magistrale è in sostanza l'apporto gratuito di maestri della politica, di una loro testimonianza personale sul tema proposto dalle varie lezioni. Non si tratta di un dibattito pubblico. Per questa ragione è previsto al massimo la formulazione di alcune domande pertinenti dei ragazzi iscritti alla scuola.
Il sito di Alisei: www.alisei.tv/