L'iniziativa di Vorrei e AreaOdeon mette in contatto artisti, performer, operatori culturali.
I partecipanti della seconda serata e i buoni propositi per il futuro
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acelook, il network “reale” ideato da Vorrei e AreaOdeon, anche nella sua serata 1.0 è riuscito nell'intento di mettere insieme le realtà culturali del territorio e farle dialogare. Come per il primo appuntamento/test del 15 ottobre, il 17 dicembre scorso nel salone del primo piano della stazione di Monza sono giunti autori teatrali, performer, artisti, animatori culturali e semplici curiosi.
I Terremoto Teatro (Foto di Pola Rizzi)
L'apertura è toccata a Terremoto Teatro. Diretto da Angela Giassi, è un gruppo di recente formazione nato in seno al Laboratorio di formazione Motoperpetuo di Pavia. È composto da Paolo Albini, Paolo Ciccone, Michele Bellinzona, Irene Borchi, Irene Squizzato, Paolo Schifitto, Graziella Spaccacatena, Cristina Quarta. Ha presentato uno stralcio dal lavoro “Sorelle Play 01”, un gioco su “Le serve” di Jean Genet.
Il caso ha voluto poi che ci fossero ben tre realtà legate al gioco del calcio, a cominciare dal Social Soccer e da Vincenzo Conese e Alessandra Filippi. Il social soccer è “l'altro calcio”, lontano dal business dei campionati ufficiali, non ha nella competizione e nel profitto la propria ragion d'essere quanto nella socializzazione e nell'integrazione «Il Social soccer si basa sul sostegno al gioco del calcio come una delle più spontanee e dirette forme di comunicazione. Si propone di guidare, diffondere ed educare circa gli aspetti sociali e formativi del calcio, anche come forma di integrazione sociale. Le priorità sono: favorire la creazione e lo sviluppo di tornei, eventi e manifestazioni sportive amatoriali legate al calcio. Favorire l'incontro e lo scambio culturale tra i giovani. Lavorare nell'ambito amatoriale per contrastare ogni forma di discriminazione e di contrasto politico, sociale e religioso». Insomma una versione depurata di un gioco bellissimo ma vittima di troppi interessi, economici e politici, a volte anche illeciti.
Abbiamo anche avuto modo di conoscere “Fubles. La nuova frontiera per lo sport amatoriale”. Un social network per tutti coloro che vogliono organizzare partite di calcio, basket, volley e qualsiasi altro sport. Uno strumento utile a fissare date, luoghi e mettere insieme le squadre in qualsiasi città italiana, con tanto di commenti, valutazioni, chat, bacheca e i profili dei giocatori/utenti in stile figurina. Come recita l'home page “Vai matto per lo sport di squadra ma ti manca sempre l'ultimo giocatore?” con Fubles il problema si risolve.
Ultimo a parlare di calcio a Facelook 1.0 è stato Fabrizio Bombelli curatore di un sito antologico di tutti i modi di giocare a calcio nel mondo, una miniera di bizzarre invenzioni come l'Ice soccer (giocato sulla pista di ghiaccio) o il calcio palustre (tipo sabbie mobili), il calcio sul sale e il calcio saponato. Giù giù fino al calcio marketing e al calcio scommesse...
Enrico Roveris, attore, insegnante di recitazione e regista – fra l'altro - per Il Veliero Onlus, ha riproposto il monologo tratto da “La 25° ora” il film di Spike Lee del 2002 in cui un Edward Norton spacciatore benestante sa che la sua ora è scoccata e che la galera lo attende, allora si lancia in uno spietato sfogo d'odio in cui passa in rassegna, mandandola affanculo, ogni comunità razziale, sociale, religiosa ed economica newyorkese. Enrico l'aveva già proposto nella scorsa stagione teatrale sul palco dei Filodrammatici di Milano, in occasione della memorabile serata conclusiva di LifeStage, gli appuntamenti dedicati ai vizi capitali frutto dell'incontro fra il Binario7 e LifeGate Radio.
