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Il libro ritrovato. Aśoka il Grande. Una guerra che trasformò la visione del mondo e del potere di un imperatore della grande India

 

Il re Piyadassi (Asoka) caro agli Dei così ha detto… La cerimonia che da gran frutto, invece, è la cerimonia della Pietà. Valgono in questa: la gentilezza verso gli schiavi e i domestici, la riverenza verso gli anziani, l’astensione dalla violenza verso gli esseri animati, la liberalità verso i sacerdoti e gli asceti.” ( Editto IX B).

Qualche tempo fa ebbi modo di scrivere due righe su questo libro ritrovato tra i miei scaffali: “ Gli editti di Asoka “della Biblioteca Adelphi edito nel 2003.

Consiglio di dare un occhiata sia al notevole “saggio” introduttivo che in 30 pagine ( Giovanni Pugliese Caratelli) ci fa con semplicità capire la complessa storia ( anche spirituale) indiana e l’avvento di Asoka , che governò quasi l’intera e immensa India per molti anni ( senza esatta certezza il suo impero di Maurya si colloca tra 270 e il 230 prima di Cristo). Notevole perché scopriamo le complesse relazioni militari, diplomatiche, culturali che legavano il mondo greco a quello indiano e persiano, soprattutto in conseguenza dell’impresa di Alessandro ed alla fondazione delle sue Città in India e in Asia. Scopriamo anche l’antichità, profondità e popolarità del pensiero filosofico e religioso indiano e la sua influenza nel mondo con la nascita del Buddismo, ma in generale con l’induismo nelle sue varie forme ed in particolare lo jainismo.

20130325-EDITTI-DI-AOKAQuesta introduzione invoglia a letture più complesse o “ di accompagnamento” e puntualmente mi ha ricordato libri di casa per meglio capire e ho scelto, tra altri, la “Storia delle religioni. India, Tibet e sud-est asiatico”. E’ il IV volume di Henri-Charles Puech edito da Laterza nel 1977 di un opera generale. Mi è servito molto, rimpallando nomi e concetti tra la storia delle religioni in India e l’Impero di Asoka. Infatti penso che la lettura degli Editti, che appare significativa di per se, diventa anche strumento per meglio capire l’India nei suoi aspetti antichi e moderni. Un grande paese con tante lingue e culture molto diverse e dove per intendersi usano spesso e ancora oggi, in molti aspetti della vita e delle istituzioni, la lingua Inglese. Lingua del dominatore coloniale prima della liberazione pacifica di Ghandi. Riconosciuta dalla stessa Costituzione come lingua ufficiale con l’hindi. La lingua inglese doveva essere tralasciata nel tempo, ma non è stato così ed essa è ancora lingua ufficiale per molte cose, popolare e unica lingua che consente a tutti gli indiani di comprendersi e sovente di capire le stesse leggi.

Identico problema avevano gli Editti di Asoka che erano tradotti e adattati per volere dell’Imperatore tramite i suoi viceré e governatori, in tutte le Province dell’Impero. Non è cosa semplice oggi, pensiamo quali difficoltà potevano esserci allora..

Qualche anno fa andai in India, nel Rajasthan e in Nepal. Sorprendente la presenza dei grandi monumenti di cultura mussulmana di una immagine leggibile dall’africa sino all’estremo dell’Asia, nel contempo il fascino della religione, i templi indù e gli stupa buddisti, cultura e architettura induista e buddista che ha resistito ( pur con le sue varie componenti) pervicacemente alla invasione della religione islamica. Induismo che ha persino estroflesso la religione Buddista ( era la religione di Asoka e respingeva le suddivisioni in caste) che in India è oggi poca cosa. Sorprendente, nel mio viaggio, anche che sulla carta moneta comparissero più di dieci idiomi diversi per lingua e scrittura e ciò non impedisse l’esistenza di un grande paese a regime democratico.

