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Gli anni ’90 tornano in auge, con il loro rock ottocentesco, ruvido e poetico. A regalarci queste atmosfere, malinconicamente rinnovate, ci pensa un gruppo dal nome ormai affermato nel panorama locale.

 

Ad ascoltarli su supporto il primo paragone è spontaneamente diretto ai Marlene Kuntz, anche se meno noise: voce gracchiante che recita poesie, arpeggi di chitarra soffici alternati a duri riff distorti, basso imperante e batteria corposa.

È dal vivo, però, che questo trio mostra il proprio animo rock’n’roll facendo emergere tutto il mondo musicale che ancora si cela in loro, ovvero l’animo post-punk alla Nirvana, alla CSI, unito ad atmosfere fluttuanti che ricordano certi brani degli Hypnos 69, tenuti insieme da testi alla De André, dove sacro e profano si sposano per dar vita a pezzi dall’impatto forte, ma silente: non senti la botta, ma solo lo stordimento che ti lascia.

 

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L’INTERVISTA

Quando e come è nato il gruppo?

I Veda nascono nel ’97, ma la formazione attuale è attiva dal 2007. Inizialmente suonavamo sia cover che pezzi nostri, e, poiché il nome si è andato consolidando, abbiamo deciso di tenerlo, anche se il progetto è stato rinnovato, dando al gruppo un’impronta meno pop, più rock e tesa alla stesura di soli pezzi originali.

 

Ha un significato la parola ‘Veda’?

La parola Veda indica il "sapere", la "conoscenza", la "saggezza". È l’insieme dei testi sacri dell’Induismo, scritti in sanscrito, finalizzati a donare all’uomo potere ed equilibrio nel vivere con la natura. Da qui derivano le versioni odierne di questa religione.

 

CD /demo/ep all’attivo?

Attualmente è in circolazione il nostro nuovo EP, Prosa, uscito alla tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010. Contiene cinque brani, tra cui la cover di Hotel Supramonte di De André, data la comune passione per questo grande cantautore.

 

Per quanto riguarda i concerti, invece?

Con la formazione attuale, abbiamo avuto modo di partecipare a numerosi concerti, anche di importanza rilevante, festival, ad esempio, che hanno visto la partecipazione di artisti del calibro di Linea77, Teatro degli Orrori, Punkreas e Miura.

 

Trovo i vostri testi molto interessanti. Come nascono?

Sono sicuramente molto importanti all’interno delle composizioni dei Veda. È difficile che un testo nato di getto resti tale, di solito lavoriamo molto la materia grezza e, come Faber insegna, prestiamo molta cura alle parole, alla metrica e anche alle tematiche tra una canzone e l’altra, in modo da donare all’opera intera una coerenza interna. Tendiamo, insomma, alla creazione di un concept-album.

Trattiamo l’argomento ‘Monza e Brianza’. Com’è la situazione musicisti?

Dal nostro punto di vista non facile. Non è un problema a livello numerico, bensì di carattere: quando si vuole creare una rock band che faccia canzoni originali, trovare le persone con cui creare la giusta alchimia non è per nulla semplice. E noi queste difficoltà le abbiamo affrontate.

E la situazione locali?

Per la nostra esperienza, trovare locali in cui suonare è mediamente difficile. Certo, ci sono varie tipologie di locali, quelli in cui girano solo le cover band dove va solamente chi ha voglia di “far serata” con gli amici; altri invece più improntati all’ascolto e a dare spazio ai gruppi originali. Il problema è che i primi sono di gran lunga più numerosi dei secondi.

Dove sta il problema secondo voi?

È tutta una questione economica. Se hai una cover/tribute band qualche soldo lo si fa girare, con un gruppo originale ci si deve rassegnare al suonare gratis. Inoltre manca la mentalità che si trova, o meglio, si trovava nell’Inghilterra di un decennio fa, dove la disponibilità dei posti dove suonare era immensa ed era normale, dopo aver assistito al live, comprare il disco del gruppo. In Italia questo movimento è ancora da creare, con dedizione, passione e tanta pazienza.

Sapreste individuare una soluzione a questo tipo di problema?

Wow…magari! Purtroppo ci sembra che in Italia questo sia molto difficile, perché i limiti culturali sono tanti: dalla tendenza all’investimento sul fenomeno musicale, quando con la stessa somma di denaro si potrebbe dare una buona produzione a molte più realtà; alle limitazioni poste sui concerti dal vivo, come il coprifuoco tassativo a mezzanotte e il volume massimo fissato a 90dB.

Come soluzioni ce ne sarebbero a migliaia, ci viene in mente il sistema americano dove, nelle scuole, le lezioni di musica serie sono considerate lezioni a tutti gli effetti. Questo sarebbe un buon punto di partenza per avvicinare alla cultura della musica a prescindere dal genere, far capire cosa funziona e cosa no, come mai funziona e perché, tante volte, la regola va messa al posto suo perché funziona qualcos’altro. Altrimenti, sempre negli Stati Uniti, una forma di promozione come possono essere le radio dei college, che non dovrebbero essere poi così costosi come mezzi. Nel nostro paese, purtroppo, è tutto a base volontaristica e ci deve essere un investimento da parte del musicista stesso per portare avanti la propria passione.

 

Veda live @ Honky Tonky

 

Città: Lissone, Seveso, Seregno

Componenti: Marco Carabetta (chitarra & voce); Alberto Amoruso (batteria); Alessio Galli (basso).

Genere: Rock

MySpace: http://www.myspace.com/vedamusic