Nicola Frangione - performer, poeta visivo e direttore del festival “Art Action” che ogni anno porta a Monza autori da tutto il mondo - ha dato un assaggio del suo VoceVoce improvvisando per Facelook. Di Frangione è stato di recente pubblicato un volume che raccoglie i saggi critici sulla sua carriera e un ampio catalogo dei suoi quadri poetici. Il libro si chiama “Poetiche interdisciplinari” e raccoglie anche le testimonianze fotografiche delle sue performance fra Milano, New York, Arnhem e la Brianza (ovviamente).
Dopo le performance è toccato alla fotografia con il collettivo Illuvisione che ha «Tra gli obiettivi che si propone la realizzazione di mostre, anche collateralmente ad altri eventi che coinvolgano l'aspetto artistico e l'intento di portare la fotografia in luoghi dove essa sia fruibile quotidianamente da tutti». Fra di loro due volti noti ai lettori della nostra rivista, Antonio Grazioli e Paola Rizzi, le cui immagini spesso accompagnano i nostri articoli e reportage.
C'è stata anche una testimonianza “in contumacia”. Inconsapevoli, i Diaminé sono stati ospiti di Facelook con uno dei brani del loro album “Radish”, a cui abbiamo voluto affiancare un filmato con la libera traduzione del testo, in dialetto altamurano nell'originale. Una zolla di Murgia nel cuore in inverno della Brianza.
Il collettivo del Boccaccio ha ripercorso le attività del 2009 con un filmato: «Il 2009 è stato il primo anno senza uno spazio fisico a disposizione per i nostri progetti. Nonostante ciò abbiamo vissuto 12 mesi molto intensi, in cui abbiamo saputo dare continuità alla nostra attività in maniera itinerante, collaborando con tante altre realtà monzesi, brianzole e milanesi. Questo video raccoglie, in maniera sintetica e ben poco analitica, un pò di immagini di questa annata. Si parla sia delle nostre iniziative sia delle tante altre situazioni promosse da altre realtà a cui abbiamo partecipato attivamente. Nonostante i ripetuti sgomberi, il collettivo del centro sociale Boccaccio ha dunque dimostrato di saper proseguire la propria esperienza politica e culturale. Speriamo il 2010 ci restituisca un luogo fisico, un centro sociale a Monza dove investire le tante energie che abbiamo dimostrato di avere, dove sia possibile moltiplicare iniziative e progetti».
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La chiusura è spettata alla presentazione di uno dei tanti progetti curati da AreaOdeon negli ultimi anni, la pubblicazione del dvd del “Salotto urbano”: «Uno spazio domestico in ambito urbano per raccogliere in video le testimonianze e le riflessioni di giovani e meno giovani che hanno vissuto, vivono e continueranno a vivere il territorio, le città e le loro trasformazioni. Un’opportunità per discutere insieme il significato del vivere cittadino, un’esplorazione nelle emozioni, nei desideri e nelle aspettative delle nuove generazioni, nella memoria di quelle più antiche e nella realtà delle famiglie d’oggi». Le voci non filtrate dei brianzoli (e di chi in Brianza vive) che parlano degli spazi comuni, la città, i quartieri. Alcune voci sono sorprendenti, alcune preoccupate e preoccupanti.
Facelook si conferma idea che funziona. Nel futuro dovrà evolversi, trovare le energie per mettere radici e arrivare a dare frutti. La componente “espositiva” è consolidata, ora occorre aprire: strutturare la rete di connessioni ed elaborare il dialogo per portare al territorio una sintesi utile a favorire lo sviluppo delle attività e il suo dialogo con la comunità. Le realtà culturali sono tante, tantissime, interessanti e stimolanti. Eppure sono polverizzate, parlano poco e male fra di esse e con l'esterno, vittime di modelli economici deboli se non inconsistenti, abbandonate molte volte all'improvvisazione della gestione della comunicazione e del fund raising, sempre alla ricerca di spazi e di risorse economiche ed umane.
Probabilmente i prossimi passi di Facelook dovranno pensare – anche – a questi aspetti. Magari in altri luoghi, Vorrei e AreaOdeon attendono inviti.
Un momento della presentazione di "Salotto Urbano" (Foto di Pola Rizzi)
La foto gallery firmata AreaOdeon