20160218 lega

Non vogliamo sparare sul solito leghista che rubacchia, perché sappiamo che “…Roma ladrona la Lega non perdona”.

Certo,  il fatto che un consigliere leghista, tale  Rizzi, venga accusato di appalti truccati nella Sanità lombarda,  quegli stessi appalti truccati che poi causavano e causano malasanità e lunghe code agli esami (quando ci si arriva) e di cui tutti poi ci lamentiamo, è cosa grossa; anche se qui da noi in Lombardia, come dire, se non sono così  non  li vogliamo.

Ci interessa mettere a fuoco quello che non sa mai niente, cioè  Maroni, di cui Rizzi era il braccio destro e che, a suo dire, non lo conosceva da ieri ma «lo conoscevo da tanto tempo». Ripeto per chi non l’avesse capito: «da tanto tempo».

Facciamo un passo indietro.

Nel gennaio del 2013, in piena campagna elettorale per la presidenza della Regione, il nostro dichiarò che il gettito fiscale lombardo era di 108 miliardi dei quali restavano solo 38 in Regione. Con lui i miliardi che rimanevano in Regione sarebbero raddoppiati, tanto da far avanzare 16 miliardi (diventati famosi) da distribuire ai lombardi per azzerare Irap, bolli auto, libri di testo scolastici, ecc.

Dopo tre anni di presidenza Maroni qualcuno ha mai visto qualcosa?

Da Ministro dell’Interno volle andare in televisione a dichiarare, confutando Saviano, che «la mafia al nord non esiste». In effetti eravamo e siamo in mano all’'ndrangheta, ma lui non se n’era mai accorto.

Da numero due della Lega non si era accorto che il suo capo, Bossi, usava i soldi pubblici per scopi personali (ristrutturazione casa, macchine e liberalità ai figli, edificio scolastico alla moglie, ecc.), il suo tesoriere Belsito copriva ogni illecito, la “Nera” si inventava sindacati inesistenti intascando le quote delle iscrizioni fasulle e gli amici andavano ad investire in Tanzania (giustappunto… aiutiamoli in casa loro).

Ma un “responsabile” così che non sa mai niente di quello che lo circonda, di cosa è responsabile? Di quando piscia fuori dalla tazza?

Non abbiamo dubbi che i cittadini lombardi che l’anno votato sapranno darci una risposta.