Egregio Direttore,

all'autostrada Lecco-Como-Varese (LecCoVa, mi sembra un nome adatto) ci crede solo il comitato promotore, cioè le imprese che - sperano loro - dovranno spandere un bel po’ di cemento e asfalto per realizzare la nuova infrastruttura. Il tutto è tristemente scontato.

Così come scontato è che la (ri)proposta della Pedemontana bis (o ter?) venga fuori ora che siamo in campagna elettorale per le regionali: fanno finta di litigare il PdL di Formigoni (pro-strada da sempre) e la Lega di Castelli e Carioni (contro fino a ieri), mentre il Pd dice no ma anche sì tra qualche anno (?). Niente di nuovo anche qui, la solita manfrina per confondere - ancora una volta - gli elettori.

E allora anche noi ambientalisti facciamo il nostro (scontato) dovere: l’autostrada LecCoVa non s'ha da fare, è inutile e dannosa, non abbiamo bisogno di nuove strade, di altra devastazione in un’area - quella a nord di Milano - tra le più cementificate al mondo, con livelli di inquinamento tra i più elevati del globo.

Mentre a Copenaghen i potenti della Terra cercano - o fanno finta - di impegnarsi per ridurre l'inquinamento, in Lombardia i politici e i costruttori non sanno far altro che proporre nuove strade; che tristezza!

Basta con 'sti politici che sanno solo mettere a disposizione territorio per la speculazione.

E basta con 'sti imprenditori che sanno solo chiedere soldi pubblici per i loro affari. I 38 km della LecCoVa costerebbero quasi 2 miliardi di euro, circa 100 milioni di vecchie lire al metro, cioè il costo di una villetta a schiera ogni 4 metri di strada!

Per non parlare dei danni ambientali.

Distinti saluti

Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”  ( www.circoloambiente.org )

Merone,  18 dicembre 2009