Dopo l'assolato D'Alatri "Sul mare" di Ventotene, tutti in vacanza
E’ una sorta di fastidio quello che mi accompagna uscendo dalla sala, lunedì, un senso di incompiutezza che mi disarma per tutto il secondo tempo di “Sul Mare”, un film che racconta le vite intrecciate di due giovani inconcludenti: Salvatore e Martina. Se il ragazzo, pur non modificando il suo destino di pescatore muratore, esce in parte vincente dalla pellicola, la protagonista femminile si rivela totalmente negativa, a mio parere, troppo versatile e in continua fuga da se stessa, alla fine quasi in maniera consapevole, cosa peggiore.
E perché sono infastidita? Mi accadde anche leggendo “La solitudine dei numeri primi”, le persone che non scelgono e restano sedute a constatare la propria incapacità (o inerzia) nel prendere una decisione per la propria vita mi turbano alla sola vista. Nella pellicola di D’Alatri la messa in scena dello smarrimento giovanile è confinata in un’isola dalla vita tranquilla dove la coreografia di personaggi secondari, equilibrati, almeno loro, abbraccia Salvatore assecondandolo ma anche guarendolo dal suo male di vivere. E’ Martina quella preoccupante, con la sua scelta di tornare sull’isola e poi sparire: sembra essere una condannata a morte (autocondannata alla morte dell’anima) che vuole sentire per l’ultima volta il gusto della vita.
Al di là delle condotte dei protagonisti il film è ben girato, descrive fedele e delicato una Italia lontana da Milano ma altrettanto vera, con morti bianche e turismo, tavole imbandite e progetti Erasmus non desiderati.
D’Alatri è certamente da tenere d’occhio, lui, i suoi film e il cast che lo ha accompagnato a Ventotene per questo film, a partire da Dario Castiglio (Salvatore)
Assolutamente tuffarsi nel sito ufficiale dedicato al film QUI