Stop alla rottamazione e alla corsa all'acquisto di nuove auto, il Ministero dell'Ambiente spinge all'uso dei mezzi pubblici e alla mobilità sostenibile.
Per qualcuno forse non sarà una bella notizia, ma noi che ci affanniamo a tenere giù la colonnina di mercurio nel termometro che misura la febbre della Terra, possiamo dirci relativamente soddisfatti. Il ministero dell’Ambiente ha detto basta ai finanziamenti per la rottamazione. E ha deciso di sbarrare la strada nella prossima finanziaria alla rottamazione delle auto. Considerato che negli scorsi anni questo provvedimento ha finito per rivelarsi nient’altro che un incentivo all’acquisto dell’auto, e che questo paese di tutto ha bisogno meno che di più auto in circolazione, un plauso è doveroso. Niente bonus alle imprese automobilistiche, dunque, ma piuttosto incentivi al trasporto pubblico e alle strade ferrate, perché si sterzi tutti più decisi in direzione di una mobilità sostenibile.
Magari seguendo l’esempio di quei pochi – pochissimi per la verità – che hanno cominciato a muoversi in questo senso. Finora, soltanto il Piemonte si è dotato di un Piano regionale per la qualità dell’aria. In linea con esso, la regione ha già avviato una massiccia ristrutturazione del parco macchine per eliminare dalla circolazione i veicoli più inquinanti e lavora al miglioramento del trasporto collettivo. In primo luogo, dotando tutti gli autobus pubblici di filtri antiparticolato, che dovrebbero contribuire ad abbattere il rilascio di micropolveri nell’aria. E, in più, scontando del 33% il costo degli abbonamenti per gli studenti universitari e cofinanziando, insieme alle imprese, i biglietti di viaggio dei lavoratori.
Il bilancio regionale 2007, inoltre, mette a disposizione dei Comuni con più di 20mila abitanti, nove milioni di euro che serviranno per trasformare almeno il 20% delle strade di ogni centro abitato in Zone a Traffico Limitato e per estendere i divieti di circolazione sette giorni su sette per le auto più inquinanti.
D’altra parte quando la testa dà un segnale, è più facile che tutto il corpo risponda. E così accade che, solo nella provincia di Torino, 40 comuni virtuosi abbiano da poco firmato un protocollo di intesa che li impegna a rendere le città a misura di bambino, cominciando proprio dai dintorni delle scuole. Tanti i progetti - documentati e consultabili sul sito della provincia di Torino - per rendere più sicure le strade ai più piccoli e per abbassare l’inquinamento acustico attorno alle scuole.
Naturalmente, anche il capoluogo piemontese dà il buon esempio, con il progetto di Bike sharing. Dalla prossima primavera pendolari, residenti e turisti avranno a disposizione in noleggio 1300 bici e 130 cicloposteggi. L’obiettivo è arrivare in tre anni a 400 posteggi e 4000 bici, in modo da integrare l’uso delle due ruote e dei mezzi pubblici e aver sempre meno bisogno di ricorrere al mezzo privato.
Adesso sta al Parlamento mantenere le promesse. E dare attuazione in Finanziaria all’impegno del governo che a maggio scorso prometteva 1000 treni per i pendolari entro il 2011, con un incremento dell’offerta del 70-80% nelle grandi città. Ma dello stanziamento previsto non c’è più traccia in Finanziaria. Misura indispensabile, invece, se davvero si vuole che sempre più italiani rinuncino alle quattro ruote. (La petizione on line “Mille treni per i pendolari” è disponibile su www.legambiente.com)