L’Italia cammina sempre a passo di bradipo. O, meglio, da dinosauro dell’era fossile (intendo quella basata sul petrolio), in attesa forse dello scioglimento dell’ultimo ghiacciaio.
Fortuna che almeno qualcuno cerca di restare meno indietro degli altri.
Basta fare un salto - sempre che il bradipismo ce lo consenta! - nelle province di Trento e Bolzano, per rendersi conto che un altro stile dell’abitare è possibile. Negli ultimi anni, queste province stanno facendo passi da gigante in materia di edilizia a basso consumo energetico.
Dal gennaio 2005 infatti è in vigore il nuovo regolamento di esecuzione della legge urbanistica provinciale in materia di risparmio energetico. Per dirla in breve, esso comporta che da quelle parti le concessioni edilizie vengano rilasciate solo a chi costruisce edifici che non superino la soglia di 70 kWh di consumo annuo di energia per metro quadro.
Le case, insomma, come le lavatrici, vengono certificate in base alla loro efficienza energetica. Di serie A, B, C, etc, in base, alla quantità di calore di cui necessitano in un anno, per mantenersi ad una temperatura interna di 20°C. Il bollino si chiama Casa Clima e per ottenerlo si deve essere, nella peggiore delle ipotesi, almeno in classe C (consumo di energia inferiore ai 70 kwh/mq l’anno). Ma gli standard Casa clima, si stanno rivelando così efficienti sul piano del risparmio energetico, fattibili e pure convenienti che gli imprenditori edili nelle province altoatesine snobbano ormai la C e mirano alle classi più alte. Molti edifici sono oggi in classe A, il che significa che hanno un consumo pari o inferiore a 30kwh/mq l’anno.
Se ci figuriamo che 10 KWh corrispondono suppergiù a 1 litro di gasolio, allora, un'abitazione di Classe A di 100 mq di superficie abitabile consumerà a Bolzano, circa 300 litri di gasolio in un anno. Riuscite a immaginare quanta energia potremmo risparmiare, con conseguente riduzione di gas serra, se ci decidessimo ad abitare come in Alto Adige?
Intanto, intorno a questa edilizia d’avanguardia, già si muovono ricerche e innovazioni tecnologiche, per la produzione di materiali che assicurino l’isolamento di tetti, pareti, pavimenti, finestre, e che siano sempre più a basso impatto ambientale.
L’ultima frontiera sarà la CasaClima Gold, edifici che non solo presentino un bilancio energetico bassissimo (10 kWh/m2 annui), ma corrispondano anche a requisiti di eco-compatibilità, come ad esempio la rinuncia totale, per il riscaldamento, all’impiego di combustibili di origine fossile, l’assenza di isolanti di materiale nocivo, di impregnanti chimici e di solventi per i pavimenti, di legni tropicali, di pavimenti e infissi in PVC.
C’è poco da fare. Mentre in Germania, Austria, Scandinavia si progettano interi quartieri ad alta efficienza energetica, con case e uffici che non hanno bisogno di alcun riscaldamento, in Italia non ci resta che accontentarci di qualche isolato pioniere.