«Mi piace Blackhole Sun dei Soundgarden (1994, dall'album "Superunknown") perchè mi fa pensare ad un buco nero che risucchia ogni cosa – dice il cantante dei Cosmica Piero Perulli, ridendo mentre con i suoi compagni di gruppo si inizia a scherzare su ogni doppio senso lecito o illecito – e poi, io sono il figlio segreto di Chris Cornell, ma non ditelo a nessuno» conclude. Tra parentesi, il paragone tra l'intervistato e l'attuale cantante degli Audioslave non sembra poi così irriverente a chi scrive. Ma la frase rivela un'altro aspetto della musica, soprattutto rock, su cui vale la pena soffermarsi: il gioco dell'immedesimazione, la sensazione di essere in unione simbiotica con l'artista che riesce a darci quella determinata emozione con un acuto o un solo. Soltanto così forse si può spiegare il tremito quando si ascolta Brad Delp in More than a feeling (canzone dei Boston del 1976) o Freddy Mercury, per quanto concerne i cantanti. Ma quanti di noi, nell'estasi di una propria canzone preferita non hanno giocato ad accompagnare Angus Young, Phil Collins o Steve Harris nell'esecuzione di un solo? Cosa sarebbe il rock'n'roll senza questa magia che ci permette di diventare un altro per alcuni secondi? C'è poi chi questo gioco riesce a portarlo avanti per una vita intera, diventando "il figlio segreto" del proprio musicista preferito. Non è detto che sia l'unico modo divertente di vivere la musica. Ma è una possibilità.
I Cosmica sono una rock band di Lecce. Domenica 16 novembre erano in Feltrinelli a presentare il loro primo album. Per chi vuole conoscerli basta andare su www.myspace.com/cosmica