Ne hanno parlato il 12 luglio associazioni e politici alla tavola rotonda su diritti umani e processi migratori organizzata dal festival dei circoli arci brianzoli
A Villa Tittoni a Desio, si è svolta il 12 luglio la 7° edizione del festival dei circoli Arci di Monza e Brianza. In pieno spirito Arci, la festa è stata l’occasione per fare esibire band emergenti del territorio, dare spazio a laboratori creativi, ma anche per portare i contenuti cari all’associazione. Tra questi, l’attualissimo tema delle migrazioni, affrontato con un ampio parterre di relatori.
Hanno aperto le danze gli attivisti dello sportello migranti dell’Arci Blob di Arcore, ormai un punto di riferimento su queste tematiche in Brianza. Per voce di Mirko Fagone, che è anche consigliere comunale a Limbiate, lo sportello ha messo sul tavolo una mozione sul «diritto al migrare», diritto che oggi risulta «ostacolato dalle leggi in vigore». Gli fa eco Chiara Lusetti, attivista dello sportello, che parla di «schizofrenia» delle leggi in materia, per cui una persona che vuole venire in Italia per lavorare può accedere solo se ha già un lavoro. Praticamente un invito a entrare illegalmente, a maggior ragione dal momento in cui ormai da alcuni anni non sono più messi in campo i decreti flussi che servivano, almeno sulla carta, a regolamentare gli ingressi in Italia.
Ma è inevitabile, parlando di migrazioni, estendere il discorso all’Europa intera. Lo fa Marianna Crippa, legale dello sportello del Blob, sottolineando la «totale inefficacia» del regolamento di Dublino (2003).
Sulla scia della convenzione di Ginevra sui rifugiati (1951), esso prevede infatti che un migrante per motivi umanitari possa fare richiesta dello status di rifugiato solo nel primo paese europeo in cui accede, e lì debba restare. Vengono quindi completamente ignorate dalla legge le singole richieste ed esigenze di un migrante per motivi umanitari. È proprio questo che viene contestato dall’associazione alle leggi vigenti: il fatto che i migranti non vengano considerati innanzitutto per quello che sono, ovvero persone (con i diritti umani che dovrebbero conseguirne) in cerca di una situazione di vita adeguata alle proprie esigenze, ma «come numeri».
«Gli strumenti giuridici a livello internazionale per tutelare chi scappa dalle guerre ci sarebbero: basterebbe concedere i visti. Il problema non è quindi se si può, ma se si vuole intervenire», continua Crippa.
Dal Blob non mancano inoltre di sottolineare che la dicotomia tra richiedenti asilo e migranti economici va superata, tenendo conto delle «aspirazioni» e della comune «condizione umana» che vale, o dovrebbe valere, alla stessa stregua per un senegalese, per un siriano, per un italiano...
Tutte argomentazioni molto dense, e forse apparentemente astratte per una mozione che per ora ha l’ambizione di essere presentata nei consigli comunali brianzoli. Ma lo scopo, precisa Fagone, è quanto meno di iniziare a parlare dell’argomento in questi termini, e diffondere una coscienza diversa, per disarmare e depotenziare la retorica razzista che se ne è appropriata sui media, così come tra le persone meno informate o disinteressate.
E così la parola passa agli esponenti politici ospiti della tavola rotonda, Pietro Virtuani, coordinatore provinciale PD, e Alfredo Somoza, omologo per SEL.
Virtuani sottolinea come ogni risposta locale risulti insufficiente in un mondo globalizzato, soprattutto su una tematica come questa; a ciò aggiunge il fatto che la retorica diffusa in materia di migrazione fa sì che quasi «ci si vergogni ad affermare principi di solidarietà e umanità». Insomma un terreno minato per la politica istituzionale, che, secondo Virtuani, non può e non deve «annullare il conflitto, ma gestirlo» soprattutto perché «non si può governare contro il consenso». Serve insomma, secondo Virtuani, un cambiamento radicale di prospettiva tra gli elettori. La politica entra in scena solo dopo.
Alfredo Somoza, che l’esperienza del rifugiato politico l’ha vissuta sulla sua pelle, mostra di conoscere bene la materia. Se la prende con la retorica diffusa, che spesso si nutre di locuzioni che nascondono falsità. Come l’abitudine di chiamare «nuovi schiavisti» gli scafisti, che invece altro non sono che persone che portano avanti un lavoro, per quanto illegale. E poi ci sono i numeri: si parla di invasione, ma in realtà il numero di italiani che emigrano ha superato quello degli immigrati per motivi economici, in Italia. Quanto ai rifugiati, oggi Libano e Giordania ospitano circa 2 milioni di rifugiati provenienti dalle zone di guerra; tanti quanti l’intera Europa. Ma lì non si parla di invasione.
Venendo al locale, Somoza tiene a sottolineare la tendenza dello stato centrale a scaricare sui comuni i problemi che non vuole o non sa gestire, tuttavia si dice disponibile a promuovere tra gli eletti di SEL la mozione proposta da Fagone.
Altri ospiti della tavola rotonda sono Simone Pulici, segretario della CGIL di Monza e Brianza, e Massimiliano Giacomello del Consorzio Comunità Brianza, che, direttamente interessanti, a vario titolo, nella gestione quotidiana dei rifugiati accolti in Brianza, riportano il confronto al livello locale. Pulici sottolinea la soddisfazione per il funzionamento della gestione sul territorio; tanto efficace da risultare problematica in quanto «ha portato alla deresponsabilizzazione degli enti locali». Infatti, salvo alcune lodevoli eccezioni, quali Monza o, più recentemente, la provincia, tutto è «a carico del privato sociale» (finanziato da progetti ministeriali, va detto). Giacomello invece sottolinea che i numeri sono molto lontani dalla descrizione che si fa del fenomeno: parlare di invasione in Brianza è davvero fuorviante, se si pensa che ospitiamo 1 rifugiato ogni 1600 abitanti.
Il dibattito si chiude con l’auspicio del moderatore Stephan Greco, coordinatore provinciale Arci, affinché si mantengano e creino costanti occasioni di confronto, già a partire dall’autunno. Senza dubbio il primo passo per l’auspicato cambiamento di retorica in materia.
laboratorio di giornalismo dedicato all'intercultura e all'immigrazione sul territorio brianzolo tenuto da Daniele Biella, promosso da Africa 70, Arci Scuotivento, Comune di Monza e Vorrei con il sostegno di Fondazione Monza e Brianza. Per contatti: eas@africa70.org | scuotivento.arcimonza@gmail.com | info@vorrei.org