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Domenico Guerriero, delegato alle politiche del territorio provinciale Area Vasta di Monza e Brianza, ci parla della variante al Ptcp, avviata dall'amministrazione presieduta da Gigi Ponti

 

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vevamo più volte scritto e seguito le fasi di adozione e approvazione del primo Ptcp (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) della provincia di Monza e Brianza. Piano che ha accompagnato la gestazione della prima e ultima amministrazione provinciale, partita nel 2009 con la guida del presidente Dario Allevi. Si trattava di uno strumento importante per la Brianza. Perché per la prima volta veniva redatto un piano territoriale in autonomia da Milano, accogliendo una serie di particolari approfondimenti delle caratteristiche della Brianza e il risultato di un sondaggio realizzato da Renato Mannheimer su mandato della provincia.

Partito inizialmente con difficoltà, a causa di vicende giudiziarie che avevano coinvolgo alcuni assessori della giunta Allevi, il piano è divenuto in una seconda fase un valore per tutto il Consiglio Provinciale, generando un interesse biparisan tra i principali partiti Pdl, Lega e Pd, indipendentemente dal ruolo di maggioranza o di minoranza. Salvare quanto più possibile terreno agricolo nella provincia più urbanizzata Italia. Questa era la finalità politica dichiarata da tutti. Alla fine, superate alcune difficoltà, è stato approvato per la prima volta un piano sufficientemente efficace al contenimento del consumo si suolo.

La conferma della sua utilità è stata la pioggia di oltre 100 ricorsi al Tar con cui è stato attaccato appena approvato. Ricorsi presentati in gran parte dagli interessi edificatori, lesi dalla drastica riduzione dei permessi a costruire e quasi tutti respinti dal Tar. Durante questa fase si è creata una singolare sintonia di azione tra l'assessore in carica Cristiano Crippa del Pdl e il consigliere del Pd Domenico Guerriero, poi è divenuto di fatto il neo assessore al territorio. Carica modificata in deleghe consiliari dopo le riforme per l'eliminazione delle province.

Lo scorso anno avevamo intervistato qui il neo presidente Gigi Ponti. Ora abbiamo realizzato una approfondita intervista al suo delegato per il territorio dell'Area Vasta di Monza e Brianza. Temi dell'intervista sono la variante al Ptcp appena avviata, le politiche ambientali e la gestione dei parchi provinciali.

 

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Presentazione della mostra "Lavoratori del cibo"  -  Villa Camperio, Villasanta - Foto di Pino Timpani

 

Domenico Guerriero, perché avete avviato la procedura di variante del Ptcp?
Dopo due anni vogliamo fare il punto della situazione. Vogliamo capire quali sono state le criticità. Quali sono gli sforzi ulteriori da fare per raggiungere al meglio gli obbiettivi che il piano si è dato.

Ci sono degli errori dell'amministrazione precedente da correggere?
No. Vogliamo semplicemente migliorare il piano. Per farlo intendiamo agire su due principali fronti. Il primo si esprime con la parola semplificazione. Consiste nel tentare di semplificare, per quanto è possibile, il sistema procedurale e l'iter burocratico. In un secondo fronte vorremmo provare a rendere il piano più dinamico. Migliorarlo. Non solo dal punto di vista della semplificazione, ma anche della difesa delle tutele. Provare a rendere le normative delle tutele più forti, più cogenti e più facili da applicare.

Di che tipo tipo di tutele si tratta?
Per un verso si tratta di varianti che possono rientrare in una determinata semplificazione. Per esempio eventuali aumenti delle superfici da tutelare, richieste dei comuni in forme di ampliamento dei parchi sovra locali (Plis). Oppure tutele per aree specifiche non previste dal piano vigente. Cercheremo di renderle possibili, introducendo una semplificazione di natura burocratica.

Contiamo di aumentarne la forza nelle aree che abbiamo individuato con gli Ambiti Agricoli Strategici, con la Rete Ecologica e con altri strumenti di tutela

In cosa consiste esattamente la semplificazione?
I nostri Ambiti di Interesse Provinciale, che applicano una tutela ben precisa, verranno riclassificati in modo tale che per piccole entità, che sono ancora da quantificare e definire, non sarà necessario stipulare nuove convenzioni tra i comuni e l'ente provinciale. In questo modo pensiamo di abbattere notevolmente i tempi per mettere a tutela queste particolari aree. Perché così sarà possibile evitare l'attuale iter procedurale previsto in alcuni mesi.

Intendete intervenire anche sulle tutele e nei vincoli?
Si. Contiamo di aumentarne la forza nelle aree che abbiamo individuato con gli Ambiti Agricoli Strategici, con la Rete Ecologica e con altri strumenti di tutela. Vogliamo dare un senso funzionale alla struttura delle tutele e ai vincoli introdotti. Farli diventare più efficaci.

