A Barcellona un luogo magico che non si trova nelle guide della città,
fatto di marionette, marionette e ancora marionette.
Tra la famosa Rambla e una delle sue perpendicolari che raggiunge il Montjuic, Nou della rambla, in una vietta incastonata, Calle Guardia, ci sta La casa di Pepe Otal.
Un po’ cabaret per i tendaggi dello scenario e gli skatch serali, un po’ spazio sociale per il modico prezzo dell’entrata, le sedie di legno e la cena popolare compresa nel prezzo, un po’ laboratorio per i tavoli da lavoro e i disegni di studio che scontornano le pareti della sala e un po’ museo per la storia che viene conservata.
In realtà è soprattutto una casa per decine e decine di personaggi fatti di gesso, e cartapesta che accolgono, tenuti in vita da fili lunghi e tesi, i visitatori e gli spettatori . E’ una polverosa e allegra casa dei Titeres ( Marionette) di Barcellona. Ma in pochi, pochissimi lo sanno. E questo la fa un luogo silenzioso all’esterno, magico e segreto al suo interno.
Il precursore di tutto ciò fu un omone con la barba e la pipa, Pepe Otal, ora sono gli amici e i nuovi allievi che custodiscono a mo’ di museo gli strumenti e le carte del maestro e proseguono con spettacoli e corsi per grandi e piccoli.
Dopo la prima volta e dopo il primo spettacolo di marionette, “ La Casa" diviene un vizio” inscrutabile, un vizio d’infanzia che si innesta soprattutto in un pubblico ed una clientela di adulti o quasi, come me insomma.
Non ogni settimana, a volte nemmeno ogni due, per il pubblico accorto ed informato va in scena il rituale: si prende posto su una seggiolina, ci si stringe un po’, si abbassano le luci e i titeres che addobbano la stanza prendono vita manovrate dai “titereteros”.
Ogni artista e ogni compagnia le usa a suo modo, le muove con tecniche distinte: A filo, pupi, di guanto, Muppets, Wayang, Bunraku, sono piu di 20 i tipi di marionette esistenti.
Poi si forma un modesta coda, ognuno con il proprio piatto alla mano, per farselo riempire della cena della serata. Le sedie prima ordinate si spargono per la sala e quel fantastico posto si trasforma in un ristorante. E mentre si mangia decine di marionette ti guardano e tu puoi accarezzare facce, corpi e pezzi di futuri personaggi, passeggiando tra foto del gran maestro ed i suoi insegnamenti.
Io ho già la marionetta, fatta e costruita da me grazie ad un corso dei tanti che si tengono nella Casa. Posso muoverla e farla parlare, quando voglio la vado a trovare, le porte della casa infatti rimangono aperte, al di là delle grandi serate-spettacolo, per questi affetti.