In nome di una zona di eccellenza sostenibile anche per la bella capitale Catalana il Comune ha in progetto l'allaciamento di 3 parchi tra loro e l'abbattimento di casa storiche, parte del tessuto sociale dei quartieri perimetrali alle zone verdi.
Nel XIX era uno spazio poco abitato da case nobili sviluppato tutto in altezza con una vista mozzafiato sulla città e sul mare. Negli anni 50 e 60 l'occupazione massiva dell’immigrazione lo ha rimodellato, facendolo assomigliare al barrio alto lisbonese ma senza garbo, con baracche e case di bassa qualità. Rimane mal comunicato con la città e topograficamente complesso.
Perso il carattere nobile generato dalla borghesia catalana degli inizi del XX la zona vivsse fino agli anni 80 l'abbandono dell'amministrazione alla quale in quegli anni vengono reclamati standard minimi di vita come strade asfaltate, acqua potabile, trasporti pubblici, scuole, ambulatori etc…-
Si tratta dei quartieri che circondano il parco chiamato "Tres Turons", il grande balcone verde di Barcellona, l’insieme di tre parchi: Creueta del Coll, Turó de la Rovira e Güell.
Nel 2000 l'interesse per i parchi adiacenti ai quartieri in questione (Carmel, Guinardo, Horta, Turo della Rovira) dà il via ad una proposta di rigenero urbanistico che si integra con l'Agenda 21 che, tra le altre cose, pianifica la valorizzazzione delle aree verdi con l’idea di un progetto volto ad unire i tre parchi. Delle 746 case che giusto si trovano nella zona da ripianificare per “la balconata ombrosa e sostenibile”, solo 464 saranno conservate, mentre 300 rase al suolo.
Già 7 anni fa tutte le entità del circondario vincolate al progetto dei Tres Turons si mobilitarono e presentarono una controproposta con l'aiuto dell'architetto Manuel Bullet, anche lui residente in zona.
LA nuova zona alta verde, secondo il loro lavoro, può e deve avere una struttura mista di case e zone verdi. Dopo varie rivisitazioni, il Comune nel 2009 continua con il progetto iniziale e la "pulitura dalle calotte", come la chiama l'architetto Oriol Clos.
Il progetto del comune non considera l'aspetto sociale del verde, ma ne vuole valorizzare l'aspetto estetico e funzionale al turismo, giustifiandolo con l'adeguamento a parametri europei di m2 di verde per abitante ( risulterebbe che Barcellona riservi solo 5m2 per abitante mentre la OMS ne richiede almeno 15).
Parallelamente è complicato risolvere la degradazione di edifici vecchi e gestirne la ristrutturazione perché non si concedono le licenze ed il tutto è aggravato da un disprezzo verso l'amministrazione che durante molti ha lasciato questo territorio allo stato di abbandono totale (solo l'hanno scorso è stata inaugurato il tratto della metropolitana per il quartiere Carmel). Per questo le associazioni di vicinato rivendicano gli sforzi messi in un'identità territoriale che ora non viene riconosciuta e che peggio si vuole eliminare.
Miguel Losada, un habitante del quartiere dice: "Noi vicini difendiamo l'idea di un parco e le use case consolidate e che furono costruite prima del piano del 19776. Hanno un valore storico e architettonico, da integrare nel futuro parco. Inoltre non occupano luoghi strategici come cime dove si prevede la costruzioni di "miradores". Saranno di valore paesaggistico e daranno sicurezza ai passanti o agli sportivi che utilizzano i parchi.
Intanto nella parte alta del parco del Turò della Rovira, sulla cima, continuano a fare da vedetta i bunker della difesa antiaerea della guerra civile spagnola. Anche questi stanno divenendo meta di gruppi di turisti ed il passaggio per arrivarvi viene poco a poco ripulito e facilitato.
Il quartiere è ricco di allevatori di piccioni ed uccelli da concorso, i primi spesso si vedono volare sopra i bunker e colorano il clero in cerca della "hembra" la femmina, che viene lasciata libera prima di dare il via al concorso del piccione che si aggiudicherà la preda per primo.
Uno spettacolo destinato a scomparire per il prossimo avvento dei turisti?