2020 06 01 biblioquarantena

Intervista a Federica Perelli, assessore alla cultura e all'istruzione del Comune di Seregno 

 


Fra le tante cose davvero essenziali alle quali abbiamo dovuto rinunciare durante la quarantena, la possibilità di frequentare le biblioteche non è stata per molti di noi una delle meno sofferte: esaurite le risorse degli scaffali domestici, mentre anche le librerie restavano chiuse, il non poter ricorrere al prestito bibliotecario in un momento in cui il bisogno di cercare nei libri il conforto della conoscenza, del pensiero, della fantasia, della poesia, era ancor più forte del solito, ha rappresentato una non trascurabile privazione. Così la riapertura, seppur parziale e limitata al servizio di prestito, oltre che condizionata alle misure di sicurezza sanitaria, è stata accolta con un sospiro di sollievo dagli utenti più assidui. D'altra parte, alcune biblioteche hanno cercato di tenere in qualche modo compagnia al loro pubblico nei mesi in cui le loro porte gli rimanevano chiuse, utilizzando le pagine facebook o le dirette streaming per far arrivare nelle case qualche segnale di continuità della loro presenza.

 

alcune biblioteche hanno cercato di tenere in qualche modo compagnia al loro pubblico nei mesi in cui le loro porte gli rimanevano chiuse

In questo direi che si è distinta la biblioteca “Ettore Pozzoli” di Seregno, grazie all'impegno dell'assessore alla Cultura Federica Perelli, che, animata dalla sua passione per la biblioteca, alla quale è legata per formazione ed esperienza professionale, ha garantito personalmente ai più piccoli la lettura quotidiana di una fiaba, registrata nelle belle sale della Ettore Pozzoli.

Anche per questo, ho voluto incontrarla per parlare con lei di come è stato e come viene vissuto dai responsabili di questo fondamentale servizio ai cittadini questo strano, eccezionale momento di sospensione. Questa la nostra chiacchierata:

Comincerei dal chiederle innanzitutto quale ruolo assegna l'assessore Federica Perelli alla biblioteca civica.

Al di là della sua funzione più classica, di luogo conservazione dei testi e di prestito dei volumi e del materiale multimediale, io considero a tutti gli effetti la biblioteca come un presidio culturale, un luogo simbolicamente importante per le persone che vogliano sentirlo come  luogo deputato all'incontro, al confronto: non solo gli studenti che utilizzano gli spazi per lo studio, ma anche coloro che in emeroteca leggono il giornale e che, stimolati in maniera costruttiva dal contesto, possono sviluppare incontri, relazioni che identifichino questo come luogo di aggregazione sociale. Al di là di questo ruolo istituzionale, intendo la biblioteca anche come contesto in cui proporre attività culturali, attività delle più diverse: incontri con gli autori, mostre di fotografia o di pittura; abbiamo anche proposto a degli artisti di utilizzare gli ambienti della biblioteca per delle installazioni a tema musicale, invitando i giovani a partecipare al lancio del Concorso Pozzoli durante un'apertura straordinaria, così come abbiamo presentato il libro di De Ponti sull'opera omnia dei Queen con l'accompagnamento di un gruppo musicale che suonava dal vivo: queste contaminazioni danno un grande valore aggiunto al messaggio culturale, sono dirompenti, perchè riescono a parlare a più pubblici, contaminano gli ambienti, e diventano attrattive anche per quelle persone che vedono nella biblioteca un luogo un po' stantìo, di cui hanno un certo timore reverenziale. Io vorrei spezzare quest'aura un po' sacrale che connota gli ambienti della biblioteca, per riuscire ad attrarre quel pubblico che la biblioteca non la conosce: non voglio rivolgermi solo alle persone che a questo luogo attribuiscono già un grandissimo valore.

 

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Federica Perelli con Enrico Porro, direttore della Biblioteca Civica “Ettore Pozzoli"

 

 Vorrei parlare in particolare a quella fascia di pubblico più difficile da raggiungere, quella tra la scuola secondaria di primo grado e l'università: è quella, secondo me, la fascia più difficile da catalizzare, perchè, mentre nelle età precedenti i ragazzi vengono a cercare i libri indicati dagli insegnanti e gli universitari cercano testi in autonomia, i ragazzi delle superiori si limitano ad utilizzare gli spazi della biblioteca, li colonizzano, mi si passi il termine, visto che dei servizi più pregnanti fanno invece a meno.

