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Impazza Facebook. Per chi ancora non sapesse di cosa si tratta (cavoli, come siete out!), si tratta di una comunità on-line, in cui ci si iscrive e si raccoglie l'album dei propri amici, condividendo con loro giochi, quiz, campagne (anche impegnate) e liste di contenuti diversi. Ad esempio, è Barack Obama, hanno scritto molti analisti, il "candidato Facebook", l'uomo politico che ha saputo meglio promuovere la propria figura sulla rete, utilizzando le tecnologie e i codici del cosiddetto "web 2.0". L'impressione che ho è che, però, su Facebook ci si vada soprattutto per un motivo. Proprio quello a cui state pensando. Farsi vedere. Farsi contattare. Flirtare. E magari... ma solo magari. E' un po' come il porno-soft. Del tutto anaffettivo, solletica alcune esigenze, senza "impegnare" in una relazione vera e propria. Nemmeno in un approccio vero e proprio: si butta l'amo, ci si incontra e poi, poi si vedrà. Per un desiderio di natura eminentemente narcisistica e, nei casi più gravi, per sentirsi meno soli. Funzionare funziona. C'è solo da chiedersi se, così facendo, si risolve qualcosa o se ci si perde in una notte in cui tutte le vacche sono nere (anzi, incolore). Personalmente, e dopo averlo "provato" con animo disincantato, opto per la seconda ipotesi.