Se a Sud si dà dentro con la parte puramente manducatoria (vedi puntate precedenti), al Nord vincono in proporzione le libagioni. Forse sarà questione di latitudine e clima ma non ne sono certo.
Le prime esperienze sociali con i nordici possono essere traumatiche: ricordo le difficoltà del giovane fratello di un mio amico, perché i conoscenti che lo zio gli aveva presentato gli facevano trovare bicchieri su bicchieri di vino bianco già pagati al bar sulla spiaggia di Caorle. Il malcapitato, abituato al massimo ai caffè pagati di partenopea memoria, riteneva giustamente una gran scortesia rifiutar la gentil profferta ed arrivava alle 11 puntualmente allegrotto o con un certo mal di testa. Era luglio e c’erano 32 gradi all’ombra. No, il freddo non c’entrava molto.
A fornirmi ulteriori indizi è stato un altro veneto: «Me g’han sempre dito che en Inghilterra se beve a sbrego. Mi son andato là e mi bevea più de loro. Veneti, trentini e furlan, en Inghilterra ci troviam d’un ben». (“Mi hanno sempre detto che in Inghilterra si beve a scoppiare. Io sono andato là e bevevo più di loro. Veneti, trentini e friulani, in Inghilterra ci troviamo benissimo”). Ecco, la latitudine nemmeno ci azzecca.
E allora, cosa sarà mai? Può darsi si tratti di una socialità in altri termini espressa ma lo stesso profondamente sentita. Il barolo di Grinzane contro la parmigiana di melanzane, l’amarone contro il peperone, lo spumante contro il piccante. Punti complementari, diversi ma dialoganti. Una briscola della gastronomia, in cui a volte vince il solido, a volte vince il liquido ma sempre trionfa la papilla gustativa, ognuno con il suo carico da undici tenuto ben stretto in mano per il colpo finale. Una “Franza o Spagna basta che se magna” insita nel dna italico: corposo al Sud, etilico al Nord.