20120317-scrivere

Un bilancio finale della nostra ricognizione sugli autori attivi sul territorio.
E in arrivo anche una sorpresa


L'

intento iniziale di Scrivere in Brianza era quello di ascoltare la voce di chi racconta questa provincia neonata e già con una spada di Damocle penzolante sulla testa. Volevamo interrogarla, stuzzicarla, farla cantare e parlare, scoprire magari il non detto e anche lasciarla ripetere ed espandere, in modo che idee e pensieri potessero raggiungere canali e persone che ancora non li avessero sentiti, probabilmente perché non aiutate dai megafoni editoriali. E in un momento storico in cui la cultura è vista raramente come fonte d'ispirazione e portatrice di soluzioni, noi volevamo sentire proprio gli scrittori, quelli che si solito ci si immagina come dei perenni sognatori, poiché per mestiere devono inventare, magari perché avevano una visione più veritiera e non soltanto tecnica delle cose.

altQuesta ricognizione non è stata affatto facile ed è lungi dall'essere completa. Moltissimi non abbiamo raggiunto per evidenti problemi di tempo o casuali intoppi di disponibilità; altri perché ormai tropo lontani, e altri ancora perché, ahinoi, non ci si conosceva (ma contiamo di ritrovarvi e ascoltarvi).

Sicuramente non abbiamo ascoltato tutti, ma abbiamo ascoltato profondamente tutti quelli che abbiamo incontrato, facendo che le loro parole ed esperienze diventassero nostre e che i loro sogni diventassero un po' anche i nostri. Abbiamo condiviso le speranze di chi si trasferisce dall'altra parte dell'emisfero a qui, e ancora non sa se sentirsi o meno italiano; abbiamo provato la baldonzosità dei primi romanzieri che sperimentano e attraggono con le loro novità, le gioie di chi lavora con i bambini e le capacità di chi sa imporre il proprio progetto culturale. Qualcuno ha usato parole poetiche per esprimersi, qualcun altro ha rispolverato la storia e le origini di questa terra, mentre altri ci hanno portato nei drammi reali e nella cronaca di ogni giorno.

Naturalmente, c'è anche un altro lato della medaglia. Oltre la durezza di storie private, testimoni della ferrea volontà di chi le ha vissute, ci sono quelli che si sono scontrati con le difficoltà e i buchi del sistema sociale, per esempio, e chi ha raccontato qualcosa di personale. Ma anche chi non riesce a non prendere tutto, anche la precarietà, con ironia. Chi lotta per la scrittura e cerca la forza del mare, chi resiste e chi mette sempre la passione al primo posto.

Dopo che è passato un certo tempo dall'ultima intervista e sembra che ormai le acque si siano chetate in questa rubrica, era giunto il tempo per questo pezzo che assomiglia a "Ma il cielo è sempre più blu" di Rino Gaetano. Come Rino non ha messo un punto finale alle sue esacerbazioni, con altro spirito, noi vi salutiamo. Certi che ci saranno altri mille e uno penne che non abbiamo scovato e tante altre cose ancora che i nostri avrebbero potuto dire - e sappiamo che diranno. Per il momento sappiamo che Scrivere in Brianza è un mestiere duro, incerto, ricco e mutevole, che non si lega al momento né all'origine, che non si arrende e si espande in ogni direzione lo stimoli, dal formato web al fantasy al lirismo alla cronaca. E sappiamo che riflettere, scrivere e pensare, non significa stare sulle nuvole e dimenticare il quotidiano, anzi significa fare proposte, cercare spiegazioni e ispirare le soluzioni.

Intanto queste spore raccolte e lanciate nell'etere, nel frattempo, ci auguriamo abbiano attecchito, e chissà cosa succederà poi. Se verba volant, facciamole volare, diamo le ali alla terra in cui camminiamo con le parole in cui crediamo; e per lo scripta manent, invitiamo tutti a leggere, di più e meglio; e anche ad attendere ancora un po', perché noi di Vorrei ci riserviamo delle soprese future.

 

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Azzurra Scattarella
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