In che modo?
Attraverso una strategia di difesa attiva. Cominceremo a chiedere ai comuni quali sono le loro intenzioni concrete. Quali sono i possibili progetti che possono maturare sulle aree proposte come Ambiti Agricoli Strategici.

Cioè utilizzarli e farci agricoltura per davvero?
Certamente. La finalità è questa. Possiamo arrivarci attraverso un lavoro di stretta collaborazione con i comuni. Questa meta la vogliamo inserire formalmente nel Ptcp come obbiettivo programmatico, contestualmente al varo del progetto che chiamiamo super Plis o parco provinciale. Quindi: da un lato semplificazione e dall'altro dinamicità delle tutele. Questi sono i concetti alla base della variante in cui stiamo lavorando.

 

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Campagna Brianzola 2014 - Foto di Ulisse Tiberini

 

Ci sono a disposizione risorse per l'agricoltura i Brianza?
Con la nuova disposizione delle attribuzioni, le province non si occupano più di agricoltura. I fondi sono stati tutti azzerati e i compiti ripresi in capo dalla regione. Però va detto che la regione sta mettendo a punto delle politiche proprio in campo agricolo. A breve metterà a disposizione fondi tramite l'accesso a bandi. Per questo dobbiamo tenerci pronti e prevedere di partecipare al momento opportuno, insieme ai comuni, ai bandi che verranno proposti.

Quanta ricaduta hanno i temi ambientali nella popolazione di Monza e Brianza?
C'è molta aspettativa. Almeno dal mio punto di vista. La percezione ambientalista è notevolmente aumentata. Anche in questo territorio. Il livello di benessere e della qualità della vita viene misurato quotidianamente dai cittadini in base ad alcuni dati. Per esempio quanti chilometri di piste ciclabili ci sono a disposizione. Oppure se esiste la possibilità di potere usufruire di un parco vicino o anche se è possibile vedere la linea dell'orizzonte in spazi aperti. Misure che fanno parte da tempo della nostra percezione. Penso che questo sentire sia ormai maggioritario anche nella nostra provincia. La più urbanizzata d'Italia.

Anche le amministrazioni hanno cambiato il loro modo di operare. Sono più prudenti nel fare operazioni urbanistiche

E' il sentire anche delle amministrazioni comunali?
Devo dire si si. Anche le amministrazioni hanno cambiato il loro modo di operare. Sono più prudenti nel fare operazioni urbanistiche. Noi ci scontriamo quotidianamente con due ordini di problemi di carattere urbanistico: le convenzioni firmate dai comuni negli anni precedenti, di cui magari hanno già incassato gli oneri di urbanizzazione e con questo hanno problemi oggettivi di vincoli e poi la presenza di numerose richieste di ampliamenti produttivi.

I ricorsi fatti al Ptcp, quasi tutti dai comuni sono di questa natura?
Non solo. Però, si: la maggior parte riguarda insediamenti produttivi. Nel merito ci sono tanti casi diversi tra loro e anche alcuni casi di ampliamenti. Comunque spesso gli insediamenti insistono su aree a destinazione agricola. Per questo abbiamo avuto un approccio di resistenza senza cedimento. I ricorsi sono stati tutti vinti dall'amministrazione. Tranne uno di Roncello a cui abbiamo fatto ricorso al Consiglio di Stato.

Anche le controparti, pur avendo perso al Tar, hanno presentato una serie di ricorsi al Consiglio di Stato. Come pensate di affrontarli?
Ci dovrebbero essere i pronunciamenti entro la fine dell'anno. Pensiamo, solo in alcuni casi particolari, ci potrebbero essere dei margini di trattativa. Ma solo se l'insediamento, che insiste sulla Rete Ecologica Regionale o Ambiti Agricoli Strategici, si limita a pochi metri e comunque prevede un'area corrispondente di compensazione ambientale o agricola. Un bilanciamento ambientale che vorremmo introdurre nella variante. In ogni caso sarebbe possibile solo per ampliamento e non rilocalizzazione e solo se gli ampliamenti produttivi dimostrano di portare più sviluppo o non possono altrimenti collocarsi e, fatto salvo le linee del Ptcp come accennavo prima, portano a saldo zero di consumo di suolo. Un saldo che deve essere non solo quantitativo, ci teniamo molto, ma anche qualitativo ambientatale o agricolo dei terreni oggetto di compensazione. Viene richiesta per questo un'area di compensazione corrispondete a criteri di reale efficacia.

 

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Monza, ex Frette - Foto di Ulisse Tiberini

 

Tra i casi di questo genere aveva fatto capolino un possibile ampliamento de Il Gigante a Villasanta. In questo caso sarebbe possibile?
Se si considera l'ampliamento nel comune di Villasanta, potrebbe rientrare. Però a determinate condizioni. Deve essere chiarito bene cosa il Comune può propone in termini di compensazione.

