Sempre più comuni mettono a disposizione fontane per l'acqua (pubblica)
da imbottigliare e portare a casa, anche con le bollicine. Due "fontanili" anche a Monza
Bottiglie di vetro alla mano, servitevi pure: l’acqua è gratuita, pubblica e se proprio non sapete rinunciare alle bollicine, anche minerale. Succede a Lucca, Firenze e Pistoia, ma anche a Foligno, Spoleto e San Giuliano Milanese. E non solo. In tanti comuni è già partita la sfida delle fontane pubbliche.
Così, mentre a Palazzo, lo scorso 19 novembre si è convertito in legge il Decreto n. 135 del 25 settembre 2009, rendendo di fatto obbligatorio per i comuni privatizzare l’acqua, in tante parti d’Italia si moltiplicano gli esperimenti di acqua pubblica.
Alle fontane di Scandiano, Correggio e Sant’Ilario (RE), si può scegliere tra liscia o gasata e regolarne la temperatura.
In dieci comuni del basso Valdarno (Pi), le “casa dell’acqua” erogano, gratuitamente, in aree pubbliche, acqua ad “alta qualità” dal punto di vista organolettico, grazie a sistemi di filtraggio e sterilizzazione. Ci guadagnano i cittadini, risparmiando sull’acquisto di acqua minerale e ci guadagna l’ambiente con 5 milioni di bottiglie di plastica in meno.
A Firenze come a Capannori l’acqua del rubinetto si beve anche nelle mense scolastiche. In quest’ultima città, grazie al progetto ‘Acqua Buona’, voluto dal comune in collaborazione con Acqua S.p.a., 2.438 bambini di 22 scuole bevono solo acqua del rubinetto, evitando quindi di disperdere nell’ambiente 1.890 bottiglie di plastica a settimana. Con un risparmio complessivo, a partire dall’inizio dell’anno scolastico, di 40.000 bottiglie di plastica.
D’altra parte l’acqua che sgorga dal rubinetto oltre che più sostenibile per le tasche e per l’ambiente, non ha nulla da invidiare alle minerali, nemmeno in fatto di affidabilità. La sua qualità è garantita da controlli continui: le analisi vengono realizzate periodicamente, comunicate alle scuole e affisse al loro interno.
Tuttavia, affinchè l’oro blu resti un bene comune, come tutto ciò che non ha prezzo e non può averne, bisogna cercare di scongiurare gli effetti previsti dal decreto-legge Ronchi. Il Dl n.135 del 25 settembre 2009, convertito in legge il 19 novembre 2009, prescrive infatti l’affidamento ai privati del servizio idrico tramite gara e prevede che le quote di partecipazione del pubblico ad eventuali società miste non possano superare il 40%, aprendo così inevitabilmente la strada alla gestione dell’acqua da parte dei grandi gruppi industriali.
All’art. 15, per dirne uno, esso stabilisce che il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali debba avvenire, in via ordinaria, a favore di imprenditori o di società private, o a società a partecipazione mista pubblica e privata, mediante procedure competitive ad evidenza pubblica.
A questa eventualità, molti comuni cominciano a reagire con provvedimenti in favore dell’acqua pubblica. Così a Spoleto, di recente, il consiglio comunale ha approvato l’emendamento di Spoleto a 5 Stelle, con cui ci si impegna ad “aggiungere nello Statuto del Comune il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico integrato e che tutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà”. Vale a dire: la gestione dell’acqua deve essere locale e pubblica. Stessa decisione nel consiglio comunale di Monsano (An) e in tanti altri “comuni virtuosi” che aderiscono alla campagna nazionale "l’acqua è del sindaco e di tutti i cittadini" (il modello di modifica dello Statuto comunale è reperibile sul sito www.comunivirtuosi.it).
Un’iniziativa che potrebbe essere seguita ancora in tanti e tanti comuni italiani.
A Monza 2 fontanili dell'Agam:
in via Cremona e in via Iseo
Da giugno 2008 anche a Monza ci sono i distributori automatici di acqua minerale.
In via Cremona è attivo il primo impianto che «distribuisce l’acqua prelevata direttamente dalla rete valorizzata da un monitoraggio continuo dei parametri chimici e fisici, refrigerata liscia o gassata - dichiara l'azienda - Vi accedono i clienti di AGAM: al prezzo di 12,00 € si acquista la “FONTANILE CARD”, caratterizzata da un codice a barre nominale che consente il prelievo fino a 30 litri la settimana. Sarà sufficiente avvicinare la Fontanile Card al lettore ottico per il prelievo dell’acqua in bottiglia». «Per maggiore sicurezza, gli erogatori sono protetti da un guscio UV per sterilizzazione in continuo e sistema saracinesca per la chiusura dei fori di erogazione, quando non viene erogata acqua».
«Per la facilità del trasporto è disponibile un kit trasporto leggero, composto da 4 bottiglie ed apposita sacca della “spesa”. L’iniziativa nasce da un progetto comune con l’Amministrazione Comunale ed è
finanziata totalmente dalla società». Un secondo fontanile è da qualche tempo installato a San Fruttuoso, in via Iseo. Le analisi dei due distributori sono disponibili online qui e qui.