Nel passato, per molti secoli, sono state in aumento l’uccisione di animali e la crudeltà verso le creature, la mancanza di rispetto verso i parenti e l’irriverenza verso bramani e asceti. Ora però, grazie alla pratica della Pietà da parte del re Piyadassi caro agli dei, il suono dei tamburi è divenuto suono della Pietà.” ( Editto IV)

 

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Dappertutto nei domini del re Piyadassi caro agli Dei, e anche nei paesi confinanti, tra i Coda e i Panda, nel regno di Satiya, nel regno dei Kerala, in Taprobane e nei dominii del re greco Antioco ( Antiaco II di Siria), e inoltre in regni vicino a quelli di Antioco, il re Piyadassi caro agli Dei ha promosso l’istitizione di due tipi di ospedali: ospedali per gli uomini e ospedali per gli animali; e dove non esistevano erbe salutari per gli uomini e salutari per gli animali, dappertutto ne ha fatto portare e piantare…. “ ( Editto II).

“ …Non si deve bruciare un cumulo di paglia in cui sono esseri viventi; ne da fuoco ad un bosco senza ragione o per fare danno. Un vivente non deve nutrirsi con un vivente…” (Editto XXI)

Gli editti di Asoka sono un insegnamento morale e religioso, oltre che di comportamento di vita verso se e gli altri, rivolto all’uomo al rispetto reciproco e della natura in cui vive. Sembra che la sanguinosa conquista della provincia del Kerala abbia lasciato una profonda traccia nel suo carattere per cui divenne un upasaka ( laico) buddista. E in un Editto esprime, diremmo oggi, una profonda e pubblica autocritica. Con grande coraggio.

Ora che il paese dei Ralinga è assoggettato, il re attende con fervore alla pratica della Pietà. All’amore della Pietà…Tale è la penitenza del re caro agli Dei per aver sottomesso i Ralinga: perché la conquista di un paese indipendente è strage, morte, cattività di uomini; e ciò è fonte di pena e deplorazione…Ma ancor più penoso per il re …..è il pensare che quel paese è abitato da….seguaci di altre religioni e da laici, i quali praticano riverenza agli anziani, alla madre e al padre, obbedienza ai maestri, gentilezza, affetto e rispetto verso gli amici, i parenti, i compagni e familiari, gli schiavi e i domestici; ed essi hanno subito offesa, o uccisione, o separazione dai loro cari…Che ciò ricada su tutti gli uomini è un pensiero tormentoso per il re caro agli Dei…. E se è stata fatta un’offesa, il re caro agli Dei pensa che egli debba sopportarne il peso quanto è possibile.” ( Editto XIII)

Questo non gli impedì di avere una visone ecumenica del mondo e i suoi editti sono volti a tutti, buddisti, induisti o altro. I suoi editti sono la diffusione del suo Dharma ( legge fondamentale) , contro la violenza e per l’amore e rispetto del prossimo e universale, dei genitori, degli stessi schiavi, di rispetto per tutte le religioni e di profonda attenzione anche alla vita animale e vegetale sulla Terra. Una pratica definita “ della Pietà” da parte del re Piyadassi ( altro nome ufficiale di Asoka).

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Il saggio ricorda che questa concezione del mondo, della Pietà, solidarietà e amore universale, influenzò anche il pensiero greco ( in particolare il contemporaneo regno di Antioco).

Il re Piyadassi caro agli Dei rende onore a tutte le religioni, così a quelle di asceti come a quelle di laici, con liberalità e varie forme di ossequio.” ( Editto XII).

Vale la pena quindi una lettura per scoprire un mondo che sembra lontano, ma che mostra come tante idee che ancora ci assillano, tanti comportamenti per capire altri paesi e altre culture, altre etnie e accettarle, anche in un mondo interamente connesso dalle reti, sono ancora con noi. Vale la pena anche per dare contenuto “storico” quando parliamo di India o di altro. Quando ci sono andato, in India come in Nepal, il fascino del legame tra uomo e natura era presente , come quando a Jaipur, ad un mercato per strada, degli uccellini beccavano nel sacco aperto delle sementi e il proprietario li spostava delicatamente con la mano senza alcuna violenza. Per capire anche come gli eventi sanguinosi di una guerra trasformassero un imperatore tanto da cambiare la sua visone del mondo e del potere. imperatore e ne fece una autocritica incisa su pietra posta sino ai margini del suo impero.

Leggo che lo stesso Plotino ne parla, affascinato da quanto si diceva e cercò anche di andare verso l’oriente alla ricerca delle fonti aggregandosi all’armata dell’imperatore Giordano contro i Parti, ma che però si interruppe per la morte dell’Imperatore stesso.

Gli Editti in generale erano incisi sulle rocce e colonne, alcune in greco. Stabili e per sempre.