Nella variante al Ptcp c'è anche spazio per affrontare in modo strutturale il recupero delle aree dismesse?
Si. Stiamo pensando a un unico progetto strategico per la Brianza. Purtroppo le risorse economiche occorrenti sono scarse. Tuttavia circa una trentina di comuni hanno risposto al nostro censimento delle aree dismesse. Quindi ci stiamo lavorando e sollecitiamo costantemente i comuni su questo tema. Per il momento stiamo incontrando le classiche difficoltà delle aree dismesse. A partire dai problemi per le bonifiche. Durante la mia permanenza in questo ruolo provinciale ho però ricevuto un paio di idee sul riutilizzo di alcune aeree dismesse. Una per esempio è a Briosco. Ci vorrebbe un intervento legislativo nazionale per aiutare. Perché a riutilizzare le aree dismesse si fa molta fatica.

Abbiamo pensato di porre fine alla libertà, quasi totale delle proprietà, di disporre delle cave a piacimento

Oltre alle are dismesse ci sono 250 siti da bonificare. Avete un progetto anche per questi?
Oggi abbiamo approvato il piano cave. Nella parte riguardante le cave di recupero abbiamo previsto alcuni criteri in relazione al recupero ambientale e paesaggistico in caso di chiusura o di ultimazione del recupero della cava. La sfida è principalmente orientata nel rispetto della legalità. Perché sappiamo quanto sia grande il problema nel nostro territorio con la movimentazione terra, la gestione dei rifiuti e le infiltrazioni della criminalità. Abbiamo pensato di porre fine alla libertà, quasi totale delle proprietà, di disporre delle cave a piacimento. Con questo piano abbiamo inserito precise normative per obbligare le proprietà delle cave e stipulare convenzioni con i comuni di riferimento. Dovrà essere scritto con precisione il programma di dismissione e recupero dio ogni singola cava, in modo da non consentire il sottrarsi dalle responsabilità. C'è tutta un'azione di recuperò da operare in Brianza. Abbiamo 185 aree dismesse. Abbiamo molte costruzioni abbandonate. Recentemente ho avuto modo di incontrare il sindaco di Lissone. Proprio in questa città ci sono numerosi edifici abbandonati. Uno è per esempio il già prestigioso Palazzo del Mobile. E' un problema complicato.

C'è ancora un futuro per il grande business edilizio i Brianza?
Mi sento di dire che di villette in Brianza non se ne faranno più. Quella parte di edilizia residenziale è in evidente crisi. Anche se c'è da dire che qualcuno, seppure in misura limitata, ci ha provato. In questi due anni di applicazione del Ptcp abbiamo avuto la criticità degli insediamenti produttivi ma anche una proposta di costruzione di villette in un parco. Ovviamente non abbiamo consentito. Ora anche questo ambito di affari si sta sgonfiando.

 

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Maneggio nel Parco di Monza - 2014 - Foto di Ulisse Tiberini

In Monza è Brianza si possono identificare tre grandi aree di parchi. A Ovest il sistema dei Plis e Parco Regionale delle Groane, ne avevamo trattato qui e qui. Al centro il Parco Regionale Valle Lambro con il sistema del Plis Parco della Valle del Lambro. Infine a est il sistema dei Plis del Vimercatese a vocazione prettamente agricola. ne avevamo trattato qui e qui.

La provincia ora si chiama Area Vasta. Per la gestione dei parchi è cambiato qualcosa?
La funzione amministrativa del territorio è rimasta tale. Nel prossimo futuro l'idea è agevolare il processo partecipativo della rete di relazioni che abbiamo costruito negli anni scorsi. Quindi pensiamo di convocare tutti i soggetti del territorio, comuni, enti e associazioni con cui abbiamo interloquito proficuamente. Tenerci pronti con essi per affrontare la riforma amministrativa che la regione dovrebbe realizzare.

Abbiamo firmato una settimana fa la convenzione tra i comuni per l'allargamento del Parco della Media Valle del Lambro

In questa fase il sistema parchi ha fatto progressi?
Abbiamo firmato una settimana fa la convenzione tra i comuni per l'allargamento del Parco della Media Valle del Lambro. Con l'inserimento di Milano. Si aggiunge ai comuni di Sesto San Giovanni, Cologno Monzese, Brugherio e Monza. Con questa bella operazione il Parco della Valle del Lambro arriva di fatto fino al Parco Forlanini, nella periferia est di Milano. C'è un aspetto morfologico molto importante. Innanzi tutto in via generale si stabilisce una relazione tra Monza e la Brianza con la metropoli di Milano. Questo incontro, in cui l'azione propositiva di Monza e Brianza è stata determinante, ricorda quel concetto di città infinita inventato da Aldo Bonomi. Si crea di fatto un'area di protezione del fiume Lambro.