Un'espansione del ruolo della biblioteca che avrà avuto una battuta d'arresto inevitabile, no?

Ho cercato di lavorare su questo percorso anche nel periodo covid, quando la biblioteca era chiusa, continuando a proporre il valore di questo luogo e volendo proprio da qui lanciare dei messaggi. E' incominciato un po' per gioco: volevo che i bambini non si sentissero smarriti in un momento in cui non andavano più a scuola, e immaginavo per loro un appuntamento, una routine che li legasse a una quotidianità che un pochino avevano perso, col valore aggiunto della presenza accanto a loro dei genitori che avrebbero potuto accompagnarli nell'ascolto della lettura in modalità virtuale. Così, in maniera molto semplice, che si è però rivelata efficace, abbiamo registrato giorno per giorno sessantasei storie, scelte fra quelle che sarebbero potute piacere un po' a tutti, storie di animali, di principi e principesse, i motivi che l'infanzia riconosce di più: le ho lette io stessa, felice di potermi aggirare, unica ospite privilegiata, in queste sale allora deserte ma stranamente rumorose, piene di scricchiolii, comunque vive. Una bella esperienza per me, ma anche una scelta che ci ha dato ragione, abbiamo avuto molte visualizzazioni sulla pagina Facebook della biblioteca.

Federica Perelli legge "Un punto per i Bradipi" di Helen Lester

Sempre in linea con questa idea, abbiamo deciso di non abbandonare l'iniziativa che avevamo iniziato proprio qui a febbraio con la rassegna “Pagine e parole”, una serie di incontri con autori che avevamo già fissato, ma che purtroppo abbiamo dovuto interrompere dopo il primo; a un certo punto però ho detto no: abbiamo la rete, abbiamo gli utenti che ci ascoltano, abbiamo la possibilità di entrare in biblioteca, riprendiamo! Così, il giorno prima della riapertura parziale, abbiamo registrato questo incontro con Roberto Ritondale, redattore dell'ANSA e seregnese d'adozione, che ha pubblicato un romanzo molto, molto interessante che si intitola “La città senza rughe

PAGINE E PAROLE - Roberto Ritondale presenta "La Città senza Rughe"

E' un romanzo che sembra precorrere l'attualità: dedicato ai giovani, parla di una società in cui gli anziani, col loro carico di memoria e di storicità, sono abbandonati, mentre prevalgono la giovinezza e la bellezza esteriore.

Abbiamo utilizzato lo strumento dell'incontro, della chiacchierata, per sviluppare questi e altri temi proposti dal romanzo e per ricordare che la biblioteca c'è, è ancora viva e ritornerà appena possibile, per non interrompere questo filo con gli utenti che io ritengo importantissimo.

Che ne è invece dell'altra iniziativa di questo nuovo corso da lei  avviato, che era appena iniziata prima della quarantena, ovvero il gruppo di lettura?

Quella del gruppo di lettura è un'altra proposta che mi ha fatto veramente felice, perchè ha avuto fin da subito una grossissima adesione, una quarantina di persone, che poi si sono compattate in un gruppo più ristretto, ma sempre notevole per questo tipo di esperienze: venti-trenta persone sono davvero tante per un gruppo di lettura, io ne ho condotti alcuni in una precedente vita professionale, e li trovo veramente arricchenti, hanno la capacità di far parlare le persone intorno a temi importanti, facendo loro scoprire chicche letterarie,generi che non conoscevano, e nel contempo creando incontri e relazioni; tanto che, ho saputo, alcuni si ritrovano poi autonomamente, creando dei sottogruppi di approfondimento ulteriore, che uniscono amicizia e passioni condivise, a partire dall'amore per la letteratura. Durante la chiusura, so che il gruppo ha realizzato almeno un incontro in videoconferenza, si sono collegati in streaming e hanno chiacchierato on line.

Chi conduce il gruppo? e con quali modalità?

Le bibliotecarie sono le moderatrici: la loro è una conduzione molto soft, volta a tenere il filo degli interventi, senza voler imporre una visione rispetto ad altre; si danno alcuni spunti, si raccolgono alcune critiche un po' più celebri, un po' più di spessore, per guidare il lettore, ma poi il dibattito è molto libero.

