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ai un momento di tregua per il signor Brughel, violino di piazza: sposalizi uno via l’altro e negli intervalli l’appalto per la musica ai funerali dell’ospizio. Lo chiamano per accompagnare al cimitero qualche vecchio che non ha un parente, né un amico, né un vicino di casa. Il suonatore si presenta fresco di bagno e lucido di scarpe. La paga è quanto basta, metà per la musica e metà per aiutare il defunto a trasportare i propri effetti personali. L’ultimo funerale è quello del vecchio professore di scienze. Il musicista e l’insegnante s’incamminano verso il cimitero senza fretta nonostante l’economo dell’ospizio abbia raccomandato al violinista : “Non tergiversare. Torna subito, c’è un altro già in procinto!” Ma il vivo e il defunto se la prendono con calma, perché è primavera e i calabroni ronzano in coro sui fiori di tarassaco. L’accompagnatore procede col passo pesante dei vivi, il violino sottobraccio e nell’altra mano la borsa con la biancheria dell’estinto. L’accompagnato va col passo leggero dei trapassati, le mani dietro la schiena, il viso pensoso. “Cosa ha da pensare?” si domanda l’incaricato dell’ospizio “Tanto, per lui, tutto è finito.” Vanno taciturni lungo il viale delle “Rimembranze”, percorso avanti e indietro dai piumati funerali dei ricchi con pompose vedove sorrette da parenti in livrea dorata. Quando la nube di polvere d’oro è cessata il signor Brughel si ferma sotto i pioppi per mostrare al suo compagno le targhette commemorative dei caduti in guerra. Ogni targhetta è una storia. Il tal dei tali lascia la moglie e le manda a dire di non buttarsi via col primo che capita. Il professore alza le spalle. Un tale altro comanda ai figli di badare al sodo; lavorare, lavorare e basta. Niente grilli per la testa. Sulla targhetta è inciso un grillo in miseria. Il professore tira dritto. Un altro ancora scrive: “Anna, riguardati !!!” Il professore toglie le mani da dietro la schiena e si china verso la targhetta: c’è proprio scritto “Anna, riguardati.” Il vecchio legge e rilegge. “Su,su…” lo scuote il musicista “ Cosa leggi, i tre volumi dei fratelli Karamazov?” Lui non si tira su. “Dobbiamo andare!” insiste il violinista. Parla al vento. Gli occhi dell’insegnante si stanno riempiendo di lacrime. Il signor Brughel dice: “Ho fretta. Devo fare un altro servizio prima di sera.” Ma il defunto è incollato alla scritta. Il violinista stropiccia i piedi: “Dobbiamo andare” ma l’altro gli chiede una matita e avutala si china ancora sulla targhetta e sotto “Anna, riguardati!!!” scrive “Anna, riguarda anche i fiori sul balcone”. Il violinista prende quel matto per la manica e lo tira via. “Andiamo, scrivere sulle epigrafi degli altri!” Il vecchio professore di scienze si asciuga gli occhi con la manica, come se ai piedi di quella targhetta, tra le radici del pioppo, vi fosse la donna che ha amato, la sua Anna e non una qualunque altra Anna. Finalmente il violinista e il defunto riprendono il cammino. “Siamo quasi arrivati, cosa devo suonare?” chiede il signor Brughel. L’altro ci pensa : “Qualcosa di certo, qualcosa come la gravità della Terra…” ”Qualcosa di certo…?” “Si, qualcosa di indimenticabile.” Il violinista imbraccia lo strumento. “Qualcosa di indimenticabile…?” L’insegnante specifica: “Newton, la gravitazione che attira tutto verso un punto, e di lì non si scappa.” Il signor Brughel prende fiato, gonfia il petto e striscia l’archetto sulla corda più alta attaccando un “allegro con brio”. L’archetto saltella da una nota all’altra facendo salire la musica più che può, su, su, su mentre l’aria si folgora, le foglie dell’albero trasaliscono, la luce tremola e tutto zampilla verso il cielo finchè la musica s’aggrappa alla nuvola che in quel momento passa là sopra. “Mia gravità!!!” grida la musica mentre stringe al cuore la nuvola esterrefatta. L’archetto s’arresta. Silenzio, ora silenzio perfetto, neppure un calabrone sui fiori. Il vecchio ha chiuso gli occhi e ascolta qualcosa dentro di sé, un bisbiglio che gli pare di riconoscere, allora alza un dito e fa segno al violinista. Il musicista acconsente e stappa dal violino un “andante maestoso” che fa inchinare la cima del pioppo. Tanto è il pedale dell’andante che uno dopo l’altro si inchinano tutti gli alberi del viale delle “Rimembranze”. Non solo, ma dentro il professore, in prossimità del cuore, il bisbiglio è diventato la voce di una donna che canta. “Anna, è Anna che canta.” Il professore trema di gioia e quando Anna ha finito il suo canto allarga le braccia: “Andiamo, adesso sono in pace.”. Ora il violinista e il suo compagno vanno con passo spedito e giunti al cimitero si fermano sulla soglia del grande ingresso con la cancellata di ferro. Il signor Brughel consegna all’insegnante la biancheria. Lui ringrazia, cerca in tasca, vorrebbe lasciare un ricordo ma non trova niente, non ha più niente, è veramente morto. “Salve!”, “Salve!”. il defunto entra nel cimitero e s’avvia leggero verso il campo che gli è destinato.
Bibliografia
Isaac Newton, Principia, terzo libro: La gravitazione. Londra, 1687
Fedor Michajlovic Dostoevskij, I fratelli Karamazov. Pietroburgo 1880