I
Aprile
2008. Salisburgo. Arrivo in albergo e finalmente incontro Verena.
Manteniamo contatti via email da almeno un anno, ma è la prima volta
che ci incontriamo. Poi arrivano tutti gli altri, un po' da tutta
Europa. Fra due mesi ci sono gli europei di calcio, mi dicono
orgogliosi gli austriaci, ma non che non fosse facile indovinarlo
anche per un cieco: palloni e palloncini dappertutto, di carta
cartoncino e gommapiuma, bianconeri o colorati, all'aeroporto e in
ogni vetrina, e una quantità mostruosa di gadget pallonari alla
reception dell'albergo.
Giugno 2008. Andrea, Saverio e Antonio sono in Austria, volontari europei, tra altri 80 giovani di tutta Europa, divisi tra Salisburgo e Vienna. I campionati di calcio visti da vicino, ma anche con un'altra prospettiva, per fare dei campionati europei di calcio un'occasione di scambio interculturale. Questo sport, alla fine, è meno peggio di quanto non pensassi.
II
Ore
21,30. Fuori un silenzio irreale, la città sembra morta, come in una
domenica d'agosto. Ho deciso di rimanere in ufficio: quale migliore
occasione per completare il mio lavoro arretrato, se non mentre tutti
guardano la partita? Provo a concentrarmi, ma un sms mi distrae. E'
Remco. Sicuramente vuole sapere se ho fatto il bonifico per il
rimborso del suo biglietto, penso. Apro il messaggio e leggo: “Do
you feel like loosing? Greetings from NL”.
Bastardo! E' vero, gioca l'Italia, ma non avevo realizzato che il nostro avversario era l'Olanda. Quasi mi sento in colpa, spengo il computer e vado a casa, a fare il mio dover d'italiano, a tifare per la nazionale. Peccato che la visione della partita non mi abbia dato spunti per un sms di risposta. Ho preferito tacere.
III
Dagli
anni Novanta la Nazionale francese è ritenuta un esempio di moderna
convivenza pacifica tra etnie diverse per la sua capacità di
incarnare l'ideale multiculturale della Francia (fonte: Washington
Post). Nonostante
questo non piaccia a Jean-Marie Le Pen. Vi ho già raccontato di come
si è risvegliata la mia passione (da anni sopita) per il calcio,
quindi per la partita decisiva con-tro la Francia non mi ha neanche
sfiorato l'idea di godermi la tranquillità del mio ufficio,
approfittando dello schermo acchiappatutti. E che culo! C'abbiamo
pure un francese da mettere in croce, prima durante e soprattutto
dopo la partita. Francese, sì, anche se si chiama Belkacem.