I comunisti non la pensano come Berlusconi & Bossi; Il cardinale Tettamanzi non la pensa come Berlusconi & Bossi; Il cardinale Tettamanzi è comunista.
“Sillogismo” è una parola da iniziati: non è come pane, acqua, culo e mutande, parole che appena le pronunci tutti afferrano al volo il concetto. Molti non hanno mai udito il termine “sillogismo”; alcuni ne conservano un ricordo dai tempi del liceo, spesso vago e confuso, talvolta rancoroso, perché non c’è niente di peggio di Aristotele per chi considera la filosofia una tortura. Non staremo certo a definire il sillogismo in questo articoletto, nel timore di far scappare il lettore troppo presto: perché a volte le definizioni suscitano più spavento delle cose che definiscono, mentre noi vorremmo che ragionare fosse più semplice che bollire un cavolfiore.
Ho usato non a caso il verbo “ragionare” perché il sillogismo è la base essenziale di qualsivoglia ragionamento. Se non si ha una decente dimestichezza, almeno empirica, con il sillogismo, il ragionamento non è più ragionamento ma esternazione da manicomio. Anche chi non è andato più in là della terza elementare può usare correttamente i sillogismi, se è una persona che non si ferma alle apparenze ed è abituata a far roteare il cervello. Il sillogismo, dopotutto, è più facile di come sembra. Consiste nel mettere insieme tre elementi in modo appropriato. Come madre-padre-figlio. Che vuol dire “in modo appropriato”? Vuol dire che non puoi concepire un figlio senza i due elementi che lo precedono: madre e padre.
Prendiamo un sillogismo classico, di quelli che si imparano a scuola o da Wikipedia:
Ogni animale è mortale;
Ogni uomo è animale;
Dunque:
Ogni uomo è mortale.
Semplice, no? Il sillogismo, insomma, è una bestiolina con due organi genitali evidenti e uno nascosto: il terzo riusciamo a vederlo o a immaginarlo correttamente solo se abbiamo visto e capito i primi due.
Beh, dirà qualcuno: e che c’è da capire? C’è da capire eccome, perché il mondo è pieno di furbacchioni e i furbacchioni sono maestri nella manipolazione del sillogismo. Potrebbero imbrogliarvi, per esempio, così:
Ogni animale è mortale;
Ogni uomo è animale;
Dunque:
Ogni animale è uomo,
il che è una vistosa bufala: sappiamo tutti che non solo gli uomini, ma anche i grilli e gli elefanti, sono animali.
Ora lasciamo perdere la zoologia e passiamo a un argomento più scottante: come si fa a turlupinare l’opinione pubblica usando un falso sillogismo. Tanti anni fa c’era a Milano un quotidiano, “La Notte”, che una volta se ne uscì con questo titolone su nove colonne:
L’assassino è un capellone
Retroscena: da qualche tempo la polizia indagava su un cadavere trovato in una zona periferica di Milano. A un certo punto, un ragazzo coi capelli lunghi fino alle spalle fu arrestato con l’accusa di essere l’omicida. A quei tempi (si era nel Sessantotto o negli immediati dintorni), conservatori e benpensanti non vedevano di buon occhio i soggetti di sesso maschile coi capelli lunghi, perché convinti che le italiche virtù si misurassero dalla dimensione e dalla distribuzione del pelo. I cosiddetti “capelloni” (insulto coniato all’epoca in segno di disprezzo verso gli hippie e altri longochiomati) stavano sullo stomaco di chiunque covasse sospetti e antipatie nei confronti delle novità, e i lettori abituali de “La Notte” non brillavano di accensioni progressiste. Anche perché, tra i nemici del barbiere, si contava una moltitudine di studenti ipercritici sul vigente sistema politico, sociale e culturale: e i ribelli non piacciono mai a chi ama star seduto sulla stessa sedia per tutta la vita.
Il titolista de “La Notte” lasciava intendere, con quelle cinque parolette in prima pagina, che se vuoi pizzicare un delinquente devi andarlo a cercare fra i capelloni. Il titolo, apparentemente informativo e innocuo, si basava su questo presunto sillogismo:
I capelloni non sono come noi (che siamo persone perbene);
Gli assassini non sono come noi (che siamo persone perbene);
Dunque:
Gli assassini sono capelloni.
Perché questo sillogismo è bugiardo? Perché dà per scontata la veridicità del primo assunto. Chi ha stabilito che “i capelloni non sono come noi”? Chi lo ha dimostrato? Un sillogismo serio deve fondarsi su asserzioni dimostrabili, altrimenti è una patacca.
Ora, è vero che la persona arrestata in quella circostanza portava i capelli lunghi; e non ricordo se poi, a processo concluso, quella persona fosse stata giudicata colpevole o innocente: ma questo è irrilevante ai fini del nostro discorso. Solo che al momento dell’uscita del giornale nessuno avrebbe potuto né dovuto dichiarare a chiare lettere che l’arrestato era effettivamente l’assassino: se ogni volta che arrestano qualcuno dobbiamo credere alla sua colpevolezza, non si capisce più a che cavolo servano i processi.
Ma il titolo de “La Notte” era doppiamente disonesto. Non soltanto perché si permetteva di giudicare colpevole un cittadino prima che fosse sottoposto a regolare processo, ma anche perché quel sillogismo strampalato ne ombreggiava un altro, ancora più bizzarro e pericoloso:
Gli assassini si riconoscono dai capelli;
I capelli lunghi sono un segno evidente di criminalità;
I capelloni sono assassini.
Qui il terzo elemento del tricorno è superfalso perché deriva non da uno, ma da ben due asserzioni indimostrate e indimostrabili. Eppure buona parte dell’opinione pubblica abbocca senza la minima perplessità a queste trappole. La maggioranza è spesso lieta di abboccare. Siamo un popolo di trote.
Ho riferito un esempio remoto di manipolazione mediatica per non essere subito accusato di faziosità. Se avessi commentato esempi contemporanei di corruzione sillogistica, sarei stato subito tacciato di “comunismo” e “complottismo”. Perché avrei dovuto e potuto citare infiniti esempi di comunicazione fraudolenta, e mi sarebbe stato più facile pescarli dal campionario politico e giornalistico che ci ritroviamo. Ma lasciatemi concludere con un falso sillogismo di indiscussa attualità dal quale derivano, a cascata, molti altri:
I comunisti non la pensano come Berlusconi & Bossi;
Il cardinale Tettamanzi non la pensa come Berlusconi & Bossi;
Il cardinale Tettamanzi è comunista.