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Valicando il confine francoitaliano dalla realistica "Happy Family" di Salvatores ad ritratto fiabesco del mondo attraverso lo sguardo de "Il piccolo Nicolas e i suoi genitori" 

 

Un ottimo Salvatores con un ottimo cast: è bello uscire dalla sala rievocando con gli amici le battute di “Happy family”, i timpani apprezzano l’immediato replay e anche l’umore. Più tardi, a palpebre chiuse, sono le pupille a tornare sui loro passi, rewind, torno alla scena incastonata già in mille pensieri concreti: la cena, Ozpetec docet, che vede Marta dire “No”.

Luci puntate sul suo esile corpo, come d’altronde gli occhi di due intere famiglie e parenti annessi, il No di Marta risuona opponendosi alla disinvolta sicurezza del suo ex futuro marito Filippo ed evidenzia la fragilità delle convinzioni da lui fino a quel momento ha manifestato presuntuosamente.

Entrambi spavaldi lo sono questi adolescenti, e poi? Come “mi diventano”? Avete visto i giovani che contemporaneamente vivono e masticano a quella tavola?

E’ una metamorfosi paralizzante quella subita; immagino rappresentate nel film tutte le generazioni e, procedendo per ordine, passo ad analizzare quella dei trentenni. Se Marta ci sorprende per coraggio, Enzo e Caterina sono spaventati, intimiditi dalla vita: due pulcini goffi e bagnati. Giovani inoccupati e preoccupati, sguscianti una volta fuori dal guscio. E’ solo la scollatura e il dignitoso portamento di lei, nel finale, che aprono speranze per il futuro.

Alzabandiera dell’età adulta “un po’ in là con gli anni ma non troppo” c’è la coppia Abatantuono - Bentivoglio che fa ben sperare per la consapevolezza acquisita - “ è ora di godersela e di lasciarsi un po’ andare”- peggio assortito ma comunque catartico il versante femminile che vede il tandem Buy-Signoris in corsa verso una serenità pienamente conquistata se si guarda alla quarta generazione in gara: la nonna. Con piccoli exploit meravigliosamente interpretati è lei che condisce tutto d’ironia nella giusta e saggia misura spremuta dall’esperienza regalandoci la speranza di un viaggio chiamato vita.

Dopotutto, nel film di Salvatores, siamo ancora tutti assieme a tavola, anche solo per questo Cin Cin?

 

Il piccolo Nicolas e i suoi genitori

Un film di Laurent Tirard. Con Valérie Lemercier, Kad Mérad, Sandrine Kiberlain, François-Xavier Demaison, Michel Duchaussoy. Titolo originale Le petit Nicolas. Commedia, Ratings: Kids, durata 91 min. - Francia 2009.

“Vedere il mondo con gli occhi di un bambino”, facile a dirsi difficile a farsi, a meno che lunedì non si sconfigga la pigrizia di uscire di casa, poi il gioco è fatto. Sì, solo per questa volta, grazie alla gentile mano registica di Laurent Tirard che ha portato sul video un libro molto noto in Francia: “Le Petit Nicolas” una serie di racconti umoristici destinati ai piccoli lettori francesi.

A cinquant’anni dalla nascita di questo giovane personaggio eccolo riproposto in versione cinematografica: Nicolas porta con sé sullo schermo la Francia degli anni Cinquanta stilizzata, sospesa nel tempo, irreale, dove non esistono criminalità, violenza, indigenza. Ogni gesto appare filtrato, come osservato dagli occhiali inforcati da un curioso bambino: una lente di fervida immaginazione, l’altra di abbondante sensibilità.

Torna nella mente la cinepresa utilizzata per immortalare la Parigi e la vita di Amélie (Il meraviglioso mondo di Amélie), per la sensazione fiabesca e giocosa ma allo stesso tempo fragile che si ritrova in Nicolas; molte effettivamente sono le somiglianze tra i due film: nelle premesse e nel gusto francese di fare cinema, decisamente riconoscibile a partire dalle voci fuori campo e alla delicata e sempre ironica rappresentazione della realtà da punti di vista non del tutto istituzionali.

Mantenendo anacronismo e spensieratezza, “Il piccolo Nicolas e i suoi genitori” è un patchwork di  semplici situazioni che, solo perchè osservate dal punto di vista infantile, danno luogo a gag gustose. Ben lontano dalla pretesa di analisi sociologiche, il regista affronta piuttosto la paura dell’abbandono che attanaglia il piccolo protagonista: niente di drammatico ma, se arrivasse un fratellino?

Niente e nessuno é esente dall’essere ripreso con l’occhietto audace di Nicolas, in primis i genitori che compaiono con tutte le loro umanissime mancanze a braccetto con i loro sogni altrettanto infantili.

Finito il film ricordarsi di rindossare i panni d’adulto, se vi accorgerete di farlo a malincuore chiedetevi cosa vi impedisce di continuare ad osservare il mondo con gli occhi del piccolo Nicolas.

 

POPCORN CURIOSITIES

“Le Petit Nicolas” è nato dalla penna di René Goscinny, co-autore di Asterix e di Lucky Luke, e dal talento di Jean Jacques Sempé, nel marzo 1959 appare su "Soud Ouest Dimanche", il primo episodio della serie di racconti umoristici illustrati.

Il film in Italia è stato presentato al Festival di Roma nella sezione "Alice nella città".

La colonna sonora è di Klaus Badelt, compositore e autore tedesco, collaboratore attivo di Hans Zimmer, un altro compositore di colonne sonore. I due utilizzano spesso lo stesso studio di registrazione situato a Santa Monica, California e, come aiuto compositore di Zimmer, Badelt ha contribuito alla realizzazione della straordinaria colonna sonora del film Il Gladiatore di Ridley Scott.

 

PREMI

César

 

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Intervista con il regista