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La canzone dei CCCP scelta da Alessandro Solfrizzo

 

Sparare e sperare: a volte l’uno implica anche l’altro. «Una canzone tra le più significative per me è sicuramente “Spara Jurij” – dice Alessandro Solfrizzo, attore teatrale, poeta e pedagogo – è una canzone dei CCCP di un po’ di anni fa, che rientra fra le mie preferite perché mi ha sempre dato una grande carica, così ritmata com’è. L’album in cui è contenuta – prosegue – mi fu regalato da mio fratello in occasione del mio diciottesimo compleanno, quindi ha una valenza simbolica importante. “Spara Jurij, spara, spera Jurij spera”, dice il testo – fa una pausa, poi riprende – diciott’anni, insomma, un momento di anarchia emotiva in cui sei a metà fra l’essere un bambino e l’essere adulto, in cui hai l’illusione che tutto sia possibile. Per me la canzone rappresentava tutto questo, mi rappresentava esattamente com’ero, a metà fra la voglia di creare e la voglia di distruggere, tra la voglia di sparare e quella di sperare».

Un minuto e poco più di cinquanta secondi riempito di batteria e chitarre fumanti, con un grido straziante, penetrante e ossessivo. Un brano punk come si deve, insomma. L’interpretazione che ne dà Solfrizzo a mio parere conferisce alla canzone lo status di grande musica rock, capace di portarti con il pensiero molto più lontano di quanto le sue stesse note sembrano poter arrivare. Ed è la conferma che non esiste testo abbastanza breve e scarno che non possa far germogliare emozioni purissime nell’animo di chi sa ascoltare. Un brano o una melodia eseguiti da veri artisti, infatti, di solito travalicano il motivo primordiale per cui sono state scritte.

“Spara Jurij” è contenuta nel primo e nel secondo EP dei CCCP, Ortodossia (1984) e Ortodossia II (1985). È dedicata ad un episodio increscioso avvenuto negli spazi aerei dell’Unione Sovietica, che il 1 settembre 1983 abbattè un aereo civile coreano finito fuori rotta, pensando fosse un aereo spia statunitense. L’ordine di sparare fu dato da Jurij Vladimirovič Andropov, segretario generale del PCUS, la cui decisione errata costò la vita di trecento persone.

1988 CCCP, Concert in Suzzara (Italy)

Gli autori di Vorrei
Simone Camassa
Simone Camassa

Nato a Brindisi il 7 maggio del 1985. Insegnante di Italiano, Storia e Geografia nella scuola pubblica, si è laureato in Lettere, in Culture e Linguaggi per la Comunicazione e in Lettere Moderne, sempre all'Università degli studi di Milano. Suona la chitarra elettrica (ha militato in due gruppi rock, LUST WAVE e BLACK MAMBA) e scrive poesie.

Appassionato di sport, ha praticato il nuoto a livello agonistico fino ai diciotto anni, per un anno ha anche giocato a pallacanestro. Di recente, è tornato al cloro.
È innamorato della letteratura in tutti i suoi aspetti, dalla poesia fino al fumetto supereroistico statunitense. Sogna di realizzare un supercolossal hollywoodiano della Divina Commedia, ovviamente in forma di trilogia e abbondando con gli effetti speciali.

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