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La valigia dei libri. Trasparente giornata, oggi, non è vero? L’aria è un po’ secca, come dire accesa, ma la visibilità è lungimirante.

Prolusione di Michael Faraday al congresso di Elettrotecnica di Amsterdam tenutosi, l’altro ieri, al piano terra del municipio di quella città.

Nella orazione non mancano doverosi riferimenti alla attualità quale la citazione del vecchio professore di algebra, seduto in fondo all’aula del municipio, altrimenti non si saprebbe nulla di lui, proprio nulla, come se non fosse mai esistito, nonostante gli atti del congresso riportino nell’ultima pagina, dedicati agli oggetti smarriti, l’ombrello del detto matematico, notificato come manufatto di telone grigio e manico di castagno.

Ecco il testo della prolusione:

- Voilà!

Signori cittadini di Olanda, la temperanza abiti il vostro cuore!

Trasparente giornata, oggi, non è vero? L’aria è un po’ secca, come dire accesa, ma la visibilità è lungimirante.

Ho l’onore di vedere, dalla vetrata di questa aula, il monte Tabor. Tabor..? No, perdonatemi, non è proprio il monte Tabor. Nel vostro paese, signori olandesi, è noto non esservi il benché minimo rialzo topografico.

Sarò più accurato.

E’ provato che il tempo non sia né alto, né basso. Si consideri, ad esempio, la Storia Universale. Quale fu il suo principio? Il sonno di Adamo da cui sorse la donna?

La storia universale, già...!

In certe sperimentate condizioni la sequenza dei giorni forma una vita e la coda delle notti il suo rovescio, o, che dir si voglia, la fodera della tasca. Una vita con famiglia, animali domestici, studi riconosciuti. Figli maschi e femmine. Una bambina col nome della madre, un maschio col mio nome…

No, non proprio! Io non ho alcuna paternità se non nel campo della fisica sperimentale. Sono uno sperimentale, un genitore di ipotesi.

Si prenda un quid, ad esempio il monte Tabor capovolto. Lo si giri nel nulla, da destra a sinistra e viceversa e lo si raddrizzi sul proprio contrario. Se non sta in piedi, l’ipotesi non è accreditata. Ma nulla si annulla, fino alla fine resta il fluttuare del ricordo, il reiterato bussare del sogno alle porte della notte.

“Toc,toc…è permesso?”

“No, nossignore, non è permesso! Abbiate pazienza, sono in ginocchio a pregare. Un po’ di rispetto!”

No, non è nulla, i sogni vanno e vengono.

Ma l’aria, qua, non è troppo secca? Non vorrei essere sviato dalla sua aridità.

Ecco, signori…piuttosto che non amare nessuno amate la patria. Più precisamente abbiate reverenza per gli alberi della vostra terra. Peri o meli che siano. Anche per le nuvole sopra i boschi: cumoli e cirri.

L’aria è sensibilissima all’animo umano. Osservate come vibra il pulviscolo!

Elettromagnetismo…? In parte, solo in parte. C’è dell’altro, signori. C’è ben altro quando il buio della notte pare aver cancellato ogni corpuscolo.

Ascoltate come frusciano i sogni….

Per fortuna oggi l’aria è un cristallo. Se potessimo salire sul tetto potremmo vedere il monte Tabor. Immagino che la Municipalità abbia disposto una scala a chiocciola che da questa aula raggiunga la soffitta. Voi dite che il monte Tabor non esiste? Ebbene, parafrasiamo il monte Tabor. Vi sono cicogne sul tetto? Pipistrelli sotto le gronde? Nessuno ne sa niente.

Ma torniamo all’elettromagnetismo. Piuttosto che restare soli come i pipistrelli amate le pianure produttrici di grano. Vi confiderò che la solitudine dei pipistrelli è colpa della loro cecità. Non vedono nulla. Per loro è sempre notte. Anche a mezzogiorno di luglio.

Buio infinito!

Dunque?

