La nonviolenza e il dialogo per un mondo migliore
Educazione alla Pace attraverso la pratica della Nonviolenza, del dialogo interpersonale, della promozione dei diritti umani, dello sviluppo sostenibile e del consumo critico: sono questi gli ingredienti che guidano la missione di Paciamoci Onlus.
Le attività dell’associazione, fondata nel 2006, spaziano dai progetti internazionali ai laboratori organizzati per le scuole, incentrati sui temi della pace, del rispetto dei diritti umani e sulle risoluzioni non violente dei conflitti, passando per il servizio bibliotecario messo a disposizione dei soci, che possono chiedere in prestito libri, tra i 170 disponibili, inerenti i temi di cui l’associazione si occupa.
L’idea di dar vita a Paciamoci è venuta a 8 ragazzi in seguito all’esperienza vissuta come Caschi Bianchi in Sud America e in Africa. I Caschi Bianchi (www.antennedipace.org) sono giovani volontari in servizio civile nei paesi più poveri del mondo, impegnati in missioni di promozione delle pace, dei diritti umani e per sostenere la cooperazione tra i popoli e le persone.
Daniele Biella, socio fondatore di Paciamoci, casco bianco in Cile nel 2005, ci ha parlato dell’associazione, di come è nata, di cosa si occupa e dei principi su cui è fondata: “L’esperienza come Caschi Bianchi ci ha permesso di lavorare sui conflitti interpersonali e sul
modo di risolverli attraverso l'uso della nonviolenza: abbiamo avuto risposte dirette e positive sui benefici portati dall’affrontare e gestire le diversità”. Da qui, “una volta tornati in Italia - continua Daniele – abbiamo avviato progetti di nonviolenza attiva all’estero proprio per mettere in atto le strategie apprese nei Caschi Bianchi”.
I progetti internazionali
Medio Oriente – Nei Territori Palestinesi, dalla fine del 2009, l’associazione appoggia economicamente l’Operazione Colomba (www.operazionecolomba.com), un corpo civile di pace che opera nel vasto mondo dell’emarginazione. In questo specifico caso aiuta la popolazione palestinese, che vive ad At-Tuwani, in Cisgiordania, a difendersi in maniera nonviolenta dagli attacchi dei coloni israeliani, insediatisi vicino ai loro villaggi.
At-Tuwani è diventato, nel corso degli anni, l’emblema della Resistenza nonviolenta palestinese e da tre decenni è minacciata dall'insediamento dei coloni israeliani di Ma’on, che continuano a espandere le loro case fin quasi al confine del villaggio.
“La situazione laggiù – ci confida Daniele – è davvero delicata. Infatti si verificano soventemente aggressioni ai bambini mentre vanno a scuola, avvelenamenti di animali e incendi nei campi coltivati allo scopo di intimidire la popolazione locale. Tutto questo – prosegue – l’abbiamo appreso durante una visita che Paciamoci ha effettuato proprio ad At-Tuwani nell'agosto del 2008”.
Hafez Huraini, rappresentante del movimento dei pastori locali, parla della situazione della sua terra e del prezioso impegno di Operazione Colomba
Africa - Si è appena concluso il progetto avviato in Nord Uganda. Nel paese centro-africano, martoriato da una guerra civile durata vent’anni, Paciamoci ha appoggiato le attività dei paralegal, figure che operano, come mediatori, all’interno dei campi profughi con il compito di affrontare e tentare di risolvere i conflitti interpersonali fra gli abitanti del campo.
“Il risultato del progetto, terminato con la fine della guerra e il conseguente rientro a casa dei profughi - racconta soddisfatto Daniele – è stato molto positivo perché ha migliorato le relazioni tra i profughi, diminuendo in modo significativo l'uso della violenza”.
Sud America - L’associazione è impegnata in Ecuador, dove a giugno darà il proprio contributo, come ha fatto nel 2008, ai Giochi di prevenzione dei disastri naturali, originale iniziativa volta a formare i giovani su come organizzare squadre di pronta assistenza in caso di catastrofi.
In Cile, la Onlus, ha appoggiato le attività della Roc (Rete di Obiezione di Coscienza) contribuendo ad aumentare il numero dei giovani che rifiutano di prestare servizio militare, ancora obbligatorio in Cile, preferendo diventare obiettori di coscienza.
Prima di concludere il nostro viaggio nella realtà di Paciamoci riusciamo a sottoporre una domanda a Daniele: la risoluzione non violenta dei conflitti e il dialogo sono le vie più auspicabili ma forse le più difficili da seguire sopratutto per i paesi poveri e con gravi lacerazioni sociali. Secondo te, con un maggior impegno da parte delle popolazioni più ricche, sarebbe possibile evitare scontri armati o addirittura guerre seguendo, appunto, la via della nonviolenza?
“Assolutamente sì, l'impegno delle nazioni ricche dovrebbe essere rivolto verso il dialogo e non con l'imposizione della propria forza. Vuoi per poco interesse, oppure al contrario per troppi interessi d'altra natura (economici e politici su tutti) molte volte manca la volontà per affrontare le varie problematiche. Di certo in molte situazioni incancrenite di oggi (per esempio in Somalia o in Congo) il dialogo può portare poco nell'immediato perchè le posizioni dei guerreggianti sono molto distanti, ma in un contesto di medio lungo termine è l'unica via possibile. La mediazione della Comunità di Sant'Egidio in Uganda è un ottimo esempio di come le cose possono andare a buon fine privilegiando la via nonviolenta per risolvere un conflitto anche armato.”
Per maggiori informazioni riguardo Paciamoci Onlus è possibile connettersi al sito www.paciamoci.org o inviando una mail a paciamoci@gmail.com o telefonando al 338-7416130.
Che cos’è la Nonviolenza?
Il principio della nonviolenza rifiuta l'uso della violenza fisica, al fine di raggiungere obiettivi sociali o cambiamenti politici. Questa forma di lotta sociale, che rifiuta la passività e la sottomissione, è stata adottata in massa delle popolazioni di tutto il mondo nelle campagne per la giustizia sociale.
L'azione nonviolenta non è un tentativo di evitare o ignorare i conflitti, ma, bensì, è una risposta al problema di come agire efficacemente in politica.
Promossa dall’ONU, il 2 ottobre, data di nascita di Mahatma Gandhi, viene celebrata la Giornata Internazionale della Nonviolenza.