 

2020 06 01 biblioteca percorso

 

Adesso, dopo più di due mesi di chiusura totale, la biblioteca è aperta, sebbene con le limitazioni imposte dall'emergenza sanitaria.  Si tratta di regolamentazione autonoma o di indicazioni governative? E come si giustifica la misura più criticata, ovvero la quarantena dei  libri?

Si tratta di indicazioni governative che sono state assunte dal sistema Brianza Biblioteche: c'è un protocollo a cui tutte le biblioteche si attengono, a garanzia degli utenti, degli operatori, e, in seconda battuta, anche di chi fa il servizio di trasporto da una biblioteca all'altra; anche se c'è da dire che momentaneamente il prestito interbibliotecario è sospeso, per evitare problemi di contaminazione più importanti. La quarantena dei libri è una misura precauzionale che garantisce all'utente l'azzeramento della carica batterica dei volumi: dopo la restituzione, i libri si lasciano per due settimane su un tavolo in uno spazio separato, per poi rientrare nella filiera del prestito. Noi siamo fortunati, perché la biblioteca è molto grande e quindi abbiamo tutto lo spazio necessario, anche per garantire percorsi separati per l'entrata e l'uscita.

 

In questa fase, i bibliotecari assumono ancor più del solito il ruolo di consiglieri dei lettori.

Le procedure di sicurezza sono garantite al cento per cento: gli utenti prenotano i libri che desiderano avere in prestito e li ritirano su appuntamento. Così si limita il tempo di permanenza nei locali. In questa fase, i bibliotecari assumono ancor più del solito il ruolo di consiglieri dei lettori: mentre normalmente questi sono abituati a curiosare fra gli scaffali, a farsi attrarre dalla copertina, dal titolo, oggi che questo non è più possibile, il bibliotecario si fa interprete delle loro domande generiche, selezionando e scegliendo per loro. Come d'altronde accade in alcune biblioteche in periodi speciali, quando si preparano per il lettore dei pacchetti “a sorpresa”, segnalandone il contenuto con piccole sinossi o cenni che possano incuriosirlo, così da dargli la possibilità di scoprire qualcosa di nuovo rispetto alle sue scelte abituali. Un segno d'attenzione in più.

 

2020 06 01 biblioteca ingresso

 

Insomma, si può dire che nonostante tutto il prestito è ripartito?

Possiamo guardare i numeri, abbiamo fatto proprio oggi le somme: tutti i prestiti sono stati prolungati fino al 21 giugno, ma abbiamo già avuto nei primi otto giorni circa 2000 resi, 1000 sono stati i prestiti su prenotazione. La riattivazione del servizio è stata molto curata dai bibliotecari, che hanno inviato circa 600 messaggi agli utenti per chiedere se erano ancora interessati alle prenotazioni effettuate prima della chiusura. Tante le richieste degli anziani, mentre gli studenti, confermando quel che dicevo, attendono di poter riutilizzare gli spazi, il servizio di wifi, la possibilità di ritrovarsi. Noi siamo stati fra i primi a riaprire, già dal 19 maggio, ma, mentre le biblioteche milanesi hanno già riattivato tutti i servizi il 26, molte sono ancora aperte solo per gli operatori. Attendiamo di poter riaccogliere anche i bambini, con i nuovi arredi che nel frattempo sono arrivati, e riprenderemo gli incontri con gli autori on line, finchè non sarà possibile ritrovarli insieme al pubblico.

A presto, allora, e grazie, di tutto.

 

Gli autori di Vorrei
Carmela Tandurella
Carmela Tandurella

Se scrivere è “scegliere quanto di più caro c'è nel nostro animo”, ecco perchè scrivo prevalentemente di letteratura. Storia, filosofia, psicologia, antropologia, tutte le discipline che dovrebbero farci comprendere qualcosa in più della nostra umanità, mi sono altrettanto care, ma gli studi classici, la laurea in filosofia, anni di insegnamento e una vita di letture appassionate mi hanno convinto che è nelle pagine degli scrittori che essa si riflette meglio. Il bisogno di condividere quello che ho letto e appreso, che prima riversavo nell'insegnamento, mi ha spinto ad impegnarmi prima con ArciLettore, poi, dal 2013, con Vorrei, del cui direttivo faccio parte. Da qualche anno sono impegnata anche nella collaborazione alle pubblicazioni e alle iniziative del Comitato Antifascista di Seregno e del Circolo Culturale Seregn de la memoria, di cui sono attualmente vicepresidente.Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.