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Uno dei più importanti e più mastodontici progetti culturali europei, ha inciampato nel mentre muoveva il suo primo passo.

Europeana, l'ambiziosa biblioteca virtuale concepita dall'Unione Europea per raccogliere online il patrimonio culturale europeo, è stata lanciata il 20 novembre e, in poche ore, è andata in tilt. Ma non pensate che si tratti di un flop. Gli addetti ai lavori si sono premurati di informarci, tramite il sito che non sarà nuovamente attivo prima di metà dicembre, che il blocco è dovuto al grande (inaspettato?) interesse per quella che ambisce ad essere la “biblioteca delle biblioteche”. Infatti i contatti sono stati 10 milioni all'ora, le ricerche le più disparate, la delusione dei visitatori, tra le più cocenti. Quindi si scrive flop, ma si legge successo!

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Europeana non ha retto all'urto, e i webmaster si stanno attrezzando per lanciare una versione “più robusta”, e ce n'è davvero bisogno per un sito che contiene 2 milioni di oggetti digitalizzati tra quadri, libri, film e archivi storici.

L'Europa, si sa, più di altri continenti punta molto sul suo patrimonio culturale, e questo progetto ne è la dimostrazione. Promosso dall'UE e realizzato in collaborazione con una lunga serie di istituzioni di grande prestigio, il progetto apre le porte, secondo i più ottimisti, ad una vera e propria fase di democrazia digitale. Per dirla con le parole di Viviane Reding, commissario europeo responsabile del progetto, “è un sogno antico che diventa reale: chiunque può avere libero accesso alla nostra cultura, l'eredità che accomuna ogni europeo". E, per rendere la cosa più chiara con un esempio concreto: “uno studente italiano potrà consultare i lavori della British Library senza andare a Londra”. Mica male! Speriamo solo che il sogno non si trasformi in un incubo, popolato da mostri orribili e battaglie legali per il copyright, come è già successo ad un altro gigante – quest'ultimo ispirato dal profitto più che dall'amore per il bene comune e per la cultura - di nome Google.

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