In arrivo l'ironia controversa di L'uomo che fissa le capre.
Inoltre la recensione di "Il mio amico Eric" di Loach
"Il mio amico Eric" chiede meno diritti del lavoro e più diritto alla vita. Grazie Cantona!
E’ un Ken Loach diverso quello de “Il mio amico Eric”, meno sindacialista e più birraiolo: così si potrebbe riassumere, grossolanamente. Al centro della pellicola c’è l’amicizia , quella maschile, quella di parole, poche e semplici, e di gesti, impulsivi e impensabilmente seri.
C’è un gruppo di amici, tifosi, sbandati ma molto molto uniti, ascoltarli è uno spiare da uno spiraglio della porta o da dietro il bancone e vedere a quale prove di forza resiste l’elasticità e la comprensione di un gruppo unito da una passione ma anche da un forte sentimento di solidarietà e collaborazione.
C’è la storia personale del protagonista, molto “english style”: una separazione, dei figli, amarezza e solitudine, un disastro, o forse solo tanta insicurezza.
C’è l’amico invisibile, ben diverso da un drago o da un folletto, sì, perché si tratta del campione Eric Cantona, con il suo modo di fare rude e la mascella grossa e ben disegnata. Un campione controverso ed originale, una figura unica, una figurina che molti hanno collezionato, sì proprio lui.
Prima di vedere la pellicola mi sono a lungo interrogata sulla sua presenza e sul ruolo che potesse giocare nel film ricordando le tematiche molto “piedi per terra” di Loach.
Ho scoperto come: fa da tramite, fra il protagonista e il protagonista che, ascoltando Eric, riesce a riemergere da una situazione di crisi, a reagire, a riconquistare una certa serenità e un riavvicinamento con la moglie.
Cantona, grezzo e saccente, pratico ed esilarante, è una sorta di alter ego del protagonista, una marionetta che , codardamente, usa per auto-incoraggiarsi, auto-sgridarsi , auto-ammionirsi. Di amici ne ha, è sé stesso che gli manca ed eccolo utilizzare il suo mito per rispolverarlo.
Film gradevole, ben recitato, atmosfere genuine e finale ragionevole, non è dei migliori di Loach ma è diverso, particolare, parla di amicizia tra uomini, un tema spesso trascurato se non si contano gli stereotipi e le icone hollywoodiane.
E davanti a una birra, una partita di calcio e ai consigli di un campione come Cantona la vita sembra non essere poi così male, e neanche la visione de “Il mio amico Eric”.
L'uomo che fissa le capre
Un film di Grant Heslov. Con George Clooney, George Clooney, Jeff Bridges, Kevin Spacey , Stephen Lang.
«continua
Nick Offerman, Tim Griffin, Waleed Zuaiter, Robert Patrick, Rebecca Mader, Glenn Morshower, Stephen Root, Brad Grunberg, Terry Serpico, Robert Curtis-Brown, Matt Newton, Joelle ten Damme, Steve Witting, Arron Shiver, Wiley M. Pickett, Billy Lockwood, Alexandra Krizman, Frank Powers, Brian Tester, McCaleb Burnett, Hrach Titizian, Robert Farrior, Paul J. Porter, Jacob Browne, Burly Cain, William Sterchi, Drew Seltzer, JJ Raschel, Reginald Huc, Shafik N. Bahou, Samuel Ray Gates, Morse Bicknell, Merik Tadros, Todd La Tourrette
Titolo originale The Men Who Stare At Goats. Commedia, durata 93 min. - USA, Gran Bretagna 2009. -
Prima dei titoli di testa si è avvertiti: “Questa storia è più vera di quanto possiate credere”: solo ironia? Lo scopriremo. Forse L’uomo che fissa le capre” non è solo una commedia demenziale, infatti pare che il regista e lo sceneggiatore, rifacendosi ad un sagace libro di Jon Ronson, abbiano deciso di rispolverare guerra e dolori dell’America dei nostri giorni, quelli percepiti sia a livello individuale sia collettivo, in una maniera del tutto originale, sorprendente e, da molti spettatori, anche gradita. Vien da pensare che le strade della responsabilità e della consapevolezza siano ancora imprevedibili e spesso vi si accede da porte poco ovvie, una di esse è la pellicola in questione.
Dopo i titoli di testa ci troviamo di fronte un giornalista che, tradito dalla moglie, cerca riscatto partendo per il fronte iracheno, nel suo viaggio iniziatico conoscerà uno strano soldato e, con lui, una folle storia di militari addestrati a sviluppare poteri extrasensoriali per scopi bellici. Così inizia “L'uomo che fissa le capre” film brillante in grado di disinnescare la serietà della guerra e dei suoi "corpi speciali" attraverso dialoghi sagaci e l'intensità burlesca dei suoi attori (George Clooney, Ewan McGregor, Jeff Bridges e Kevin Spacey). Un film da gustare ogni minuto, cosparso di praline: parodie, new age, giochi linguistici, citazioni, filosofia "star wars e una colonna sonora che segue alla perfezione il ritmo illogico e irresistibile che il regista ha saputo imporre a questa “Non Solo Commedia Grottesca”.
Il cast del film ben promette e la presenza di Clooney, proprio nel ruolo dello strano soldato new age mi fa sperare ad una delle sue frastornanti e sempre originali interpretazioni in casa Coen. Dopo documentari polemici o narrazioni intrecciate al limite della comprensione, lunedì aspettiamoci una storia di quelle lineari ma ben fatte, intelligenza e coraggio bastano per caratterizzarla. “L’uomo che fissa le capre”, magari zoppicante e imperfetto in alcuni punti, sicuramente è un raro e buon esempio di satira contemporanea. E fa un po’ pensare al confine tra la realtà e le bizze della fantasia.
E a cosa significhi il fatto che stavolta è molto facile confondersi.
POP CORN CURIOSITIES
Il film è stato presentato fuori concorso alla 66ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, una settimana dopo è stato presentato al Toronto International Film Festival.
L’autore del libro, omonimo, è Jon Ronson, autore che nasce il 10 maggio 1967, a Cardiff, nel Regno Unito e lavora come giornalista umorista, sceneggiatore, regista di documentari per Channel 4 e romanziere. Oggi scrive soprattutto sul The Guardian e sul magazine Time Out. “Capre di guerra” è il suo terzo libro.
Clooney dice: “Grant (il regista) e io ci siamo incontrati per la prima volta in una classe di recitazione nell' '82 e la verità è che siamo cresciuti con in parte la stessa sensibilità. Entrambi sapevamo che film volevamo fare e io non dovuto fare altro che fidarmi di lui così come faccio con Soderbergh, i fratelli Coen, persone intelligenti che sanno come raccontare le storie”.
Film di guerra + George Clooney, il richiamo è a “Three Kings”, e l’attore dichiara: “Penso che ci siano delle similitudini con Three Kings, una pellicola girata fantasticamente, ma la guerra era finita quando abbiamo fatto quel film. Questa guerra sta andando ancora avanti e ci sono ancora molti problemi e penso che questo possa rendere più complicato realizzare un film su eventi non ancora conclusi, di solito è più semplice rifletterci dopo che sono terminati. Noi abbiamo guardato alla storia e abbiamo pensato che questo non era un film sulla guerra in Iraq, ma una commedia con delle idee un po' folli”.
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