Siate amici delle stelle e delle loro luci eterne. Sicuramente ciò non sarà facile, gli astri sono lontani. Le Pleiadi, signori, le Pleiadi…mille e mille milioni di passettini tra noi e loro. Tanto remote da non udirsi neppure il loro minimissimo scricchiolio.

Ssst…silenzio siderale!

Ma sul nostro pianeta non rifiutate le carezze ai gatti. Sia ai felini da camino che alle miagole da pagliaio. Loro ve ne saranno grati per sempre.

Sempre, eternità, infinito..!

Pur di non avere la casa vuota ospitate le tartarughe. Onorate la loro mite pazienza. Abbiate cura dei ragni e dei loro meticolosi manufatti. La meticolosità allontana la solitudine. Solitudine, ho detto ancora solitudine? Non badateci, in realtà essa è solo la caratteristica dei pipistrelli. Sono bestiole sfuggenti, capovolte e pelose, ma se non ricambiano il nostro affetto siate cauti.

Olandesi! Non ricorrete all’Uomo o alla fattispecie della Donna. Piuttosto rivolgetevi alla Elettrotecnica. Essa produce mirabili, fitte e continue scintille. La scintilla, signori miei, l’origine del calore. I caldi affetti! E’ sperimentato esservi passioni calde e tiepide a seconda dell’influenza del sole o della luna. No, scusate, la luna non è materia della nostra trattazione. Essa è troppo remota, sebbene in Olanda, come voi sapete, essa appaia di frequente nell’acqua della bacinella dove vi lavate le mani prima di fare il segno della Croce.

Dicevamo la scintilla elettromagnetica! La prima scintilla genera la seconda, la coppia copula una nidiata di scintilline e tutte si sdoppiano, si triplicano, e moltiplicano come topi da grano. In un batter d’occhio sono fiammelle, lingue di fuoco, vampe, falò, saette e fulmini. Fulmini squassa boschi e spacca rupi, incostanti giravolte e capricciosi saliscendi per cuspidi e pozzi, su e giù per le altezze della filosofia e gli abissi della coscienza fino al loro schianto nell’animo di un povero diavolo.

Non oso mostrarvelo, ma vi giuro che il mio panciotto è bruciacchiato. La causa? Transeat!

Per quanto ora vi sia riparo anche contro i fulmini. Lorsignori sanno che la Reale Società delle Scienze ho coperto con brevetto la gabbia di Faraday, in base al mio depositato modello. Infatti essa porta il mio nome: gabbia di Michael Faraday nato a Londra il…

Il… quando sono nato?

Il tempo signori, non ha né destra né sinistra, come si potrebbe tenere conto di tutto?

Si conosce forse quando sia nato il mio vecchio professore di algebra? Eccolo là, laggiù, appisolato sulla sedia accanto all’uscita. Povero vecchio, già meditativo al tempo dell’inondazione della Groelandia. “Eih, tu!!!”

Non risponde! Che sia morto? “Eih tu!!! mio amato professore di algebra!!!” Non risponde. Signori olandesi è morto. Il mio vecchio professore di algebra è morto! Io, io…come posso sopravvivergli? -

 

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Gli autori di Vorrei
Adamo Calabrese
Adamo Calabrese

Adamo Calabrese è scrittore, autore di teatro e illustratore. Ha pubblicato con Einaudi il romanzo "Il libro del re", con Albatros i libri di racconti "L'anniversario della neve", "La cenere dei fulmini", "Il passaggio dell'inverno", con Joker "Paese remoto". Ha illustrato i propri libri ed edizioni di Dante, Gibran e Pascutto. Scrive e disegna per il quotidiano "Il cittadinio" di Lodi, per le riviste "Vorrei" di Monza e "Odissea" di Milano. I suoi ultimi lavori teatrali hanno messo in scena opere di Brecht, Joyce, San Francesco e Iacopone. Nel 2012 RAITREha trasmesso un suo testo. Nel 2014 è stato finalista del premio internazionale di grafica satirica "Novello". Insegna letteratura presso le Università della terza età di Sesto san Giovanni e Milano (Università Cardinale Colombo)

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.