"Il secondo non me lo fai". E  Pepe Reina, il portierone del Napoli, strega  Balotelli 

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Quando l’arbitro ha fischiato c’è stato un attimo in cui la paura è saltata fuori anche per lui, il portierone. La paura di avere tra le mani la responsabilità di una partita perfetta, che un gol a quel punto potesse essere il prologo di un recupero in grande stile, che dopo 27 anni nemmeno questa volta il Napoli  sarebbe uscito vincitore da San Siro.  

 Di fronte Pepe Reina non aveva uno qualsiasi, ma Mario Balotelli, il cinico, freddo, spietato attaccante che nella sua carriera da professionista ne ha combinante tante in campo e fuori, ma non ha mai, mai sbagliato un calcio di rigore.  

 A volte il calcio va così. Hai due reti di vantaggio, sembri avere la partita in pugno, ma basta una distrazione per crollare. E il tonfo, in questi casi, fa più rumore, perchè vincevi

 Mario contro Pepe, Pepe contro Mario. Si conoscevano perchè entrambi hanno giocato in  Premeiership, e poi i portieri studiano i rigoristi, figuriamoci Balotelli. 

 Ci sono attimi in cui si può realmente cambiare la storia. Istanti carichi di umidità nervosa, quando la nebbia può diradarsi o ti ci puoi perdere per sempre. 

 Reina non ha lo sguardo glaciale di Handanovic, non ha il blasone di Buffon: ma quando la telecamera lo inquadra si capisce che sa cosa fare

 Il resto è storia. Il 45 rossonero si avvia a calciare il rigore come fa di solito, rallentando e guardando dove si butta il portiere per indirizzare la sfera dall’altra parte, senza neanche preoccuparsi di angolare troppo. 

 “Quando sono sul dischetto, è un sfida tra me e lui” – dichiarò una volta il bresciano. 

Pochi passi, la rincorsa. Reina che si lascia ciondolare in avanti senza tradire nessuna, nessunissima emozione. Balotelli, il “freddo” Balotelli che abbaia spesso e qualche volta morde pure,  a questo punto non sa cosa fare. La mossa non c’è stata, non sa dove calciare

Tirerà a sinistra, ma  è un attimo. Il portiere se ne accorge e con un colpo di reni si distende, e ci arriva con la mano. Questa volta la sfida l’ha vinta lui. 

(Per la cronaca, caricato  dal penalty fallito, SuperMario ha infilato il Napoli con un bellissimo tiro a giro, vendicando l'onta. Non è bastato, ma ha salvato l'onore. Poi, per completare il menù, ha offerto il solito dessert di insulti all’arbitro. E si è beccato tre giornate. Amen.)

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