Comincia a sud di Monza, dalla Cascinazza?
Esatto. Si fa finalmente giustizia della Cascinazza, perché la tuteliamo nel parco. Ora la sfida di questo ambito sarà la riqualificazione del fiume. Perché a mio parere da ora sarà più facile l'avvio di progetti ambientali più ambiziosi.

Però c'è già un contratto di fiume per il Lambro?
C'è il contratto di fiume. C'è anche una scadenza fissata dalla Comunità Europea: il 2022. Tuttavia ora bisogna naturalizzare concretamente questo parco. Renderlo vero. Inserire il Lambro nel sistema del parco. Perché sappiamo che la regione ha intenzione di razionalizzare il sistema dei parchi e rendere omogenee le aree di riclassificazione. Questo del Lambro si prefigura come sistema prevalentemente fluviale, piuttosto che agricolo. Quindi dobbiamo attrezzarci per la sua integrazione nel prossimo contesto normativo. Inseriremo nella variante del Ptcp il sistema dei parchi configurato per vocazione, cercando di far colloquiare tutti i pezzi al meglio e perseguendo l'idea politica di tenere tutta insieme la Brianza in un unico progetto. Così pensiamo, quando la regione avvierà la razionalizzazione dei parchi, di poterci presentare con un idea strutturata di Brianza.

Compresi anche gli altri parchi?
Si.

Potrebbero rientrare in un unico contesto?
Si. Bisognerà però capire le determinazioni della regione.

I comuni fanno fatica ad aderire ai parchi?
Fanno fatica non per la mancanza di volontà, ma perché nei bilanci le risorse a disposizione da destinare per i parchi scarseggiano. Comunque, con programmi dilazionati nel tempo che spostano la messa a regime della spesa, riescono a partecipare.

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Ambiti Agricoli Strategici - Ptcp di Monza e Brianza

 

Altri servizi pubblicati dalla rivista Vorrei sul tema Ptcp:

Un osservatorio per il territorio di Monza e della Brianza

Il PTCP di Monza e Brianza il 21 dicembre è approdato al consiglio provinciale

Il Ptcp di Monza e Brianza perde il suo assessore

Lettera aperta dell'Osservatorio PTCP di Monza e Brianza al Presidente Allevi

Insieme in Rete: cambiamo questo Ptcp di Monza e Brianza!

Più verde e più parchi in Brianza!

Qui i servizi sul Ptcp pubblicati nel blog Brianza Centrale.

Domenico Guerriero - Consigliere lista Brianzaretecomune - Area Vasta Monza e Brianza

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Nato ad Avellino nel 1969, vive e risiede a Monza, quartiere Cederna, nel quale è stato eletto consigliere Provinciale.
È Funzionario dell’Inps di Monza
È iscritto all’Anpi all’Associazione calabra di Monza “Magna Grecia” e al Circolo Culturale Sardegna di Monza Brianza.
È stato redattore dei giornali “Spinsieme Cgil” e “Il Domani”.
Iscritto al PD, nel 1995 è stato eletto Consigliere nel Comune di Avellino, sua città natale.
Dal 1999 è Segretario della FP e della Filcams Cgil di Monza Brianza, occupandosi prevalentemente dei problemi relativi alla sanità e al commercio.
Dal 2007 ha collaborato con l’Assessorato all’attuazione della Provincia di Monza Brianza seguendo prevalentemente progetti attinenti all’area sociale, con particolare attenzione al mondo dei giovani, scuola, anziani, disabili, protezione civile, sport e tempo libero.
Con le elezioni del giugno 2009 è stato eletto nel collegio n. 24 – Monza II – quartieri Cederna, Cantalupo, Regina Pacis, Rota - Amati. Dal 4 novembre 2010 è capogruppo del Partito Democratico nel Consiglio provinciale di Monza e Brianza.
Funzioni attribuite: Pianificazione Territoriale e Parchi

 

Gli autori di Vorrei
Pino Timpani

"Scrivere non ha niente a che vedere con significare, ma con misurare territori, cartografare contrade a venire." (Gilles Deleuze & Felix Guattari: Rizoma, Mille piani - 1980)
Pur essendo nato in Calabria, fui trapiantato a Monza nel 1968 e qui brianzolato nel corso di molti anni. Sono impegnato in politica e nell'associazionismo ambientalista brianzolo, presidente dell'Associazione per i Parchi del Vimercatese e dell' Associazione Culturale Vorrei. Ho lavorato dal 1979 fino al 2014 alla Delchi di Villasanta, industria manifatturiera fondata nel 1908 e acquistata dalla multinazionale Carrier nel 1984 (Orwell qui non c'entra nulla). Nell'adolescenza, in gioventù e poi nell'età adulta, sono stato appassionato cultore della letteratura di Italo Calvino e di James Ballard.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.